Conoscere e studiare gli ambienti naturali da cui proviene una specie è molto importante, perché aiuta a capire quello di cui ha bisogno per poter essere allevata in acquario. E' infatti soprattutto dall'osservazione delle specie e del loro comportamento in natura che si possono avere tutta una serie di informazioni utilissime per creare in cattività un ambiente dova possano vivere e riprodursi in modo ideale.

Farlowella sp. nel suo habitat naturale - Foto © Ivan Mikolji (Mikolji.com)

Questa parte del sito è dedicata ad una serie di articoli relativi alle esplorazioni degli ambienti naturali dove vivono i pesci; si tratta di articoli tradotti dall'inglese e trovati sul web, in particolare sul sito Aquarticles (non più online), una vera miniera acquariofila non più online.

Conoscere e studiare gli ambienti naturali di provenienza di una specie è molto importante, perché aiuta a capire quello di cui ha bisogno per poter essere allevata in acquario.

E' dall'osservazione degli ambienti naturali che si può sapere non solo in che caratteristiche di acqua preferisce vivere, se tenera, dura, acida, salmastra, marina, ma anche se preferisce ambienti molto piantumati o rocciosi, molti nascondigli o acque aperte, acque tranquille o piena corrente, se vive in gruppo o solitaria, cosa mangia... insomma si può avere tutta una serie di informazioni utilissime per sapere se la nostra vasca può andar bene, o per ricreare appositamente in acquario un ambiente per lei ideale.

Questo non vuol dire che io sia a favore degli acquari-biotopo ad ogni costo, ma anzi: grazie allo studio degli ambienti in cui vivono i pesci in natura si possono conoscere meglio le loro esigenze e i loro ambienti ottimali, per cui si può capire come certe specie, provenienti da ambienti lontani e diversi, siano incompatibili tra loro, ma altre, provenienti da ambienti lontani ma profondamente simili, siano invece compatibili tra loro in acquario, più che specie provenienti dallo stesso biotopo ma che lo condividono ad esempio perché sono preda e predatore.

Secondo me non c'è proprio nulla di male a tenere nello stesso acquario specie ad esempio asiatiche con specie americane, se entrambe trovano soddisfatte le loro esigenze e sono compatibili tra di loro, sia a livello fisico che soprattutto comportamentale.
Ad esempio, neon e rasbore pur provenendo da continenti diversi hanno simili esigenze fisiche e caratteriali, ma queste ultime hanno il corpo più alto e tozzo, per cui sono più adatte secondo me ad essere messe in compagnia degli scalari, perché non potranno vederle come cibo, mentre vedranno prima o poi come cibo i neon, con cui condividono il biotopo perché predatori e prede. Posso solo immaginare lo stress che subiscono quei poveri neon, costretti a convivere per tutta la vita con quelli che in natura sono i loro predatori naturali, e magari in acquari piccoli e con pochi ripari...

Per cui, una volta studiate le esigenze dei pesci tramite lo studio del loro comportamento in natura, si possono abbinare con molta più cognizione di causa, anche se non vengono dallo stesso biotopo. Oltretutto, chi intende fare un acquario biotopo dovrebbe studiarsi molto meglio di quanto normalmente non si fa il piccolo pezzo di natura che vuole allestire: moltissime persone si illudono di avere un acquario biotopo, perché hanno messo piante e pesci tutti 'asiatici'... ma magari hanno mescolato specie indiane con specie del Borneo, che in natura vivono a chilometri e chilometri di distanza, senza alcuna possibilità di incontrarsi... tale e quale mettere pesci indiani con pesci sudamericani, secondo me.

  1. I Biotopi Europei

 

 

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