Le immersioni di ricerca di un team di scienziati sulla Cernia dei coralli (Cephalopholis miniata), hanno rivelato che quest'ultima è in grado di comunicare non solo con i conspecifici, ma anche con altre specie, utilizzando un particolare linguaggio dei segni.
La Cernia dei coralli Cephalopholis-miniata: I pesci comunicano con altre specie usando il linguaggio dei segni - Foto © Reinhard Dirscherl, WaterFrame/Getty Images
Tra le news del National Geographic, segnalo questo articolo, in cui viene data evidenza ad una ricerca di un team di scienziati, tra cui Redouan Bshary, un ecologista comportamentale all'Università di Neuchâtel in Svizzera, sulla Cernia dei coralli (Cephalopholis miniata), dalla quale è emerso che quest'ultima è in grado di comunicare non solo con i conspecifici, ma anche con altre specie, utilizzando un particolare linguaggio dei segni.
La Cernia dei coralli è un cacciatore agile e veloce, che insegue e attacca le prede in mare aperto. Lo studio rivela che quando una preda si rifugia tra le fessure della scogliera corallina, la cernia utilizza una propria versione del linguaggio dei segni per trovare aiuto. Il pesce aspetta anche fino a 25 minuti di avvistare una murena gigante (Gymnothorax javanicus) o un pesce napoleone (Cheilinus undulatus), Quando ne vede uno, la cernia punta il muso verso la preda nascosta e inizia a ondeggiare il corpo da un lato all'altro. Questo segnale è l'equivalente di un "il cibo è qui!"
Il pesce napoleone, grazie alla forza delle sue potenti mascelle, riesce a rompere la barriera corallina nel punto dove si è rifugiata la preda, costringendola ad uscire allo scoperto. Le murene sono meno distruttive ma non meno mortali: il corpo sottile permette loro di infilarsi nelle fessure più strette, costringendo anche così la preda a fuggire dal suo nascondiglio. Se quest'ultima riesce a fuggire sia ai labridi che alle murene, la cernia si è procurata un altro pasto. Specie diverse hanno imparato a collaborare alla cattura di una preda, ma non a condividerla: chi la acchiappa inghiotte tutto.
Bshary ha osservato questi comportamenti durante le sue immersioni di ricerca nel Mar Rosso. Il gruppo di ricerca ha notato anche che le cernie possono utilizzare il linguaggio dei segni anche come un invito all'azione. Anche prima di avvistare una preda le cernie possono avvicinarsi a labridi e murene e fare una specie di danza, che si può tradurre come una richiesta di fare una battuta di caccia in squadra. Nello studio, pubblicato il 23 aprile 2015 su Nature Communications, Bshary riferisce di come sia impressionante vedere queste tre specie arrivare tutte insieme e iniziare a ispezionare la barriera corallina.
Gli scienziati non hanno ancora capito perché le cernie sono in grado di comunicare con altre specie. Altri animali hanno diversi gradi di abilità nel linguaggio dei segni, dalle scimmie agli uccelli, ma finora la comunità scientifica pensava che il minuscolo cervello di un pesce non fosse all'altezza del compito.
Bshary e il suo team hanno registrato tantissime ore di osservazioni sott'acqua per studiare il linguaggio delle danze della cernia, sfidando ogni pericolo.
C'è la convinzione che si abbia bisogno di un cervello grande per usare i gesti referenziali, ma anche un pesce con un cervello piuttosto standard mostra la capacità di produrre gesti referenziali
Questo è importante. Si possono dissociare le capacità cognitive dalle dimensioni del cervello
Questo è quello che ha detto Bshary. Il prossimo passo, è quello di ripetere l'esperimento con le specie all'interno di un laboratorio, per cercare di scoprire tutti i segreti degli strani gesti della cernia.
Riferimenti & Link
l'articolo sul sito del National Geographic
di Helmut Stallknecht, trasmette la gioia che l'autore prova ciascun giorno alle prese con i suoi numerosissimi acquari. Tra le pagine, tanti aneddoti e un'infinità di suggerimenti e consigli pratici e utili sia sulle piante d'acquario sia sui suoi abitanti, in particolare sulle abitudini di allevamento e riproduzione delle singole specie, il tutto corredato da tante belle fotografie a colori.
di Konrad Lorenz, tradotto da Laura Schwarz. Che i pesci possano essere estremamente passionali; che le tortore siano più feroci dei lupi con gli animali della propria specie; che un’oca possa credere di appartenere alla specie umana, e in particolare di essere la figlia dello scienziato che l’ha covata: ecco alcune delle sorprese che avranno i lettori di questo libro. Lorenz è stato uno dei padri fondatori dell’etologia, ma soprattutto ha saputo vivere con gli animali, con una curiosità, un’affettuosità verso ogni creatura, un senso del gioco e un dono del raccontare le loro storie che mai ha manifestato così compiutamente come nell’Anello di Re Salomone.
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