Più conosciuta con il vecchio nome di Caridina japonica, è stata una tra le prime caridine apparse in gran numero in commercio.
Caridina multidentata (ex Caridina japonica) nel mio acquario - agosto 2004
8 anni
8 e 7 anni (quelle di Fabio e le mie :-)
4-5,5 cm le femmine, 4-5 cm i maschi
La Caridina multidentata è una specie di gambero d'acqua dolce appartenente alla famiglia degli Atyidae. Fino al 2006, quando uno studio tassonomico le ha dato il nome attuale, era conosciuta come Caridina japonica, nome con il quale spesso viene ancora chiamata, ed è rimasto nella letteratura acquariofila e negli articoli più vecchi.
La Caridina multidentata ha avuto un aumento vertiginoso della sua popolarità grazie alla sua fama di mangia alghe, diffusasi in particolar modo dopo che un tal Takashi Amano l'ha inserita in molti dei suoi allestimenti proprio a questo scopo. In inglese è addirittura chiamata "Amano shrimps"!
Ed in effetti le caridine passano tutto il loro tempo su piante ed altri arredi, spazzolando ogni tipo di alga (tranne quelle nere, a meno che non siano appena formate e tenerelle), e sono in questo senso più efficienti di altri gamberetti che magari esteticamente sono molto più belli e appariscenti.
La Muta
Esoscheletro di Caridina multidentata (ex Caridina japonica) - Foto © Chris Lukhaup
Devono trovare nascondigli sicuri soprattutto nel delicato momento della muta, il momento in cui "cambiano pelle" come i serpenti: il loro corpo è rivestito da un esoscheletro duro, contenente "Chitina" (una sostanza organica azotata, talvolta impregnata di sali minerali e sostanze coloranti), che non è elastico e quindi non si adegua al loro aumentare di dimensioni. A seconda di quanto e come mangiano, le caridine hanno ritmi di crescita anche molto diversi, per cui la muta può avvenire sia una volta al mese, sia più spesso e sia più di rado.
Mano a mano che crescono, devono liberarsi del vecchio e ormai piccolo esoscheletro, che comprende carapace e rivestimento di antenne e zampette, e una volta liberatesi di esso ne formano uno nuovo, leggermente più grande. Nel periodo tra la perdita dell'esoscheletro vecchio e la formazione di quello nuovo le caridine sono quindi "nude" e molto vulnerabili.
Sono stati segnalati casi su it.hobby.acquari in cui una o un gruppetto di caridine "killer" approfittano di questi momenti in cui qualche compagna è particolarmente vulnerabile per attaccarla, ucciderla e cibarsene.
E' frequente anche che i neo-allevatori di caridine si spaventino nel vedere i resti della muta dei loro esemplari, pensando che siano i resti delle caridine vere e proprie, divorate magari da qualche coinquilino... Gli esoscheletri sono sì completi di zampe ed antenne, ma sono vuoti e semi-trasparenti, non c'è traccia della loro carne che dopo la morte è roseo-arancio, color gamberetto, appunto :-)
I resti delle mute se numerose sono abbastanza inquinanti, e andrebbero rimossi; dico andrebbero perché in genere in poco tempo vengono mangiati dalle caridine stesse o dagli altri pesci :-).
Caridina multidentata, ex Caridina japonica - Foto © Hristo Hristov
Asia: è diffusa nelle principali isole Giapponesi: isole Ogasawara e isole Ryukyu; Taiwan, Figi e Madagascar.
STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
LEAST CONCERN (minima preoccupazione)
- Caridina multidentata: la distribuzione e lo stato della specie in natura, sul sito della IUCN Red List, il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il mondo.
16-29°C
Dimensioni minime dell'acquario: 20 litri per 5-6 esemplari, ma l'ideale per allevare questi gamberetti molto sociali è tenerne 20-30 in una vasca 60x30x30h.
Per prima cosa, chi si vuole cimentare nel loro allevamento deve tenere presente che le caridine sono animaletti molto sociali, e vanno quindi allevate in gruppo, in un bel gruppetto. In tante si faranno anche coraggio l'una con l'altra, e le potrete vedere scorrazzare per l'acquario in continuazione.
In genere si consigliano branchi di non meno di 10-15 esemplari, anche se mi rendo conto che questo può essere un duro colpo per il portafoglio...
Seconda cosa, le piante: tante e folte, preferibilmente a foglia fine: daranno loro possibilità di trovare nascondigli e ripari quando ne hanno voglia, facendole sentire più sicure e tranquille (vale anche per loro la regola, valida per molti pesci, che più nascondigli ci sono, più staranno in vista e all'aperto, meno nascondigli ci sono, e più è probabile che non ne escano mai).
Per quanto riguarda i valori dell'acqua, le caridine non sono molto esigenti, vanno bene un pH neutro o leggermente acido, e acqua tenera; più è tenera l'acqua e meno saranno frequenti le mute, in quanto ci vorrà più tempo alla caridina per prendere tutti gli elementi che le servono per la formazione del nuovo esoscheletro, ma non vi sono segni di malessere.
Le cose a cui le caridine sono più sensibili sono l'ammoniaca e gli agenti inquinanti in genere (quindi è meglio non metterle in acquari non ancora perfettamente maturi), i medicinali (quelli contenenti rame possono essere letali, molte volte è scritto anche nelle istruzioni che gli invertebrati vanno allontanati in caso di utilizzo, leggetele attentamente), la carenza di ossigeno: sono tra i primi ospiti della vasca a mostrare segni di malessere e morire se non si provvede a fornire una sufficiente areazione, molto prima dei pesci.
Bisogna prestare attenzione anche alla fertilizzazione, sono sensibili all'accumulo dei metalli pesanti, per cui bisogna cambiare spesso l'acqua per evitarlo, specie se si usa una fertilizzazione "pesante".
La temperatura ideale va dai 20 ai 24°C., ma sono tollerate anche temperature maggiori, fino ai 28-30°C, se per brevi periodi.
Anche la luce non dovrebbe essere troppo intensa, ma smorzata da piante alte o galleggianti, sempre per non farle diventare troppo timide. Comunque anche negli acquari illuminati a stadio, la presenza di molte piante e nascondigli è sufficiente a non farle stare sempre nascoste.
Comportamento e compatibilità: Per quanto riguarda i compagni di vasca, bisogna senz'altro evitare pesci grandi e aggressivi, che ne farebbero un sol boccone; anche i Botia andrebbero evitati, visto che in natura si nutrono di crostacei, e che sono molto abili a scovarle quando sono in muta, e quindi più vulnerabili...
Per altri pesci, tipo gli scalari, si va a cu... cioè, a fortuna: ho letto di persone che li allevano insieme senza problemi, e di altre che appena le hanno messe in vasca hanno visto gli scalari sgranocchiarle come biscottini...
In questa pagina potete trovare le esperienze di convivenza che ho tratto da it.hobby.acquari
Un'ultima cosa: nonostante molti le allevino in acquari aperti senza problemi, io consiglieri di allevarle in acquario chiuso, in quanto nella maggior parte dei casi tendono ad "evadere" dalle vasche aperte, arrampicandosi sulle piante o su altri supporti.
da 16 a 29°C
Un cenno a parte riguardo l'alimentazione: è basata certamente su alghe e su detriti vegetali, ma in acquario le caridine si cibano un po' di tutto: non solo il mangime degli altri pesci, ma sono anche in grado di nutrirsi di lumache, "lavorandole" con le zampette in gruppo fino a che non riescono ad estrarle dal loro guscio, fino a nutrirsi di avannotti anche non piccolissimi, come avannotti di poecilidi già di qualche giorno.
A dispetto di chi le ritiene animaletti timidi e pacifici, in grado tutt'al più di nutrirsi di pesci già morti, non è insolito osservare attacchi a lumache, ad avannotti e ad altri pesci, anche solo per soffiare loro un pezzetto di mangime.
Sono in grado di fregarsi e nascondersi per papparsele con calma anche le pastiglie date ai corydoras, per cui se le avete, oltre a preoccuparvi della loro alimentazione, assicuratevi che anche i loro coinquilini riescano a mangiare qualcosa, specialmente se ne avete un branco numeroso: l'effetto branco e il bisogno delle femmine di un'alimentazione più sostanziosa per la formazione delle uova e delle larve, può trasformare i vostri pacifici gamberetti in un branco organizzato di caridine ninja:-)
Possono anche nutrirsi delle foglie delle piante, in particolar modo sembra che preferiscano le piante rosse, ma sembra confermato che non attaccano mai foglie sane, ma solo foglie che stanno ormai per andare in decomposizione, anche se sembravano sane.
E' ora di pranzo! Caridina multidentata, ex Caridina japonica - Foto © Hristo Hristov
Il dimorfismo sessuale nelle Caridina multidentata esiste, anche se bisogna porre molta attenzione per individuarlo. L’unico modo sicuro per stabilire il sesso in mancanza di uova (solo le femmine portano le uova sotto le appendici natatorie) è di osservare bene le appendici natatorie. La femmina presenta la prima fila delle appendici natatorie più appuntite del maschio e, in ogni caso, dovrebbe sempre risultare più e grande e tozza. Inoltre, studiando i puntini che presentano sui fianchi, la femmina ha sempre i puntini che tendono a formare piccole linee, mentre il maschio presenta solo puntini ben delineati.
Maschio di Caridina multidentata, ex Caridina japonica - Foto © Hristo Hristov
Femmina di Caridina multidentata, ex Caridina japonica - Foto © Hristo Hristov
La Caridina multidentata in natura vive e si riproduce in acqua dolce, di solito fiumi e risaie della regione Yamato in Giappone (da cui il vecchio nome japonica). L’acqua è molto tenera e moderatamente acida. Dopo che un maschio e una femmina si sono accoppiati, la caridina femmina porterà le uova di colore verde scuro per circa 30 giorni tra le appendici natatorie, muovendole ed ossigenandole con movimenti ondulatori.
Una volta che le uova si sono schiuse, le larve si lasciano trasportare dalle correnti e finiscono nella zona d’acqua degli estuari dei fiumi caratterizzata da una blanda salinità (acqua salmastra). Solo in questa particolare zona, ricca di plancton, le larve riusciranno a compiere tutta una serie di mute che le porteranno a diventare dei piccoli gamberi di circa 0.5 cm.
A questo punto le piccole Caridina multidentata affrontano il viaggio al contrario, ritornando nelle acque tenere ed acide dei fiumi.
Vai alle pagine sulla riproduzione delle Caridina in acquario
Taxa principali
Specie di Caridina molto comuni, in particolare nella varietà 'Green'
Una caridina del Sulawesi che prende il nome dall'azienda tedesca Dennerle, sostenitrice della spedizione che ha portato alla descrizione scientifica della specie
La caratteristica principale di questa specie è il lungo rostro di colore rosso o rosa scuro
Gamberetti dalla livrea molto variabile
Più conosciuta con il vecchio nome di Caridina japonica, è stata una tra le prime caridine apparse in gran numero in commercio.
Ha il nome comune di Ninja shrimp, gambero Ninja, per la rapidità dei suoi movimenti e le svariate varietà di colorazione
Una tra le forme di Caridina da più lungo tempo in commercio e sempre tra le più diffuse
E' una specie molto simile a Caridina japonica, ma più piccola.
Sembra che il nome corretto della specie sia Caridina cf. cantonensis
Splendida e coloratissima specie di gamberetto d'acqua dolce, adatta solo ad acquariofili esperti
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
la scheda su Wirbellose.de
scheda su theshrimpfarm.com
su Practical Fishkeeping guida di George Farmer che illustra con foto passo passo come allestire una vasca low-cost che riproduca un biotopo asiatico
Aquariophylia 2/2012 "Muschi e Caridina: questo matrimonio s'ha da fare"
in questo numero di Aquariophylia c'è la prima parte di questo articolo di Livia Giovannoli che continuerà nei numeri precedenti, con tutte le indicazioni per allestire un acquario di muschi acquatici per l'allevamento delle caridine.
Gamberetti per principianti: Cura adeguata in un acquario d'acqua dolce
Edizione italiana di Alina Daria - Libro sull'allevamento dei gamberetti d'acqua dolce in acquario. L'interesse per gli invertebrati come i gamberetti è in continuo aumento e i gamberetti entusiasmano molti amanti degli animali.
Invertebrates: Shrimp, crayfish, crabs & snails in freshwater aquaria
Edizione Inglese di Chris Lukhaup e Reinhard Pekny - Manuale completo, ricco di suggerimenti pratici e informazioni, non solo fornisce agli allevatori di invertebrati d'acqua dolce le conoscenze di base su queste affascinanti creature, ma è adatto anche ad acquariofili esperti che desiderano scoprire cose nuove e informazioni aggiuntive sugli habitat naturali, sulle specie speciali esigenze alimentari o allevamento in cattività. Gamberetti, gamberi, granchi, anomuri, vongole e lumache: questo manuale completo presenta tutte le specie importanti in commercio, con foto mozzafiato.
Freshwater Shrimp Aquarium: A guide for setting up and maintaining shrimp aquarium for beginners
Edizione Inglese di April .K. Brown - Ci sono molte scelte disponibili quando si tratta di gamberetti d'acqua dolce. Alcuni gamberetti sono facili e veloci da riprodurre, mentre altri sono più difficili. Questo libro aiuterà a comprendere le basi della compatibilità dei gamberetti e darà informazioni utili per sceglierli.
Collegamenti & Legenda
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Per saperne di più...
Articolo che vi porterà attraverso tutte le considerazioni che bisogna fare prima di decidere di inserire o non un pesce in vasca solo perché si è sentito dire che mangia le alghe - Tratto e tradotto da un articolo di Injaf
Dopo 7 anni da quando le ho inserite, ogni tanto si fanno vedere ancora - le mie Caridina multidentata...
Caridina multidentata, la ex Caridina japonica - Foto © Hristo Hristov
Caridina multidentata (ex Caridina japonica) - Foto © Chris Lukhaup
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