E' molto simile a Physa acuta, la lumaca 'infestante degli acquari d'acqua dolce, e spesso viene confusa con quest'ultima

Physa marmorata fotografata nella diga di Vinhedo, nello,stato di San Paolo, Brasile - Foto © Walther Ishikawa (Planeta Invertebrados)

Autore
Guilding, 1828
Sinonimi
Stenophysa marmorata
Descrizione

Le due specie Physa marmorata e Physa acuta a quanto sembra sono le due specie di Physa più comuni, e quelle che si possono ritrovare più facilmente in acquario come 'lumachine infestanti', anche se (secondo me) possono far capire come gestire meglio l'acquario stesso.
Nella confusa e controversa tassonomia delle lumache acquatiche, c'è chi considera Physa marmorata come appartenente al genere Stenophysa (Stenophysa marmorata) o Aplexa. Era considerata valida in passato la specie Afrophysa brasiliensis, che oggi è considerata un sinonimo di Physa marmorata.

Un equivoco molto diffuso tra gli acquariofili, è che qualsiasi Physa con il manto con macchie marroni sia una Physra marmorata. Per questo motivo, cercando il nome della specie nei motori di ricerca su Internet, praticamente nessuna immagine corrisponde alla vera Physa marmorata, ma sono invece in genere foto di Physa acuta, altra specie di Physa molto più prolifica.
Nelle due specie, gli organi interni sono abbastanza diversi, ma ci sono delle caratteristiche della conchiglia uguali, per cui l'identificazione è difficile, e non può essere fatta basandosi solo sulle caratteristiche della conchiglia. Come ogni chiave di identificazione, tutte le caratteristiche devono essere analizzate insieme. Una grande piega del mantello lungo il guscio consente l'identificazione di Physa marmorata, ma questa caratteristica non è sempre facile da vedere nelle lumache più piccole. Il rapporto lunghezza-larghezza del piede sembra essere una misura molto utile nell'identificazione.

Differenze tra Physa acuta e Pyhsa marmorata

Comparazione tra Pseudosuccinea columella (Lymnaea columella), e Physa sp. - Foto © Walther Ishikawa (Planeta Invertebrados)

Conchiglia: di solito è più grande di quella di Physa acuta, il suo guscio raggiunge i 18 mm. Tende ad avere un guscio più allungato, con un aspetto più conico nella regione apicale, suture superficiali e apice appuntito. Il guscio è solitamente liscio e lucido.

Mantello: Specialmente gli esemplari adulti hanno un mantello molto ampio, con una specie di ampia piega su entrambi i lati, che è in grado di raggiungere o addirittura di avvolgere l'apice del guscio. Il mantello presenta margini con proiezioni triangolari con punte arrotondate, generalmente corte. Il mantello mostra anche una pigmentazione scura, con macchie di melanina vicino al bordo e una pigmentazione scura ramificata come delle vene. L'ipotesi più accreditata è che questo ampio mantello aumenti l'area di scambio gassoso, consentendo un tempo di immersione più lungo.

Corpo: anche il corpo della lumaca è pigmentato, grigio scuro con tenui macchie chiare, gialle-verdastre. La testa è più chiara e anche i tentacoli hanno una maggiore concentrazione di pigmento. In alcune popolazioni sono state notate aree di maggiore pigmentazione nella parte superiore e nella testa del piede. Il piede è più lungo di Physa acuta, con un rapporto lunghezza/larghezza di 3,1. Quando cammina produce un muco giallastro.

A differenza delle altre famiglie di gasteropodi polmonati, in quella dei Physidae non ci sono varietà ornamentali di diversi colori. Ci sono Physidae albine, ma non hanno un'attrattiva per il mercato delle lumache ornamentali, perché ricordiamo che le Physidae non hanno emoglobina nell'emolinfa, quindi le forme albine non sembrano rosse o rosa, ma solo pallide e biancastre. Le Physidae albine sono estremamente rare da trovare in natura.

Distribuzione

La famiglia Physidae è originaria dell'Europa, Asia settentrionale, America centrale e Africa occidentale.

Habitat

Il sito Planeta Invertebrados, che ha studiato in modo molto approfondito le lumache acquatiche brasiliane, riporta che in Brasile il Ministero dell'Ambiente (MMA) e l'Istituto Chico Mendes per la Conservazione delle Biodiversità (ICMBio), nel dicembre 2014 hanno compreso tra la fauna in via di estinzione Physa marmorata (autoctona in Brasile) come specie in pericolo nella categoria IUCN 'vulnerabile' (VU). Anche se molti considerano questa specie comune e cosmopolita, è stata rilevata una progressiva riduzione della distribuzione delle popolazioni di questa lumaca negli ultimi dieci anni, a causa del degrado ambientale e della competizione con Physa acuta (alloctona in Brasile), più robusta e prolifica. Si stima una riduzione di circa il 35% nella popolazione di Physa marmorata nei prossimi 5 anni.

Una nota importante, soprattutto per noi acquariofili, è che ci sono molti errori nell'identificazione delle due specie di Physa, soprattutto nei siti web, ma anche nelle indagini della fauna selvatica (perché purtroppo spesso per l'identificazione si usano solo le caratteristiche della conchiglia). Basta inserire il nome Physa marmorata in qualsiasi motore di ricerca su Internet, per vedere che quasi tutti i risultati indicheranno altre specie. La maggior parte delle Physa che 'infestano' gli acquari d'acqua dolce appartengono alla specie Physa acuta.

Le lumache del genere Physa non sono molto longeve, vivono all'incirca un anno, ma durante questo periodo sono molto prolifiche e producono molte uova. Già all'età di 8 settimane, le Physa sono mature sessualmente e possono iniziare a riprodursi. Sono lumache ermafrodite, cioè ogni lumaca possiede sia l'apparato sessuale maschile che femminile, e possono autofecondarsi, ma per riprodursi in genere preferiscono essere in due, quando si incontrano si scambiano il materiale genetico e successivamente depongono entrambe, da 50 a 400 uova.
Come le planorbidi, depongono le uova avvolte in una massa gelatinosa, che viene fatta aderire su substrati solidi, come i vetri dell'acquario, legni, foglie più robuste delle piante. Le uova si schiudono dopo da 3 a 5 giorni, generando piccole lumachine, miniatura dei genitori.

Sono capaci di riproduzione asessuata, autofecondante, in una procedura che però non è affine alla clonazione o alla partenogenesi, come avviene per le Melanoides. Nel caso delle Physa, ciascuna delle uova, anche se autofecondata, avrà un'unicità genetica basata sull'incontro tra le due metà. Oltre all'autofecondazione, le Physa hanno anche la capacità di immagazzinare materiale genetico. Un singolo incontro con un'altra lumaca può fornire abbastanza materiale genetico per molte deposizioni di uova.

Copula di Physa acuta, si nota il complesso del pene esposto nella lumaca in cima. Nella seconda foto, una delle due lumache subito dopo la copula, con ancora il complesso del pene esposto - Foto © Felipe Aoki Goncalves (Planeta Invertebrados)

Sviluppo delle uova di Physa acuta - Foto © Walther Ishikawa (Planeta Invertebrados)

Taxa principali

Sono tra le tante lumachine non ben identificate che appaiono nelle vasche degli acquariofili senza essere state consapevolmente introdotte

E' molto simile a Physa acuta, la lumaca 'infestante degli acquari d'acqua dolce, e spesso viene confusa con quest'ultima

Riferimenti & Link

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