Questa specie era scomparsa per diversi anni dal commercio acquariofilo in quanto in pericolo di estinzione; quando è riapparsa, riprodotta commercialmente tramite stimolazione ormonale, aveva un costo molto elevato
Ambastaia sidthimunki (ex Yasuhikotakia/Botia sidthimunki) - Foto © Emma Turner (Loaches.com)
5.5 cm SL
Prima di descrivervi questo piccolo esemplare della famiglia dei Botiidae, ora chiamato Ambastaia sidthimunki, volevo avvisarvi di una cosa molto importante:
i Botia sidthimunki, ora Ambastaia sidthimunki, corrono un serio pericolo di ESTINZIONE nelle loro zone d'origine!!
I prelievi in natura per soddisfare le richieste del mercato acquariofilo ne hanno impoverito a tal punto il numero che è stato iscritto nella RED LIST, la lista rossa di tutte le specie che rischiano in ogni parte del mondo l'estinzione...
Il Governo della Thailandia ne ha già proibito la raccolta nei suoi territori, e spero che si riesca a prendere le misure necessarie per salvaguardarne la presenza in natura, magari anche riuscendo a riprodurli in larga scala, come si riesce a fare con molti pesci (non con i Botia, purtroppo).
Quindi, per favore, se sentite consigliare il sidthimunki come pesce "mangialumache" che rimane piccolo, ricordatevi e fate presente che il pesce in questione, perchè qualcuno non ha voglia di togliersi le lumache in più da solo, sta rischiando di scomparire dalle sue terre d'origine...
Ambastaia sidthimunki è un piccolo botia pacifico e tranquillo, che in natura vive in grandi banchi che, diversamente dalla maggior parte delle altre specie di Botia, non nuotano vicino al fondo, ma principalmente nel livello centrale dell'acqua.
In acquario, Ambastaia sidthimunki deve essere allevato in grandi gruppi, assolutamente almeno 5-6 esemplari, perché assumano comportamenti naturali interagendo tra di loro e formando una struttura sociale. Anzi, come leggerete in questo articolo, un fanatico di botia e cobitidi inglese, Mark Duffil, è riuscito a riprodurli in acquario, tenendone un gruppo di 36 esemplari in un acquario da quasi 300 litri, allestito ad hoc per loro.
Anche in acquario stanno sempre in gruppo e nuotano nel livello centrale della vasca, e sono attivi sia di giorno che di notte (sempre che siano in gruppo numeroso). Se sono particolarmente timidi e spaventati anche in gruppi superiori ai 10 esemplari, si può introdurre un gruppo di rasbore come pesci rassicuranti, che vivono bene nelle stesse condizioni d'acqua dei botia.
Il substrato di fondo deve essere come sempre morbido e fine, possibilmente di sabbia, per non ferire i delicati barbigli, e bisogna provvedere un certo numero di rocce e di radici organizzate per formare nascondigli adatti. Ottimi sono anche i mucchietti di ciottoli non troppo grandi, che offrono riparo soprattutto ai piccoli, se per caso ci fosse qualche deposizione (certo, se li tenete nelle condizioni adatte perché non pensare a questa eventualità? :-)
Preferiscono acqua tenera che va cambiata regolarmente, perché sono molto sensibili agli agenti inquinanti.
Vi invito vivamente a rispettare assolutamente in acquario le esigenze di questi botia, visto il pericolo di estinzione che corrono... sembra che adesso, per ovviare al decremento della pesca in natura, vengano riprodotti tramite iniezioni ormonali, ma il tutto è ancora avvolto nel mistero. Se li vedete nei negozi, prima di comprarli chiedete se sono di allevamento o di cattura, per non incrementare il prelievo in natura e partecipare attivamente alla sua estinzione.
Come ho già detto in altre occasioni, allevare pesci provenienti dalla cattura in natura non è un "peccato" in assoluto, tutto dipende dalla specie e da come si alleva: tenere un botia da solo in un acquario da 30 litri perché si è vista una lumachina su una pianta è un conto, tenerli in un acquario dedicato alle loro esigenze, rispettando in tutto e per tutto le loro necessità vitali, cercando in tutti i modi di favorirne la riproduzione, è un altro.
Ambastaia sidthimunki (ex Yasuhikotakia sidthimunki) - Foto © Emma Turner (Loaches.com)
Ambastaia sidthimunki era scomparso per diversi anni dal commercio acquariofilo verso della fine del secolo, visto le leggi che ne impedivano la cattura in natura e l'esportazione, fino a che non sono arrivati sul mercato i primi stock riprodotti commercialmente, che avevano un costo molto elevato. Ora in genere è disponibile, e senza essere particolarmente economica comunque è notevolmente meno costosa. Nomi vernacolari inglesi includono ‘dwarf loach’, ‘dwarf botia’ e ‘chipmunk botia’, anche se molti si riferiscono a questa specie semplicemente come 'Sid'.
E' simile al suo solo congenere Ambastaia nigrolineata, in cui il disegno della livrea consiste in una striscia scura laterale e in un'altra che corre lungo la metà dorsale. Ambastaia sidthimunki differisce in quanto ha due strisce anteriori alla pinna dorsale e nessuna dietro, anche se in realtà alcuni esemplari hanno quella che potrebbe essere descritta come una striscia posteriore alla pinna dorsale che di solito è rotta da pallide macchie a forma di sella. Nei sidthimunki adulti ci sono numerose barre verticali trasversali che collegano le due strisce e si estendono fino al ventre; queste possono essere presenti anche in Ambastaia nigrolineata, ma sono molto meno evidenti e normalmente si estendono per la piena distanza fra le strisce solo nella parte posteriore del corpo.
I profili dorsali e ventrali di questo piccolo e allungato botia sono soltanto leggermente convessi. Le squame sono molto piccole ma non sono presenti sulla testa. La bocca ha tre paia di barbigli. La parte superiore è brunastra e la pancia è argenteo-bianca. I fianchi sono marrone dorato con un disegno molto variabile di bande marroni scure organizzate in quattro fasce longitudinali. Due di queste fasce sono vicino alla parte superiore della schiena; le altre compaiono circa al livello della colonna vertebrale. Queste fasce longitudinali sono collegate l'una all'altra da barre trasversali similmente colorate, che danno un aspetto quasi di rete. In individui giovani le bande scure sono nere. Le pinne sono quasi incolori.
Il genere Ambastaia è stato eretto da Kottelat (2012) per ospitare queste due specie che sono ex membri di Botia e Yasuhikotakia.
I membri vengono attualmente distinti da tutti gli altri botiidi esclusivamente sulla base della livrea degli adulti e della sua ontogenesi, la prima comprende un colore di base del corpo biancastro-giallastro con una striscia nera medio-laterale su ciascun fianco e una striscia aggiuntiva in mezzo, con barre verticali che collegano queste due strisce e si estendono sulla parte inferiore del corpo.
Ambastaia sidthimunki (ex Botia sidthimunki) - Foto © Klaus Grønhøj
- Specie che va allevata in gruppo
- Specie che sta rischiando l'estinzione nei luoghi d'origine, ma viene riprodotta commercialmente in allevamento. Chiedete sempre al negoziante se i pesci che state per prendere sono di cattura o d'allevamento.
Asia: Bacini dei fiumi Chao Phraya, Mekong e Maeklong. Protetto in Thailandia
La località tipo di Ambastaia sidthimunki è indicata come "ruscelli della Thailandia del Nord" o "distretto di Loom, fiume Yom", quest'ultimo probabilmente corrisponde al fiume Yom nella Thailandia del Nord, un affluente superiore all'interno del sistema fluviale Chao Phraya.
Roberts (1995) affermò che Ambastaia sidthimunki si trova nel fiume Xe Pian, un affluente dello Xe Khong (che si riversa nel canale principale del Mekong) nelle province di Champasak e Attapeu, nel Laos meridionale, mentre Rainboth (1996) lo considerava trovarsi nella sezione cambogiana del bacino del Mekong. In realtà si sbagliavano entrambi, quei ritrovamenti si riferiscono ad Ambastaia nigrolineata, non c'è nessuna menzione del fiume Yom nella descrizione originale di Ambastaia sidthimunki, che si basava esclusivamente su esemplari d'acquario, importati in Germania dalla "Thailandia del nord".
Invece, Ambastaia sidthimunki sembra essere limitato al bacino del fiume Mae Klong nella Thailandia occidentale e al drenaggio di Ataran (Kasat in tailandese), intorno al confine tra Thailandia e Myanmar (K. Udomritthiruj, comm. pers.). Anche se potenzialmente in pericolo di estinzione, è ancora possibile trovarlo in entrambi i sistemi, anche se le località thailandesi precise sono tenute segrete allo scopo di conservare la specie.
Grazie a Kamphol Udomritthiruj.
STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
ENDANGERED (in pericolo)
- Dwarf Clown Loach: la distribuzione e lo stato della specie in natura, sul sito della IUCN Red List, il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il mondo.
Ambiente: demerso; acqua dolce; Clima tropicale
Ambastaia sidthimunki si presenta in fiumi medio- grandi e nei campi inondati. Ritrovato in piccoli laghi fangosi ed in altri habitat d'acqua ferma. Attivo di giorno e spesso in banchi ad una certa distanza sopra il fondo.
Non si ha una descrizione dettagliata della località tipo, ma le immagini del bacino di Ataran raffigurano corsi d'acqua dalla corrente relativamente lenta e foreste ombreggiate, sorgenti apparentemente ben ossigenate, con acqua pulita, un substrato misto di sabbia e roccia più moltissimi legni sommersi e lettiera di foglie.
Poiché non sono disponibili dettagli specifici riguardanti i suoi habitat naturali, non è chiaro con quali altre specie convive, ma ci sono buone possibilità che conviva ci le specie endemiche della regione dell'Ataran: Botia kubotai, Schistura vinciguerrae, Schistura robertsi, Garra sp. "Redtail" e Mastacembelus armatus, oltre a membri non identificati di Devario, Scaphiodonichthys, Tor, Neolissochilus, Garra e Schistura.
Dimensioni minime della vasca: 80x40x40h cm per un gruppo di 5-6 esemplari.
Tutti i botia hanno bisogno di un allestimento ben strutturato, anche se la scelta effettiva degli arredi può variare in base al gusto personale. Una disposizione dal look naturale potrebbe includere un substrato di sabbia fine e non tagliente, per non danneggiare i delicati barbigli, con un sacco di rocce lisce levigate dall'acqua, sassi e ciottoli, più radici, legni e rami disposti in modo da formare ripari e zone ombreggiate.
L'illuminazione è meglio che sia relativamente bassa, per cui si possono aggiungere solo piante in grado di crescere in tali condizioni, come Microsorum pteropus (felce di Giava), Taxiphyllum barbieri (muschio di Giava) o Anubias. Queste piante hanno l'ulteriore vantaggio di poter essere attaccate agli arredi in modo da fornire utili zone ombreggiate; si possono aggiungere a questo scopo anche piante galleggianti.
E' fondamentale fornire un sacco di rifugi e ripari, anche sotto forma di pezzi di tubo in pvc o terracotta, noci di cocco rovesciate, vasetti in terracotta rovesciati, ecc., in quanto gli Ambastaia sono curiosi e sembrano godere nell'esplorare ogni anfratto dell'ambiente circostante. Se ci sono pochi nascondigli tendono a stare sempre nascosti, più ce ne sono e più verranno allo scoperto per esplorarne ogni anfratto. Rocce, legno, vasi di fiori e arredi possono essere utilizzati in qualsiasi combinazione per ottenere l'effetto desiderato.
Ricordate che a loro piace stiparsi in piccoli spazi e fessure, per cui è meglio evitare oggetti con bordi ruvidi o taglienti; eventuali buchi o fori troppo piccoli che rischierebbero di intrappolarli vanno riempiti con silicone per acquari. E' necessario anche un coperchio ben aderente, in quanto a volte tendono a saltare.
Sebbene non richiedano particolari condizioni di turbolenza, stanno meglio quando l'acqua è ben ossigenata, con una certa corrente. Sono intolleranti all'accumulo di rifiuti organici e richiedono acqua pulitissima per vivere in salute. Per questi motivi non devono mai essere introdotti in acquari biologicamente immaturi e si adattano più facilmente ad acquari stabili e maturi. In termini di manutenzione, dovrebbero essere considerati di routine cambi d'acqua settimanali del 30-50% del volume della vasca.
Comportamento e compatibilità: Ambastaia sidthimunki è generalmente considerata una scelta adatta agli acquari di comunità ben studiato, ma è necessario prestare cautela poiché esistono osservazioni contrastanti. Mentre alcuni acquariofili lo considerano pacifico a lungo termine, altri segnalano il contrario, con i pesci dal nuoto lento o dalle pinne lunghe a rischio maggiore.
Le lesioni tipiche presumibilmente coinvolgono occhi cavati dalle orbite o pinne ridotte in pezzi, ma non è chiaro il motivo per cui questo succede in alcuni casi e non in altri, e ci sono pochissime prove verificabili. È quindi difficile dare consigli, se non che che questa specie non è adatta agli acquari piccoli e deve essere allevata in un gruppo il più ampio possibile.
Gli Ambastaia sono gregari, formano gerarchie sociali complesse e dovrebbero essere allevati in gruppi di almeno 5 o 6 esemplari, preferibilmente 10 o più. Se allevati singolarmente possono diventare eccessivamente timidi o addirittura aggressivi verso pesci di forma simile; se ne vengono acquistati solo un paio o un trio, l'individuo dominante può sottomettere l'altro/gli altri, fino anche a farli smettere di mangiare.
Detto questo, sembrano avere necessità di contatti regolari con i conspecifici, un fatto esemplificato da una serie di rituali comportamentali che sono stati registrati costantemente negli acquari.
Ambastaia sidthimunki - Video © Peter Petersen
Alcuni comportamenti ricorrenti mostrati dai botia sono stati osservati tanto spesso da aver meritato un nome non scientifico per facilità di riferimento.
- Per esempio, durante i combattimenti per la dominanza (che si verificano più frequentemente quando i pesci vengono inseriti in un nuovo acquario, o vengono aggiunti nuovi individui ad un gruppo esistente) i protagonisti di norma perdono molto del loro disegno e colorazione, tale fenomeno è conosciuto come "greying out", ingrigimento, e di solito non è nulla di cui preoccuparsi.
- È interessante notare che da alcune osservazioni sembra che il carattere del più alto nella gerarchia sociale, o individuo alpha, influenzi quella di tutto il gruppo, anche se va detto che studi scientifici sul comportamento dei botia sono praticamente inesistenti. Sembra certo che mostrano un certo grado di "personalità", cioè alcuni esemplari possono essere naturalmente più audaci o più aggressivi di altri, per esempio. L'individuo alfa è normalmente il più grande esemplare all'interno del gruppo e spesso è di sesso femminile.
- Anche lo "shadowing" è un comportamento interessante, in cui gli individui più giovani nuotano letteralmente fianco a fianco degli individui più anziani, imitando ogni loro movimento. Alcuni allevatori segnalano che più pesci piccoli possono seguirne contemporaneamente uno grande, che si ritrova con anche tre o quattro pesci per ogni fianco! La ragione non è conosciuta; può riguardare il rimanere in contatto tra di loro quando i fiumi si gonfiano durante i periodi di inondazioni, la riduzione della resistenza nuotando in formazione, o avere qualche altra funzione comunicativa. E' stato osservato sia in acquari con forte corrente che con poca corrente d'acqua, e sembra essere abituale, tanto che alcuni individui diventano l'"ombra" di pesci di altre specie se non sono presenti conspecifici.
- Il suono sembra essere un fattore importante nella comunicazione, in quanto sono in grado di produrre un "click" acustico, che aumenta di volume quando sono eccitati. Gli aspetti comportamentali di questo fenomeno rimangono in gran parte non studiati.
- Un altro comportamento curioso è la cosiddetta "loachy dance", la danza dei botia, che coinvolge un intero gruppo in un costante nuoto agitato intorno ai lati della vasca, di solito utilizzandone l'intera lunghezza e altezza. Le ragioni di questo comportamento sono sconosciute, ma gli inneschi più comuni sembrano essere l'aggiunta di cibo, il cambio d'acqua o l'inserimento di nuovi conspecifici, e può durare da pochi minuti a un giorno o più.
- I botia spesso amano infrattarsi in angoli particolari, incunearsi verticalmente o lateralmente tra gli elementi di arredo, o addirittura sdraiarsi sul substrato a pancia in sù. Questo non è motivo di allarme e sembra essere un comportamento di riposo naturale. I botia possiedono anche spine sub-oculari taglienti e mobili, che normalmente vengono nascoste all'interno di una piega della pelle, ma vengono erette quando stressati, ad esempio se vengono tolti dall'acqua. E' quindi necessaria molta cura perchè non si impiglino on le spine nel retino, in caso disincastrarli con molta delicatezza, facendo attenzione perché le spine degli individui più grandi possono ferire la pelle umana.
I botia sono soggetti ad una malattia chiamata comunemente "malattia del dimagrimento" (skinny disease) e caratterizzata da perdita di peso e aspetto "scheletrico". Ciò è particolarmente comune negli esemplari appena importati e si pensa sia causata da una specie di flagellati del genere Spironucleus. E' curabile, anche se il farmaco consigliato varia a seconda del paese: gli acquariofili nel Regno Unito tendono ad usare l'antibiotico Levamisolo mentre quelli negli Stati Uniti il Fenbendazolo (aka Panacur).
Ambastaia sidthimunki (ex Botia sidthimunki) - Foto © Robert Beke (Beke.co.nz)
La sua alimentazione in natura è basata su invertebrati acquatici, vermi, crostacei, insetti e vegetali.
Anche se gli Ambastaia sembrano essere prevalentemente carnivori, se disponibili si nutrono volentieri anche di vegetali, spesso anche delle foglie più tenere delle piante acquatiche. In genere non hanno molte pretese, ma deve essere offerta una dieta varia, con mangimi secchi di buona qualità e chironomus, tubifex, artemia, ecc. vivi o congelati, oltre a frutta fresca e verdure come cetriolo, melone, spinaci scottati, zucchine. I lombrichi tagliuzzati costituiscono una utile fonte di proteine, ma devono essere usati con parsimonia.
La maggior parte dei botia preda le lumache acquatiche, anche se non dovrebbero mai essere considerati la risposta ad una infestazione, dato che non sono molluschivori obbligati.
Una volta acclimatati in acquario si alimentano con audacia e irruenza, e spesso salgono a mezz'acqua al momento dei pasti.
Stai pensando di comprarli?
Vai alla pagina con i pro e contro dell'allevamento dei Botia
Le femmine sessualmente mature presentano solitamente un corpo più pieno e diventano un po' più grandi dei maschi, mentre i maschi adulti sviluppano un muso leggermente più allungato e labbra sensibilmente più carnose e ispessite.
Ambastaia sidthimunki è riprodotto commercialmente per il commercio acquariofilio attraverso l'uso di ormoni, ma ci sono solo rarissime segnalazioni di riproduzioni negli acquari domestici, probabilmente perché sono riproduttori stagionali e migratori in natura.
Anche se non è ancora noto come stimolarne la riproduzione senza ormoni chimici, si è verificata in alcuni casi l'apparizione di giovani pesci in acquari stabili e maturi, l'esempio più particolarmente notevole è quello dell'esperto di 'loach' britannico Mark Duffill, che nel 2007 ha scoperto un certo numero di giovani tra il suo gruppo di 36 esemplari adulti. I pesci erano nutriti con una dieta varia come indicato sopra, il pH era intorno alla neutralità e i pesci erano ospitati in un acquario di 284 litri, a fianco di gruppi di vari piccoli ciprinidi e altri Botia (articolo in cui Mark Duffill documenta la sua esperienza)
In questa foto ci sono forse tre generazioni di Ambastaia sidthimunki - Foto © Mark Duffill
Taxa principali
Relativamente rara nel commercio acquariofilo, dopo essere stata separata dal genere Botia e assegnata al nuovo genere Yasuhikotakia, è stata separata anche da questo genere per il nuovo genere, Ambastaia.
Questa specie era scomparsa per diversi anni dal commercio acquariofilo in quanto in pericolo di estinzione; quando è riapparsa, riprodotta commercialmente tramite stimolazione ormonale, aveva un costo molto elevato
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
la scheda su Fishbase
Yasuhikotakia sidthimunki (KLAUSEWITZ, 1959) Dwarf Chain Loach
l'esauriente scheda su SeriouslyFish.com
la scheda su Loaches Online
articolo di Emma Turner su Pactical FishKeeping con tutto quello che c'è da sapere sull'allevamento dei sidthimunki in acquario
Edizione Inglese di Mark MacDonald - Un libro purtroppo solo in inglese, co-scritto dal team di Loaches Online, il che vale già come una garanzia di informazioni veritiere, derivate dall'effettiva conoscenza ed esperienza con i cobitidi.
Edizione Inglese di Paul V. Loiselle - Guida in inglese sull'allevamento di molte specie di botia, cobitidi e pesci gatto, con molti articoli che affrontano i temi comuni da tener presenti con queste specie.
Edizione Inglese di Braz Walker
Collegamenti & Legenda
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Per saperne di più...
Un'Introduzione all'allevamento dei Botia: guida di base per allevare con successo i Botiidae, una delle gioie più grandi nell'acquariofilia dolce tropicale - tratto e tradotto da un articolo di Emma Turner
Ambastaia sidthimunki (ex Botia sidthimunki) - Foto © Klaus Grønhøj
Spiegazione con foto esplicative delle differenze tra i due Botia, Botia sidthimunki e Botia cf. nigrolineata - tratto e tradotto da un articolo di Kamphol Udomritthiruj e Anuratana Tejavej
Esperienza personale d'allevamento di questi pesci - tratto e tradotto da un articolo di Mike Ophir
Articolo eccezionale, che documenta la prima riproduzione al mondo di Ambastaia sidthimunki (ex Botia sidthimunki) in acquario coronata da successo - tratto e tradotto da un articolo di Mark Duffill
Ambastaia sidthimunki (ex Botia sidthimunki) - Foto © Robert Beke (Beke.co.nz)
Ambastaia sidthimunki (ex Yasuhikotakia/Botia sidthimunki) - Foto © Emma Turner (Loaches.com)
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