Come per la maggior parte dei Badidae c'è pochissima documentazione su questa specie, molto rara da trovare
Badis ferrarisi, maschi in parata - Foto © Stefan Van Der Voort
3.7 cm SL
Come per la maggior parte dei Badidae, c'è pochissima documentazione su Badis ferrarisi, che deve ancora trovare significativa popolarità nell'hobby acquariofilo. Probabilmente è il membro più interessante di tutto il genere, e si spera che con il tempo diventi più ampiamente disponibile, anche se sembra che ad oggi sia stata esportata dal Myanmar un'unica partita di pesci.
E' strettamente legato a Badis badis, Badis chittagongis, Badis kanabos e Badis tuivaiei ma è difficile da confondere con qualsiasi altro congenere grazie alla sua livrea distintiva, costituita solitamente da 11 brevi barre scure che si estendono lungo il corpo iniziando proprio dietro la piastra branchiale.
Morfologia: Spine dorsali (totale): 16-17; Raggi dorsali molli (totale): 8-9; Raggi anali molli: 7-8; Vertebre: 26-28. è caratterizzato da un singolo extrascapolare corto con un poro distale invece di due. Spazio inter orbitale 5.9-6.8% SL.
Livrea: è presente una macchia scura sulla parte superficiale del cleitro, ma distinguibile dal disegno della livrea dei fianchi, che include circa 11 barre verticali di colore da marrone scuro a nerastre, collegate comunemente da una fascia orizzontale similmente pigmentata. Pinna caudale arrotondata con assenza della macchia scura sul peduncolo caudale.
Le specie di Badis attualmente sono 24 con diverse nuove specie descritte recentemente e altre in attesa di descrizione.
Alcune di loro non sono sempre facili da identificare correttamente. Ad esempio Badis badis, Badis chittagongis, Badis ferrarisi, Badis kanabos, Badis khwae, Badis ruber, Badis siamensis e Badis tuivaiei mostrano tutti una macchia scura cleitrale appena sopra la base della pinna pettorale.
Tuttavia Badis khwae, Badis ruber e Badis siamensis hanno tutti una macchia supplementare sul peduncolo caudale, e Badis badis può essere distinto da Badis kanabos possedendo una serie di macchie scure nella pinna dorsale e/o alla sua base (vs una sola macchia nella parte anteriore della pinna) e solo barre verticali deboli o indistinte sui fianchi (vs una serie di scure barre strette).
Badis badis, Badis chittagongis, Badis dibruensis, Badis tuivaiei e Badis ferrarisi differiscono solo in alcuni conteggi morfologici, anche se quest'ultimo ha un disegno della livrea molto particolare, mostrando una serie di barre verticali nere lungo il centro dei fianchi.
Prima del 2002 la famiglia Badidae comprendeva solo cinque specie, di cui solo Badis badis e, in misura minore, Badis dario (denominato Badis bengalensis da alcune fonti) erano popolari in acquariofilia. Un ampio documento di revisione di Kullander e Britz pubblicato quell'anno ha portato invece alla descrizione di non meno di dieci nuove specie, insieme al nuovo genere Dario in cui è stato spostata e designata specie tipo Badis dario. Il genere Dario attualmente contiene 6 membri, che sono facilmente distinguibili da quelli dei Badis per le ridotte dimensioni degli adulti (di solito meno di 2.5 cm), la colorazione prevalentemente rossa, primi raggi delle pinne dorsali/pettorali estesi nei maschi, taglio dritto (vs. arrotondato) della pinna caudale, mancanza di linea laterale visibile e comportamento dei genitori meno coinvolti nella cura della prole.
I Badidae sono stati storicamente considerati membri della famiglia Nandidae o Pristolepididae e solo nel 1968 Barlow ha proposto un gruppo separato per loro. Condividono alcune caratteristiche con gli Anabantoidei, Nandidae e Channidae; in particolare per ciò che riguarda gli acquariofili, l'abbraccio tipico durante la deposizione delle uova in cui il maschio avvolge il corpo intorno a quello della femmina. Studi più recenti hanno concluso che questa procedura è un antico tratto ereditato da un antenato comune a tutte queste famiglie.
Nel documento di revisione del 2002 è stato dedotto che tutte le specie di Badis, Dario e Nandus condividono un carattere unico, una spina biforcuta sulla penultima vertebra della colonna vertebrale, e gli autori ipotizzano che questo possa rappresentare la prova della monofilia di questo gruppo. Propongono inoltre che la famiglia Nandidae venga limitata all'inclusione solo delle specie del genere Nandus, mentre gli altri generi (Polycentrus, Monocirrhus, Afronandus, Polycentropsis) vengano raggruppati nella famiglia Polycentridae. Seguendo questo sistema, le famiglie Nandidae e Badidae verrebbero separate solo da differenze nella morfologia e nella struttura delle uova, sebbene le relazioni filogenetiche tra loro sono ancora completamente da studiare.
La loro stretta correlazione con il gruppo dei labirintidi ha portato alla loro inclusione nell'ordine Anabantiformes. Tuttavia, la 5a edizione di Fishes of the World classifica la famiglia come sister-taxa degli Anabantiformes, insieme ai Nandidae e ai Pristolepididae in un clade anonimo e non classificato ma monofiletico che è un sister-taxa di Ovalentaria all'interno del più ampio clade Percomorpha.
- Specie territoriale
- Specie predatoria, può predare uova/avannotti
- Specie che spesso non accetta il mangime secco
- Specie in genere non riprodotta in cattività, gli esemplari in commercio provengono dalla cattura in natura. Chiedete sempre al negoziante se i pesci che state per prendere sono di cattura o d'allevamento.
Asia: Myanmar
La specie Badis ferrarisi è endemica del drenaggio del fiume Ayeyarwady in Myanmar, sebbene la piena estensione della sua distribuzione rimanga poco chiara.
Recentemente la specie è stata raccolta a poche centinaia di miglia a nord della città di Yangon, Divisione Yangon, vicino al confine con lo Stato di Rakhine, nella parte centrale del drenaggio del fiume. Tuttavia, gli esemplari tipo furono acquistati molto più a nord in un mercato nella città di Kalaymyo, divisione di Sagaing. Kalaymyo si trova sul fiume Chindwin, uno dei principali affluenti dell'Ayeyarwady, e si dice che il pesce si trovi nel drenaggio Myittha che lo alimenta.
STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
LEAST CONCERN (minima preoccupazione)
- Badis ferrarisi: la distribuzione e lo stato della specie in natura, sul sito della IUCN Red List, il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il mondo.
Area di distribuzione di Badis ferrarisi in Myanmar (fonte IUCN)
Area di distribuzione di Badis ferrarisi in Myanmar (fonte IUCN)
Ambiente: bentopelagico; acqua dolce Clima: tropicale
Le poche immagini ed informazioni disponibili sull'habitat di Badis ferrarisi raffigurano un corso d'acqua superficiale, lento, con folta vegetazione erbosa marginale da un lato e dall'altro. Il substrato è costituito da sabbia, non ci sono piante acquatiche e il pH è più o meno neutro.
La specie è stata raccolta nella località tipo di Danio quagga, 46 km a nord di Kalaymyo, in un piccolo ruscello senza nome all'interno del drenaggio del fiume Yu. L'acqua scorre lentamente su un substrato di sabbia e pietre, e i pesci sono stati trovati in una pozza circondata da vegetazione marginale. Altre specie presenti nella zona sono Danio (specie non identificate), Esomus altus, Puntius meingangbii, Puntius sophore, Puntius chola, Rasbora ornata, Acanthocobitis botia, Acanthocobitis rubidipinnis, Lepidocephalichthys berdmorei, Garra sp.
Dimensioni minime dell'acquario: 60x30x35h cm per una coppia o un piccolo gruppo.
Badis ferrarisi prospererà in un ambiente ben strutturato con un substrato di sabbia o ghiaia più un sacco di rocce e ciottoli levigati dall'acqua per fornire ripari e copertura. Se lo si desidera possono essere inserite specie vegetali che possano essere coltivate attaccate agli arredi, come le specie Microsorum, Taxiphyllum o Anubias, ma non sono essenziali.
Per dare una sensazione più naturale possono essere usati anche rami, radici, piante galleggianti e lettiera di foglie, mentre la filtrazione e l'illuminazione non devono essere troppo forti.
Dovrebbero essere incluse anche alcune strutture simili a grotte, per fungere da potenziali siti di deposizione delle uova; molti allevatori usano mezzi gusci di noce di cocco o vasi per piante di argilla rovesciati, praticandovi dei fori o rimuovendo/sbeccando parti del bordo per consentire l'accesso ai pesci.
Comportamento e compatibilità: Data la loro rarità nel commercio acquariofilo, chi riesce a trovare i Badis ferrarisi e ad allevarli, dovrebbe avere come obiettivo la loro riproduzione, quindi ne andrebbe allevata una coppia da sola, senza altri ospiti. Non sono pesci gregari, e i maschi possono essere molto aggressivi l'uno contro l'altro, specialmente negli acquari più piccoli. In questo caso dovrebbero essere acquistati solo una singola coppia o un solo maschio e diverse femmine, mentre in un ambiente più spazioso può convivere anche un gruppo, a condizione che vi sia spazio perché ogni maschio possa stabilire un proprio territorio e le linee visive siano il più spezzate possibile. Il posizionamento intelligente di molte grotte può contribuire enormemente a tale riguardo; non siate ad esempio tentati di raggruppare tutti i siti di riproduzione disponibili in una sola zona dell'acquario.
Se intendete comunque ospitarli in una vasca di comunità, i compagni di vasca vanno scelti con cura. Sono lenti nei movimenti ed hanno una natura ritrosa, per cui possono essere intimiditi o battuti nella competizione per il cibo da compagni di vasca più grandi o turbolenti. Possono essere una buona scelta ciprinidi pacifici e di branco, come Trigonostigma o le specie di Rasbora più piccole, così come gourami e altre specie che abitano in superficie.
Creare un biotopo di comunità di pesci del Myanmar è più difficile, anche se specie adatte del bacino del fiume Ayeyarwady possono essere Danio choprae, Danio albolineatus, Pethia stoliczkana, e Trichogaster lalius.
Certamente non è possibile combinarli con abitanti del fondo simili di aspetto e territoriali, come i ciclidi nani, a meno che l'acquario non sia davvero molto grande; non va nemmeno mai allevato con altre specie del genere Badis in quanto potrebbero ibridarsi.
Inoltre va segnalato che i gamberetti d'acqua dolce dei popolari generi Caridina e Neocaridina, e certamente i loro piccoli, possono essere predati.
Durezza: l'acqua nel nord del Myanmar è tipicamente tenera nonostante il pH relativamente alto, quindi cercate di raggiungere un valore compreso tra 18 e 90 ppm
Come le altre specie di Badis è un micropredatore che si alimenta con piccoli crostacei acquatici, vermi, larve d'insetto e altro zooplankton.
Possono essere difficili da alimentare in acquario, in quanto spesso non accettano il mangime secco (sono catturati in natura) e devono esservi abituati con calma e pazienza, fornendo loro cibo vivo almeno per i primi tempi e passando gradatamente al congelato prima e al secco poi.
In ogni caso, dovrebbero sempre essere offerti pasti regolari di piccolo cibo vivo o congelato, come Artemia e Daphnia, per sviluppare la colorazione e il condizionamento ideali.
Sono un po' timidi, e si alimentano lentamente, per cui non vanno associati a pesci troppo veloci nel mangiare, altrimenti rischiano di soffrire la fame; è anche importante notare che tutte le specie di Badis sviluppano problemi di obesità e diventano più soggetti alle malattie se vengono alimentate con larve di chironomus e/o tubifex, quindi dovrebbero essere omesse dalla loro dieta.
Possono predare lumache e caridina
Stai pensando di comprarli?
Vai alla pagina con i pro e contro dell'allevamento dei Badis e dei Dario
Le femmine sono più piccole, hanno la livrea più scialba e sono evidentemente più corte e con il ventre più rotondo dei maschi, i quali d'altro canto sviluppano leggere estensioni delle pinne quando maturi.
Badis ferrarisi, femmine - Foto © Stefan Van Der Voort
Badis ferrarisi, maschi - Foto © Stefan Van Der Voort
Badis ferrarisi è stato allevato e riprodotto in acquario per la prima volta nel 2007 dall'acquariofilo olandese e membro di SeriouslyFish Stefan van der Voort.
I Badis depongono in cavità e formano legami di coppia temporanei, di solito non sono troppo difficili da riprodurre in cattività, a condizione che la vasca sia arredata correttamente.
E' meglio non allevarli con altre specie, se si desidera aumentare il numero degli avannotti, anche se in un acquario di comunità maturo e ben arredato alcuni possono sopravvivere fino all'età adulta. Possono essere utilizzati o una singola coppia o un gruppo di adulti, ma se si utilizzano più maschi è obbligatorio assicurarsi che ognuno abbia la sua grotta da difendere. I parametri dell'acqua devono essere stabili, con acqua leggermente acida (6,5-7,0) e tenera. I pesci vanno nutriti con cibo vivo e congelato a volontà, e la deposizione delle uova non dovrebbe presentare troppi problemi.
Quando entrano in condizioni riproduttive i maschi rivali diventeranno sempre più combattivi e cominceranno a mostrare un comportamento di corteggiamento verso le femmine che entrano nel loro territorio prescelto. Durante questo processo mostrano alcuni meravigliosi cambiamenti nel disegno della livrea, con il corpo che diventa sempre più scuro, quasi nero, e l'intensificazione della colorazione blu delle pinne. E' anche comune il bloccaggio con la bocca, con cui il maschio letteralmente tenta di trascinare la sua partner nella grotta. Una femmina ricettiva entrerà nella caverna prescelta, dove avviene la deposizione delle uova; di solito sono previste 30-100 uova. Dopo la deposizione la femmina viene scacciata via e il maschio si assume la responsabilità esclusiva di uova e avannotti, difendendo il territorio contro gli intrusi e ventilando la covata con le pinne. Se volete a questo punto gli altri pesci adulti possono essere rimossi, anche se non è ancora assolutamente necessario. Le uova schiudono in genere dopo 2-3 giorni, ma gli avannotti non iniziano a nuotare liberamente se non dopo altri 6-8 giorni, e rimangono per un'altra settimana circa vicino alla caverna dove sono nati. Da quando iniziano a lasciare la caverna, gli adulti (incluso il maschio genitore) possono iniziare a considerarli come cibo, ed è quindi meglio trasferirli in un acquario separato. I giovani pesci sono piuttosto sedentari per i primi giorni, per cui i microworm sono il cibo iniziale ideale, ma una volta che iniziano a nuotare nella colonna d'acqua possono essere introdotti nella dieta i nauplii di Artemia.
Taxa principali
Una tra le specie descritte solo recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.
Come per la maggior parte delle specie della famiglia Badidae non si ha molta documentazione su questa specie che non è molto popolare in acquariofilia.
E' una tra le specie descritte più recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.
Chiamato anche pesce camaleonte, grazie alla sua capacità di cambiare rapidamente la colorazione a seconda dell'umore, non è adatto in genere alle comuni vasche di comunità.
Come la maggior parte dei Badidae, questa specie è scarsamente documentata e deve ancora trovare significativa popolarità in acquariofilia.
Un nuovo pesce percomorfo (Teleostei: Badidae) dal Gats Occidentale, India
Come accade per molte specie della famiglia Badidae, c'è pochissima documentazione relativa a questo pesce
Raro da trovare, chi ha la fortuna di averne una coppia la dovrebbe allevare in un acquario monospecifico, cercando di favorirne la riproduzione.
Come per la maggior parte dei Badidae c'è pochissima documentazione su questa specie, che non ha una significativa popolarità in acquariofilia
Come per la maggior parte dei Badidae c'è pochissima documentazione su questa specie, molto rara da trovare
Specie pressoché sconosciuta in ambito acquariofilo, ha comportamenti ed esigenze paragonabili a quelle del più famoso congenere, Badis badis.
Come per molte altre specie della famiglia, c'è pochissima documentazione su di loro, che comunque hanno esigenze comparabili a quella dei più famosi Badis badis.
Come per la maggior parte dei Badidae, c'è pochissima documentazione relativa a questa specie, che non ha comunque una presenza significativa in acquariofila
Una tra le specie descritte più recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.
Come molte altre dei Badidae, anche questa è scarsamente documentata nella letteratura acquariofila e non ha ancora una significativa popolarità in acquariofilia
Specie descritta solo nel 2015, quindi molto recentemente, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.
Anche questa specie, come molte dei Badidae, ha una scarsissima documentazione che la riguarda, ma nonostante la sua rarità è stata più volte riprodotta in acquario.
E' una tra le più note specie del genere Badis nel commercio acquariofilo, noto con vari nomi commerciali, tra cui Burmese badis e red badis
Come la maggior parte dei Badidae, questa specie è scarsamente documentata e poco popolare in acquariofilia; fino ad oggi è stata esportata solo in numero molto limitato.
Un'altra specie della famiglia Badidae di cui c'è scarsissima documentazione, e che difficilmente troveremo in commercio, essendo stato esportato rarissime volte.
Una tra le specie descritte più recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.
Specie controversa, ritenuta da alcuni studiosi non valida ma solo un sinonimo di Badis singenensis
Questo pesce non è ancora praticamente apparso nel commercio acquariofilo ed è stato esportato solo in numero estremamente limitato fino ad oggi.
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
la scheda su Fishbase
la scheda completa su Seriouslyfish.com
la pagina sul sito della IUCN Red List, con informazioni sulla sua distribuzione e presenza in natura
scheda con informazioni tecniche e distribuzione in natura su GBIF-Global Biodiversity Information Facility
L'Atlante di Aquarium di Rudiger Riehl e Hans A. Baensch, Edizioni Primaris, è uno dei libri fondamentali nella biblioteca di ogni acquariofilo. Ci sono molte indicazioni in generale sull'allestimento ed il mantenimento dell'acquario, ma la parte fondamentale è costituita dalle più di 600 schede illustrative delle specie di pesci più diffuse in commercio, schede che seppure nella loro brevità riescono a dare indicazioni utilissime per il loro allevamento, mantenimento e riproduzione.
Aquarium Atlas v.1 - Aquarium Atlas v.2 - Aquarium Atlas v.3 - Aquarium Atlas v.4
Edizione inglese dell'Atlante di Aquarium di Rudiger Riehl e Hans A. Baensch, Edizioni Primaris. I volumi successivi al primo non mi risulta siano mai stati tradotti in italiano.
Identificazione ed elenco delle esigenze di cura principali delle varietà più popolari di pesci d'acquario d'acqua dolce
L'Aquarium Atlas Photo Index 1-5 di Baensch & Fischer è un libro, come già dice il titolo, "fotografico", che presenta le foto di più di 4000 specie d'acqua dolce e salmastra, con alcune indicazioni molto schematiche dei valori dell'acqua per l'allevamento e la riproduzione. Certamente di non grande aiuto per conoscere meglio le specie che si hanno, ma semmai per avere una panoramica delle specie appartenenti ai vari generi e famiglie e per l'identificazione delle loro caratteristiche.
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