Anche questa specie, come molte dei Badidae, ha una scarsissima documentazione che la riguarda, ma nonostante la sua rarità è stata più volte riprodotta in acquario.
Badis pyema - Foto © Stefan Van Der Voort
4.1 cm SL
Come la maggior parte dei Badidae, la specie di Badis pyema è scarsamente documentata nella letteratura acquariofila, e deve ancora trovare una significativa popolarità in acquariofilia, anche se data la sua distribuzione naturale limitata è improbabile che sia mai disponibili in gran numero in commercio. Ad oggi, per quanto se ne sa, è stato esportato dal Myanmar solo in tre occasioni.
Ha una forma del corpo molto snella, probabilmente un adattamento al suo habitat naturale, e sotto questo aspetto è molto simile a Badis kyar. Tuttavia Badis kyar possiede delle barre verticali scure relativamente uniformi sui fianchi, mentre in Badis pyema le barre sono formati da file di macchie scure disposte irregolarmente, come nella maggior parte delle altre specie di Badis. Se è necessaria un'ulteriore conferma, basta esaminare le macchie sul peduncolo caudale dei pesci: Badis pyema presenta una macchia scura su ogni lato del peduncolo, che viene sostituita da una barra in Badis kyar.
Differisce da Badis corycaeus nell’avere un corpo più snello; linea laterale con più squame, 27-28 (contro 25-26); più vertebre, 28-29 (contro 26-29); e disegno della livrea, dove i maschi sono generalmente chiari con spot neri sparsi su ogni squama sui fianchi. Nessuna macchia scura sul cleitro, sul margine opercolare, né sul lato dorso laterale del peduncolo caudale.
Morfologia: Spine dorsali (totale): 16-17; Raggi dorsali molli (totale): 9-9; Raggi anali molli: 6-8; Vertebre: 28-29. Corpo estremamente snello, profondità del corpo 26.3-32.7% SL.
Livrea: Base della pinna caudale con uno spot scuro ben evidente al centro, circondato da un anello chiaro.
Le specie di Badis attualmente sono 24 con diverse nuove specie descritte recentemente e altre in attesa di descrizione.
Alcune di loro non sono sempre facili da identificare correttamente. Ad esempio Badis badis, Badis chittagongis, Badis ferrarisi, Badis kanabos, Badis khwae, Badis ruber, Badis siamensis e Badis tuivaiei mostrano tutti una macchia scura cleitrale appena sopra la base della pinna pettorale.
Tuttavia Badis khwae, Badis ruber e Badis siamensis hanno tutti una macchia supplementare sul peduncolo caudale, e Badis badis può essere distinto da Badis kanabos possedendo una serie di macchie scure nella pinna dorsale e/o alla sua base (vs una sola macchia nella parte anteriore della pinna) e solo barre verticali deboli o indistinte sui fianchi (vs una serie di scure barre strette).
Badis badis, Badis chittagongis, Badis dibruensis, Badis tuivaiei e Badis ferrarisi differiscono solo in alcuni conteggi morfologici, anche se quest'ultimo ha un disegno della livrea molto particolare, mostrando una serie di barre verticali nere lungo il centro dei fianchi.
Prima del 2002 la famiglia Badidae comprendeva solo cinque specie, di cui solo Badis badis e, in misura minore, Badis dario (denominato Badis bengalensis da alcune fonti) erano popolari in acquariofilia. Un ampio documento di revisione di Kullander e Britz pubblicato quell'anno ha portato invece alla descrizione di non meno di dieci nuove specie, insieme al nuovo genere Dario in cui è stato spostata e designata specie tipo Badis dario. Il genere Dario attualmente contiene 6 membri, che sono facilmente distinguibili da quelli dei Badis per le ridotte dimensioni degli adulti (di solito meno di 2.5 cm), la colorazione prevalentemente rossa, primi raggi delle pinne dorsali/pettorali estesi nei maschi, taglio dritto (vs. arrotondato) della pinna caudale, mancanza di linea laterale visibile e comportamento dei genitori meno coinvolti nella cura della prole.
I Badidae sono stati storicamente considerati membri della famiglia Nandidae o Pristolepididae e solo nel 1968 Barlow ha proposto un gruppo separato per loro. Condividono alcune caratteristiche con gli Anabantoidei, Nandidae e Channidae; in particolare per ciò che riguarda gli acquariofili, l'abbraccio tipico durante la deposizione delle uova in cui il maschio avvolge il corpo intorno a quello della femmina. Studi più recenti hanno concluso che questa procedura è un antico tratto ereditato da un antenato comune a tutte queste famiglie.
Nel documento di revisione del 2002 è stato dedotto che tutte le specie di Badis, Dario e Nandus condividono un carattere unico, una spina biforcuta sulla penultima vertebra della colonna vertebrale, e gli autori ipotizzano che questo possa rappresentare la prova della monofilia di questo gruppo. Propongono inoltre che la famiglia Nandidae venga limitata all'inclusione solo delle specie del genere Nandus, mentre gli altri generi (Polycentrus, Monocirrhus, Afronandus, Polycentropsis) vengano raggruppati nella famiglia Polycentridae. Seguendo questo sistema, le famiglie Nandidae e Badidae verrebbero separate solo da differenze nella morfologia e nella struttura delle uova, sebbene le relazioni filogenetiche tra loro sono ancora completamente da studiare.
La loro stretta correlazione con il gruppo dei labirintidi ha portato alla loro inclusione nell'ordine Anabantiformes. Tuttavia, la 5a edizione di Fishes of the World classifica la famiglia come sister-taxa degli Anabantiformes, insieme ai Nandidae e ai Pristolepididae in un clade anonimo e non classificato ma monofiletico che è un sister-taxa di Ovalentaria all'interno del più ampio clade Percomorpha.
- Specie territoriale
- Specie predatoria, può predare uova/avannotti
- Specie che non accetta il mangime secco
- Specie in genere non riprodotta in cattività, gli esemplari in commercio provengono dalla cattura in natura. Chiedete sempre al negoziante se i pesci che state per prendere sono di cattura o d'allevamento.
Asia: Bacino del fiume Ayeyarwady nel Myanmar settentrionale
Badis pyema è noto solo dalla remota area montuosa di Putao nello stato di Kachin, nel nord del Myanmar. La serie tipo è stata raccolta dal Nan Hto Chaung (flusso Nan Hto), parte del massiccio sistema Irrawaddy / Ayeyarwady.
STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
NOT EVALUATED (non valutato)
Ambiente: bentopelagico; acqua dolce; Clima: tropicale
Badis pyema è stato raccolto da un piccolo torrente, Nan Hto Chaung, dalla corrente veloce, largo in media circa 3 m, relativamente basso, profondo meno di 0.5 m, con occasionali cateratte; acqua chiara e trasparente; fondo con rocce, ghiaia o sabbia. Questo torrente scorre fra le colline coperte dalla foresta, non c'era presenza di piante acquatiche sommerse nell'acqua, ma la vegetazione fitta costituita da erbe e arbusti vicino all’argine forniva molta ombra, fino a circa il 75%,
Le specie simpatriche comprendono Batasio tengana oltre a membri non specificati dei generi Devario, Microdevario, Barilius, Psilorhynchidae, Lepidocephalichthys, Acanthocobitis, Schistura, Mastacembelus.
Vai alle pagine del sito con le foto dei biotopi dei Badidae
Dimensioni minime dell'acquario: 60x30x35h cm per una coppia o un piccolo gruppo.
Badis pyema prospererà in un ambiente ben strutturato con un substrato di sabbia o ghiaia più un sacco di rocce e ciottoli levigati dall'acqua per fornire ripari e copertura. Se lo si desidera possono essere inserite specie vegetali che possano essere coltivate attaccate agli arredi, come le specie Microsorum, Taxiphyllum o Anubiasi, ma non sono essenziali.
Per dare una sensazione più naturale possono essere usati anche rami, radici, piante galleggianti e lettiera di foglie, mentre la filtrazione e l'illuminazione non devono essere troppo forti.
Dovrebbero essere incluse anche alcune strutture simili a grotte, per fungere da potenziali siti di deposizione delle uova; molti allevatori usano mezzi gusci di noce di cocco o vasi per piante di argilla rovesciati, praticandovi dei fori o rimuovendo/sbeccando parti del bordo per consentire l'accesso ai pesci.
Comportamento e compatibilità: Data la loro rarità nel commercio acquariofilo, chi riesce a trovare i Badis pyema e ad allevarli dovrebbe avere come obiettivo la loro riproduzione, quindi ne andrebbe allevata una coppia da sola, senza altri ospiti. Non sono pesci gregari, e i maschi possono essere molto aggressivi l'uno contro l'altro, specialmente negli acquari più piccoli. In questo caso dovrebbero essere acquistati solo una singola coppia o un solo maschio e diverse femmine, mentre in un ambiente più spazioso può convivere anche un gruppo, a condizione che vi sia spazio perché ogni maschio possa stabilire un proprio territorio e le linee visive siano il più spezzate possibile. Il posizionamento intelligente di molte grotte può contribuire enormemente a tale riguardo; non siate ad esempio tentati di raggruppare tutti i siti di riproduzione disponibili in una sola zona dell'acquario.
Se intendete comunque ospitarli in una vasca di comunità, i compagni di vasca vanno scelti con cura. Sono lenti nei movimenti ed hanno una natura ritrosa, per cui possono essere intimiditi o battuti nella competizione per il cibo da compagni di vasca più grandi o turbolenti. Possono essere una buona scelta ciprinidi pacifici e di branco, come Trigonostigma e Rasbora, così come con gourami o altre specie che abitano in superficie; possono essere una buona scelta anche piccoli pesci gatto di fiume, come Akysis e Hara.
Certamente non è possibile combinarlo con abitanti del fondo simili di aspetto e territoriali, come i ciclidi nani, a meno che l'acquario non sia davvero molto grande; non va nemmeno mai allevato con altre specie del genere Badis in quanto potrebbero ibridarsi.
Inoltre va segnalato che i gamberetti d'acqua dolce dei popolari generi Caridina e Neocaridina, e certamente i loro piccoli, possono essere predati.
In natura è soggetto a variazioni di temperatura stagionali ed è a suo agio tra i 15 e i 25°C; per brevi periodi può tollerare valori maggiori ancora più estremi. Può essere quindi allevato senza termoriscaldatore tutto l'anno, ma solo in case ben isolate, o che d'inverno vengono normalmente riscaldate, non può sopportare le nostre temperature invernali all'esterno. Temperature verso l'estremità superiore di questo intervallo stimolano l'attività riproduttiva, il che significa che sarà necessario un riscaldatore se si desidera fa deporre i pesci al di fuori dei mesi primaverili ed estivi. Impostalo a circa 20-24°C per la cura a lungo termine.
Durezza: l'acqua nel nord del Myanmar è tipicamente tenera nonostante il pH relativamente alto, quindi cercate di restare tra 18 e 90 ppm.
Come le altre specie di Badis è un micropredatore che si alimenta con piccoli crostacei acquatici, vermi, larve d'insetto e altro zooplankton.
Possono essere difficili da alimentare in acquario, in quanto spesso non accettano il mangime secco (sono catturati in natura) e devono esservi abituati con calma e pazienza, fornendo loro cibo vivo almeno per i primi tempi e passando gradatamente al congelato prima e al secco poi.
In ogni caso, dovrebbero sempre essere offerti pasti regolari di piccolo cibo vivo o congelato, come Artemia e Daphnia, per sviluppare la colorazione e il condizionamento ideali.
Sono un po' timidi, e si alimentano lentamente, per cui non vanno associati a pesci troppo veloci nel mangiare, altrimenti rischiano di soffrire la fame; è anche importante notare che tutte le specie di Badis sviluppano problemi di obesità e diventano più soggetti alle malattie se vengono alimentate con larve di chironomus e/o tubifex, quindi dovrebbero essere omesse dalla loro dieta.
Possono predare lumache e caridina
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Vai alla pagina con i pro e contro dell'allevamento di Badis & Dario
Le femmine sono più piccole, hanno la livrea più scialba e sono evidentemente più corte e con il ventre più rotondo dei maschi, i quali d'altro canto sviluppano leggere estensioni delle pinne quando maturi.
Badis pyema, femmina - Foto di Stefan Van Der Voort
Badis pyema, maschio - Foto © Stefan Van Der Voort
Nonostante sia una specie non facile da trovare in commercio, ci sono diversi resoconti di riproduzioni riuscite con successo, che avvengono con le modalità tipiche dei Badis.
Le specie del genere Badis depongono in cavità e formano coppie temporanee, e non sono troppo difficili da riprodurre in cattività, se la vasca è allestita correttamente.
È meglio non allevarli con altre specie se si desidera allevare un buon numero di avannotti, anche se in un acquario di comunità ben matura e ben allestito è possibile che qualche avannotto possa sopravvivere fino all'età adulta. È possibile utilizzare una singola coppia o un gruppo di adulti, ma se si utilizzano più maschi bisogna assicurarsi di fornire a ciascuno una caverna da difendere. I parametri dell'acqua dovrebbero rientrare nei valori suggeriti sopra. Nutrite i pesci con abbondanza di cibi vivi e congelati e la deposizione delle uova non dovrebbe presentare troppi problemi.
Man mano che entrano in condizioni di riproduzione, i maschi rivali diventeranno sempre più combattivi e inizieranno a mostrare comportamenti di corteggiamento nei confronti delle femmine che entrano nel territorio prescelto. Durante questo processo mostrano alcuni meravigliosi cambiamenti nella livrea, che si intensifica nel colore. Anche il bloccaggio delle bocche è comune: il maschio tenta letteralmente di trascinare la sua partner nella grotta. Una femmina ricettiva entrerà, e la deposizione delle uova avrà luogo con 30-100 uova solitamente deposte.
Dopo la deposizione delle uova la femmina viene scacciata e il maschio si assume la responsabilità esclusiva delle uova e degli avannotti, difendendo il territorio dagli intrusi e ventilando la covata con le pinne. A questo punto se lo si desidera è possibile rimuovere gli altri pesci adulti, anche se non è ancora assolutamente necessario. Le uova di solito si schiudono in 2-3 giorni, ma gli avannotti non nuotano liberamente fino a quando non hanno 6-8 giorni e non lasciano le vicinanze della grotta per un'altra settimana circa.
Da questo momento gli adulti (genitore maschio incluso) possono iniziare a considerarli come cibo, ed è meglio trasferiti in una vasca separata. I giovani pesci sono abbastanza sedentari per i primi giorni, il che significa che i microworm sono l'alimento iniziale ideale, ma una volta che nuotano visibilmente nella colonna d'acqua, possono essere introdotti nella dieta i naupli di artemia salina.
Taxa principali
Una tra le specie descritte solo recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.
Come per la maggior parte delle specie della famiglia Badidae non si ha molta documentazione su questa specie che non è molto popolare in acquariofilia.
E' una tra le specie descritte più recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.
Chiamato anche pesce camaleonte, grazie alla sua capacità di cambiare rapidamente la colorazione a seconda dell'umore, non è adatto in genere alle comuni vasche di comunità.
Come la maggior parte dei Badidae, questa specie è scarsamente documentata e deve ancora trovare significativa popolarità in acquariofilia.
Un nuovo pesce percomorfo (Teleostei: Badidae) dal Gats Occidentale, India
Come accade per molte specie della famiglia Badidae, c'è pochissima documentazione relativa a questo pesce
Raro da trovare, chi ha la fortuna di averne una coppia la dovrebbe allevare in un acquario monospecifico, cercando di favorirne la riproduzione.
Come per la maggior parte dei Badidae c'è pochissima documentazione su questa specie, che non ha una significativa popolarità in acquariofilia
Come per la maggior parte dei Badidae c'è pochissima documentazione su questa specie, molto rara da trovare
Specie pressoché sconosciuta in ambito acquariofilo, ha comportamenti ed esigenze paragonabili a quelle del più famoso congenere, Badis badis.
Come per molte altre specie della famiglia, c'è pochissima documentazione su di loro, che comunque hanno esigenze comparabili a quella dei più famosi Badis badis.
Come per la maggior parte dei Badidae, c'è pochissima documentazione relativa a questa specie, che non ha comunque una presenza significativa in acquariofila
Una tra le specie descritte più recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.
Come molte altre dei Badidae, anche questa è scarsamente documentata nella letteratura acquariofila e non ha ancora una significativa popolarità in acquariofilia
Specie descritta solo nel 2015, quindi molto recentemente, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.
Anche questa specie, come molte dei Badidae, ha una scarsissima documentazione che la riguarda, ma nonostante la sua rarità è stata più volte riprodotta in acquario.
E' una tra le più note specie del genere Badis nel commercio acquariofilo, noto con vari nomi commerciali, tra cui Burmese badis e red badis
Come la maggior parte dei Badidae, questa specie è scarsamente documentata e poco popolare in acquariofilia; fino ad oggi è stata esportata solo in numero molto limitato.
Un'altra specie della famiglia Badidae di cui c'è scarsissima documentazione, e che difficilmente troveremo in commercio, essendo stato esportato rarissime volte.
Una tra le specie descritte più recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.
Specie controversa, ritenuta da alcuni studiosi non valida ma solo un sinonimo di Badis singenensis
Questo pesce non è ancora praticamente apparso nel commercio acquariofilo ed è stato esportato solo in numero estremamente limitato fino ad oggi.
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
la scheda su Fishbase
l'esauriente scheda su Fishbase
scheda con informazioni tecniche e distribuzione in natura su GBIF-Global Biodiversity Information Facility
L'Atlante di Aquarium di Rudiger Riehl e Hans A. Baensch, Edizioni Primaris, è uno dei libri fondamentali nella biblioteca di ogni acquariofilo. Ci sono molte indicazioni in generale sull'allestimento ed il mantenimento dell'acquario, ma la parte fondamentale è costituita dalle più di 600 schede illustrative delle specie di pesci più diffuse in commercio, schede che seppure nella loro brevità riescono a dare indicazioni utilissime per il loro allevamento, mantenimento e riproduzione.
Aquarium Atlas v.1 - Aquarium Atlas v.2 - Aquarium Atlas v.3 - Aquarium Atlas v.4
Edizione inglese dell'Atlante di Aquarium di Rudiger Riehl e Hans A. Baensch, Edizioni Primaris. I volumi successivi al primo non mi risulta siano mai stati tradotti in italiano.
Identificazione ed elenco delle esigenze di cura principali delle varietà più popolari di pesci d'acquario d'acqua dolce
L'Aquarium Atlas Photo Index 1-5 di Baensch & Fischer è un libro, come già dice il titolo, "fotografico", che presenta le foto di più di 4000 specie d'acqua dolce e salmastra, con alcune indicazioni molto schematiche dei valori dell'acqua per l'allevamento e la riproduzione. Certamente di non grande aiuto per conoscere meglio le specie che si hanno, ma semmai per avere una panoramica delle specie appartenenti ai vari generi e famiglie e per l'identificazione delle loro caratteristiche.
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