
Come avviene la riproduzione in acquario dei Badis badis e come riuscire a far crescere gli avannotti: descrizione del loro comportamento riproduttivo mettendone in evidenza somiglianze e differenze con quello dei Dario
Giovanissimo Badis badis di circa due mesi d'età - Foto © Massimo Macciò
Il comportamento riproduttivo dei Badis badis e dei Dario dario è molto interessante, e costituisce una fonte di studi da parte degli etologi, per la sua complessità, specie nell'ambito riproduttivo. Nei due diversi generi ci sono sia somiglianze che differenze, a volte molto accentuate, che cercherò di sottolineare.
Dimorfismo sessuale
Il dimorfismo sessuale è molto evidente, la femmina è molto meno colorata del maschio, ha un colore tendente dal grigio al marroncino-beige.
Inoltre nel Badis badis il maschio ha la parte inferiore del corpo, la pancia, che forma una linea concava, mentre la femmina ha in genere la pancia più arrotondata, specialmente con l'avvicinarsi del periodo riproduttivo.
Femmina di Badis badis - Foto © Maurizio Grannonio
Maschio di Badis badis - Foto © Maurizio Grannonio
Maschio di Badis badis in livrea riproduttiva, quasi completamente nera - Foto © Maurizio Grannonio
Accoppiamento
Con l'avvicinarsi del periodo riproduttivo, il maschio di Badis badis inizia ad assumere una colorazione molto più scura, che arriva al nero notte quasi totale, ad eccezione delle pinne, orlate di un blu luminoso.
Inizia ad appartarsi nel luogo che ha scelto e preparato per la deposizione, che in genere è costituito da una caverna, che può essere fornita da gusci di noci di cocco, tronchi, radici, o sassi. L'importante è che sia buio e chiuso, dove possa entrare solo lui e nessun altro. Questo costituisce una differenza importante con i Dario dario, che invece depongono le uova su fitti cespugli di muschio acquatico o tra le foglie delle piante, all'aperto.
Si esibisce quindi in parate spiegando le pinne davanti alla femmina, ed inseguendola per brevi tratti.
La deposizione avviene quindi al riparo della grotta, dopodichè il maschio scaccia la femmina e assume su di sé tutti i compiti di protezione e cura delle uova, scacciando chiunque si avvicini alla grotta, femmina compresa.
Dopo circa una settimana le uova si schiudono, ed è necessario ancora qualche giorno prima che le larve abbiano terminato il sacco vitellino ed inizino ad andare alla ricerca di cibo.
Coppia di Badis badis nei rituali riproduttivi - Foto © Maurizio Grannonio
Coppia di Badis badis nei rituali riproduttivi - Foto © Maurizio Grannonio
Coppia di Badis badis nei rituali riproduttivi - Foto © Maurizio Grannonio
Crescita degli avannotti
In genere le uova schiudono dopo circa tre-cinque giorni, anche in relazione alla temperatura d'allevamento; il problema principale per la crescita degli avannotti è costituito dalle loro microscopiche dimensioni.
Mentre i Dario dario trovano probabilmente un ottimo rifugio tra il muschio di Giava, dove l'ammasso molto folto può anche racchiudere potenziali alimenti per i primi giorni di vita, nei primi giorni di vita i piccoli Badis badis sono accuditi e protetti dal papà, che sempre in livrea scurissima scaccia ogni malintenzionato dalle vicinanze.
Gli avannotti sono molto piccoli, per cui l'alimentazione dei primi giorni deve essere costituita da infusori, parameci, e da tutte le minuscole creaturine che si sviluppano tra il muschio e tra le alghe.
Dopo 5-6 giorni si può passare ai naupli d'artemia appena schiusi e a microworm; dopo un mesetto sono in grado di mangiare piccoli tubifex e chironomus.
Crescono comunque molto lentamente.
Giovanissimo Badis badis di circa due mesi d'età - Foto © Massimo Macciò
Avannotto di Badis badis di circa due mesi d'età - Foto © Massimo Macciò
Per approfondire:

Tratto dal sito francese Baillement.com, dedicato allo sbadiglio in tutte le sue forme, vengono qui analizzati e registrati tutti i comportamenti del Badis badis durante il ciclo riproduttivo, dagli sbadigli alla ventilazione delle uova - traduzione in italiano di un articolo di George W. Barlow

Sintetico articolo sull'allevamento e la riproduzione dei Badis badis. Al contrario di Robin Engelking, l'autore raccomanda di non allevarli con pesci lenti e tranquilli - tratto e tradotto da un articolo di M. J. Parry

Allevamento dei Badis badis in un acquario ben piantumato, dove sorprendono l'autore quando si accorge che si sono riprodotti - tratto e tradotto da un articolo di Robin Engelkin

Racconto di un'esperienza di riproduzione dei Badis badis, avvenuta "casualmente", senza averla cercata appositamente o aver fatto qualcosa per incentivarla - tratto e tradotto da un articolo di Don Kinyon

Come avviene la riproduzione in acquario dei Dario dario e come riuscire a far crescere gli avannotti

Articolo esauriente, con belle foto, sull'allevamento e la riproduzione dei Dario dario, ex Badis bengalensis, in un acquario a loro dedicato - tratto e tradotto da un articolo di Arthit Prasartkul

Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
- Breeding the Blue Dwarf (Badis badis)
- Articolo di Maddy Hargrove su Tropical Fish Magazine. Le informazioni tassonomiche sono ormai datate ma le indicazioni sulla riproduzione sono sempre valide.
- Scarlet Badis Care, Breeding & Tankmates
- lunghissima ed esauriente scheda sui Dario, con molte informazioni sulla riproduzione
Commenti
Taxa principali

Una tra le specie descritte solo recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.

Come per la maggior parte delle specie della famiglia Badidae non si ha molta documentazione su questa specie che non è molto popolare in acquariofilia.

E' una tra le specie descritte più recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.

Chiamato anche pesce camaleonte, grazie alla sua capacità di cambiare rapidamente la colorazione a seconda dell'umore, non è adatto in genere alle comuni vasche di comunità.

Come la maggior parte dei Badidae, questa specie è scarsamente documentata e deve ancora trovare significativa popolarità in acquariofilia.

Un nuovo pesce percomorfo (Teleostei: Badidae) dal Gats Occidentale, India
Come accade per molte specie della famiglia Badidae, c'è pochissima documentazione relativa a questo pesce

Raro da trovare, chi ha la fortuna di averne una coppia la dovrebbe allevare in un acquario monospecifico, cercando di favorirne la riproduzione.
Come per la maggior parte dei Badidae c'è pochissima documentazione su questa specie, che non ha una significativa popolarità nell'hobby acquariofilo.

Come per la maggior parte dei Badidae c'è pochissima documentazione su questa specie, molto rara da trovare

Specie pressoché sconosciuta in ambito acquariofilo, ha comportamenti ed esigenze paragonabili a quelle del più famoso congenere, Badis badis.

Come per molte altre specie della famiglia, c'è pochissima documentazione su di loro, che comunque hanno esigenze comparabili a quella dei più famosi Badis badis.

Come per la maggior parte dei Badidae, c'è pochissima documentazione relativa a questa specie, che non ha comunque una presenza significativa in acquariofila

Una tra le specie descritte più recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.

Come molte altre dei Badidae, anche questa è scarsamente documentata nella letteratura acquariofila e non ha ancora una significativa popolarità in acquariofilia

Specie descritta solo nel 2015, quindi molto recentemente, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.

Anche questa specie, come molte dei Badidae, ha una scarsissima documentazione che la riguarda, ma nonostante la sua rarità è stata più volte riprodotta in acquario.

E' una tra le più note specie del genere Badis nel commercio acquariofilo, noto con vari nomi commerciali, tra cui Burmese badis e red badis

Come la maggior parte dei Badidae, questa specie è scarsamente documentata e poco popolare in acquariofilia; fino ad oggi è stata esportata solo in numero molto limitato.

Un'altra specie della famiglia Badidae di cui c'è scarsissima documentazione, e che difficilmente troveremo in commercio, essendo stato esportato rarissime volte.

Una tra le specie descritte più recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.