Bella e minuscola specie che non si trova molto spesso nei negozi, ma è conosciuta nel commercio acquariofilo.
Boraras urophthalmoides - Foto © Zhou Hang
1,6 cm SL
La bella colorazione della minuscola specie di Boraras urophthalmoides sembra variare a seconda della località di raccolta, il che ha portato ad una certa confusione con Boraras brigittae, in quanto alcune popolazioni possono sviluppare una forte striscia arancio/rossa sopra la striscia laterale scura quando sono in buone condizioni
Boraras urophthalmoides può essere facilmente identificata per le sue più piccole dimensioni da adulta, per la distinta macchia scura rotonda sul peduncolo caudale, striscia laterale comparitivamente lunga e ininterrotta, e pattern rosso meno uniforme.
A volte è disponibile in commercio sotto i nomi di ‘sparrow rasbora’ o ‘exclamation-point rasbora’, quest'ultimo appellativo in riferimento al disegno distintivo formato dai disegni scuri sul corpo.
Morfologia: Il primo raggio della pinna dorsale è scuro; è presente uno spot scuro alla base della pinna caudale ed alla base della pinna anale; vi è una striscia laterale ben evidente che si sbiadisce sul peduncolo caudale.
Boraras urophthalmoides alle prese con una Daphnia - Foto © Peter Maguire (Flickr)
Il genere Boraras fu eretto nel 1993 per separare un piccolo gruppo di specie dal grande assemblaggio del genere Rasbora sulla base delle differenze nella morfologia e strategia riproduttiva, per cui nella letteratura più vecchia i suoi membri si troveranno indicati ancora come membri del genere Rasbora. Secondo Liao et al. (2010), il genere è un membro del sottogruppo Rasborine all'interno della sottofamiglia Danioninae (l'altro sottogruppo contiene le Danionine). Questo gruppo è ulteriormente suddiviso in sei clade (gruppi di specie strettamente connesse) di cui il genere Boraras (o almeno Boraras brigittae, l'unica specie coinvolta nello studio) è incluso nel 'clade tre' al fianco di Horadandia atukorali, Rasboroides vaterifloris, Trigonostigma heteromorpha e tre specie precedentemente incluse nel genere Rasbora ma spostate in nuovi generi dagli autori: Trigonopoma gracile, Trigonopoma pauciperforatum e Rasbosoma spilocerca.
Tra queste, forma un gruppo monofiletico con il genere Rasboroides, nel senso che derivano dallo stesso antenato comune. Sotto certi aspetti I risultati degi studi su Boraras brigittae e Trigonostigma heteromorpha sono risultati inconcludenti, ed è necessario ulteriore lavoro per quanto riguarda la loro posizione filogenetica.
Tang et al. (2010) hanno pubblicato poco dopo i loro studi sistematici sulla sottofamiglia Danioninae, i cui risultati differivano da quelli di Liao et al. in quanto la loro conclusione è stata di considerare sinonimi i quattro nuovi generi insieme a Boraras e Trigonostigma con Rasbora, sulla base di una conoscenza incompleta delle relazioni all'interno del gruppo, un approccio che descrivono come 'più conservatore', e che non è stato seguito dalla maggioranza degli autori; anche Kottelat (2013) nel suo lavoro, che viene qui seguito, continua a mantenere questi generi separati.
Le specie di Boraras provenienti dalla malesia (Boraras brigittae, Boraras maculatus e Boraras merah) tendono ad avere un profilo del corpo più snello e più allungato rispetto a quelli provenienti dall'Indocina (Boraras micros, Boraras urophthalmoides, Boraras naevus), il che può aiutare quando si tenta di identificarli.
Boraras urophthalmoides - Foto © Choy Heng Wah
Le piccole dimensioni degli adulti sono dovute ad un processo noto come miniaturizzazione, caratterizzato da adulti sessualmente maturi con dimensioni sensibilmente ridotte, inferiori ai 20 mm SL. Tra i pesci ossei, i ciprinidi sono uno dei pochi gruppi in cui questo fenomeno si verifica ripetutamente, e tutte le specie Celestichthys, Barboides, Danionella, Microdevario, Microrasbora, Horadandia, Boraras, Paedocypris, Sawbwa rappresentano taxa miniaturizzati, insieme ad alcuni membri del genere Danio, Laubuka, Rasbora.
La struttura anatomica dei ciprinidi miniaturizzati può variare notevolmente, e ci sono due "raggruppamenti" principali con alcune specie che possiedono in una certa misura caratteristiche intermedie. Il primo gruppo contiene i pesci che anche se piccoli sono essenzialmente versioni nanizzate proporzionalmente dei loro parenti più grandi, ad esempio Barboides, Microdevario, Microrasbora, Horadandia, Boraras, Sawbwa, Sundadanio, Danio, Laubuka, Rasbora.
L'altro gruppo comprende quelli in cui lo sviluppo anatomico si ferma in un punto dove l'adulto assomiglia ancora ad una forma larvale di loro antenato più grande, come Danionella e Paedocypris. Questi ultimi sono di solito indicati come "evolutivamente troncati" o "pedomorfici". Di norma, presentano una struttura scheletrica semplificata con specifiche peculiarità morfologiche a seconda della specie, come le sporgenze dentali dei maschi di Danionella dracula.
Britz et al. (2009) ritengono che il troncamento dello sviluppo potrebbe averli favoriti 'liberando gran parte dello scheletro da vincoli di sviluppo, dissociandosi da percorsi evolutivamente collegati e creando un maggiore potenziale per cambiamenti più drammatici'.
- Specie che rimane molto piccola, non adatta ai comuni acquari di comunità
- Specie che deve vivere in folti gruppi
- Specie riprodotta in cattività, ma molto spesso gli esemplari in commercio provengono dalla cattura in natura. Chiedete sempre al negoziante se i pesci che state per prendere sono di cattura o di allevamento.
Asia: Thailandia
La specie Boraras urophthalmoides è stata descritta come proveniente da una palude d'acqua dolce associata al fiume Sai Buri nella provincia di Pattani, Thailandia meridionale (peninsulare), ma attualmente considerato come distribuito in gran parte delle parti meridionali e centrali del paese, con la provincia di Narathiwat al confine con la Malaysia peninsulare che sembra rappresentare il limite meridionale del suo raggio d'azione.
La località tipo completo è "Thailandia: Provincia di Pattani: palude vicino al fiume Sai Buri, 43 km a nord-ovest di Naratiwat sulla strada 42, Ban La Han".
Sembra che si trovi in tutti i bacini del fiume Mae Klong e Chao Phraya ed è stato registrato sia in Vietnam che in Cambogia, dove una popolazione notevole abita i fossati e gli stagni del complesso del tempio di Angkor Wat vicino a Siem Reap.
STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
NEAR THREATENED (quasi in pericolo)
- Boraras urophthalmoides: la distribuzione e lo stato della specie in natura, sul sito della IUCN Red List, il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il mondo.
Ambiente: bentopelagico; acqua dolce Clima: tropicale
Boraras urophthalmoides abita corpi superficiali d'acqua, come paludi, stagni, pianure alluvionali e risaie dove è tipicamente associato alla vegetazione sommersa in acqua prevalentemente chiara. E' noto anche muoversi nelle aree temporaneamente allagate durante la stagione delle piogge. Non sembra richiedere grandi spazi aperti.
Dimensioni minime dell'acquario: 45x30x30h cm perché anche se piccoli vanno allevati in gruppo, sono molto attivi e hanno bisogno di spazio per nuotare e i maschi dominanti formano territori temporanei durante la deposizione delle uova.
L'ideale è allevare Boraras urophthalmoides in un acquario fittamente piantumato, ed è una scelta eccellente per gli aquascape allestiti con cura. Sembra che apprezzino anche l'aggiunta di alcune piante galleggianti per schermare la luce, e lagni e radici che aggiungono un aspetto più naturale. La filtrazione non deve essere particolarmente forte in quanto è probabile che provengono da acque lente e possono sfinirsi se c'è una corrente veloce.
Per osservarle al loro meglio può essere un progetto interessante allestire acquario in stile biotopo. La scelta migliore è probabilmente un substrato di sabbia soffice, al quale possono essere aggiunti radici e rami, disposti in modo da formare un sacco di zone ombreggiate. Se non si riesce a trovare legni della forma desiderata, si possono usare tranquillamente pezzi di rami di faggio o di quercia, completamente essiccato e privato della corteccia.
L'aggiunta di un po' di lettiera di foglie secche (sono adatte foglie di faggio, quercia o mandorlo indiano Ketapang, Terminalia catappa; si può usare anche una miscela di tutte e tre) enfatizza ulteriormente la sensazione naturale e, oltre a offrire dei ripari aggiuntivi per i pesci, induce la crescita di benefiche colonie microbiche mano a mano che avviene la decomposizione. Questa microfauna può fornire una preziosa fonte di cibo secondario per gli avannotti, mentre si ritiene che i tannini e altre sostanze chimiche rilasciate dalle foglie in decomposizione siano utili per le specie di pesci d'acqua nera e non.
Le foglie possono essere lasciate nella vasca fino a che non si decompongono completamente o rimosse e sostituite ogni qualche settimana.
Per acidificare e scurire ulteriormente l'acqua si possono usare anche le pignette di ontano, che hanno ulteriori effetti battericidi e antimicotici, non è necessario utilizzare la torba naturale, la cui raccolta è sia insostenibile che dannosa per l'ambiente.
Molto simile alla fibra di torba è la fibra di cocco, che è essenzialmente un sottoprodotto industriale e soprattutto una risorsa rinnovabile; se ne può lasciar cadere qualche manciata nella vasca. Dopo pochi giorni diventerà completamente satura d'acqua e affonderà sul fondo, dove può sembrare davvero efficace. A condizione che venga praticata una buona routine di mantenimento dell'acqua, non dovrebbero verificarsi effetti negativi utilizzando torba o foglie in acquario.
La luce non deve essere troppo forte, per simulare le condizioni di scarsa illuminazione in cui abitano in natura; si possono aggiungere delle piante acquatiche che sopravvivano in tali condizioni, come Microsorum pteropus, Taxiphyllum barbieri o Cryptocoryne spp.
Non aggiungete Boraras urophthalmoides in un acquario biologicamente immaturo, in quanto si stressano molto se ci sono oscillazioni nella chimica dell'acqua.
Comportamento e compatibilità: Boraras urophthalmoides' è una specie molto pacifica, ma non è adatta ai comuni acquari di comunità, a causa delle sue piccole dimensioni e della natura piuttosto timida. Sta meglio se allevata da sola o con altre piccole specie come Microdevario, Sundadanio, Danionella, Trigonostigma, Corydoras pygmaeus e piccoli Loricaridi come gli Otocinclus.
E' anche un compagno ideale per anabantoidei timidi quali Sphaerichthys, Parosphromenus o le specie più piccole di Betta; possono essere alloggiati anche insieme ai gamberetti d'acqua dolce dei generi Caridina e Neocaridina. Si consiglia di non tenerli con altri Boraras in quanto potrebbero ibridarsi.
E' una specie che vive in branco in natura e dovrebbero essere allevati in gruppi di almeno 8-10 esemplari. Allevarli in numeri decenti non solo li renderà meno nervosi, ma si tradurrà in una maggiore naturalezza nell'aspetto e nel comportamento, ed i maschi mostreanno i loro migliori colori e un comportamento interessante quando si trovano a competere con gli altri per l'attenzione delle femmine.
L'analisi del contenuto dello stomaco di esemplari prelevati in natura hanno rivelato che è un micropredatore, nutrendosi di piccoli insetti, vermi, crostacei e altro zooplancton.
In acquario accetta mangime secco di dimensioni adeguate, ma non dovrebbe essere alimentato esclusivamente con questo, in quanto i pesci mostreranno la migliore colorazione e saranno incoraggiati alla riproduzione se verranno forniti pasti giornalieri di piccolo cibo vivo e congelato come daphnia e artemia.
Le femmine mature hanno un ventre notevolmente più rotondo, e spesso sono un po' più grandi e meno intensamente colorate rispetto ai maschi. Nei maschi la macchia anteriore scura su ogni fianco è anche notevolmente più grande rispetto alle femmine, caratteristica unica di questa specie all'interno del genere.
Coppia di Boraras urophthalmoides - Foto © Choy Heng Wah
Come molti piccoli ciprinidi, Boraras urophthalmoides è una specie ovipara che depone le uva disperdendole in acqua; non presenta alcuna cura parentale e depone continuamente, vale a dire che quando i pesci sono in buone condizioni e sono presenti entrambi i sessi, ogni giorno verrà deposto un numero relativamente piccolo di uova. In un acquario maturo ben allestito è quindi possibile che un piccolo numero di avannotti possano iniziare a comparire senza intervento umano.
Se si desidera aumentare il rendimento degli avannotti. è necessario un approccio leggermente più controllato. Il gruppo degli adulti può essere condizionato insieme, ma dovrebbero essere allestiti uno o più piccoli acquari, da 10-15 litri. Dovrebbero essere molto poco illuminati e contenere un bel cespuglione di muschio di Giava (Taxiphyllum barbieri) o altra pianta a foglia fine, che li riempia anche per metà. La base dovrebbe essere coperta con una sorta di rete con le maglie abbastanza larghe da far passare le uova che non riescono a rimanere attaccata alle foglie della pianta ma abbastanza strette da non farle raggiungere dagli adulti. Va bene anche una stuoia di plastica tipo 'erba' così come uno strato di biglie di vetro. L'acqua dovrebbe avere un pH 5.0-6.5, durezza 1-5°, con una temperatura di circa 28°C. La filtrazione non è necessaria, ma è possibile utilizzare un piccolo filtro ad aria in spugna, se si preferisce.
Si possono quindi introdurre per ogni contenitore due o tre coppie di pesci adulti ben condizionati. E' saggio fare il trasferimento molto lentamente, al fine di evitare livelli eccessivi di stress, ma se le condizioni sono di loro gradimento dovrebbero iniziare a deporre le uova la mattina seguente. Anche se gli adulti di certo mangiano le uova, non sembrano cacciarle attivamente come succede in molti piccoli ciprinidi. La deposizione delle uova, una volta avviata, dovrebbe continuare su base giornaliera.
La coppia/le coppie devono essere lasciate in situ per non più di un paio di giorni prima di essere rimosse, in quuanto le prime uova dovrebbero schiudere dal secondo giorno dopo la deposizione iniziale. I piccoli si nutriranno del loro sacco vitellino per altre 24 ore più o meno, dopo di che avranno bisogno di parameci o altro cibo microscopico. Dopo circa una settimana / dieci giorni dovrebbero essere abbastanza grandi da accettare naupli d'artemia, microworm, ecc. E' meglio aspettare una settimana o due prima di iniziare a effettuare piccoli cambi dl'acqua al fine di evitare cambiamenti troppo scioccanti per i piccoli.
Taxa principali
E' molto colorata, anche se spesso confusa con altre specie di Boraras simili. Come loro non è adatta all'allevamento nei comuni acquari domestici, a causa delle sue ridottissime dimensioni.
Si trova facilmente in commercio, anche se spesso è scambiata per Boraras naevus; come tutte le Boraras non è adatta ai comuni acquari domestici, a causa delle sue ridotte dimensioni.
Ha una livrea simile ai congeneri Boraras brigittae e Boraras maculatus, e come loro non è adatta all'allevamento nei comuni acquari domestici, a causa delle ridottissime dimensioni.
E' la specie più piccola del genere Boraras, ma è anche la più rara da trovare in commercio e quella con la documentazione più scarsa
Viene esportata solo sporadicamente e poco si sa della sua distribuzione e della sua storia naturale
Bella e minuscola specie che non si trova molto spesso nei negozi, ma è conosciuta nel commercio acquariofilo.
Riferimenti & Link
la scheda su FishBase
la scheda completa su Seriouslyfish.org
articolo su Practical FishKeeping in cui Kevin Conway descrive le specie di Boraras più diffuse in commercio, con splendide foto, consigli per l'allevamento, e risposte alle domande più frequenti.
Edizione Inglese - di Martin R. Brittan
Edizione italiana - di R. Ciardi - Neon e cardinali, hiphessobrycon, danio,brachydanio, rasbora, botia, hemigrammus, piranha
Edizione Inglese - di Kyler Nicholas - Una guida passo passo per allevare i pesci arlecchino, indipendentemente dal vostro livello di esperienza. La loro storia naturale, l'habitat, il comportamento e le cure finali
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Le dwarf-rasbora: Boraras maculatus, Boraras merah e Boraras urophthalmoides - Foto © Choy Heng Wah
Dwarf-rasbora, le mini-rasbora: Boraras urophthalmoides - Foto © Peter Maguire (Flickr)
Foto e descrizione di alcuni biotopi thailandesi, della zona di Mahachai, famosa anche per una specie di Betta particolare, il bellissimo Betta sp. Mahachai - tratto e tradotto da un articolo di Zhou Hang
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