Nonostante si trovi in vendita con regolarità, il cosiddetto 'Banjo catfish' non è adatto ai comuni acquari di comunità, perché si tratta di una specie per la gran parte inattiva e riservata
Bunocephalus coracoideus, Banjo Catfish - Foto © Enrico Richter
11.0 cm SL
I pesci non sono attrezzi: non vanno comprati per la loro presunta funzione di pulitori, ma perché piacciono e perché sono interessanti da osservare. Dobbiamo essere noi a rispettare le loro esigenze, non loro a dover svolgere un lavoro in vece nostra.
E non possono sopravvivere solo con gli scarti degli altri... la maggior parte dei cosiddetti 'pesci pulitori' non supera l'anno di vita in acquario, perché i più tanti muoiono di stenti, letteralmente di fame, per non essere nutriti a sufficienza. Anche loro hanno diritto ad essere nutriti con cibo specifico per le loro esigenze, come qualsiasi altro pesce, non si può pretendere che sopravvivano con gli avanzi degli altri, né fare affidamento su di loro per la 'pulizia' dell'acquario.
Come acquariofili siamo responsabili della vita degli animali che alleviamo, e dobbiamo assicurarci che ognuno riceva la giusta razione del cibo appropriato.
L'idea che i "pesci pulitori" siano indispensabili per mantenere l'equilibrio dell'acquario o che siano in qualche modo "necessari" è totalmente falsa e senza alcun fondamento.
Quello dei Bunocephalus è il genere più grande all'interno della famiglia Aspredinidae, e contiene anche diverse specie non descritte. Bunocephalus coracoideus è il membro più comune in acquariofilia. Il suo nome originario "Guitarrita" si traduce come "piccola chitarra" e si riferisce alla forma del pesce se visto dall'alto, che gli dà anche il nome comune inglese, 'Banjo catfish'.
Nonostante si trovi in vendita con regolarità, in realtà Bunocephalus coracoideus non è adatto ai comuni acquari di comunità, perché si tratta di una specie per la gran parte inattiva e riservata, che emerge dai nascondigli e diventa attiva solo col favore delle tenebre.
Per gli appassionati comunque è una specie molto interessante, perché esibisce un incredibile livello di mimetizzazione. Il suo aspetto è progettato per assomigliare ad una foglia morta, e di solito il pesce non nuota nemmeno per sfuggire a un retino. Quando viene rilasciato in acquario si limiterà a lasciarsi cadere alla deriva, trasportato nella corrente fino a quando non tocca il fondo.
Tutti i membri della famiglia a volte perdono la pelle, in una specie di muta, anche se non sono noti i motivi precisi per cui accade. Hanno anche un inedito metodo di propulsione, raccolgono l'acqua attraverso la bocca e la espellono con forza attraverso le branchie, il che dà loro un nuoto po' a scatti.
L'esperienza personale
Paco, 2 novembre 2020: Volevo aggiungere un dato che ritengo importante sul Bunocephalus coracoideus: in quasi tutti i siti, anche specializzati, gli danno un'età massima tra i 6 e 10/12 anni. Ho avuto un pesce di questa specie in un acquario di comunità di 120 lt di capacità. Sono molto dispiaciuto se ci abbia lasciato qualche settimana fa. L'ho tenuto 15 anni da quando l'ho comprato ed era già di 5-6 cm. Il conto è presto fatto perchè 14 anni fa ho traslocato e lui era già nella vasca. Aveva raggiunto circa 12 cm di lunghezza e ha fatto, nel tempo, diverse mute riconoscibili dai diversi esoscheletri che si lasciava dietro. Per giorni, forse anche settimane, rimaneva nascosto sotto uno strato di sabbietta, ma ormai avevo imparato a ritrovarlo, quasi sempre, perchè tra la sabbietta si intravedeva sempre qualche granellino che volava via dovuto al suo respiro. Quando sifonavo il fondo mi preoccupavo prima di cercarlo per non danneggiargli la coda o peggio ancora la sua struttura. Raramente di notte mi è capitato di vederlo a caccia forse di avannotti di guppy che proliferano a più non posso nell'acquario e che sono troppo vivaci per tutti gli abitanti della vasca. Ma i betta o i ram, che ho riprodotto più volte in acquari dedicati e che sono passati nello stesso acquario nel tempo, hanno sicuramente fatto più danni sulla fauna del Bunocephalus in 15 anni, per cui, e a mio modesto parere, come specie non lo ritengo un cacciatore come invece su qualche sito si legge.
Bunocephalus coracoideus - Foto tratta da Tannin
Sud America: bacino del Rio delle Amazzoni
STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
LEAST CONCERN (minima preoccupazione)
- Bunocephalus coracoideus: la distribuzione e lo stato della specie in natura, sul sito della IUCN Red List, il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il mondo.
Ambiente: demerso, acqua dolce; clima tropicale.
Bunocephalus coracoideus abita torrenti forestali, laghi e stagni caratterizzati da grandi quantità di lettiera di foglie, rami caduti e altri detriti simili.
Dimensioni minime dell'acquario: 60x40x40h cm per un esemplare, nonostante le dimensioni sono praticamente inattivi.
I Bunocephalus coracoideus richiedono un sacco di nascondigli e scarsa illuminazione. Un substrato di sabbia morbida e non tagliente in cui possano insabbiarsi, e tantissimi rifugi e ripari, costituiti da fessure tra rocce e legni intrecciati.
L'aggiunta di un po' di lettiera di foglie secche (sono adatte foglie di faggio, quercia o mandorlo indiano Ketapang, Terminalia catappa; si può usare anche una miscela di tutte e tre) enfatizza ulteriormente la sensazione naturale e, oltre a offrire dei ripari aggiuntivi per i pesci, induce la crescita di benefiche colonie microbiche mano a mano che avviene la decomposizione. Questa microfauna può fornire una preziosa fonte di cibo secondario per gli avannotti, mentre si ritiene che i tannini e altre sostanze chimiche rilasciate dalle foglie in decomposizione siano utili per le specie di pesci d'acqua nera e non.
Le foglie possono essere lasciate nella vasca fino a che non si decompongono completamente o rimosse e sostituite ogni qualche settimana.
Per acidificare e scurire ulteriormente l'acqua si possono usare anche le pignette di ontano, che hanno ulteriori effetti battericidi e antimicotici, non è necessario utilizzare la torba naturale, la cui raccolta è sia insostenibile che dannosa per l'ambiente.
Molto simile alla fibra di torba è la fibra di cocco, che è essenzialmente un sottoprodotto industriale e soprattutto una risorsa rinnovabile; se ne può lasciar cadere qualche manciata nella vasca. Dopo pochi giorni diventerà completamente satura d'acqua e affonderà sul fondo, dove può sembrare davvero efficace. A condizione che venga praticata una buona routine di mantenimento dell'acqua, non dovrebbero verificarsi effetti negativi utilizzando torba o foglie in acquario.
Comportamento e compatibilità: I Bunocephalus coracoideus non vanno allevati con pesci più piccoli, perché potrebbero mangiarli. L'ideale è allevarli in un acquario che simuli un biotopo sudamericano, con tetra, ciclidi nani e altri pesci gatto pacifici, come Corydoras e i Loricaridi più piccoli.
Sono estremamente pacifici verso i conspecifici, e sembrano stare bene sia se allevati singolarmente che come parte di un gruppo.
Bunocephalus coracoideus (ex Dysichthys coracoideus) - Foto © Hristo Hristov
Bunocephalus coracoideus (ex Dysichthys coracoideus) - Foto © Hristo Hristov
20-27°C
Durezza: 2-20°H
Non hanno grandi pretese, ma sono difficili da alimentare a causa della loro vita sedentaria e appartata. Apprezzano il cibo vivo e/o congelato, come chironomus, lombrichi, ecc, così come il mangime secco affondante. Per far sì che mangino qualcosa bisogna aggiungere il cibo dopo che le luci si sono spente.
Il dimorfismo è difficile da individuare, anche se le femmine adulte tendono ad essere più grandi e con il ventre più rotondo dei maschi.
La riproduzione in acquario di Bunocephalus coracoideus è stata raggiunta raramente, ma è possibile. Per tentare di avere una deposizione è meglio allevarne un gruppo di almeno una mezza dozzina di esemplari maturi. Le uova vengono deposte di notte, direttamente sul substrato. Gli adulti mangiano i loro piccoli, per cui si raccomanda di mantenere pronto un acquario di riserva con acqua identica a quella della vasca di riproduzione, dove trasferire le uova non appena deposte. Si schiudono in circa 3 giorni, e una volta che gli avannotti hanno consumato il sacco vitellino accetteranno come primi alimenti microworm o naupli di artemia.
Riferimenti & Link
La scheda su FishBase
La scheda completa su Seriouslyfish.com
La scheda su Planetcatfish.com
Collegamenti & Legenda
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Per saperne di più...
L'insolito Bunocephalus coracoideus (ex Dysichthys coracoideus) - Foto © Hristo Hristov
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