Detti pesci accetta per la particolare forma del corpo, sono pesci pacifici che trascorrono la maggior parte del tempo vicino alla superficie dell'acqua
Uno dei pesci accetta, Carnegiella marthae - Foto © Hristo Hristov
Carnegiella marthae, probabilmente femmina - Foto © Robert Beke (Beke.co.nz)
5 anni
2.8 cm SL
La specie Carnegiella marthae è un piccolo pesce d'acqua dolce della famiglia Gasteropelecidae ed è più comunemente conosciuto come pesce accetta, per la particolare forma del corpo, dalla chiglia impressionante, che si è evoluto in tal modo grazie al possesso di una cintura pettorale allargata e fortemente muscolosa, che ricorda la forma di un'ascia da guerra. E' probabilmente la più piccola specie di pesci accetta d'acqua dolce.
La famiglia Gasteropelecidae attualmente tre generi validi di cui Carnegiella è il più specioso con quattro membri, tutti più piccoli e privi di pinna adiposa. Le specie del genere Carnegiella mostrano variazioni della livrea geografiche a seconda della località. Questo è stato a lungo riconosciuto anche per il pesce accetta marmorizzato Carnegiella strigata che in varie epoche aveva cinque specie riconosciute. Gery (1977) ha notato che le specie di questo genere sono politipiche, il che significa che ci sono due o più popolazioni distinte che possono essere riconosciute all'interno di ciascuna specie. Ha suggerito che i pesci del sistema Orinoco e Negro del gruppo Carnegiella marthae dovrebbero essere considerati una sottospecie, Carnegiella marthae marthae, e la specie Carnegiella schereri dell'Amazzonia peruviana dovrebbe essere considerata come la sottospecie Carnegiella marthae schereri. Il recente lavoro di Piggott et al. (2011) identifica tre specie criptiche nei corsi d'acqua della pianura alluvionale del Rio Negro.
Due Carnegiella strigata e una Carnegiella marthae - Foto © Hristo Hristov
I Gasteropelecidae sono comunemente indicati come "pesci accetta d'acqua dolce" a causa della forma del loro corpo, dalla chiglia impressionante, che si è evoluto in tal modo grazie al possesso di una cintura pettorale allargata e fortemente muscolosa, che ricorda la forma di un'ascia da guerra.
In passato si diceva che fossero in grado di volare sulla superficie dell'acqua, planando sopra la superficie sbattendo le pinne pettorali, in realtà questo non è vero, ed è stato smentito da Wiest (1995) che ha utilizzato la video fotografia ad alta velocità per dimostrare che le pinne pettorali sono si utilizzate per lasciare l'acqua, ma non mentre il pesce è in aria. L'azione è più accuratamente descritta come un potente salto, ed è in realtà una risposta ad un qualcosa che viene percepito come minaccia e che appare utilizzato solo in casi estremi, così come in molti altri pesci.
Il ricercatore ha anche visto che i pesci sembrano in grado di saltare solo una o due volte prima di richiedere un periodo di riposo, a causa della grande quantità di energia necessaria per il lavoro dei massicci muscoli pettorali; quando sono affaticati la loro risposta alle minacce è paragonabile a quella di altre piccole specie che si immergono verso il fondo.
Inoltre da testimonianze raccolte da acquariofili allevatori di questi pesci e dagli ittiologi che lavorano nel campo, sembra che i gasteropelecidi saltino raramente, e che tendano a non farlo in acquario, neanche quando vengono inseguiti con un retino. Però se si lascia l'acquario scoperto durante la notte, è facile trovare al mattino uno più pesci accetta sul pavimento, per cui chiaramente possono saltare quando vogliono.
La famiglia Gasteropelecidae è distinta dagli altri Caraciformi dalla seguente combinazione di caratteri: osso frontale longitudinale ondulato con una forte cresta longitudinale; post-temporale e sovracleitro fusi in un unico osso; pinne pelviche e ossa associate minute; presenza di una regione del cingolo pettorale allargata, fortemente convessa e muscolare, composta da coracoidi notevolmente ampliati fusi in un singolo osso mediano ondulato; linea laterale che si estende nel ventre posteriore avvicinandosi all'inserzione della pinna anale; 0-2 o 3 squame dietro la testa e una o pochissime squame alla base della pinna caudale; 10-17 raggi nella pinna dorsale; 22-44 raggi nella pinna anale; pinna adiposa presente nelle specie più grandi (Gasteropelecus e Thoracocharax), assenti nelle specie più piccole (Carnegiella).
Attualmente contiene tre generi:
- Thoracocharax, il genere più primitivo e distinguibile per la sua impressionante chiglia, contiene due specie, Thoracocharax securis e Thoracocharax stellatus.
- Gasteropelecus contiene tre specie, Gasteropelecus sternicla, Gasteropelecus levis e Gasteropelecus maculatus. Questi due generi contengono i pesci accetta dalle dimensioni più grandi, e presentano una colorazione argentata; Gasteropelecus sternicla è la specie che si può trovare più spesso in commercio di queste cinque specie, anche se etichettato come 'pesce accetta argentato' può essere venduta una qualsiasi delle specie.
- Il terzo genere, Carnegiella, contiene quattro specie descritte che sono le specie più derivate o specializzate tra i pesci accetta, sono tutte più piccole nelle dimensioni e mancano della pinna adiposa.
Quello dei Characiformes è tra gli ordini di pesci d'acqua dolce più diversificati, attualmente comprende quasi 2000 specie valide distribuite in 19 famiglie. Questa enorme diversità tassonomica e morfologica ha storicamente compromesso la capacità dei ricercatori di risolvere le loro relazioni genetiche, e molti generi sono rimasti incertae sedis. Un ulteriore fattore limitante è stato che in molti casi l'unico modo per risolvere tali problemi è quello di uno studio esaustivo su base individuale.
Tuttavia, le moderne tecniche filogenetiche molecolari hanno consentito alcuni progressi e due documenti di ricerca di Javonillo et al. nel 2010 e Oliveira et al.nel 2011, hanno rivelato alcune ipotesi interessanti. I risultati del primo suggeriscono che Gasteropelecus forma un clade monofiletico nidificato all'interno della famiglia Characidae, mentre il secondo si è ampliato su questo e ha concluso che all'interno della famiglia Gasteropelecidae il genere Carnegiella è il gruppo gemello di Gasteropelecus, con il genere Thoracocharax strettamente correlato a quel clade, e che Gasteropelecidae appare più strettamente correlato ai Bryconidae espansi dagli autori ,che contengono i generi Brycon, Henochilus e Salminus.
Altri studiosi, come Oliveira et al. (2011), hanno concluso che anche la famiglia Erythrinidae è strettamente correlata a questo raggruppamento, metre Hepsetidae e Alestidae ne sono più distanti.
Etimologia: Carnegiella è stato eretto nel 1909 da C.H. Eigenmann per la specie tipo Carnegiella strigata (che all'epoca si chiamava Gasteropelecus strigatus); il nome onora la signorina Margaret Carnegie ed è stato scelto per rappresentare la grazia di questi pesci; marthae deriva dal nome della moglie dell'autore, Martha, che amava particolarmente questo pesce.
- Specie piccola e timida, non adatta agli acquari di comunità
- Specie che deve vivere in gruppo
- Specie non riprodotta in cattività, gli esemplari in commercio provengono tutti dalla cattura in natura. Chiedete sempre al negoziante se i pesci che state per prendere sono di cattura o di allevamento.
Vista frontale di uno dei pesci accetta, Carnegiella marthae - Foto © Hristo Hristov
Sud America: bacini del Rio Negro e del Rio Orinoco superiore.
La località tipo è "Caño de Quiribana, vicino a Caicara, Venezuela" e la specie Carnegiella marthae è attualmente considerata presente in tutto il drenaggio dell'alto Orinoco in Venezuela e nel drenaggio del rio Negro nel Brasile amazzonico; sono stati registrati anche occasionali esemplari dal rio Madeira che entra nel Rio delle Amazzoni a valle della foce del Negro, sulla sponda opposta. Può anche trovarsi in Colombia: esiste almeno un record dal Río Vichada e un altro dal Río Inírida, entrambi affluenti dell'Orinoco.
Potrebbe però risultare con una distribuzione più ristretta, dopo una ricerca pubblicata da Piggott et al. (2011) che suggerisce l'esistenza di almeno tre specie nel solo bacino del Rio Negro.
STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
NOT EVALUATED (non valutato)
Ambiente: pelagico, acqua dolce; clima tropicale
Carnegiella marthae sembra essere un abitante stenotopico di ambienti di acque nere. Nel sistema del Rio Negro abita i cosiddetti habitat igapó e igarapé caratterizzati da una fitta vegetazione ripariale, spesso strapiombante, e da substrati ricoperti da rami caduti, radici di alberi e lettiera di foglie. L'acqua è tipicamente acida, di durezza carbonatica e conducibilità trascurabili e di colorazione brunastra per la presenza di sostanze umiche rilasciate dalla materia organica in decomposizione.
Il Rio Negro ha una ragguardevole pianura alluvionale e il livello dell'acqua può aumentare fino a 15 metri durante la stagione delle piogge annuale. Durante il periodo di inondazione piccoli pesci come Carnegiella marthae si spostano a monte degli affluenti del fiume e poi lateralmente nella stessa foresta allagata per nutrirsi e riprodursi, prima di tornare agli affluenti quando l'acqua scende.
Dimensioni minime dell'acquario: 60x35x40h cm per un gruppo di minimo 8-10 esemplari.
I Carnegiella marthae dovrebbero essere idealmente allevati in un allestimento molto piantumato, preferibilmente con un substrato scuro e alcune macchie di vegetazione galleggiante attorno alle quali i pesci tenderanno a radunarsi, in quanto trascorrono quasi tutto il tempo sulla superficie o vicino alla superficie. Si possono anche aggiungere legni e radici (se non si riesce a trovare legni della forma desiderata, si possono usare tranquillamente pezzi di rami di faggio o di quercia, completamente essiccati e privati della corteccia).
L'aggiunta di un po' di lettiera di foglie secche (sono adatte foglie di faggio, quercia o mandorlo indiano Ketapang, Terminalia catappa; si può usare anche una miscela di tutte e tre) enfatizza ulteriormente la sensazione naturale e, oltre a offrire dei ripari aggiuntivi per i pesci, induce la crescita di benefiche colonie microbiche mano a mano che avviene la decomposizione. Questa microfauna può fornire una preziosa fonte di cibo secondario per gli avannotti, mentre si ritiene che i tannini e altre sostanze chimiche rilasciate dalle foglie in decomposizione siano utili per le specie di pesci d'acqua nera e non.
Le foglie possono essere lasciate nella vasca fino a che non si decompongono completamente o rimosse e sostituite ogni qualche settimana.
Per acidificare e scurire ulteriormente l'acqua si possono usare anche le pignette di ontano, che hanno ulteriori effetti battericidi e antimicotici, non è necessario utilizzare la torba naturale, la cui raccolta è sia insostenibile che dannosa per l'ambiente.
Molto simile alla fibra di torba è la fibra di cocco, che è essenzialmente un sottoprodotto industriale e soprattutto una risorsa rinnovabile; se ne può lasciar cadere qualche manciata nella vasca. Dopo pochi giorni diventerà completamente satura d'acqua e affonderà sul fondo, dove può sembrare davvero efficace. A condizione che venga praticata una buona routine di mantenimento dell'acqua, non dovrebbero verificarsi effetti negativi utilizzando torba o foglie in acquario.
Il movimento dell'acqua dovrebbe essere da lieve a moderato e il coperchio dell'acquario deve essere ben aderente poiché questa specie potrebbe saltare via quando viene spaventata.
Comportamento e compatibilità: Carnegiella marthae è molto pacifico ma non è un pesce ideale per gli acquari di comunità, a causa delle sue piccole dimensioni e della natura piuttosto timida. Se si vuole allevarlo con altri pesci è meglio scegliere piccoli caracidi pacifici di dimensioni simili e i callittidi o loricaridi più piccoli. È anche un pesce rassicurante ideale per le specie di Apistogramma e di altri ciclidi nani in quanto tende ad abitare la zona medio-alta della vasca e non preda attivamente gli avannotti.
È un pesce dall'istinto fortemente gregario, quindi ne va comprato il maggior numero possibile, idealmente 10 o più, poiché se tenuto in gruppi più grandi qualsiasi aggressività si diffonde tra gli individui, i pesci sono più audaci e mostrano un comportamento più naturale.
20 – 28°C
Durezza: 18 – 179 ppm
Carnegiella strigata è una specie prevalentemente predatrice che in natura si nutre di invertebrati terrestri e acquatici e altro zooplancton prelevato sulla o vicino alla superficie dell'acqua.
In acquario accetta il mangime secco di dimensioni adeguate, ma dovrebbero essere offerti anche pasti regolari di piccolo cibo vivo e congelato, come naupli di Artemia, Daphnia, Moina, grindal, ecc. Sono adatti anche piccoli insetti come giovani grilli o moscerini della frutta Drosophila, anche se è meglio riempirne lo stomaco nutrendoli con mangime in fiocchi per pesci o qualche tipo di sostanza vegetale prima di offrirli ai pesci.
Alcuni esemplari diventano più grandi e più rotondi di altri, e si presume che rappresentino femmine adulte.
Carnegiella marthae, probabilmente femmina - Foto © Robert Beke (Beke.co.nz)
La riproduzione dei Carnegiella marthae non sembra sia stata ancora registrata in acquario. In natura la deposizione avviene nei periodi di inondazione delle pianure alluvionali, vengono deposte le uova che cadono sul fondo o sulla vegetazione e si schiudono dopo 36 ore di incubazione a 25°C
Taxa principali
Detti pesci accetta per la particolare forma del corpo, sono pesci pacifici che trascorrono la maggior parte del tempo vicino alla superficie dell'acqua
Chiamati pesci accetta per la particolare forma del corpo, sono pesci pacifici che trascorrono la maggior parte del tempo vicino alla superficie dell'acqua
Riferimenti & Link
la scheda su FishBase
la scheda completa su Seriouslyfish.com
il documento di Javonillo, R., L. R. Malabarba, S. H. Weitzman e J. R. Burns, 2010
il documento di Oliveira, O., G. S Avelino, K. T. Abe, T. C Mariguela, R.C Benine, G. Ortí, R. P. Vari e R. M. Corrêa e Castro, 2011
Edizione italiana - di Maurizio Vendramini - L'autore descrive le sue esperienze con questa famiglia di simpatici ospiti d'acquario. Tutte le foto sono personali (nessuna tratta da web o altri autori) e le informazioni derivano dall'allevamento di ogni singola specie sia a livello amatoriale che professionale. L’intento di questa guida è quello di condurre il lettore nell’intimo della vita di questi pesci che, con qualche trucchetto, non sono difficili da riprodurre
Edizione Inglese - di Mark Phillip Smith, Michele Earle-Bridges - Tutto su storia, allestimento di un acquario, problemi di salute e deposizione delle uova. L'autore identifica molte varietà diverse e consiglia le cure quotidiane, fornendo le informazioni di base su come mantenere gli animali sani, contenti e ben curati.
Edizione Inglese - di Steve Challis - Sono descritti in dettaglio oltre 50 bellissimi tetra, ciascuna specie con foto. Include molti dei tetra più comuni e alcuni insoliti.
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Tre specie di Carnegiella in queste splendide foto: Carnegiella marthae, Carnegiella myersi e Carnegiella strigata - Foto © Robert Beke (Beke.co.nz)
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Carnegiella strigata, un pesce accetta che ama vivere in branco - Foto © Hristo Hristov
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