informazioni e notizie sulla tassonomia e sulle specie appartenenti al genere Chromobotia, che comprende un'unica specie dalle caratteristiche uniche: Chromobotia macracanthus...
Marge, esemplare adulto di Chromobotia macracanthus di 30 cm di lunghezza - Foto © Emma Turner (Loaches Online)
Le pagine del sito dedicate alla tassonomia dei Botia hanno avuto diversi stravolgimenti, a cominciare dalla scoperta che il Dott. Maurice Kottelat (che sta ai cobitidi asiatici come Kullander sta ai Ciclidi nani sudamericani ) nel gennaio del 2004 ha pensato bene, sulla scorta dell'identificazione di una nuova specie, Botia kubotai, di revisionare tutta la classificazione di quello che era il genere Botia... (ecco qui l'anteprima, tratta da ZooTaxa). Era già da tempo che l'esigenza di mettere ordine nel genere Botia si stava facendo sempre più evidente, ma come tutte le revisioni tassonomiche ci è voluto del tempo prima che fossero "digerite" da tutti, e ancora molto più tempo perché le nuove denominazioni si diffondessero nell'uso comune tra gli appassionati. Tra l'altro qualche anno dopo, nel 2012, lo stesso Kottelat ha spostato nel nuovo genere Ambastaia le due specie Ambastaia sidthimunki e Ambastaia nigrolineata, precedentemente già spostate nel genere Yasuhikotakia.
Inoltre la sottofamiglia Botiinae è stata elevata al rango di famiglia vera e propria, diventando la famiglia Botiidae, che raggruppa le specie di Botia, separandole da quelle della famiglia Cobitidae, in cui sono rimaste le specie dell'ex sottofamiglia Cobitinae.
La specie Chromobotia macracanthus, per molti anni compresa nel genere Botia, nel 2004 è stata trasferita da Kottelat nel nuovo genere Chromobotia, rimasto monofiletico per accogliere quest'unica specie, per riordinare quanto lasciato in sospeso dagli studi precedenti, in particolare da quello pubblicato da Nalbant (2002). Aveva già diviso quattro dei lignaggi monofiletici putativi della famiglia Botiidae in generi distinti, ma non era riuscito ad affrontare questa specie che è chiaramente diversa da tutti gli altri membri.
macracanthus o macracantha?
Come avrete sospettato, Botia macracanthus è diventato Chromobotia macracanthus, e in questo articolo dell'Aquarium Club di Bollmora, in Svezia, ho trovato finalmente la spiegazione del perchè il nome di specie sia macracanthus e non macracantha, come vorrebbe il genere femminile sia di Botia che di Chromobotia: la spiegazione viene niente po' po' di meno che da Sven Kullander in persona:
Macracanthus in questo caso è un sostantivo (grande spina), così non varia con il variare del nome del genere, descritto da Bleeker come Cobitis macracanthus. Siccome Cobitis è femminile avrebbe dovuto usare “macracantha”, se avesse inteso trattarlo come un aggettivo (grande spinosa)"
Questo mi pare chiarisca una volta per tutte la questione, per cui anch'io mi sono adeguata :-)
Quello che era il genere Botia è stato smembrato come vedrete in 5 diversi generi (Parabotia e Leptobotia esistevano già), non so ancora se questa è una situazione definitiva, ma ci credo poco, parecchi dubbi si sono già levati da diverse parti, comunque io vi metto le specie così come indicate da Kottelat, se ci saranno dei cambiamenti vedrò di aggiornare quanto prima la pagina.
Potete anche leggere i post tratti da Loaches Online che mi hanno avvertito che qualcosa stava cambiando...
In queste pagine dedicate al Chromobotia macracanthus (ex Botia macracantha) ho raccolto quante più informazioni potevo sul loro allevamento, ringrazio soprattutto tutti gli autori e gli amministratori del sito Loaches Online, www.loaches.com, per la grande disponibilità dimostratami nel farmi utilizzare i loro articoli per tradurli e metterli alla portata anche di chi mastica poco l'inglese (una faticaccia!) visto che in italiano si trova poco o nulla che riguardi questi incredibili e simpatici pesci.
Loaches online è promotrice di una campagna per l'informazione ai negozianti sui bisogni e le dimensioni che raggiungono i Chromobotia, affichè non diano informazioni sbagliate ai clienti: Vai al poster informativo sui Chromobotia macracanthus
Questa specie è senza dubbio una delle più fraintese e mal conosciute nell'hobby acquariofilo, dal momento che è del tutto inadatta per gli acquari piccoli, nonostante la sia praticamente onnipresente nei negozi. La maggior parte dei rivenditori vende i Chromobotia macracanthus senza fornire quelle che dovrebbero essere considerate informazioni essenziali riguardanti la loro cura a lungo termine, con la conseguenza che la maggior parte degli esemplari in cattività muore molto prima di quanto consentirebbe la loro aspettativa di vita. L'acquisto di un gruppo è anche un notevole investimento, dato che se adeguatamente curato l'aspettativa di vita tipica è di oltre vent'anni.
E' documentato che tra le popolazioni del Borneo e quelle di Sumatra vi sono lievi differenze nel disegno della livrea, la più evidente è la presenza di colorazione nera nelle pinne pelviche dei pesci del Borneo, quasi completamente nere in alcuni esemplari. Al contrario, le pinne degli esemplari di Sumatra sono di un colore rossastro uniforme. La fascia nera sul peduncolo caudale tende anche a terminare più vicino alla pinna caudale nei pesci del Borneo rispetto a quelli di Sumatra. Un'ulteriore osservazione è che in alcuni individui del Borneo le bande scure sul corpo sviluppano sottili bordi chiari, anche non si è sicuri se sia specifico dei pesci che abitano in particolare drenaggio del fiume, causato dall'età o qualcos'altro. Si pensa che le due popolazioni siano state separate l'una dall'altra circa 9,5 milioni di anni fa e che la "reintroduzione" di esemplari provenienti da Sumatra a Kalimantan possa aver causato una ibridazione all'interno delle popolazioni indigene.
Oggi è illegale raccogliere grandi esemplari in Indonesia e le catture annue di pesci più piccoli sono diminuite notevolmente, così i pescatori nativi sono stati costretti a cambiare tattica per mantenere il commercio. Tradizionalmente, la tecnica di cattura più comune prevede l'utilizzo di canne di bambù con aperture tagliate a ogni segmento. Questi sono normalmente appesantiti con pietre per farli affondare e appesi alla vegetazione sovrastante o marginale. I Botia si rifugiano nelle canne e i pescatori tornano nelle ore notturne per raccoglierli. In questo modo per molti anni sono stati raccolti piccoli esemplari di 2 - 8 cm, di solito nel mese di febbraio, ma verso la fine del secolo il numero è calato considerevolmente.
Nel fiume Batang Hari, a Sumatra, attualmente il metodo più produttivo di raccolta è rappresentato da una tecnica diversa. Qui Chromobotia macracanthus sembra deporre le uova non solo negli affluenti allagati, ma anche nelle pianure che circondano il fiume stesso, e i pescatori locali catturano le larve pelagiche che vanno alla deriva nel canale principale del fiume per farle crescere loro stessi e venderle ai distributori quando avranno maggiori dimensioni. Forse ben 10.000.000 esemplari vengono fatti crescere e spediti da questa zona ogni anno.
Sono arrivato prima io!!! Chromobotia macracanthus, botia pagliaccio... - Foto © Doc (Loaches.com)
La famiglia Botiidae è stata ampiamente considerata un gruppo geneticamente distinto da Nalbant (2002), essendo stata anche in passato già considerata una sottofamiglia (Botiinae) della famiglia Cobitidae. Nalbant ha anche spostato alcuni membri del genere Botia nel nuovo genere Yasuhikotakia, sulla base di un certo numero di caratteri morfologici.
Più tardi Kottelat (2004) ha fatto ulteriori modifiche alla tassonomia, creando il genere Chromobotia per separare Chromobotia macracanthus dai botia e confermando che le specie precedentemente comprese nel genere Hymenophysa dovevano invece essere spostate nel genere Syncrossus. La prima modifica è basata sul disegno della livrea più alcuni caratteri morfologici e la seconda sul fatto che Hymenophysa rappresenta non solo un errore di ortografia (l'ortografia originale di McClelland era Hymenphysa), ma è anche un sinonimo junior di Botia.
Più recentemente Kottelat (2012) ha descritto il genere Ambastaia per ospitare Ambastaia nigrolineata e Ambastaia sidthimunki, due ex membri sia del genere Botia che di Yasuhikotakia.
Come risultato di questi lavori, la famiglia Botiidae viene così suddivisa in due tribù entro cui Botia sembra essere l'antenato di base:
Tribù Leptobotiini – Leptobotia, Parabotia, Sinibotia.
Tribù Botiini – Ambastaia, Botia, Chromobotia, Syncrossus, Yasuhikotakia.
Gli studi filogenetici di Tang et al. (2005) e Šlechtová et al. (2006) hanno ampiamente confermato che questo sistema è corretto, anche se quest'ultimo non è d'accordo con il posizionamento del genere Sinibotia, trovandolo più strettamente legato alla tribù Botiini. Ambastaia nigrolineata e Ambastaia sidthimunki risultano essere più strettamente legati sia a Sinibotia che a Syncrossus, rispetto a Yasuhikotakia, pur essendo all'epoca considerati membri di quest'ultimo genere. Šlechtová et al. ha proposto anche l'uso di nomi di sottofamiglia, con il seguente sistema:
Sottofamiglia Leptobotiinae - Leptobotia, Parabotia.
Sottofamiglia Botiinae - Botia, Chromobotia, Sinibotia, Syncrossus, Yasuhikotakia.
All'interno di questi il genere Botia sembra essere il lignaggio basale, cioè il più antico, e in una più dettagliata analisi filogenetica Šlechtová et al. (2007) ha confermato la validità della famiglia Botiidae con generi sopra elencati come membri, piuttosto che essere raggruppati in sottofamiglie. Questo sistema, più recente e semplice, è quello che attualmente viene seguito da siti autorevoli, come Seriouslyfish.com.
Dei Chromobotia macracanthus che condividono una fetta di zucchina con un Ancistrus sp. (L144 Albino Bristlenose Pleco) - Foto © Fish-Hed (Wikimedia)
Alcuni comportamenti ricorrenti mostrati dai botia sono stati osservati tanto spesso da aver meritato un nome non scientifico per facilità di riferimento.
- Per esempio, durante i combattimenti per la dominanza (che si verificano più frequentemente quando i pesci vengono inseriti in un nuovo acquario, o vengono aggiunti nuovi individui ad un gruppo esistente) i protagonisti di norma perdono molto del loro disegno e colorazione, tale fenomeno è conosciuto come "greying out", ingrigimento, e di solito non è nulla di cui preoccuparsi.
- È interessante notare che da alcune osservazioni sembra che il carattere del più alto nella gerarchia sociale, o individuo alpha, influenzi quella di tutto il gruppo, anche se va detto che studi scientifici sul comportamento dei botia sono praticamente inesistenti. Sembra certo che mostrano un certo grado di "personalità", cioè alcuni esemplari possono essere naturalmente più audaci o più aggressivi di altri, per esempio. L'individuo alfa è normalmente il più grande esemplare all'interno del gruppo e spesso è di sesso femminile.
- Anche lo "shadowing" è un comportamento interessante, in cui gli individui più giovani nuotano letteralmente fianco a fianco degli individui più anziani, imitando ogni loro movimento. Alcuni allevatori segnalano che più pesci piccoli possono seguirne contemporaneamente uno grande, che si ritrova con anche tre o quattro pesci per ogni fianco! La ragione non è conosciuta; può riguardare il rimanere in contatto tra di loro quando i fiumi si gonfiano durante i periodi di inondazioni, la riduzione della resistenza nuotando in formazione, o avere qualche altra funzione comunicativa. E' stato osservato sia in acquari con forte corrente che con poca corrente d'acqua, e sembra essere abituale, tanto che alcuni individui diventano l'"ombra" di pesci di altre specie se non sono presenti conspecifici.
- Il suono sembra essere un fattore importante nella comunicazione, in quanto sono in grado di produrre un "click" acustico, che aumenta di volume quando sono eccitati. Gli aspetti comportamentali di questo fenomeno rimangono in gran parte non studiati.
- Un altro comportamento curioso è la cosiddetta "loachy dance", la danza dei botia, che coinvolge un intero gruppo in un costante nuoto agitato intorno ai lati della vasca, di solito utilizzandone l'intera lunghezza e altezza. Le ragioni di questo comportamento sono sconosciute, ma gli inneschi più comuni sembrano essere l'aggiunta di cibo, il cambio d'acqua o l'inserimento di nuovi conspecifici, e può durare da pochi minuti a un giorno o più.
- I botia spesso amano infrattarsi in angoli particolari, incunearsi verticalmente o lateralmente tra gli elementi di arredo, o addirittura sdraiarsi sul substrato a pancia in sù. Questo non è motivo di allarme e sembra essere un comportamento di riposo naturale. I botia possiedono anche spine sub-oculari taglienti e mobili, che normalmente vengono nascoste all'interno di una piega della pelle, ma vengono erette quando stressati, ad esempio se vengono tolti dall'acqua. E' quindi necessaria molta cura perchè non si impiglino on le spine nel retino, in caso disincastrarli con molta delicatezza, facendo attenzione perché le spine degli individui più grandi possono ferire la pelle umana.
I botia sono soggetti ad una malattia chiamata comunemente "malattia del dimagrimento" (skinny disease) e caratterizzata da perdita di peso e aspetto "scheletrico". Ciò è particolarmente comune negli esemplari appena importati e si pensa sia causata da una specie di flagellati del genere Spironucleus. E' curabile, anche se il farmaco consigliato varia a seconda del paese: gli acquariofili nel Regno Unito tendono ad usare l'antibiotico Levamisolo mentre quelli negli Stati Uniti il Fenbendazolo (aka Panacur).
Taxa principali
Del tutto inadatti ai comuni acquari domestici, nonostante siano praticamente onnipresenti nei negozi, che vendono i Chromobotia senza fornire quelle che dovrebbe essere considerate informazioni essenziali riguardanti la loro cura a lungo termine
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
- Chromobotia macracanthus (ex-Botia macracantha)
- la scheda completa su Acquariofiliafacile.it
- Chromobotia macracanthus
- la pagina sulla wikipedia italiana
- Chromobotia macracanthus: la scheda del Bothia Pagliaccio
- la scheda su Acquariocomefare.com
Edizione Inglese di Mark MacDonald - Un libro purtroppo solo in inglese, co-scritto dal team di Loaches Online, il che vale già come una garanzia di informazioni veritiere, derivate dall'effettiva conoscenza ed esperienza con i cobitidi.
Edizione Inglese di Paul V. Loiselle - Guida in inglese sull'allevamento di molte specie di botia, cobitidi e pesci gatto, con molti articoli che affrontano i temi comuni da tener presenti con queste specie.
Edizione Inglese di Braz Walker
Collegamenti & Legenda
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Per saperne di più...
Descrizione dettagliata di quello che accade in natura quando inizia e progredisce la stagione delle piogge nelle foreste pluviali tropicali. Viene quindi spiegato come si può simulare questo avvicendarsi di stagione secca e stagione delle piogge in acquario, per stimolare la deposizione delle uova nei pesci che sono difficili da riprodurre - tratto e tradotto da un articolo di Kristian Adolfsson
Spiegazione particolareggiata del perché questi due tipi molto differenti di pesci non sono adatti ad essere alloggiati insieme - tratto e tradotto da un articolo di Emma Turner
Che differenza c'è tra i pesci in commercio catturati in natura, e quelli provenienti dalla riproduzione in allevamento? E quali è meglio preferire quando scegliamo i pesci per il nostro acquario? In realtà questo articolo non ci dà la risposta, ma ci aiuta a trovarla da soli... - tratto e tradotto da un articolo di Injaf
Poster informativo elaborato dallo staff di Loaches Online sulle esigenze d'allevamento e sulle dimensioni che raggiungono i Chromobotia macracanthus se allevati correttamente, in gruppo e in vasche dalle dimensioni adeguate, ad uso non solo di chi li compra ma soprattutto anche di chi li vende.
Un'Introduzione all'allevamento dei Botia: guida di base per allevare con successo i Botiidae, una delle gioie più grandi nell'acquariofilia dolce tropicale - tratto e tradotto da un articolo di Emma Turner
Consigli e suggerimenti generali per allevare I Botia pagliaccio, Chromobotia macracanthus, nella maniera più adatta, rispettando le loro esigenze e considerando le dimensioni che devono raggiungere
Ciò che inizia la vita come piccolo può diventare ingestibilmente grande nel tuo acquario. Nathan Hill nella rivista Practical Fishkeeping ci dà un agghiacciante avvertimento su quali siano le dimensioni di (purtroppo) comuni pesci d'acquario confrontate con le dimensioni di un uomo di 183 cm.
Qual è la risposta più odiosa, nonché del tutto errata, da dare a chi si lamenta di avere troppe lumachine in vasca? "Inserisci uno o due Botia"
L'oggetto del mio disappunto è un articolo sui Chromobotia macracanthus, che di nuovo vengono descritti come piccoli (15 cm) e mansueti pesci adatti a qualsiasi acquario di comunità...
Descrizione passo passo dell'allestimento di un grande acquario dedicato ai Chromobotia macracanthus, e quindi pensato e studiato per soddisfare le loro esigenze e necessità - tratto e tradotto da un articolo di Martin Thoene
Descrizione di come avviene il prelievo in natura dei pesci dell'Asia Sudorientale, in particolar modo di Balantiocheilos (squaletti), Botia, Arowana e Rasbore, con considerazioni sul commercio acquariofilo importanti per una raccolta sostenibile dei pesci selvatici - tratto e tradotto dal Raffles Museum of Biodiversity Research
Informazioni e problematiche legate alla riproduzione in acquario dei botia pagliaccio, i Chromobotia macracanthus
Piccolo compendio di quello che c'è da sapere prima di comprare i botia, per poterli allevare al meglio, o per non comprarli affatto :-)
Bell'articolo da cui traspare l'emozione che prova chi si imbatte in esemplari di pesce molto rari o addirittura che sembrano non essere ancora stati descritti dagli ittiologi - tratto e tradotto da un articolo di Bogdan Janiczak
Introduzione alle caratteristiche generali dell'ex genere Botia, a cui appartenevano, prima della revisione di Kottelat, più di 40 specie originarie dell'Indocina, con caratteristiche comuni - tratto e tradotto da un articolo di Michael Ophir
Raccolta di articoli riguardanti la riproduzione dei Chromobotia macracanthus, che sembra ancora non avvenuta spontaneamente in acquario - tratto e tradotto da un articolo di Martin Thoene
Chromobotia macracanthus. Come scegliere esemplari in salute, come allevarli e alimentarli. Speculazioni su come possano essere riprodotti - tratto e tradotto da un articolo di William Berg
Articolo che spiega le variazioni regionali nella livrea dei Chromobotia macracanthus, le ragioni dei cambiamenti nella colorazione e delle variazioni nel disegno delle bande - tratto e tradotto da un articolo di Martin Thoene
Articolo veramente interessante, con descrizioni e foto dell'ambiente naturale dei Chromobotia macracanthus, e che sfata vari miti diffusi su questi pesci, in particolare sulla riproduzione - tratto e tradotto da un articolo di Ola Ahlander
Articolo con esperienze d'allevamento dei Chromobotia macracanthus, i botia pagliaccio, raccomandazioni per la scelta degli esemplari in negozio e informazioni - tratto e tradotto da un articolo di di James e Mike McCullough (Loaches Online)
Spiegazione dettagliata e precisa del perche l'ossigeno in acquario è così importante, e soprattutto perché è così importante per alcuni pesci, come botia, cobitidi, balitoridi, gastromizontidi - tratto e tradotto da un articolo di Martin Thoene
Descrizione, informazioni e immagini degli habitat in cui vivono in natura i Chromobotia macracanthus
Acquario con grandi Chromobotia macracanthus - video di Mbuna Marcus - Aquariums, Cichlids and More
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere sui botia pagliaccio, i Chromobotia macracanthus, grazie ai messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
Gli splendidi Botia pagliaccio, i Chromobotia macracanthus - Foto © Hristo Hristov
Gruppo di grandi Chromobotia macracanthus adulti in un acquario a forte corrente - Foto © Wet Pets Global
I Botia pagliaccio, Chromobotia macracanthus, amano vivere in gruppo - Foto © Bob Darnell
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