Articolo veramente interessante, in cui sono presenti descrizioni e foto dell'ambiente naturale dei Chromobotia macracanthus, e soprattutto foto di un esemplare con le uova: l'articolo infatti sfata vari miti che si sono diffusi su questi simpaticissimi pesci, in particolare per quanto riguarda proprio la riproduzione.
Tratto et radotto dall'articolo:
"CLOWN LOACH Chromobotia macracanthus (Bleeker 1852)"
di Ola Åhlander
sul sito della Bollmora Akvarieklubb (non più online)
Testi e foto di Ola Åhlander - Traduzione in inglese di Paul Stanton
Si tratta di uno degli articoli più completi e interessanti che abbia trovato su questi splendidi cobitidi.
Le uniche note che ho da fare in base alla mia esperienza personale, è che non è affatto impossibile allevare i botia con le piante, e che ho visto i Chromobotia macracanthus con i miei occhi mangiare le Melanoides tuberculata, le lumache a tronco di cono: le lavorano a lungo con i barbigli, fino a che riescono ad aprirle e a "ciucciarsi" il contenuto... una volta a uno gli era rimasta addirittura una conchiglia incastrata nel muso :-))))
Clown loach, il botia pagliaccio, Chromobotia macracanthus - Foto © Ola Åhlander
I Chromobotia macracanthus sono universalmente conosciuti come Botia pagliaccio, e sono uno dei pesci d'acquario più popolari già da moltissimo tempo. Sorprendentemente, si conosce pochissimo di loro e della loro biologia, e soprattutto è sconosciuta la loro riproduzione.
In questo articolo Ola Åhlander tratterà di tutto quello che realmente si conosce su questi pesci e sfaterà qualche mito. Per finire, condividerà con noi le sue considerazioni ed idee su come possiamo finalmente risolvere il mistero e indurli a riprodursi in acquario.
Generalità:
I Chromobotia macracanthus provengono dall'Indonesia, sono stati ritrovati in Borneo (Kalimantan) e Sumatra. Per la maggior parte dell'anno vivono nei fiumi, ad eccezione del periodo della migrazione annuale per la riproduzione, quando gli adulti riproduttivi risalgono a nuoto verso canali più piccoli per accoppiarsi. Vivono presso il letto dei fiumi, in grande numero o in banchi. Le informazioni sulle dimensioni massime variano fino a 40-50 cm. Questo deve essere visto come evento molto raro anche in natura, e una dimensione degli adulti più normale sarebbe di 15-20 cm., per l'età massima le informazioni parlano di 20 anni.
Il Chromobotia macracanthus appartiene alla famiglia Botiidae, l'ordine è quello dei Cypriniformes.
La caratteristica principale per questa famiglia è una spina sotto ogni occhio che può essere eretta come meccanismo di difesa. Il nome scientifico dei Chromobotia è macracanthus che significa "grande spina". Anche se le spine non sono velenose, può essere molto doloroso essere punto da loro!
Un avvertimento, le spine dei botia e dei cobitidi possono rimanere facilmente impigliate nei retini, che nel caso peggiore possono ferire gravemente i pesci, ma anche nel caso migliore causano tantissimo stress a pesci e proprietari.
Le squame dei Chromobotia macracanthus sono piccole e difficili da vedere, il che ha fatto si che alcuni acquariofili dichiarassero che erano "privi di squame", il che è errato, comunque non ha squame sulla testa. I botia hanno quattro paia di barbigli. La forma del corpo e la livrea sono come potete vedere nella foto sopra.
Luogo nativo dei Botia pagliaccio, i Chromobotia macracanthus. La rete da pesca nella foto è usata per pescare pesci commestibili, non particolarmente Botia pagliaccio - Foto © Mikael Håkansson
La grande maggioranza dei Chromobotia macracanthus in vendita sono catturati in natura: circa 20 milioni di Botia pagliaccio vengono esportati ogni anno dall'Indonesia.
Qualche riproduzione in cattività è stata ottenuta principalmente in Thailandia con l'aiuto di ormoni per stimolare l'accoppiamento. Portare alla taglia adulta avannotti di Chromobotia macracanthus è ancora abbastanza costoso, confrontato con quello che costa catturarli in natura.
Resoconti dettagliati di riproduzioni con successo indotte con ormoni sono stati fatti per esempio nella Rep. Ceca, in Russia ed in Florida, ma è difficile verificare l'esattezza di questi rapporti. Un aumento dei Chromobotia macracanthus allevati nelle cosiddette "Fish Farm°, allevamenti in grande scala, è naturalmente una cosa auspicabile.
Anche se la specie non è particolarmente minacciata per il numero di esemplari catturati in natura, ci sono rapporti da determinate zone, principalmente a Sumatra, che indicano che il loro numeri sta diminuendo.
L'Indonesia ha proibito la cattura dei Chromobotia macracanthus che superano i 15 cm. per l'esportazione, questo per proteggere i pesci pronti per la deposizione. Anche se i pesci catturati in natura possono essere una minaccia d'estinzione in alcuni casi localizzati, la questione del catturare o no i Chromobotia macracanthus in natura non è così semplice, perché per quelle famiglie povere che hanno la pesca come loro unica fonte di reddito, il Botia pagliaccio dà un contributo economico importante.
Dalle informazioni in possesso di Ola Åhlander, in Borneo la cattura viene effettuata generalmente dalla fine di marzo all'inizio di luglio, quando l'acqua retrocede dopo la stagione delle piogge, che va da dicembre a febbraio. Nella stagione delle piogge da gennaio a febbraio possono essere pescati i giovani pesci di qualche anno d'età. A Sumatra l'alta stagione è più presto, da novembre a gennaio. Durante i primi anni c'era spesso una scarsità di Botia pagliaccio nei negozi in autunno ed in inverno, prima che cominciasse il periodo di cattura, ma attualmente si è cominciato ad allevare i pesci in grandi stabilimenti e in grandi laghetti di cemento, dotati di piante d'acquario, così adesso vi è disponibilità per tutto l'anno. Inoltre, c'è anche un vantaggio economico, in questo periodo i pesci crescono, e più grandi sono i pesci e più valgono.
Pescare i pesci in natura è molto interessante. Bisogna prendere una canna di bambù vuota lunga più di due metri e fare un piccolo buco in ogni segmento del bambù. Il bambù viene quindi collocato in acqua e i botia cercano nascondiglio lì dentro. Quando il bambù viene sollevato fuori dall'acqua bisogna far uscire i pesci scrollandolo con attenzione. Questo metodo può essere leggermente diverso da un posto ad un altro ma è quello principale.
Canne di bambù appese tramite dei lacci lungo un fiume di Sumatra. Con questo metodo vengono catturati nell'alta stagione da novembre a gennaio non solo i Chromobotia macracanthus, ma anche molti pesci gatto, per esempio Chaca bankanensis - Foto © Mikael Håkansson
Chaca bankanensis vive nei fiumi di Sumatra come Chromobotia macracanthus - Foto © Mikael Håkansson
Mikael Håkansson, che ha visitato recentemente Jambi a Sumatra per studiare la cattura dei pesci d'acquario in quella regione, afferma che le canne di bambù vengono appese da alberi che si sporgono nell'acqua dalle rive, o da un pezzo di legno usato come galleggiante. Il secondo metodo è usato principalmente durante la stagione realmente alta, mentre i bambù che pendono dagli alberi è un metodo usato durante tutto l'anno. Il bambù viene ridotto ad una lunghezza di circa due metri ed è messo ad asciugarsi per due mesi, nel bambù fresco c'è una sostanza o un odore che evidentemente i pesci non gradiscono.
I pesci che vengono pescati per uso acquariofilo vanno da 2 a 7-8 cm. Naturalmente i Chromobotia macracanthus più grandi vengono catturati con altri metodi di pesca quali le reti, ma questi vengono mangiati dalla popolazione locale. Nonostante questo i macracanthus non sono una fonte significativa di cibo, vi sono altre specie più grandi di pesci che sono più ricercate.
Mikael ha riferito che all'inizio dell'alta stagione per i Chromobotia macracanthus, tutti voglio partecipare alla cattura, persino "anziane signore che possono appena camminare assumono un nuovo stile di vita e si siedono nelle barche, aiutando a svuotare le trappole di bambù".
Una trappola di bambù lungo un fiume di Sumatra per i Chromobotia macracanthus, che viene svuotata - Foto © Mikael Håkansson
Comportamento:
I Chromobotia macracanthus sono considerati pesci che vivono in banchi, ma Ola Åhlander pragmaticamente direbbe piuttosto che vivono in gruppo. I macracanthus infatti litigano fra loro in un modo che i pesci che vivono in un banco "reale" fanno raramente. Questo problema di definizione è comunque un interesse soltanto accademico.
In nessun caso questi pesci dovrebbero essere allevati da soli, in quanto diventano molto insicuri, impauriti ed a volte aggressivi. Sono allevati più adeguatamente in gruppi di 4-5 o più esemplari.
Åhlander riferisce di aver letto in parecchi articoli che i Chromobotia macracanthus più anziani possono diventare aggressivi con le altre specie di pesci, ma lui in realtà non lo ha mai notato, è più propenso a credere che i macracanthus erano stati allevati da soli o in un gruppo troppo piccolo.
I Chromobotia macracanthus crescono abbastanza velocemente da giovanotti, fino ai 7-8 cm., dopo rallentano in modo cospicuo la loro velocità di crescita. I giovani macracanthus sono pesci vivaci e curiosi a cui piace venire nella parte anteriore della vasca quando è l'ora di mangiare. L'esperienza di Ola Åhlander è che i pesci più vecchi sono un po' più prudenti e preferiscono se possibile trovare un posto dove nascondersi.
A volte rimangono fermi e dormono in un modo che dà loro l'aspetto di pesci morti, a volte rimangono persino fermi sdraiati su di un fianco. Quando si cerca di capire che cosa è successo, il pesce nuota via come se niente fosse accaduto. Sono d'altro canto incredibilmente rapidi quando prendono velocità e sono molto abili nello schivare le pietre nelle correnti molto rapide.
I botia pagliaccio, Chromobotia macracanthus, non dovrebbero essere allevati da soli ma in gruppi di almeno 4 o 5 esemplari - Foto © Ola Åhlander
La caratteristica più conosciuta dei botia è che fanno "click". Quando litigano per il cibo o per il posto migliore nel nascondiglio, emettono un sonoro click, che è facilmente udibile, a volte così forte da far pensare che l'acquario si sia rompendo!
L'acquario:
Una grande area del fondo è la cosa migliore. I pesci che vivono vicino al fondo come i botia non hanno l'esigenza di un acquario alto. Il materiale adatto per il fondo è il ghiaino fine e non tagliente per acquario, con pietre più piccole e più grandi e radici, per dare l'aspetto di un ambiente naturale.
Potete provare con le piante, ma dovete tener conto che potrete subire qualche perdita, in quanto ai Chromobotia macracanthus piace mangiare le piante. Se chiedete a loro, Ola Åhlander è sicuro che vi diranno che le Echinodorus e diverse specie di Hygrophila sono molto saporite. Resistono meglio, per esempio, la felce di Giava (Microsorum pteropus) e le Anubias, ed anche la Vallisneria.
La dimensione dell'acquario deve essere compatibile con la dimensione dei pesci, in questo caso Åhlander non vuole dare nessuna dimensione definitiva o puntare il dito su qualcuno, ma esorta ad usare il buonsenso. Più grande è, meglio è, e questo è valido qui come nella maggior parte dei casi che riguardano gli acquari.
I nascondigli sotto forma di fori e caverne vanno bene, ai pesci piace stare in una caverna ed osservare fuori, per vedere che cosa sta succedendo. Rimangono vicini felicemente stretti insieme, per cui i fori dovrebbero essere abbastanza grandi per contenere allo stesso tempo l'intero gruppo. Si ottiene un aspetto migliore se i fori vengono fatti con grandi pietre arrotondate e con radici per imitare l'habitat naturale dei Chromobotia macracanthus, ma ai pesci non importa così tanto che materiali usate, si possono utilizzare sia mattoni che tubi di plastica grigi, che i pesci useranno felicemente.
Le radici vuote con i loro buchi irregolari però possono dare dei problemi, ad esempio all'autore dell'articolo è successo che ha dovuto aspettare una settimana prima di poter spostare una radice in un altro acquario, fino a che il botia che aveva deciso di viverci dentro si era deciso ad uscire autonomamente, perché farlo venire fuori altrimenti era quasi impossibile.
La circolazione dell'acqua e il filtraggio è meglio se vengono regolati un po' superiori a quanto si farebbe in un acquario standard, in modo da essere sicuri di buon flusso d'ossigeno, anche se non c'è bisogno di una corrente d'acqua forte come quella necessaria in un acquario di Balitoridi (hillstream loach).
I Chromobotia macracanthus non richiedono valori estremi dell'acqua, saranno eccellenti un pH e KH normali. Si deve fare attenzione invece con i cambi d'acqua estremi, perché sono sensibili ai cambiamenti improvvisi nella qualità dell'acqua. Piccoli e frequenti cambi d'acqua sono la cosa migliore. Si raccomanda di cambiare l'acqua almeno una volta ogni due settimane, preferibilmente più spesso.
La temperatura solitamente raccomandata va dai 25 ai 30°C., in altre parole abbastanza calda. anche se Ola Åhlander riferisce che i quoi pesci sembrano preferire 26-28 gradi.
Nuovi nomi per i Botia
Bleeker nel 1852 ha descritto il Botia pagliaccio come Cobitis macracanthus. In seguito la specie è stata spostata nel genere Botia, in cui è rimasta fino al 2004, quando l'ittiologo svizzero Maurice Kottelat l'ha collocata in un suo proprio genere, Chromobotia. Nello stesso lavoro, il genere Botia è stato diviso in quattro generi più piccoli, oltre a Chromobotia troviamo Yasuhikotakia, dove sono stati spostati i "Mekong loach", con modesta, sidthimunki ed altri. I "tiger loaches" con tra gli altri helodes e hymenophysa sono stati messi nel genere Syncrossus. Sono rimasti nel genere Botia i loach "indiani", per esempio Botia almorhae (Pakistani loach o Yoyo loach) e Botia striata.
Il 'Blue loach' o Botia blu adesso si chiama Yasuhikotakia modesta - Foto © Ola Åhlander
macracantha o macracanthus?
Talvolta potrete vedere il nome della specie nella forma macracantha invece di macracanthus, ma in accordo con Sven Kullander del Museo di Storia Naturale Svedese (Swedish Natural history museum) non ci sono dubbi che è la forma macaranthus ad essere corretta.
"Macracanthus in questo caso è un sostantivo (grande spina), così non è cambiato al contrario del nome della famiglia, descritta da Bleeker come Cobitis macracanthus. Siccome Cobitis è femminile avrebbe dovuto usare "macracantha° se avesse inteso trattarlo come un aggettivo (grande spinoso)"
Un grazie riconoscente a Sven per questa spiegazione, con la qual possiamo mettere la parola fine a questa discussione.
Chromobotia macracanthus. Il nome di specie 'macracanthus' significa 'grande spina' ed allude alla spina erettile che hanno sotto ogni occhio - Foto © Ola Åhlander
Dieta
E' quasi più facile dire quello che i Chromobotia macracanthus non mangiano, piuttosto che elencare cosa mangiano, sono onnivori e niente affatto schizzinosi, basta mangiare si fiondano su qualsiasi cosa abbia l'aspetto di cibo.
Le voci che dicono che possono "ripulire" un acquario dalle lumache, sono quasi vere. Quasi, perché secondo l'esperienza di Ola Åhlander non mangiano le lumache della sabbia Melanoides tuberculata, che possono essere riconosciute dalla loro conchiglia a forma di spirale aguzza. Queste lumache hanno nell'apertura della conchiglia una copertura (l'opercolo) che possono chiudere, e che è troppo duro perché i Chromobotia macracanthus riescano a romperlo.
In realtà ci sono testimonianze di altri allevatori di Chromobotia macracanthus che li hanno visti divorarsi anche quelle.
Poiché sono pesci onnivori e vivono sul fondo, si può contare che mangeranno gli animali che vivono sul e nel fondo. Oltre alle lumache anche crostacei, vermi e larve, per esempio chironomus, tubifex, è probabile che siano tutti inclusi nella loro dieta naturale. Nelle acque dolci tropicali solitamente c'è abbondanza di piccoli gamberi, probabilmente quindi anche questi saranno un alimento importante, così come le verdure, di tipi differenti.
In altre parole potete alimentare questi pesci con tutti i tipi di cibo, mangime in fiocchi, cibo vivo e congelato come larve di zanzara, chironomus, mysis, dafnia, tubifex, ecc. I lombrichi sono squisiti, ma devono essere prima tagliati in dimensioni adeguate, il che per qualche persona può essere già troppo! artemia salina, pastiglie di alghe, pellets di diversi tipi, come quello per salmonidi, discus o pesci rossi. Vanno altrettanto bene i cavolini di Bruxelles, fette di zucca, di cetriolo e altre verdure sbollentate.
Naturalmente il modo migliore di alimentali è di dar loro cibi che affondano, ma se necessario possono andare nella parte superiore dell'acquario e perfino mangiare sulla superficie mentre nuotano sul dorso. Una dieta eterogenea e varia è probabilmente la cosa migliore.
Il chironomus è uno dei piatti preferiti dei Chromobotia macracanthus - Foto © Ola Åhlander
Il chironomus comunque è uno dei piatti preferiti dei Chromobotia macracanthus. Ola Åhlander avverte però che non è insolito essere allergici ai chironomus, quindi se vi sembra di avvertire anche un minimo disagio, per esempio vi prudono gli occhi o si sviluppano delle chiazze cutanee smettete di usare questo alimento.
I Chromobotia macracanthus sani mangiano molto e spesso, il che spiega l'esigenza di una buona filtrazione. Il loro vorace appetito li porta facilmente ad essere tentati a sovralimentarsi, il che presto porterà ad un peggioramento delle condizioni dell'acqua. Alimentateli con piccole quantità alcune volte durante il giorno, in modo che i pesci non lascino nessun avanzo, il fondo può diventare particolarmente sporco se li alimentate con pastiglie e wafer, poiché i botia pagliaccio non hanno molte buone maniere a tavola.
I Chromobotia macracanthus amano il mangime in pastiglie - Foto © Ola Ahlander
Talvolta i Chromobotia macracanthus entrano in una "feeding frenzy° letteralmente una "frenesia alimentare"; significa che si gettano istericamente sul cibo schioccando intensamente. Anche se sono solitamente pesci a cui piace mangiare, quello che accade è qualcosa di completamente differente, sembra come non avessero mai mangiato prima! Sembra che si comportino così in particolare tra Marzo-Maggio e questo può forse avere qualcosa a che fare con il cambiamento stagionale nel loro habitat originario.
Problemi particolari:
Ci sono un paio di cose che si dovrebbero tenere sotto controllo a proposito dei Chromobotia macracanthus. Il problema più comune è quello dei puntini bianchi, o Ictio, questi pesci sono facilmente colpiti da questa malattia. Questo accade spesso quando i pesci sono stati allevati troppo al freddo o in pesci appena comprati dopo il trasporto.
Pesci che sono tenuti abitualmente bene non sono più suscettibili ad ammalarsi di altri; durante i dieci anni in cui Ola Åhlander ha allevato questi pesci, ha visto soltanto una volta questa malattia. Per i casi di emergenza tenete sempre in casa la medicina per l'ictio se acquistate i botia, può salvar loro la vita. La malattia dei puntini bianchi si cura facilmente, ma può essere una catastrofe se non curata.
N.B.! seguite con attenzione le istruzioni di dosaggio per tutte le medicine, alcune medicine suggeriscono metà del dosaggio normale proprio per i botia, perché possono essere sensibili ad alcuni ingredienti, soprattutto combinazioni con il rame.
Abbastanza comune nei Chromobotia macracanthus è anche la perdita di peso, o malattia del dimagrimento. I sintomi tipici sono la perdita di peso e un comportamento conosciuto come "dorso a lama di coltello", anche se il pesce è vivace e mangia normalmente.
Questa malattia è più difficile da trattare, è portata da un organismo parassita (spironucleus) presente nell'intestino, dello stesso tipo che si pensa sia la causa della cosiddetta malattia dei discus.
Ola Åhlander ha guarito con successo da questa malattia dei pesci importati da poco, usando Spirohexol della JBL in pastiglie. Ne ha preso una pastiglia, l'ha schiacciata e l'ha sciolta in meno acqua possibile. Ha quindi impregnato dei granelli di mangime per discus nella soluzione, che sono diventati come una densa poltiglia, poco dopo averli messi a mollo nel liquido. Ha alimentato i pesci ammalati con questa poltiglia, e dopo una settimana la malattia sembrava sparita. Perché faccia più effetto non bisogna dare nessun altro alimento. Anche il Flagyl (Metronidazolo) aiuta a combattere questa malattia, ma la prescrizione può essere abbastanza difficile da ottenere, almeno in Svezia, dove risiede l'autore dell'articolo.
A parte questo i botia pagliaccio non sono più cagionevoli di altri pesci, le malattie descritte prima si presentano solitamente in pesci che sono stati stressati durante il trasporto, o che sono stati sottoposti ad altri fattori di stress come acqua fredda o scarsa igiene dell'acquario.
Non comprate i pesci che sembrano emaciati! I pesci di bell'aspetto raramente sono ammalati. Per citare una sua amica, Elisabeth Hallberg; "il modo migliore per evitare la malattia è di mantenere i pesci in buona salute".
Riproduzione
Ci sono pochi fenomeni in acquariofila che sono oggetto di così tante dicerie ed ipotesi come la riproduzione dei Chromobotia macracanthus. Ogni tanto appaiono articoli o storie di qualcuno che ha "trovato" degli avannotti nel suo acquario, ma non sono state mai presentate foto o altre prove. Questo non vuol dire che tutti i resoconti siano delle invenzioni, ma che a volte dovremmo essere più dubbiosi.
Ci sono però alcune caratteristiche comuni ai racconti che non possono essere ignorare. Si racconta spesso di acquari "dimenticati" in cui improvvisamente compaiono degli avannotti. Se questo è vero, può significare che i pesci non hanno bisogno di una forte corrente per deporre le uova.
Altre esperienze vanno però contro questa teoria, leggete più sotto. Purtroppo, mi direte, sarebbe più semplice se potessimo trovare una ricetta ben precisa di che quello che dovremmo fare.
Ola Åhlander ha allevato i Chromobotia macracanthus per circa dieci anni e particolarmente intensivamente negli scorsi quattro-cinque anni. Ha provato molti modi differenti per incoraggiare i suoi botia pagliaccio a deporre le uova, ma finora senza successo.
Ha tratto alcune conclusioni che forse possono ispirare qualcun altro a risolvere il mistero di questi pesci incantevoli, così ha pensato di fare qui un resoconto delle sue riflessioni e suggerimenti.
Primo e più importante, se leggete gli articoli su libri o pubblicazioni e in diversi forum in Internet, troverete spesso la dichiarazione che i Chromobotia macracanthus devono essere molto vecchi e molto grandi per essere pronti alla deposizione.
Nel complesso è difficile capire come possano essersi diffuse così tanto tali informazioni, riguardanti una specie che conosciamo così poco. In ogni caso, Ola Åhlander ha stabilito che questo non è vero!
Secondo uno studio della Danau Sentarum Wildlife Reserve, i pesci sotto gli 8-10 cm. rimangono nelle usuali zone di pesca durante la stagione delle piogge, mentre gli altri migrano. Considerando la velocità con cui si sviluppano, possiamo giungere alla conclusione che i Chromobotia migrano per la deposizione dal loro secondo o forse terzo anno di vita.
Per un incidente (a causa del figlio di un anno e mezzo e di alcuni contatti esterni ai filtri nell'acquario dei botia) una coppia dei suoi esemplari più grandi è morta. Siccome Åhlander è un tipo curioso ed uno dei pesci sembrava piuttosto arrotondato, l'ha aperto. Con sua grande sorpresa era pieno di uova!
I pesci ora si trovano in alcool al NRM, il Museo Svedese di Storia Naturale a Stoccolma, se qualcuno vuole controllare la loro taglia; altrimenti potete guardare la foto qui sotto. La femmina gonfia di uova, in alto nella foto, è intorno ai 10-11 cm. di lunghezza standard (Pinne escluse) e intorno a 15cm. di lunghezza totale, ben lontana dai 30 cm. di alcuni autori. Quindi non sono necessari pesci enormi perché i macracanthus siano maturi per la deposizione, perciò non lasciate che questo vi scoraggi dal provare.
Chromobotia macracanthus con uova! - Foto © Ola Ahlander, NRM
I tentativi più controllati che avevo effettuato avevano avuto successo, al punto che avevano avuto come risultato che la femmina era pronta a deporre. Questo è ancora lontano dalla riproduzione vera e propria, ma è già un piccolo passo avanti. Åhlander ha cominciato a provare ad imitare un piccolo e largo fiume alla fine della stagione secca, e quindi ho cercato di simulare una "migrazione" verso acque più limpide e fluenti, in un'alternanza stagionale simulata.
L'acquario era di quasi 200 litri, nel quale erano allevati dieci Chromobotia macracanthus fra gli 8 e i 12 cm. Il fondo era costituito da ghiaia e da piccole e grandi pietre. Su uno dei lati corti dell'acquario c'era una "camera di filtrazione" costituita da una striscia di materiale filtrante di 50x40 cm che suddivideva e occupava 20 cm. della lunghezza dell'acquario. Avevo un leggero flusso d'acqua (proporzionalmente, un Fluval 4:, intorno ai 1000l/h, in proporzione leggermente più basso della corrente d'acqua che si utilizza in genere quando si allevano questi pesci.) L'acqua era acqua di rubinetto normale ma con l'aggiunta di un po' di argilla schiacciata, in quanto spesso i fiumi tropicali sono piuttosto fangosi. La temperatura dell'acqua era abbastanza alta, intorno ai 30°C.
Dopo un paio di settimane Ola Åhlander ha cominciato a cambiare l'acqua torbida, ad abbassare la temperatura intorno ai 27°C. e ad aumentare la corrente dell'acqua. Dopo un altro paio di settimane, quando l'acqua è diventata tutta limpida, ha aumentato ulteriormente la corrente dell'acqua (ora con quattro pompe della stessa potenza) ed aggiunto pignette d'ontano e torba nella camera di filtrazione per ottenere un'acqua più "confortevole". Inoltre ha piantato alcuni Spatyphyllum nel caso i pesci desiderassero un po' di vegetazione per deporre le uova. In tutto questo procedimento ha alimentato i pesci come se non fosse un domani, il che significa che doveva cambiare la metà dell'acqua almeno due volte alla settimana, forse più.
Come già detto, i pesci non hanno mai deposto le uova e dopo circa un mese è successo l'incidente descritto sopra.
Mentre Åhlander lavorava a questo articolo, ha avuto dei contatti con Per-Erik Lingdell, che lavora sugli insetti che vivono in acqua corrente, ed è ovviamente molto serio e con una grande conoscenza dei meccanismi di questo genere di habitat. Gli ha detto che aveva effettivamente avuto degli avannotti di Chromobotia macracanthus, ma sfortunatamente non era riuscito a farli sopravvivere. Aveva seguito una procedura simile alla sua, ma aveva usato un'acqua dalla corrente più forte. Soprattutto aveva un posto in cui l'acqua scorreva veloce sopra delle pietre più grandi e crede che i pesci avessero deposto lì le uova. Aveva anche cambiato le condizioni dell'acqua più rapidamente di quanto aveva fatto lui, che aveva cercato di stimolare i suoi pesci per circa un mese prima che fossero vicini alla "zona di deposizione".
Per-Erik era molto informato ed amichevole, come di solito lo sono i "loach people°, gli appassionati dei botia e dei cobitidi, e Åhlander avuto molti suggerimenti e idee dalla sua conversazione con lui.
Da quanto detto sopra, potete capire l'esultanza di Ola Åhlander nel capire che non c'era andato molto lontano! Ha quindi allestito un nuovo e un po' più grande acquario, intorno ai 300 litri (a settembre del 2004) dove avverrà il prossimo tentativo di deposizione. Le misure sono 120x60x40, un fondo abbastanza largo ma non molto alto. Nell'angolo del filtro ha fatto un cosiddetto "filtro di Amburgo", dove ci sarà posto per alcune potenti pompe, Fluval 4 o simili. In questo momento soltanto una è in funzione, le sta mettendo in uso una alla volta, per stimolare una corrente più forte dell'acqua. Inoltre ha un piccolo filtro esterno Ecco della Eheim, principalmente per potere usare torba e similari su base controllata. Tutta l'altra aspirazione del filtro è nella parte interna del filtro ad angolo, immaginate la frustrazione se i pesci deponessero e le uova fossero risucchiate dal filtro!
Angolo del filtro della vasca dedicata ai Chromobotia macracanthus. Qui si possono inserire almeno 4 pompe di movimento, basta provare un pochino - Foto © Ola Åhlander
C'è poi un alimentatore automatico che distribuisce tre volte al giorno pellet e granuli per discus. Al ritorno a casa alla sera li alimento con squisitezze come lombrichi e chironomus, spesso due volte, con un paio di ore in mezzo. Cerca di fornire una dieta ricca di proteine e grassi, pensando che sia necessario per l'eventuale produzione delle uova.
L'illuminazione è naturalmente temporizzata in modo da coincidere con i suoi ritmi, si accende intorno all'ora di pranzo e si spegne poco dopo la mezzanotte. Al mattino in genere è troppo stanco ed occupato per avere tempo di occuparsi dei pesci.
L'acquario è allestito con ghiaia grossolana, una piccola radice ed alcune pietre più piccole, verrà poi riempito con molte altre pietre durante "la migrazione a monte del fiume" e forse alla fine si abbasserà anche il livello d'acqua per aumentarne realmente la corrente.
Åhlander ha programmato un tentativo di deposizione sullo stesso modello del primo, ma con alcune modifiche. Per esempio se i pesci non depongono nella corrente forte allora forse deporranno nell'acqua più calma dopo le piccole rapide. Ha un bel gruppo di otto Chromobotia macracanthus, il più grande è intorno ai 13-14 cm. Il periodo riproduttivo è all'inizio della stagione delle piogge, che comincia a Novembre-Dicembre, cosicché ha alcuni mesi per preparare l'acquario e i pesci per quello che succederà, e questo forse gli renderà più facile raggiungere l'obiettivo, seguendo il ritmo naturale dei pesci per il periodo dell'anno.
Dovremo vedere come va, se funziona state tranquilli che ne sentirete parlare! Altrimenti farà qualche altro cambiamento, e state sicuri che proverà ancora, ancora e ancora!
Acquario in allestimento per i Chromobotia macracanthus - Foto © Ola Åhlander
Nella foto sopra potete vedere una parte del suo nuovo acquario per i botia pagliaccio, finora ancora arredato piuttosto scarsamente ma verranno aggiunti altri elementi per raggiungere un ambiente adatto alla riproduzione. L'acqua è un po' marroncina a causa dei tannini umici rilasciati dalla torba nel filtro.
In conclusione dell'articolo Ola Åhlander considera di aver descritto come meglio poteva e con più particolari possibili quello che aveva fatto in precedenza e quello che ha in progetto di fare. Gli acquariofili a volte sono un po' reticenti su quello che stanno facendo, in particolare se sono piccoli esperimenti. in questo caso no davvero, perché le esperienze possono essere molto utili per gli altri, anche se senza alcun frutto, perché si sa che "sbagliando si impara".
Primo piano di un Chromobotia macracanthus - Foto © Ola Åhlander
Non ci sono comunque molte specie di pesci belli, simpatici e divertenti quanto i Chromobotia macracanthus.
Meritano davvero maggiori tentativi di mettere seriamente fine al loro grande mistero!
Testo originale in inglese © Ola Åhlander e Paul Stanton
Taxa
informazioni e notizie sulla tassonomia e sulle specie appartenenti al genere Chromobotia, che comprende un'unica specie dalle caratteristiche uniche: Chromobotia macracanthus...
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
un "must" per chi è interessato ai cobitidi.
Tutti i pesci del mondo. E' molto utile, ma aggiornare i nomi scientifici può richiedere uno o due anni.
Edizione Inglese di Mark MacDonald - Un libro purtroppo solo in inglese, co-scritto dal team di Loaches Online, il che vale già come una garanzia di informazioni veritiere, derivate dall'effettiva conoscenza ed esperienza con i cobitidi.
Edizione Inglese di Paul V. Loiselle - Guida in inglese sull'allevamento di molte specie di botia, cobitidi e pesci gatto, con molti articoli che affrontano i temi comuni da tener presenti con queste specie.
Edizione Inglese di Braz Walker
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Per approfondire:
Consigli e suggerimenti generali per allevare I Botia pagliaccio, Chromobotia macracanthus, nella maniera più adatta, rispettando le loro esigenze e considerando le dimensioni che devono raggiungere
Descrizione passo passo dell'allestimento di un grande acquario dedicato ai Chromobotia macracanthus, e quindi pensato e studiato per soddisfare le loro esigenze e necessità - tratto e tradotto da un articolo di Martin Thoene
Piccolo compendio di quello che c'è da sapere prima di comprare i botia, per poterli allevare al meglio, o per non comprarli affatto :-)
Spiegazione particolareggiata del perché questi due tipi molto differenti di pesci non sono adatti ad essere alloggiati insieme - tratto e tradotto da un articolo di Emma Turner
Chromobotia macracanthus. Come scegliere esemplari in salute, come allevarli e alimentarli. Speculazioni su come possano essere riprodotti - tratto e tradotto da un articolo di William Berg
Poster informativo elaborato dallo staff di Loaches Online sulle esigenze d'allevamento e sulle dimensioni che raggiungono i Chromobotia macracanthus se allevati correttamente, in gruppo e in vasche dalle dimensioni adeguate, ad uso non solo di chi li compra ma soprattutto anche di chi li vende.
Articolo che spiega le variazioni regionali nella livrea dei Chromobotia macracanthus, le ragioni dei cambiamenti nella colorazione e delle variazioni nel disegno delle bande - tratto e tradotto da un articolo di Martin Thoene
Descrizione dettagliata dell'ambiente da ricreare in una vasca dedicata ai Botia e ai Cobitidi, il più possibile simile al loro habitat naturale - traduzione in italiano di un articolo tratto da Loaches Online
Articolo che affronta in maniera analitica, completa ed esaustiva il modo migliore di alimentare i Botia e i Cobitidi in acquario - traduzione in italiano di un articolo tratto da Loaches Online
Articolo con esperienze d'allevamento dei Chromobotia macracanthus, i botia pagliaccio, raccomandazioni per la scelta degli esemplari in negozio e informazioni - tratto e tradotto da un articolo di di James e Mike McCullough (Loaches Online)
Un'Introduzione all'allevamento dei Botia: guida di base per allevare con successo i Botiidae, una delle gioie più grandi nell'acquariofilia dolce tropicale - tratto e tradotto da un articolo di Emma Turner
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere sui botia pagliaccio, i Chromobotia macracanthus, grazie ai messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
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