
Racconto di un'esperienza di allevamento dei Dario dario, ex Badis badis bengalensis, con descrizione e foto di come è stata allestita una vasca dedicata a loro, scritto da Matteo Montalto, socio GAEM presente anche su it.hobby.acquari
L'acquario dei Dario dario - Foto © Matteo Montalto
Questo Mirabello da 30 litri é stata la mia prima vaschetta in assoluto, e a causa del silicone dopo anni divenuto cedevole, per un buon periodo é rimasta inutilizzata. Di recente l'ho riportata sulla scrivania, e la foto che vedete a sinistra é stata scattata il giorno successivo all'allestimento.
I più attenti avranno notato uno schiuditoio per naupli d'artemia in basso a destra... ;-) In effetti, questa vaschetta ospita proprio dei piccoli ospiti; e non perché si tratti di avannotti... Son proprio dei pesci piccolini! :-)
Vi presento quindi gli ospiti di questa vaschetta:
Ho trovato questi Dario dario (ex Badis badis bengalensis) in un negozio di fiducia dove spesso passo per "curiosare" sulle ultime novità. E devo dire che ne sono subito rimasto affascinato. E' un pesce particolare, parente del ben più famoso (ma non per questo facilmente reperibile, almeno a Milano) Badis badis.
Originario del continente asiatico, e in particolare dell'India e del Bangladesh, questo piccolo pesce (la taglia adulta non supera i 3 cm!) presenta tanti aspetti interessanti. Innanzitutto ha una colorazione che varia dal rosato al rosso fuoco, a seconda dell'umore e del "grado gerarchico" che il singolo pesce ha all'interno del gruppo. Sebbene infatti il pesce sia piuttosto piccolo, manifesta sin da giovanissimo una marcata indole territoriale, che lo spinge spesso e volentieri a confrontarsi coi suoi simili; questo ha portato a consigliare, per il suo allevamento, vasche da 60 cm circa. Oggi la vaschetta dove vengono ospitati due giovani maschi si é riempita di vegetazione(prevalentemente riccia e muschio di giava), e posso assicurare che in presenza di rifugi, due coppie secondo me possono stare senza problemi in 30 litri.
Dario dario - Foto © Matteo Montalto
Dicevo, due coppie... ;-(
Purtroppo ho acquistato questi pesci quando erano molto giovani (pratica che gradisco e consiglio, meglio pesci da svezzare che adulti vissuti in negozio). Con la crescita, giunsi alla conclusione di avere 2 maschietti e una femmina sola, la quale peraltro é morta in brevissimo tempo (forse per idropisia). I due maschi restanti invece sono cresciuti sani e vivaci, e in vasca si alternano a ricoprire il ruolo del dominante, assumendo una colorazione rossa più accesa e viva, e "fintando" di rincorrersi per un paio di cm... Sto attendendo attualmente di ricevere un paio di femmine, con le quali farli sfogare in maniera più sana e naturale... :-)
Bene, detto quanto sopra passerei a descrivere l'acqua che utilizzo nel Mir30. Questi pescetti asiatici richiedono un'acqua piuttosto tenera, personalmente taglio dell'osmotica con una percentuale del 15% di acqua del rubinetto lasciata a decantare. E l'acqua del rubinetto di casa mia non é propriamente dura... Quel che si ottiene é che con un pH di 6,5 - 6,8 i pesci sono iperattivi, felici e contenti. Alcuni - prevalentemente giapponesi su internet - riportano valori di pH che si estendono da 6,5 a 7,5. I miei stanno a 6,8 e godono.. :-) Per il resto, KH a 3 o 4 e temperatura costantemente sui 23 gradi. Anche qui, c'é un range piuttosto ampio: di certo, la temperatura in natura varia da un minimo di 20 gradi ad un massimo di 25, ma c'é chi testimonia di averli allevati a 18 come a 27 gradi... Mah!
Dario dario - Foto © Matteo Montalto
Parliamo di cibo; i piccoli Dario dario, date le loro minute dimensioni, si nutrono prevalentemente con cibo molto piccolo... Le loro esigenze alimentari le paragonerei tranquillamente a quelle dei killi: si possono far vivere con granulato/scaglie e surgelato ogni tanto, ma vivono MEGLIO se si va di vivo. Personalmente, non avendo mai molto tempo a disposizione, di tanto in tanto schiudo un pò di naupli d'artemia (che vengono divorati in pochi secondi), e per il resto somministro surgelato vitaminizzato (Artemia, chironomus rossi "piccoli" o sminuzzati, Bosminae Longirostris ecc.). Di tanto in tanto, faccio sbollentare una fetta di zucchina e ne spappolo quantitativi minimi in vasca; i Dario ringraziano, e quando non lo fanno loro, lo fanno le caridine. Proprio a tal riguardo consiglio fortemente di accoppiare caridine e Dario; le mie caridina femmine rilasciano ogni mesetto un sacco di larve, che sono diventate il cibo preferito dei piccoli Dario dario...
Finirei il discorso sui Dario dario parlando di riproduzione; sembra infatti che questa non sia particolarmente difficile da ottenere.
Ma la gabola c'é...:-) Le larve sono davvero piccolissime, é molto difficile identificarle e isolarle. A causa delle loro piccolissime dimensioni (che rendono il mangiare un problema) e della loro sensibilità all'inquinamento, da quanto si legge dai pochi siti degli appassionati sembra che la mortalità degli avannotti sia davvero tremenda... Per ora, vi sono notizie discordanti sul fatto che i genitori predino la prole; c'é chi dice di sì, chi dice di no... C'è da dire che l'atteggiamento tenuto dai maschi di Badis badis di curare per i primi tempi la prole, sembra non essere mantenuto dai Dario dario. Sembra, dalle diverse testimonianze di appassionati che ho raccolto, che i genitori spesso e volentieri snobbino completamente la prole; viene pertanto consigliato generalmente di trasferire i genitori altrove dopo l'accoppiamento.
Dove riproducono? Anche su questo c'é un pò di confusione... Generalmente i Badis badis sono dei "cave spawner", ovvero depongono in cavità o grotte, come molti ciclidi nani sudamericani. Tuttavia, sembra che i Dario dario gradiscano molto di più la vegetazione come substrato di riproduzione. L'allestimento, in fase di preparazione, dovrà tener conto di questo fatto; sarà perciò nostra premura provvedere a piantumare fittamente la vasca e a introdurre in particolare vesicularia dubyana e riccia fluitans, le quali fungono da rifugio per pesci non dominanti e forniscono un substrato per la riproduzione molto gradito. Non dimentichiamo poi che queste piante diventeranno la principale "ancora di salvezza" delle larve, fornendo riparo e cibo (infusori prevalentemente).
Aggiornamento
Primo aggiornamento della pagina: sono riuscito a rintracciare una giovane e bellissima femmina per i miei Dario dario, e c'é da dire che le cose nel mirabellino, come prevedevasi, si sono "movimentate" un pò.
Ho notato sin dai primi giorni che i due pesci che si alternavano come dominanti hanno smesso di tenere questo comportamento. In effetti, uno ha preso definitivamente il sopravvento sull'altro, mostrando una livrea più colorata e appariscente e scacciando il poverello sottomesso ogni volta che quest'ultimo si avvicina al territorio del dominante.
Ciononostante, il sottomesso sembra godere di ottima salute e crescita regolare; la mia opinione personale é che questo aspetti i momenti di distrazione per "divertirsi" un pò con la femmina, più di una volta li ho beccati vicini... :-)))))
La femmina, almeno per ora, sembra "flirtare" maggiormente col dominante, anche se credo sia difficile capire se copulano o meno, poiché le ridottissime dimensioni delle larve ne rendono difficile l'identificazione e per ora ho potuto solo assistere ad alcuni "rituali di corteggiamento".
A questo riguardo, il corteggiamento pre-riproduttivo di questi pesci sembra esser molto simile a quanto ho osservato con i Nothobranchius: il maschio rincorre forsennatamente la femmina, la quale non disdegna le attenzioni del partner, ma neanche gli si concede (per ora.. :-). Di tanto in tanto ho notato che maschio e femmina si "girano intorno", nuotando, ed esibendo la livrea con pinne aperte all'inverosimile. Il maschio fa davvero il "pavone", e di tanto in tanto "scoda" un pò muovendo l'acqua intorno alla femmina.
Questi preliminari per ora sono soltanto interessanti dal punto di vista comportamentale, spero che si risolvano presto in una riproduzione vera e propria. Quando ciò accadrà, non mancherò di mettere online foto e informazioni nel prossimo aggiornamento di questa pagina.
© Matteo Montalto
Per approfondire:

Piccolo compendio di quello che c'è da sapere prima di comprare pesci della famiglia Badidae, i Badis o i Dario, per poterli allevare al meglio, o per non comprarli affatto :-)

Tratto dal sito francese Baillement.com, dedicato allo sbadiglio in tutte le sue forme, vengono qui analizzati e registrati tutti i comportamenti del Badis badis durante il ciclo riproduttivo, dagli sbadigli alla ventilazione delle uova - traduzione in italiano di un articolo di George W. Barlow

Consigli e suggerimenti generali per allevare i Badis badis nella maniera più adatta, rispettando le loro esigenze, e preoccupandosi soprattutto della loro alimentazione, che può presentare qualche problema.

Allevamento dei Badis badis in un acquario ben piantumato, dove sorprendono l'autore quando si accorge che si sono riprodotti - tratto e tradotto da un articolo di Robin Engelkin

Consigli e suggerimenti generali per allevare i Dario dario nella maniera più adatta, rispettando le loro esigenze, e preoccupandosi soprattutto della loro alimentazione, che può presentare qualche problema.

Indicazioni su quali sono le principali somiglianze e differenze tra le due specie Badis badis e Dario dario, che hanno esigenze d'allevamento simili ma diverse.

Articolo esauriente, con belle foto, sull'allevamento e la riproduzione dei Dario dario, ex Badis bengalensis, in un acquario a loro dedicato - tratto e tradotto da un articolo di Arthit Prasartkul

Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere sui Badis e sui Dario, grazie ai i messaggi più interessanti di it.hobby.acquari

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Commenti
Taxa principali

Una tra le specie descritte solo recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.

Come per la maggior parte delle specie della famiglia Badidae non si ha molta documentazione su questa specie che non è molto popolare in acquariofilia.

E' una tra le specie descritte più recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.

Chiamato anche pesce camaleonte, grazie alla sua capacità di cambiare rapidamente la colorazione a seconda dell'umore, non è adatto in genere alle comuni vasche di comunità.

Come la maggior parte dei Badidae, questa specie è scarsamente documentata e deve ancora trovare significativa popolarità in acquariofilia.

Un nuovo pesce percomorfo (Teleostei: Badidae) dal Gats Occidentale, India
Come accade per molte specie della famiglia Badidae, c'è pochissima documentazione relativa a questo pesce

Raro da trovare, chi ha la fortuna di averne una coppia la dovrebbe allevare in un acquario monospecifico, cercando di favorirne la riproduzione.
Come per la maggior parte dei Badidae c'è pochissima documentazione su questa specie, che non ha una significativa popolarità nell'hobby acquariofilo.

Come per la maggior parte dei Badidae c'è pochissima documentazione su questa specie, molto rara da trovare

Specie pressoché sconosciuta in ambito acquariofilo, ha comportamenti ed esigenze paragonabili a quelle del più famoso congenere, Badis badis.

Come per molte altre specie della famiglia, c'è pochissima documentazione su di loro, che comunque hanno esigenze comparabili a quella dei più famosi Badis badis.

Come per la maggior parte dei Badidae, c'è pochissima documentazione relativa a questa specie, che non ha comunque una presenza significativa in acquariofila

Una tra le specie descritte più recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.

Come molte altre dei Badidae, anche questa è scarsamente documentata nella letteratura acquariofila e non ha ancora una significativa popolarità in acquariofilia

Specie descritta solo nel 2015, quindi molto recentemente, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.

Anche questa specie, come molte dei Badidae, ha una scarsissima documentazione che la riguarda, ma nonostante la sua rarità è stata più volte riprodotta in acquario.

E' una tra le più note specie del genere Badis nel commercio acquariofilo, noto con vari nomi commerciali, tra cui Burmese badis e red badis

Come la maggior parte dei Badidae, questa specie è scarsamente documentata e poco popolare in acquariofilia; fino ad oggi è stata esportata solo in numero molto limitato.

Un'altra specie della famiglia Badidae di cui c'è scarsissima documentazione, e che difficilmente troveremo in commercio, essendo stato esportato rarissime volte.

Una tra le specie descritte più recentemente, nel 2015, da Stefano Valdesalici e Stefan Van der Voort.