Una nuova specie di Dario, descritta scientificamente solo nel 2015, molto difficile da trovare in commercio.
Dario huli - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
2.4 cm SL
Quella di Dario huli è una specie descritta scientificamente solo nel 2015, relativamente poco diffusa in commercio. Le specie del genere Dario stanno diventando una scelta molto popolare per i piccoli acquari, anche perché le loro dimensioni ridottissime non li rendono adatti ai comuni acquari di comunità, sia perché sarebbero facile preda di pesci più grandi, sia perché non riuscirebbero comunque ad arrivare al cibo prima degli altri, rischiando seriamente di morire di stenti. Inoltre, in un acquaio molto grande, a causa del loro carattere naturalmente timido e ritroso, si rischierebbe di non vederli mai.
Ricordo però che si parla di acquari piccoli, non microscopici: i Dario sono molto territoriali e a dispetto delle dimensioni, molto aggressivi gli uni contro gli altri, soprattutto maschi (ma anche femmine, al di fuori del periodo riproduttivo) . Il minimo indispensabile per tenere un solo maschio con una o due-tre femmine è una vasca lunga almeno 45 cm, perché ogni "piccolo" Dario deve avere a sua disposizione un territorio di almeno 30 cm quadrati; quindi per alloggiare più di un maschio la vasca deve essere grande proporzionalmente al territorio. Avere meno spazio significa stress e aggressività esasperata, con conseguente aumentata propensione ad ammalarsi e a morire prima di quanto consentirebbe la loro aspettativa di vita.
Spine dorsali (totale): 13; raggi dorsali molli (totale): 9-10; spine anali: 3; Raggi anali molli: 7 - 8; Vertebre: 26.
Dario huli si distingue da tutti congeneri, eccetto da Dario urops, per il fatto di avere una evidente macchia nera sulla base della pinna caudale, e perché i maschi non presentano i lembi anteriori nella pinna dorsale oltre le spine della pinna stessa. Può essere distinto da Dario urops grazie ai seguenti caratteri: banda orizzontale suborbitale assente (vs banda suborbitale presente); una serie di fino a 8 barre nere sul corpo (vs 2-3 barre nere limitate al peduncolo caudale); una macchia ovale sulla pinna caudale con una barra accendino di fronte ad esso, a volte poco appariscente (vs una macchia rotonda con una zona più chiara curvo, alo-simili); 25 scale in una fila laterale (vs 28); 13 + 13 = 26 vertebre (vs 14 + 14-15 = 28-29); 3-5 tubed bilance linea laterale (rispetto a valvole linea laterale scale completamente assente); e denti ipobranchiale 3 (vs assenza di denti) (Rif. 98908).
Dario huli - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
Prima del 2002 la famiglia Badidae comprendeva solo cinque specie, di cui solo Badis badis e, in misura minore, Badis dario (denominato Badis bengalensis da alcune fonti) erano popolari in acquariofilia. Un ampio documento di revisione di Kullander e Britz pubblicato quell'anno ha portato invece alla descrizione di non meno di dieci nuove specie, insieme al nuovo genere Dario in cui è stato spostata e designata specie tipo Badis dario. Il genere Dario attualmente contiene 6 membri, che sono facilmente distinguibili da quelli dei Badis per le ridotte dimensioni degli adulti (di solito meno di 2.5 cm), la colorazione prevalentemente rossa, primi raggi delle pinne dorsali/pettorali estesi nei maschi, taglio dritto (vs. arrotondato) della pinna caudale, mancanza di linea laterale visibile e comportamento dei genitori meno coinvolti nella cura della prole.
I Badidae sono stati storicamente considerati membri della famiglia Nandidae o Pristolepididae e solo nel 1968 Barlow ha proposto un gruppo separato per loro. Condividono alcune caratteristiche con gli Anabantoidei, Nandidae e Channidae; in particolare per ciò che riguarda gli acquariofili, l'abbraccio tipico durante la deposizione delle uova in cui il maschio avvolge il corpo intorno a quello della femmina. Studi più recenti hanno concluso che questa procedura è un antico tratto ereditato da un antenato comune a tutte queste famiglie.
Nel documento di revisione del 2002 è stato dedotto che tutte le specie di Badis, Dario e Nandus condividono un carattere unico, una spina biforcuta sulla penultima vertebra della colonna vertebrale, e gli autori ipotizzano che questo possa rappresentare la prova della monofilia di questo gruppo. Propongono inoltre che la famiglia Nandidae venga limitata all'inclusione solo delle specie del genere Nandus, mentre gli altri generi (Polycentrus, Monocirrhus, Afronandus, Polycentropsis) vengano raggruppati nella famiglia Polycentridae. Seguendo questo sistema, le famiglie Nandidae e Badidae verrebbero separate solo da differenze nella morfologia e nella struttura delle uova, sebbene le relazioni filogenetiche tra loro sono ancora completamente da studiare.
La loro stretta correlazione con il gruppo dei labirintidi ha portato alla loro inclusione nell'ordine Anabantiformes. Tuttavia, la 5a edizione di Fishes of the World classifica la famiglia come sister-taxa degli Anabantiformes, insieme ai Nandidae e ai Pristolepididae in un clade anonimo e non classificato ma monofiletico che è un sister-taxa di Ovalentaria all'interno del più ampio clade Percomorpha.
- Specie territoriale
- Specie che rimane piccola, non adatta alla maggior parte degli acquari di comunità
- Specie predatoria, può predare uova/avannotti
- Specie che spesso non accetta il mangime secco
- Nonostante sia possibile riprodurli in cattività, se allevati nelle giuste condizioni, quelli in commercio provengono quasi sempre dalla cattura in natura. Chiedete sempre al negoziante se i pesci che state per prendere sono di cattura o d'allevamento.
Asia: un piccolo tributario del fiume Tunga a Karnataka, India.
STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
NOT EVALUATED (non valutato)
Ambiente: bentopelagico, acqua dolce. Clima tropicale.
Dario huli si trova a quanto si sa solo in un piccolo torrente d'acqua chiara, un tributario del fiume Tunga, fino a 5 m di larghezza e 2 m di profondità, con fondo sabbioso e grandi rocce e massi. Vive tra la vegetazione che pende nell'acqua lungo gli argini del torrente.
E' stato ritrovato associato a queste specie: Devario malabaricus, Rasbora dandia, Danio rerio, Lepidocephalichthys thermalis, Acanthocobitis cf. mooreh, Pterocryptis wynaadensis, Mastacembelus cf. armatus, Channa cf. gachua, Pseudosphromenus cupanus.
Dario huli in un corso d'acqua dei Ghati Occidentali, in India - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
Dario huli tra foglie di Eriocaulon sp. nei Ghati Occidentali, in India - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
Dimensioni minime dell'acquario: 45x30x35h cm per una coppia o un maschio con 2-3 femmine.
L'ideale è allevarlo in un allestimento ben strutturato con un sacco di copertura e ripari. E' preferibile un substrato di morbida sabbia, anche se è accettabile della ghiaia fine, mentre le piante ideali sono le Cryptocoryne sp. o quelle che possono essere coltivate attaccate agli arredi, come Microsorum, Anubias, o le specie di Taxiphyllum. Quest'ultimo è particolarmente utile in quanto è anche un ideale substrato di deposizione delle uova. Per allevare più maschi ci vuole un'area di base più grande, sono molto territoriali e molto aggressivi l'uno con l'altro. Per essere tranquilli e mostrare il loro naturale comportamento devono essere previsti molti ripari e rifugi, possono essere utilizzati legni, radici, sassi, piante galleggianti e lettiera di foglie.
L'aggiunta di un po' di lettiera di foglie secche (sono adatte foglie di faggio, quercia o mandorlo indiano Ketapang, Terminalia catappa; si può usare anche una miscela di tutte e tre) enfatizza ulteriormente la sensazione naturale e, oltre a offrire dei ripari aggiuntivi per i pesci, induce la crescita di benefiche colonie microbiche mano a mano che avviene la decomposizione. Questa microfauna può fornire una preziosa fonte di cibo secondario per gli avannotti, mentre si ritiene che i tannini e altre sostanze chimiche rilasciate dalle foglie in decomposizione siano utili per le specie di pesci d'acqua nera e non.
Le foglie possono essere lasciate nella vasca fino a che non si decompongono completamente o rimosse e sostituite ogni qualche settimana.
Per acidificare e scurire ulteriormente l'acqua si possono usare anche le pignette di ontano, che hanno ulteriori effetti battericidi e antimicotici, non è necessario utilizzare la torba naturale, la cui raccolta è sia insostenibile che dannosa per l'ambiente.
Molto simile alla fibra di torba è la fibra di cocco, che è essenzialmente un sottoprodotto industriale e soprattutto una risorsa rinnovabile; se ne può lasciar cadere qualche manciata nella vasca. Dopo pochi giorni diventerà completamente satura d'acqua e affonderà sul fondo, dove può sembrare davvero efficace. A condizione che venga praticata una buona routine di mantenimento dell'acqua, non dovrebbero verificarsi effetti negativi utilizzando torba o foglie in acquario.
Preferiscono stare vicino al fondo.
L'acquario dovrebbe essere anche ben coperto, perché non è raro che nel corso delle scaramucce uno dei due contendenti cerchi la fuga saltando via dalla vasca.
Comportamento e compatibilità: Vista la loro rarità in commercio, chi ha la fortuna di ottenere degli esemplari di Dario huli dovrebbero allevarli rigorosamente da soli, in un acquario monospecifico, cercando di portarli alla riproduzione. Non è una specie gregaria, e i maschi possono essere molto aggressivi tra di loro, soprattutto in acquari piccoli. In un ambiente più spazioso può convivere anche un gruppo con diversi maschi, a condizione che vi sia abbastanza spazio per cui ogni maschio possa stabilire un proprio territorio, e moltissimi arredi/piante che spezzino le linee visuali. Il posizionamento accurato di grotte e di elementi che aiutino a stabilire dei confini può aiutare moltissimo in questo senso, quindi ad esempio non siate tentati di raggruppare tutti i siti di riproduzione disponibili in una sola zona della vasca.
Se avete intenzione di inserirli in un acquario di comunità, i compagni di vasca devono essere scelti con cura. Non vanno inseriti ovviamente con pesci molto più grandi che potrebbero mangiarli, ma essendo lento nei movimenti e avendo un carattere ritroso, si farà facilmente intimidire e perderà la competizione alimentare se abbinato con compagni di vasca più grandi o più chiassosi. Potrebbero essere una buona scelta un branchetto di ciprinidi piccoli e pacifici, come Microdevario, Boraras, Trigonostigma, o le specie più piccole di Rasbora, che potrebbero fungere anche da pesci rassicuranti.
Le specie di Dario sono micropredatrici, in natura si nutrono di piccoli crostacei acquatici, vermi, larve di insetto e altro zooplancton.
In cattività dovrebbero essere offerto cibo vivo o congelato di piccole dimensioni, come naupli di Artemia, Daphnia, Grindal, microworm.
Molti esemplari rifiutano completamente il mangime secco, a volte si possono abituare con molta difficoltà, ma non è detto che ci si riesca;
oltretutto il mangime secco da solo non può costituire la sua dieta, va comunque integrato con aggiunte di cibo vivo o congelato perché si mantengano in salute e mostrino la splendida colorazione.
Sono timidi e lenti nel mangiare (occhio ai coinquilini) ed è anche importante ricordare che tutte le specie della famiglia Badidae possono avere problemi di obesità e diventano più suscettibili alle malattie, quando vengono alimentate con chironomus e/o tubifex, quindi devono essere omessi dalla loro dieta.
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Maschio di Dario huli, in natura si trovano tra Eriocaulon e lettiera di foglie in zone con poca corrente - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
Le specie di Dario depongono su substrato e formano coppie temporanee.
Quando entrano nel periodo riproduttivo i maschi intensificano la colorazione della livrea e a fare parate davanti alla femmina per diversi giorni. Il maschio ha un approccio non aggressivo verso la femmina, sembra quasi "invitarla" al centro del suo territorio, e se lei è pronta a deporre lo seguirà. L'atto della deposizione dura solo pochi secondi, e le uova vengono sparse in modo casuale sulla parte inferiore di una superficie solida come la foglia di una pianta.
Dopo la deposizione delle uova la femmina viene cacciata e il maschio si assume la responsabilità esclusiva della difesa del territorio e della cura delle uova.
Se si vuole massimizzare il numero di avannotti da crescere questo è il momento di rimuovere il supporto dove sono state deposte le uova e collocarlo in un contenitore contenente acqua della vasca di deposizione delle uova, in quanto una volta schiuse le uova gli avannotti saranno predati dai genitori.
Il periodo di incubazione dovrebbe durare 2-3 giorni, dopo di che gli avannotti possono richiedere fino a una settimana per assorbire completamente il sacco vitellino. Sono davvero molto piccoli e dovranno essere alimentati con infusori fino a che non saranno abbastanza grandi da accettare microworm, naupli di Artemia, e simili.
Taxa principali
E' una scelta sempre più popolare per i piccoli acquari, anche se la sua territorialità e il temperamento aggressivo non lo rendono adatto a vasche troppo piccole.
Questa specie ad oggi non è ancora presente nel commercio acquariofilo, anche se è allevato da qualche appassionato privato.
Una nuova specie di Dario, descritta scientificamente solo nel 2015, molto difficile da trovare in commercio.
Questa piccola specie si trova sporadicamente in commercio con svariati nomi comuni, e dopo Dario dario è la seconda più piccola specie del genere.
Prima della sua descrizione scientifica, era chiamato Dario sp. "Jaintia Hills" o Dario sp. "Bangladesh", ed è abbastanza raro da trovare in commercio.
Chiamato anche Dario sp. "pyjamas", è stato ufficialmente riconosciuto come una forma di colore di Dario hysginon, ma molte fonti continuano a considerarlo a sé stante.
Questa specie non è ancora entrata nel commercio acquariofilo, ma ne sono stati allevati diversi esemplari da un gruppo di acquariofili privati.
Riferimenti & Link
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la scheda su Fishbase
Dario huli, a new species of badid from Karnataka, southern India (Teleostei: Percomorpha: Badidae) - Ralf Britz, Anvar Ali 2015
(Semanticscholar.org)
L'Atlante di Aquarium di Rudiger Riehl e Hans A. Baensch, Edizioni Primaris, è uno dei libri fondamentali nella biblioteca di ogni acquariofilo. Ci sono molte indicazioni in generale sull'allestimento ed il mantenimento dell'acquario, ma la parte fondamentale è costituita dalle più di 600 schede illustrative delle specie di pesci più diffuse in commercio, schede che seppure nella loro brevità riescono a dare indicazioni utilissime per il loro allevamento, mantenimento e riproduzione.
Aquarium Atlas v.1 - Aquarium Atlas v.2 - Aquarium Atlas v.3 - Aquarium Atlas v.4
Edizione inglese dell'Atlante di Aquarium di Rudiger Riehl e Hans A. Baensch, Edizioni Primaris. I volumi successivi al primo non mi risulta siano mai stati tradotti in italiano.
Identificazione ed elenco delle esigenze di cura principali delle varietà più popolari di pesci d'acquario d'acqua dolce
L'Aquarium Atlas Photo Index 1-5 di Baensch & Fischer è un libro, come già dice il titolo, "fotografico", che presenta le foto di più di 4000 specie d'acqua dolce e salmastra, con alcune indicazioni molto schematiche dei valori dell'acqua per l'allevamento e la riproduzione. Certamente di non grande aiuto per conoscere meglio le specie che si hanno, ma semmai per avere una panoramica delle specie appartenenti ai vari generi e famiglie e per l'identificazione delle loro caratteristiche.
Collegamenti & Legenda
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I Dario huli in acquario e in natura - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
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