Sembra che i Devario malabaricus siano in realtà tutti i pesci venduti come Devario aequipinnatus
Devario malabaricus - Foto © Hristo Hristov
5 - 8 anni
12.0 cm TL
Dati genetici e morfologici hanno rivelato che il pesce nel mercato degli acquari che viene solitamente definito "danio gigante" ed etichettato con il nome scientifico Devario aequipinnatus nella maggior parte della letteratura d'acquario più antica è in realtà Devario malabaricus.
Queste due specie nominali sono spesso confuse, ma anche le loro identità stesse non sono chiare, in particolare quella di Devario aequipinnatus, dal momento che il disegno che accompagna la descrizione originale di McClelland raffigura un pesce con una pinna caudale profondamente biforcuta ma con un disegno della livrea completamente uniforme, senza riferimenti a qualsiasi disegno nella pinna caudale o a strisce sul corpo.
Devario malabaricus possiede un corpo moderatamente profondo, 35-38 squame nella linea laterale, almeno 15 raggi nelle pinne dispari, un complesso scheletro assiale, una macchia cleitrale estesa verticalmente e una striscia P che si estende fino alla biforcazione della pinna caudale, mentre Devario aequipinnatus ha probabilmente un corpo meno profondo, 31-34 squame nella linea laterale, 13 raggi nelle pinne dispari, una macchia cleitrale ben definita e arrotondata, e una striscia P centrale sui fianchi che probabilmente non si estende nella pinna caudale, ma piuttosto termina alla sua base.
Le due specie sono separate anche geograficamente, Devario malabaricus infatti è originario della penisola indiana mentre Devario aequipinnatus abita il sistema del fiume Brahmaputra nell'India nordorientale.
Devario malabaricus fa parte di un gruppo di congeneri dall'aspetto simile e dal corpo profondo, con un disegno della livrea blu e giallo, che comprende, tra le altre specie nominali, Devario anomalus, Devario assamensis, Devario devario, Devario ostreographus, Devario regina.
Negli ultimi anni si è presa l'abitudine di fare riferimento alle strisce sul corpo e sulle pinne dei Danionidae come segue:
- Striscia P: o "striscia pigmentata" è la striscia laterale centrale e scura sul corpo, che in alcune specie si estende nella pinna caudale. Le strisce sopra di essa sono numerate P+1, P+2, ecc. mentre quelle sotto P-1, P-2, P-3.
- Striscia A: la striscia centrale sulla pinna anale; la striscia prossimale (sopra di essa) è A+1 mentre la striscia distale (sotto di essa) è A-1.
- Striscia D: la striscia sottomarginale della pinna dorsale.
Seguendo Fang (2003) le specie del genere Devario sono caratterizzati da: possesso di una striscia P che si estende sul raggio mediano della pinna caudale; un corto barbiglio mascellare (assente in alcune specie); assenza della striscia A (una striscia meno distinta, relativamente ampia è presente in alcune specie, ad esempio Devario acrostomus, Devario annandalei, Devario xyrops); un breve processo premascellare (fessura nella mascella superiore) con una piccola apofisi (tubercolo osseo) che tocca l'osso cinetmoide; infraorbitale 5 non o leggermente ridotto.
L'attuale nome del genere Devario è in uso solo dal 2003, in precedenza i membri erano considerati appartenenti al genere Danio.
Le filogenesi più antiche e molecolari tendevano a convenire che quest'ultimo rappresentasse un gruppo monofiletico, costituito da due clade (gruppi) maggiori; il raggruppamento "Danio devario" che conteneva le specie più grandi e dal corpo più profondo e il clade "Danio rerio" che comprendeva i pesci più piccoli e più snelli.
Tuttavia nel 2003 Fang Fang condusse uno studio più dettagliato basato su caratteri morfologici, che includevano anche membri di altri generi correlati, e i risultati suggerirono per la prima volta che il genere Danio come precedentemente considerato rappresentasse un raggruppamento polifiletico, cioè non tutti i membri derivavano da un unico antenato comune.
Di conseguenza fu proposto il nome di genere Devario per le specie più grandi, lasciando il nome di genere Danio per le specie più piccole, anche se secondo Kottelat (2013) quest'ultimo dovrebbe essere usato solo per la specie tipo, Danio dangila, con la maggior parte degli ex membri inseriti nei generi riconfermati Brachydanio e Celestichthys.
Questi risultati sono stati supportati da successive analisi filogenetiche (per esempio Mayden et al., 2007), anche se il genere Devario ha subito ancora un piccolo rimescolamento, in particolare dopo Fang et al. (2009) e Kottelat (2013), ma non sono stati considerati da altri studi successivi, di Kullander e Noren, che hanno ribaltato le conclusioni su Brachydanio e Celestichthys, ritornati sinonimi di Danio.
Fang et al. (2009) ha messo in sinonimia con Devario due specie che in precedenza costituivano il genere Inlecypris, e tre specie precedentemente incluse in Microrasbora sono state trasferite nel nuovo genere Microdevario basato sul possesso di sinapomorfie condivise con Devario. È stata anche ipotizzata l'esistenza di un clade monofiletico costituito dai generi Devario, Chela, Laubuka, Microdevario e Microrasbora, una teoria sostenuta nello studio più recente di Tang et al. (2010), dove anche il genere Betadevario (Pramod et al., 2010) viene annidato all'interno di questo gruppo.
Kottelat (2013) ha riconvalidato il genere Inlecypris notando che l'evidenza filogenetica suggeriva l'esistenza di due linee genetiche all'interno del genere Devario. La prima contiene le specie con strisce laterali prominenti, lascia i rimanenti membri (Devario apogon e Devario chrysotaeniatus) di incerta collocazione tassonomica. Inoltre, un certo numero di specie a strisce condividono un disegno di colore comprendente una striscia di forma mediana sulla metà posteriore del corpo con alcune barre nella parte anteriore e macchie dorate tra di loro. Queste potrebbero eventualmente essere inserite in un genere separato per il quale è disponibile il nome Parabarilius.
Gruppo di Devario malabaricus in acquario - Foto © Blaise (Wikimedia)
Devario malabaricus, Malabar danio - Foto © Pmalkowski at English Wikipedia
Asia: costa occidentale di India e Sri Lanka. È stato ampiamente trasportato in tutto il mondo attraverso l'industria del commercio di pesci d'acquario.
La specie Devario malabaricus è stata descritta come proveniente da "Malabar, India", e attualmente è accettato che sia distribuita in tutta la penisola indiana e nello Sri Lanka, anche se in realtà potrebbe essere limitata ai drenaggi dell'India occidentale e forse anche allo stato del Kerala (R. Kumar, pers. comm.).
È probabile che l'estensione precisa della sua distribuzione venga risolta solo con ulteriori studi.
STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
LEAST CONCERN (minima preoccupazione)
- Giant Danio: la distribuzione e lo stato della specie in natura, sul sito della IUCN Red List, il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il mondo.
Ambiente: bentopelagico, acqua dolce. Clima tropicale.
Devario malabaricus abita ruscelli di collina e parti superiori di piccoli fiumi contenenti acqua chiara e ben ossigenata, con substrati di ghiaia e rocce di dimensioni variabili e vegetazione marginale pendente sull'acqua.
Il flusso d'acqua, il volume e la torbidità sono molto variabili a seconda del periodo dell'anno e alcune popolazioni sopravvivono nelle pozze rimanenti durante la stagione secca.
Nel fiume Cauvery, nello stato del Karnataka, le specie simpatiche di Devario malabaricus dell'India meridionale includono Barilius gatensis, Puntius bimaculatus, Pethia conchonius, Rasbora daniconius, Schistura semiarmatus, Lepidocephalichthys thermalis, Aplocheilus blockii, Aplocheilus lineatus, Aplocheilus panchax, Badis sp., Channa gachua, Channa punctata, Glossogobius giuris, Mastacembelus armatus, Oryzias dancena, Parambassis ranga.
Devario malabaricus e Waikhomia sahyadriensis in un corso d'acqua nei Ghati orientali in India - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
Devario malabaricus in un corso d'acqua nei Ghati orientali in India - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
Devario malabaricus in un corso d'acqua nei Ghati orientali in India - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
18 - 25°C
Dimensioni minime dell'acquario: 120x45x45h cm dovrebbe essere il minimo da considerare per un gruppo di almeno 8-10 esemplari.
Non è difficile allevare Devario malabaricus in un acquario ben mantenuto, anche se l'ideale sarebbe un allestimento progettato in modo da assomigliare ad un torrente che scorre (fiume-acquario) o ad un fiume, con un substrato di rocce di dimensioni variabili levigate dall'acqua, sabbia, ghiaia fine e anche alcuni piccoli massi. Si possono posizionare ulteriormente radici o rami, con piante robuste come Microsorum, Bolbitis o Anubias attaccate agli arredi. Poiché in natura si trova in habitat incontaminati, è intollerante all'accumulo di inquinanti organici e richiede acqua pulitissima per mantenersi in salute, come accade a tutti i pesci provenienti da acque correnti.
Anche se non è necessaria una corrente molto forte, sta senz'altro meglio se c'è un'alta percentuale di ossigeno disciolto e un moderato movimento dell'acqua. Dovrebbero essere considerati di routine cambi d'acqua settimanali del 30-50% del volume dell'acquario, e quest'ultimo deve avere un coperchio molto aderente perché come tutti i Devario sono ottimi saltatori.
Comportamento e compatibilità: Devario malabaricus non è un pesce aggressivo, ma può stressare molto i compagni di vasca lenti o timidi con la sua costante attività e il vigoroso comportamento d'alimentazione, ed è quindi più appropriato per gli acquari più grandi contenenti pesci robusti e di dimensioni simili. Ci sono molte scelte adatte tra cui molti ciprinidi, botia e cobitidi, pesci gatto e caracidi, anche se come sempre quando si seleziona una comunità di pesci compatibili è essenziale fare ricerche accurate, per evitare futuri problemi.
È una specie di branco per natura e deve essere allevato in gruppi di almeno 8-10 esemplari. Allevarli in numeri decenti non solo renderà i pesci meno nervosi, ma si tradurrà in un aspetto e un comportamento più efficaci e naturali.
Qualsiasi aggressività sarà contenuta, in quanto i pesci saranno concentrati nel mantenere la loro posizione gerarchica all'interno del gruppo, inoltre i maschi tendono a mostrare colori migliori in presenza di rivali.
E' una specie carnivora, che quasi certamente in natura preda principalmente gli insetti e le loro larve.
In cattività tuttavia è tutt'altro che selettivo ed accetta facilmente anche il mangime secco. Può essere utilizzato come dieta base un mangime secco di buona qualità , ma questo dovrebbe essere integrato con pasti regolari di piccoli cibi vivi e/o congelati come lombrichi, Daphnia, Artemia, ecc., per una migliore colorazione e condizionamento.
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Le femmine sessualmente mature dovrebbero avere un ventre più arrotondato, essere meno colorate e un po' più grandi dei maschi.
Come la maggior parte dei piccoli ciprinidi, le specie di Devario disperdono le uova in acqua e non presentano cure parentali.
Quando sono in buone condizioni si riproducono spesso, e in un acquario ben piantumato e maturo è possibile che possa iniziare a comparire qualche avannotto anche senza alcun intervento. Tuttavia, se si desidera massimizzare il numero di avannotti sopravvissuti, è necessario un approccio più controllato.
Il gruppo degli adulti può essere condizionato insieme, ma deve essere installato e riempito con acqua matura un acquario più piccolo con una base di almeno 60 x 30 cm, che dovrebbe essere illuminato molto poco e avere la base coperta con una sorta di rete in grado di far passare le uova ma di non farle raggiungere dagli adulti. In alternativa, si può riempire la maggior parte dell'acquario con piante a foglie fini come Taxiphyllum o usare i mop da deposizione.
L'acqua dovrebbe avere un pH leggermente acido-neutro con una temperatura sui 26°C, e un filtro a spugna ad aria o una pietra porosa dovrebbero fornire ossigeno e movimento dell'acqua.
Quando gli adulti sono ben condizionati e le femmine appaiono gravide, devono essere introdotte una o due coppie nell'acquario così allestito. La deposizione delle uova avviene normalmente entro 24 ore, con la femmina che tende ad apparire visibilmente più magra dopo l'evento; dopo 48 ore gli adulti dovrebbero essere rimossi, indipendentemente dal fatto che questo sia osservato o meno.
L'incubazione dipende dalla temperatura, ma in genere dura 24-36 ore con i piccoli che raggiungono il nuoto libero pochi giorni dopo. Il cibo iniziale deve essere molto piccolo, parameci o simili, introducendo naupli di Artemia, microworm, cibi secchi in polvere, ecc., una volta che gli avannotti sono abbastanza grandi per accettarli.
Taxa principali
Sembra che i pesci venduti come Devario aequipinnatus siano in realtà Devario malabaricus.
E' una specie abbastanza comune in commercio, e ne esistono forme riprodotte selettivamente.
Sembra che i Devario malabaricus siano in realtà tutti i pesci venduti come Devario aequipinnatus
Riferimenti & Link
la scheda su FishBase
la scheda completa su Seriouslyfish.com
Edizione Inglese - di McClelland John D 1883
ZEBRAFISH: An Essential Owner’s Manual To The Zebra Fish Care & Management
Edizione Inglese - di REUBEN J. THOMPSON - Questo libro spiega da dove provengono i danio zebra e come prendersene cura adeguatamente, dall'allestimento dell'acquario alla cura e alle necessità alimentari, per garantire che prosperino.
Edizione Inglese - di Kyler Nicholas - In questo libro troverete tutto ciò da sapere sull'allevamento, la cura e la comprensione del comportamento e della personalità degli Zebra Danio. Dalla creazione di un habitat adatto all'alimentazione e al mantenimento della loro salute, questa guida vi fornirà le conoscenze e gli strumenti necessari per far prosperare questi bellissimi pesci.
Collegamenti & Legenda
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Per saperne di più...
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Racconto di un viaggio in India, alla ricerca di Etroplus canarensis, il ciclide indiano più raro e difficile da trovare - tratto e tradotto da un articolo di Vinny Kutty
Eriocaulon sp. nei Ghati Occidentali, in India - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
Devario malabaricus in un corso d'acqua nei Ghati orientali in India - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
Devario malabaricus, Giant danio - Foto © Frank Schäfer (Aquarium Glaser GmbH)
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