(Eigenmann, 1909)

Questi pesci trascorrono quasi tutto il loro tempo appena sotto la superficie dell'acqua, anche se a volte è possibile vederli a mezz'acqua, e possono fare salti straordinari.

Pesce accetta d'argento, Gasteropelecus levis - Foto © Tropical-fish-keeping.com

Silver Hatchetfish, Pesce accetta
Pterodiscus levis

5 - 6 anni

3.5 cm SL

La specie Gasteropelecus levis è un pesce d'acqua dolce della famiglia Gasteropelecidae, comunemente chiamati pesci accetta, a causa della forma del loro corpo, dalla chiglia impressionante, che si è evoluto in modo tale grazie al possesso di una cintura pettorale allargata e fortemente muscolosa, che ricorda la forma di un'ascia da guerra. Trascorre quasi tutto il suo tempo in corrispondenza o appena sotto la superficie dell'acqua, anche se a volte è possibile vederli a mezz'acqua, quando si dà il cibo o quando si sentono minacciati. Come gli altri pesci accetta d'acqua dolce, è rinomato per la sua capacità di saltare dalla superficie dell'acqua coprendo distanze di diversi metri. Questo comportamento è utilizzato sia per la cattura di insetti volanti che per sfuggire da potenziali predatori.

I Gasteropelecus levis possono essere molto delicati all'inizio, freschi di importazione, ma una volta acclimatati dimostrano di essere degli ottimi abitanti per l'acquario. Spesso sono confusi con i pesci accetta comuni, Gasteropelecus sternicla, anche perché etichettati come 'pesci accetta argento' nei negozi si può trovare qualsiasi specie di pesce accetta.

Secondo la descrizione iniziale di Eigenmann, questa specie (a differenza delle altre nel genere) non presenta denti mascellari, e per questa ragione era stato eretto il genere Pterodiscus (che in greco significa 'disco alato'). Weitzman (1960) però ha collocato la specie nel genere Gasteropelecus ed ha invalidato Pterodiscus, in quanto c'era già un genere botanico chiamato così, eretto da Linneo nel 1753.

I Gasteropelecidae sono comunemente indicati come "pesci accetta d'acqua dolce" a causa della forma del loro corpo, dalla chiglia impressionante, che si è evoluto in tal modo grazie al possesso di una cintura pettorale allargata e fortemente muscolosa, che ricorda la forma di un'ascia da guerra.

In passato si diceva che fossero in grado di volare sulla superficie dell'acqua, planando sopra la superficie sbattendo le pinne pettorali, in realtà questo non è vero, ed è stato smentito da Wiest (1995) che ha utilizzato la video fotografia ad alta velocità per dimostrare che le pinne pettorali sono si utilizzate per lasciare l'acqua, ma non mentre il pesce è in aria. L'azione è più accuratamente descritta come un potente salto, ed è in realtà una risposta ad un qualcosa che viene percepito come minaccia e che appare utilizzato solo in casi estremi, così come in molti altri pesci.
Il ricercatore ha anche visto che i pesci sembrano in grado di saltare solo una o due volte prima di richiedere un periodo di riposo, a causa della grande quantità di energia necessaria per il lavoro dei massicci muscoli pettorali; quando sono affaticati la loro risposta alle minacce è paragonabile a quella di altre piccole specie che si immergono verso il fondo.
Inoltre da testimonianze raccolte da acquariofili allevatori di questi pesci e dagli ittiologi che lavorano nel campo, sembra che i gasteropelecidi saltino raramente, e che tendano a non farlo in acquario, neanche quando vengono inseguiti con un retino. Però se si lascia l'acquario scoperto durante la notte, è facile trovare al mattino uno più pesci accetta sul pavimento, per cui chiaramente possono saltare quando vogliono.

La famiglia Gasteropelecidae è distinta dagli altri Caraciformi dalla seguente combinazione di caratteri: osso frontale longitudinale ondulato con una forte cresta longitudinale; post-temporale e sovracleitro fusi in un unico osso; pinne pelviche e ossa associate minute; presenza di una regione del cingolo pettorale allargata, fortemente convessa e muscolare, composta da coracoidi notevolmente ampliati fusi in un singolo osso mediano ondulato; linea laterale che si estende nel ventre posteriore avvicinandosi all'inserzione della pinna anale; 0-2 o 3 squame dietro la testa e una o pochissime squame alla base della pinna caudale; 10-17 raggi nella pinna dorsale; 22-44 raggi nella pinna anale; pinna adiposa presente nelle specie più grandi (Gasteropelecus e Thoracocharax), assenti nelle specie più piccole (Carnegiella).
Attualmente contiene tre generi:

  1. Thoracocharax, il genere più primitivo e distinguibile per la sua impressionante chiglia, contiene due specie, Thoracocharax securis e Thoracocharax stellatus.
  2. Gasteropelecus contiene tre specie, Gasteropelecus sternicla, Gasteropelecus levis e Gasteropelecus maculatus. Questi due generi contengono i pesci accetta dalle dimensioni più grandi, e presentano una colorazione argentata; Gasteropelecus sternicla è la specie che si può trovare più spesso in commercio di queste cinque specie, anche se etichettato come 'pesce accetta argentato' può essere venduta una qualsiasi delle specie.
  3. Il terzo genere, Carnegiella, contiene quattro specie descritte che sono le specie più derivate ​​o specializzate tra i pesci accetta, sono tutte più piccole nelle dimensioni e mancano della pinna adiposa.

Quello dei Characiformes è tra gli ordini di pesci d'acqua dolce più diversificati, attualmente comprende quasi 2000 specie valide distribuite in 19 famiglie. Questa enorme diversità tassonomica e morfologica ha storicamente compromesso la capacità dei ricercatori di risolvere le loro relazioni genetiche, e molti generi sono rimasti incertae sedis. Un ulteriore fattore limitante è stato che in molti casi l'unico modo per risolvere tali problemi è quello di uno studio esaustivo su base individuale.
Tuttavia, le moderne tecniche filogenetiche molecolari hanno consentito alcuni progressi e due documenti di ricerca di Javonillo et al. nel 2010 e Oliveira et al.nel 2011, hanno rivelato alcune ipotesi interessanti. I risultati del primo suggeriscono che Gasteropelecus forma un clade monofiletico nidificato all'interno della famiglia Characidae, mentre il secondo si è ampliato su questo e ha concluso che all'interno della famiglia Gasteropelecidae il genere Carnegiella è il gruppo gemello di Gasteropelecus, con il genere Thoracocharax strettamente correlato a quel clade, e che Gasteropelecidae appare più strettamente correlato ai Bryconidae espansi dagli autori ,che contengono i generi Brycon, Henochilus e Salminus.
Altri studiosi, come Oliveira et al. (2011), hanno concluso che anche la famiglia Erythrinidae è strettamente correlata a questo raggruppamento, metre Hepsetidae e Alestidae ne sono più distanti.

Etimologia: Gasteropelecus: deriva dal greco gaster [= stomaco] e pelecus [= ascia, accetta], in riferimento alla forma del corpo ad accetta; levis deriva da latino levis che significa liscio. Secondo i suoi appunti, Eigenmann collocò questa specie nel suo nuovo genere Pterodiscus unicamente sulla base della mancanza di denti mascellari; alcune fonti indicano che questo sia il riferimento per "liscio".

  • Specie timida e schiva, non adatta agli acquari di comunità
  • Specie che deve vivere in gruppo
  • Specie non riprodotta in cattività, gli esemplari in commercio provengono tutti dalla cattura in natura. Chiedete sempre al negoziante se i pesci che state per prendere sono di cattura o di allevamento.

Sud America: bacino inferiore del Rio delle Amazzoni, in Brasile.

La località tipo è "Belem do Para, Brasile" e Gasteropelecus levis si trova solo nel basso bacino del Rio delle Amazzoni nello stato del Pará, in Brasile, comprese le parti inferiori di Rio Tocantins e Rio Guamá.

NOT EVALUATED

STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
NOT EVALUATED (non valutato)

Ambiente: pelagico, acqua dolce. Clima tropicale.
I Gasteropelecus levis si trovano principalmente nelle acque aperte di grandi igarapé, torrenti e laghi alluvionali

Dimensioni minime dell'acquario: 80x40x40h cm per un gruppo di minimo 8-10 esemplari.
Coprite una buona parte della superficie dell'acqua con piante galleggianti, per rendere questa timida specie meno ombrosa. I Gasteropelecus levis prediligono anche avere un po' di corrente contro cui nuotare. Gli altri arredi non sono particolarmente critici, questi pesci stanno bene sia in acquari fittamente piantumati che in acquari stile biotopo Amazzonico, con rami, legni, un substrato di sabbia e un po' di lettiera di foglie secche. Assicuratevi che il coperchio copra bene tutto l'acquario, in quanto sono capaci di fare salti di diversi metri.

Comportamento e compatibilità: I Gasteropelecus levis sono pesci molto pacifici, ma possono essere nervosi e timidi, e non competono bene per il cibo con specie vivaci e chiassose. Buoni compagni di vasca possono includere altri piccoli pesci che popolano diverse parti dell'acquario, ad esempio tetra e ciclidi nani, o pesci gatto come Corydoras e i Loricaridi più piccoli. Ne vanno sempre acquistati un grande gruppo, l'ideale sarebbe 10 o più, in quanto sono sottoposti a forte stress se non hanno la sicurezza della presenza dei conspecifici.

20 – 28°C

pH: 5.0 – 7.5
Durezza: 18 – 215 ppm

In natura Gasteropelecus levis si nutre di insetti sulla e probabilmente sopra la superficie dell'acqua, e di crostacei e vermi. Uno studio effettuato su Thoracocharax stellatus (Netto-Ferreira et al, 2007) ha stabilito che il 99,6% della dieta consisteva di insetti, e la maggior parte (87,6%) di questi erano terrestri. 
A volte appena inseriti in vasca dopo averli comprati sono un po' riluttanti ad accettare il mangime secco, il che comprova che la maggior parte degli esemplari in vendita proviene dalla cattura in natura, ma di solito imparano ad accettarlo nel corso del tempo. Una gran parte della loro dieta dovrebbe consistere di alimenti surgelati e/o vivo, come chironomus e daphnia; i moscerini della frutta Drosophila ben nutriti prima sono un ottimo alimento, se disponibile.

Specie ovipara, che disperde le uova in acqua senza cure parentali
Dimorfismo sessuale

Le femmine hanno un corpo notevolmente più rotondo di rispetto ai maschi quando sono piene di uova.

Riproduzione

Le modalità di riproduzione di Gasteropelecus levis sono sconosciute per questa specie, ma probabilmente si riproduce in modo simile a Carnegiella strigata

Riferimenti & Link

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Questo articolo ci porta attraverso alcune delle specie più popolari disponibili in commercio e soprattutto offre suggerimenti per alternative che hanno più probabilità di essere allevate con successo nella media degli acquari domestici - tratto e tradotto da un articolo di Injaf

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