Un articolo completo su Jordanella floridae, un pesce a volte trascurato e incompreso, con osservazioni dettagliate di diversi comportamenti di riproduzione e un suggerimento sulle loro ragioni.
Tratto e tradotto dall'articolo
"Jordanella floridae, The American-Flag Fish"
di Wright Huntley
su Aquarticles.com
Jordanella floridae - Foto © Mark Smith
Descritto da Tutaj (9) come "Una bellezza americana", per l'autore dell'articolo, Wright Huntley, questo mangia-alghe sorprendentemente grazioso e pacifico meriterebbe una considerazione migliore. Infatti. delle centinaia di specie di killi allevate e propagate da specialisti dedicati, pochissime si qualificano come pesci adatti per l'acquariofilo più occasionale, e tra questi spicca proprio il pesce bandiera americana, Jordanella floridae. Frainteso, identificato in modo improprio e spesso descritto in modo impreciso nella letteratura acquariofila, questo killi non annuale secondo Wright Huntley meriterebbe il posto in molte vasche di comunità che gli è stato negato da una reputazione immeritata.
Pur mangiando le alghe come il miglior mangia-alghe siamese, Crossocheilus sp., è bello, robusto ed estremamente tollerante alle diverse condizioni dell'acqua. Molto apprezzato in Europa, lo è meno in America, forse perché troppo vicino a casa, come sospetta l'autore dell'articolo, per essere apprezzato adeguatamente.
Jordanella floridae, il pesce bandiera americano - Foto © Konrad P. Schmidt
Nativo della costa del golfo degli Stati Uniti, ma principalmente della Florida, originariamente era stato ritenuto un ciclide, era stato identificato come un persico sole. Attualmente è considerato come l'unica specie del genere monotipico Jordanella, ma mantiene la sua strana somiglianza comportamentale sia con il persico sole Lepomis gibbosus che con alcuni gruppi di ciclidi. Il raggio dorsale spinoso è unico tra i Cyprinodontidae.
L'unico momento in cui Jordanella floridae mostra una belligeranza superiore a quella di un molly, è durante il corteggiamento e quando sorveglia le uova. In quel momento, qualsiasi invasore territoriale, compresa la femmina, è a rischio di gravi danni da parte di un maschio particolarmente violento. Questo non è diverso da quanto accade per quasi tutti i ciclidi.
Il nome del genere onora David Starr Jordan, il primo presidente della Stanford University. Il nome della specie invece deriva dallo stato in cui è più prevalente.
L'abitudine di spedire esemplari selvatici dalle aree di raccolta selezionate in Florida, ha lasciato la specie libera dal predominio di brutte mutazioni che hanno rovinato molti altri buoni pesci d'acquario. I tipici Jordanella floridae di oggi sono probabilmente identici agli esemplari così entusiasticamente accolti in Europa oltre 70 anni fa. Purtroppo però la scarsa conoscenza delle esigenze di questi pesci li hanno spesso trasformati da splendidi cigni in brutti anatroccoli.
Come nella maggior parte dei killi, il maschio e la femmina di Jordanella floridae hanno un aspetto diverso, ma la loro colorazione è molto variabile, ed entrambi possono essere piuttosto opachi e scialbi se allevati nelle condizioni sbagliate. Il loro comportamento è interessante quanto il loro aspetto. In questo articolo, l'autore propone un'ipotesi per rispondere alla domanda sul perché ci siano così tante descrizioni contrastanti di questa specie, sia per quanto riguarda l'allevamento che la riproduzione. Vengono descritti il comportamento riproduttivo in due ambienti diversi e il loro comportamento generale, e viene avanzata una proposta per definire le condizioni corrette per mantenere e riprodurre Jordanella floridae.
Aspetto
Il corpo è molto più corto e più compresso lateralmente rispetto alla maggior parte degli altri ciprinodonti. Le esclusive pinne spinose e il corpo insolito lo qualificano per un genere separato. Il corpo di entrambi i sessi è simile, con le dimensioni del maschio circa il 25-30% più grandi della femmina (7,5 cm contro 3,5 cm). La forma appiattita simile al persico sole Lepomis gibbosus, con pinne dorsali e anali spostate verso la parte posteriore, gli conferisce una silhouette inconfondibile. E' sicuramente il più colorato tra i pesci d'acquario autoctoni del Nord America. Wright Huntley non ha dubbi: l'origine, la forma unica e i colori vivaci dovrebbero qualificare Jordanella floridae come il pesce distintivo nel logo AKA, piuttosto che come un pesce che viene raramente tenuto dalla maggior parte degli acquariofili moderni appassionati di killi. Il particolare schema cromatico del maschio è un motivo in più per cui si dovrebbe esporlo con orgoglio come logo.
Maschio e femmina di Jordanella floridae, il pesce bandiera americano - Foto © Steve Coach
In una vasca ben illuminata e piantumata, il maschio di Jordanella floridae assume l'aspetto che porta al nome comune. Wright Huntley ribadisce che "American-Flag Fish" richiede il trattino di un aggettivo composto, quindi pesce bandiera americana, non pesce bandiera americano, perché il maschio sembra indossare il gagliardetto nazionale. Quasi tutti gli altri autori e redattori sembrano invece non cogliere questo semplice punto grammaticale. Con strisce rosse sui lati e un quadrante anteriore superiore di un blu intenso, la somiglianza è inquietante. La macchia verde-bianca iridescente su ogni squama crea le stelle nel campo blu, così come le file "bianche" tra le strisce rosse. I bordi superiore e inferiore delle squame sono rosso vivo, formando strisce solide, orizzontali, rosso brillante. Le pinne impari trasparenti sono di un azzurro cielo pallido, ma la dorsale e l'anale sono così ricoperte di macchie rosse e il rosso è la tonalità dominante.
Femmina di Jordanella floridae, il pesce bandiera americano, che sfoggia il falso ocello - Foto © Steve Coach
La femmina di Jordanella floridae sfoggia un falso ocello al centro del fianco, direttamente sotto l'inizio della pinna dorsale, e un altro nella base posteriore della pinna dorsale. Il suo colore di base va dal marrone chiaro al grigio, e solo la parte centrale di due o tre file di squame può avere una lucentezza verde iridescente simile a quella dei maschi. Entrambi i sessi hanno una capacità camaleontica di cambiare colori e motivi della livrea. A volte a scacchiera, poi barrata verticalmente, l'aspetto più bello è quando lo spot centrale appare riecheggiato più volte verso la pinna caudale, ogni punto con meno contrasto man mano che ci si avvicina alla coda. Al culmine della passione riproduttiva, possono diventare di un giallo brillante burroso, con quasi nessuna marcatura scura sul corpo. L'ocello sui fianchi dei maschi è ancora presente, esattamente all'angolo retto del campo di stelle blu. Non è così netto e ben definito come nelle femmine. Mentre il maschio perde la sua macchia dorsale man mano che cresce, quella della femmina diventa nera come la pece e con un'iride bianca brillante, che rende l'ocello più simile al suo occhio, il che dovrebbe confondere molti predatori.
Il maschio fa lampeggiare le sue pinne spaiate rosso vivo, per attirare l'attenzione della femmina, e le usa nell'accoppiamento vero e proprio come descritto di seguito. La bocca rivolta verso l'alto ha delle "labbra" piuttosto larghe e grasse. I suoi denti affilati sono in grado di fare dei bei morsi alle foglie delle piante, se non sono presenti abbastanza alghe, riccia e lemna per soddisfare la sua voglia di materia vegetale. Il loro viso ha un'espressione che alcuni hanno descritto come "da rana".
Comportamento
Come molti pesci parzialmente vegetariani, il comportamento di routine è una lenta e tranquilla ricerca di alghe e una posizione di riposo calma tra le piante galleggianti in superficie. Nelle vasche meno profonde, la posizione di riposo può essere più vicina alle basi delle piante. Se si forma una coppia, i due trascorreranno la maggior parte del tempo non riproduttivo in stretta vicinanza, con molti affettuosi sfioramenti e toccamenti, e senza permettere all'altro se non raramente di uscire dal proprio raggio visivo. Raramente molestano altri pesci, e anzi le specie più aggressive possono far sì che i Jordanella floridae diventino timidi e si nascondano. Come molti killi, i giovani diventano frenetici quando sono spaventati, ma questo tende a scomparire con l'età. I piccoli sono spesso molto difficili da vedere, schizzano via immediatamente per ripararsi a qualsiasi avvicinamento alla vasca. Il comportamento più sorprendente è durante l'accoppiamento, descritto in dettaglio di seguito. Il comportamento di deposizione delle uova è radicalmente diverso in condizioni diverse, il che ha portato a molta confusione nella letteratura (1,3-8,10). Si spera che questo rapporto inizi a chiarire questo punto e che gli sforzi futuri possano procedere in una direzione migliore. La maggior parte dei riferimenti citati contiene alcuni errori materiali e bisognerebbe considerare attendibili solo i riferimenti sul sito dell'AKA (2, 9). In particolare, i maschi sono più grandi delle femmine, hanno colori molto vivaci, non "corrono" in giro per la vasca e non molestano gli altri pesci, nonostante le affermazioni di alcuni famosi enciclopedisti.
Allevamento
La letteratura è, ancora una volta, abbastanza divisa sulle condizioni più adatte all'allevamento dei Jordanella floridae. Infatti questi pesci si adattano così facilmente a situazioni molto diverse che la maggior parte delle condizioni dichiarate sono probabilmente corrette. Wright Huntley ha ottenuto uova vitali dalla stessa coppia, sia in acqua dolce, troppo calda, profonda e acida, sia in acqua meno profonda, dura e fredda. L'unico requisito sembra essere un'acclimatazione ragionevole e un'adeguata miscela di materia animale e vegetale nella dieta.
Wright Huntley racconta che i suoi Jordanella floridae hanno deposto per la prima volta in una vasca da 200 litri. Poiché la temperatura era di 27°C. e la durezza era scesa a circa 2 dGH, con un pH di circa 6,2, la deposizione delle uova è stata una sorpresa completa. Questi parametri erano ben al di fuori dell'intervallo di quasi ogni riferimento, eppure i Jordanella floridae deponevano felicemente le uova sulle foglie più alte di Hygrophila, sulle radici di Lemna e Ceratopteris galleggianti, e su qualsiasi altra cosa vicino alla superficie. L'introduzione di una pompa di movimento supplementare ha causato abbastanza turbolenza in superficie da farli provare a deporre le uova su piante più basse e su un tronco ricoperto di alghe. Sono tornati a deporre in superficie quando la corrente è stata diretta leggermente verso il basso, lasciando alcuni angoli fermi in superficie. Non hanno mai tentato di deporre le uova sul fondo. Alcuni giorni dopo il completamento del giro di deposizione delle uova, erano generalmente pacifici. E' successo però che nella stessa vasca, una coppia di Apistogramma macmasteri iniziasse a difendere una nuova covata, e la femmina di Jordanella floridae mostrasse contemporaneamente alcune pinne lacere. Wright Huntley aveva deciso così di spostare la coppia di Jordanella floridae in un vecchio acquario da 40 litri, facendo un rapido acclimatamento goccia a goccia all'acqua dura a 23°C. La durezza dGH era stimata a circa 20, ma non è stata misurata, al momento, e il pH era ben al di sopra di 7 (sopra 7,4 senza aggiunta di CO2). La profondità del 40 litri (22 cm dalla ghiaia alla superficie) era molto inferiore a quella dell'acquario da esposizione da 200 litri (40 cm dalla ghiaia alla superficie). In precedenza era stato aggiunto un po' di sale, ma i cambi parziali dell'acqua intervenuti hanno reso incerta la concentrazione residua.
La parte posteriore del 40 litri era fittamente piantumata, e lasciava libero per il nuoto solo una radura centrale vicino al vetro anteriore, che si è rivelata una vera e propria miniera d'oro per l'osservazione, perché l'area scelta per la successiva deposizione delle uova era a portata di una potente lente d'ingrandimento portatile, al centro della radura.
Nonostante il brusco cambiamento delle condizioni, il maschio ha inseguito la femmina e, nel giro di un giorno, la deposizione delle uova è ripresa. Non sono schizzinosi sulle condizioni!
Deposizione - alto vs basso
La deposizione delle uova iniziale nella vasca da 200 era in contrasto con le descrizioni trovate in molti libri da Wright Huntley riguardo i persici sole simili. La tendenza era semplicemente dire che quegli autori erano impegnati a citarsi a vicenda e non si erano preoccupati di osservare che Jordanella floridae era un tipico killi che avrebbe dovuto deporre le uova in mop vicino alla superficie. Dopotutto, tutti "sanno" che i killi non proteggono i loro piccoli.
Nella vasca più bassa, la differenza di comportamento era quasi incredibile. La danza dell'accoppiamento era cambiata completamente e la deposizione delle uova sembrava quasi avvenire nella ghiaia. Il maschio sventolava le pinne per ventilare le uova e si adattava in ogni momento allo schema ciclide-persico sole, descritto così spesso in precedenza.
Nella vasca alta le uova venivano salvate dalle radici galleggianti della Lemna e poste da Wright Huntley in una piccola boccia per pesci, per svilupparsi e schiudersi. Le uova non erano molto appiccicose, e a volte un uovo galleggiava persino in superficie, tenuto su dalla tensione superficiale, e questo aveva portato a credere che le uova fossero galleggianti. In seguito però, l'autore aveva osservato che le uova deposte sul fondo nella vasca bassa non erano galleggianti. Quando non venivano disturbate penzolavano trattenute dai sottili filamenti delle alghe. La differenza nella deposizione delle uova era così grande che ha portato l'autore a supporre che la salinità o il contenuto di grassi delle uova potrebbero essere diversi per la deposizione in acque profonde e per la deposizione in acque basse, per ridurre al minimo la perdita di uova.
Il comportamento di accoppiamento originale, nella vasca profonda, iniziava con una danza del maschio per attrarre la femmina. Quando lei era ricettiva, nuotava verso di lui e poi lo conduceva in una parte della vasca che aveva scelto per deporre le uova. Rannicchiandosi insieme, testa a testa, lei era sempre in cima, con il maschio che la prendeva a coppa dal basso mentre si capovolgevano per spingerla contro le piante scelte. Le pinne spaiate del maschio si arricciavano tutte per stringerla in una coppa mentre giacevano sui lati, quasi parallele alla superficie, e vibravano lungo le piante. Ripetuto questo comportamento più volte ogni sera, c'erano lunghi periodi di riposo mentre si riprendevano. Quando riposavano, tendevano a stare vicini e a mantenere un facile contatto visivo.
Nella vasca più piccola, il maschio inseguiva e mordeva così duramente la femmina che era diventata necessaria la separazione fisica. Era stato lui, non l'Apistogramma macmasteri, a lacerarle le pinne. Nonostante i combattimenti, entrambi cercavano di trovare un modo per superare la barriera installata dall'autore per dividerli. La mattina dopo, stavano diventando così frenetici che è stata rimossa. La deposizione delle uova è ripresa immediatamente.
Questa volta, la femmina chiaramente guidava la danza. Ci vuole un bel po' di spazio, e le vasche più piccole potrebbero essere un problema. La femmina al centro della radura si dirigeva direttamente dal maschio, gli lanciava piccole sbuffate d'acqua con la coda, mentre lui girava intorno alla radura (sempre in senso orario),mostrandole le pinne. Lei ruotava con lui per tenerlo visibile con entrambi gli occhi, con la coda puntata direttamente addosso. Gradualmente, i suoi cerchi si facevano più stretti e lei indietreggiava finché la sua coda non accarezzava effettivamente il fianco del maschio a ogni colpo. Quando lui era eccitato a sufficienza, si spostavano in una posizione affiancata e iniziavano una vibrante deposizione delle uova sulla ghiaia. Aiutandosi con la pinna anale, deponevano le uova in file, mentre si dimenavano lentamente. Osservando con una lente di ingrandimento, era possibile osservare in dettaglio. Le uova non venivano deposte effettivamente "nella ghiaia", ma ogni singolo uovo veniva deposto su un filo di alga filamentosa, una radice o un filo di muschio di Giava. Non c'erano uova attaccate o libere nella ghiaia.
Allontanando la femmina, il maschio puliva e ventilava il sito delle uova. Si spingeva in avanti con la pinna caudale e indietro con le pettorali per creare una forte corrente sulle uova, mentre era inclinato, con la testa rivolta verso il basso, a circa 30º dall'orizzontale sopra il "nido". Nei giorni successivi furono completate diverse deposizioni, prima di allontanare per l'ultima volta la femmina malconcia. Il maschio ventilava e osservava diligentemente le uova, spingendo la femmina a nascondersi ogni volta che riusciva a vederla e minacciando anche l'autore ogni volta che si avvicinava al vetro per dare un'occhiata più da vicino.
Alcune uova sono andate perse a causa delle Planorbis, ignorate dal padre, ma la maggior parte si sono schiuse con successo, dopo circa una settimana. Non sono state osservate uova sterili o con fungosi. Una parte delle uova deposte era stata rimossa, all'inizio del processo, e messa in un piccolo contenitore galleggiante, ma la maggior parte era stata lasciata con i genitori, per vedere cosa succedeva. Quando tutte le uova si sono schiuse, il maschio ha continuato a ventilarle e a sorvegliarle. I genitori sono stati infine riportati nella vasca grande quando i piccoli hanno iniziato a disperdersi, il secondo giorno dopo l'inizio della schiusa.
Anche gli avannotti separati sono stati riportati nella vasca da 40 litri e i piccoli sono stati alimentati con infusori, per integrare la fauna già attiva dell'acqua invecchiata nella vasca.
La resa di avannotti vitali e in grado di nuotare liberamente è stata molto scarsa nella vasca da 40 litri. Le uova precedenti, raccolte nella vasca profonda, si sono schiuse in un contenitore più basso, con risultati molto migliori. Molti killi non sviluppano la corretta funzionalità della vescica natatoria se intrappolati in acqua troppo profonda, ed è facile supporre che ciò sia vero anche qui. Gli avannotti lottano molto per raggiungere la superficie non appena riescono a nuotare. Quelli che ci riescono sembrano crescere meglio e nuotare meglio di quelli che si lasciano scivolare sul fondo con la pancia. La capacità di rimanere in superficie sembra correlata ai primi tentativi di arrivarci. Riempire la vescica natatoria di aria, in anticipo, può essere fondamentale.
Conclusioni
Combinando la necessità di acqua bassa nei piccoli e i due comportamenti di deposizione delle uova radicalmente diversi, si giunge a un'ipotesi interessante. La deposizione delle uova di Jordanella floridae semplicemente si regola in base alle prime esigenze dei piccoli. In acque profonde, la deposizione delle uova in superficie su piante galleggianti consente alle uova di essere trasportate a riva, dove la schiusa può avvenire in acque poco profonde. In acque meno profonde, la protezione del genitore è più sicura, quindi le uova vengono deposte in un nido e protette. In natura, l'acqua profonda 21 cm è raramente a più di qualche decina di metri dalla riva, quindi l'acqua poco profonda potrebbe essere facilmente raggiunta dagli avannotti che scivolano sulla pancia. Sfortunatamente, la vasca da 40 litri non forniva quella protezione e la maggior parte di quegli avannotti non è arrivata alla fase di nuoto libero. Anche se la crescita delle alghe era prolifica nella vecchia acqua di questa vasca, è uscita in massa l'idra per impoverire ulteriormente la popolazione di avannotti, che non nuotando bene per i primi due giorni, sono stati prede facili. Solo cinque o sei erano sopravvissuti.
La prossima variazione su un tema progettata da Wright Huntley sarà quella di raccogliere le uova e testare la crescita degli avannotti nati a diverse profondità, per vedere se si può definire un valore ottimale.
Sebbene siano leggermente territoriali, i Jordanella floridae stanno bene insieme se hanno un po' di spazio e possono anche formare banchi. Spinaci sbollentati, alghe o pezzetti di verdure dovrebbero integrare il cibo vivo e il normale mangime in fiocchi, se si vogliono proteggere le piante più tenere: dopotutto, questi sono pesci che amano e hanno bisogno di cibo vegetale. Il loro brucare, tuttavia, tenderà a tenere sotto controllo le antiestetiche alghe a ciuffo. Sono meno costosi e molto più ornamentali di quasi tutti gli altri mangia-alghe davvero efficaci.
La ruvidezza riproduttiva e la feroce difesa dei piccoli da parte dei maschi potrebbero rendere consigliabile tenere le femmine insieme ai maschi solo per la riproduzione, e allevarle separatamente, una volta raggiunta l'età riproduttiva.
Questo autore apprezza così tanto il loro normale comportamento affettuoso che sembra un peccato tenerli separati. Se tenuta con un maschio, in una piccola vasca, basta fornire alla femmina molti nascondigli. Altrimenti, il maschio frenetico per la deposizione delle uova potrebbe causarle lesioni alle pinne. E' una specie facile da riprodurre e sarebbe un eccellente e divertente primo progetto di riproduzione per chi sta iniziando con l'allevamento dei killi.
testo originale in inglese © Wright Huntley
Taxa principali
Una bella specie per l'acquario sub-tropicale, che tende però ad essere aggressiva e mordi-pinne
Riferimenti & Link
- Axelrod, H. R. & Schultz, L. P. 1955, "Handbook of Tropical Aquarium Fishes," McGraw-Hill
- Brill, John S., Jr., Jordanella floridae, Nov./Dec. 1978, JAKA Vol. I No. 6
- Frey, H., 1970, "Illustrated Dictionary of Tropical Fishes," T.F.H. Publications
- Hoedeman, J.J., 1974, "Naturalist's Guide to Fresh Water Aquarium Fishes," Sterling Publ. Co.
- Innes, W.T., 1966, "Exotic Aquarium Fishes," 19th Ed. Revised, Metaframe Corp.
- O'Connell, R.F., 1971, "The Freshwater Aquarium," The Great Outdoors Publ. Co.
- Petrovicky', I., 1989, Aquarium Fish of the World," Arch Cape Press
- Rataj, K. & Zukal, R., 1972, "Aquarium Fishes and Plants," Spring Books
- Tutaj, Duane, Aug. 1972, Jordanella floridae, An American Beauty Killie Notes Vol. 5 No. 8
- vanRamshorst, J. D., (Ed.) 1978, "Aquarium Encyclopedia," H.P. Books June 1995
KILLIFISH 1.0: Guida introduttiva all'allevamento dei pesci più belli del mondo
Edizione italiana - di Stefano Valdesalici - Con più di 150 pagine e 160 tra foto e disegni a colori, questo volume vuole essere un'introduzione completa alla conoscenza, allevamento e riproduzione di questi incredibili pesci. Nel testo troverete informazioni sulla distribuzione, le caratteristiche dell'acqua, l'alimentazione, l'arredamento specifico della vasca per la maggior parte delle specie, i sistemi di raccolta, l'incubazione e la schiusa delle uova. All'interno anche preziosi suggerimenti su come allevare cibo vivo.
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Per approfondire:
Guida per riprodurre le specie di killi del genere Aphyosemion, che preferiscono deporre le uova su piante galleggianti o mop - tratto e tradotto da un articolo di Bill Shenefelt
Guida per riprodurre le specie di killi come i Fundulopanchax che preferiscono deporre le uova sul fondo della vasca - tratto e tradotto da un articolo di Bill Shenefelt
Riproduzione di quattro specie di killi annuali: Hypsolebias hellneri, Hypsolebias alternatus, Xenurolebias myersi e Matilebias affinis 'Tacrarembo' - tratto e tradotto da un articolo di Curt Smith
Le uova degli Aphyosemion australe e di altre specie di killi non annuali vengono spesso colpite da fungosi. Muschio di Giava e Palaemon sp. offrono una soluzione innovativa - tratto e tradotto da un articolo di Loh Kwek Leong
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