Osservazioni sul comportamento riproduttivo di Microctenopoma ansorgii, un piccolo anabantide dal carattere schivo che si colora solo nella stagione degli amori, e per questo non molto diffuso nelle vasche dei 'comuni' acquariofili.
Articolo e foto di Lorenzo Bardotti - GAF
Pubblicato su PlayFish 19 - Anno 2009
Maschio di Microctenopoma ansorgii con la livrea riproduttiva - Foto © Lorenzo Bardotti
La mia avventura con i Microctenopoma comincia nel lontano 2003, quando mi trasferii in una nuova casa e, allestito un nuovo acquario da 300 litri, lo stavo facendo girare con sola acqua e piante in attesa di decidere cosa ci sarebbe finito dentro. Non avevo fretta ed allo stesso tempo non c’erano pesci che mi avevano particolarmente ispirato negli ultimi tempi e quindi continuavo a girare per negozi cercando quello che sarebbe potuto essere il fortunato inquilino della nuova vasca.
Durante le mie varie ore passate nel negozio del mio amico/negoziante vidi, ad un certo punto, dei pesciolini piuttosto insignificanti, dalla forma allungata, che si nascondevano dietro ad una piantina in una delle tante vasche da esposizione. Come detto non erano decisamente interessanti da vedere in quanto terrorizzati da qualsiasi cosa si muovesse in vasca, nascosti sempre dietro 3 steli di Egeria densa, smagriti e di un colorino marrone scuro.
Nonostante la loro poca gradevolezza estetica il costo era molto alto ed oltretutto erano già vari giorni che aspettavano un acquirente in negozio. Purtroppo, se il pesce non è molto colorato e “mobile”, è difficile incontrare chi lo compri... e quindi i Microctenopoma sarebbero sicuramente potuti restare lì fino alla morte. Nei giorni successivi il mio amico, in tante occasioni dimostratosi più acquariofilo che negoziante, mi chiese se avessi voluto in regalo questi costosi quanto invendibili pesci, in quanto li stava vedendo dimagrire a vista d’occhio ed aveva molta difficoltà ad alimentarli, oltre che ovviamente a venderli. Ormai mangiavano solo un po’ di chironomus che gli arrivava in zona e piuttosto che farli morire avrebbe infatti avuto piacere a fare un tentativo di recupero, mentre nel frattempo, e come al solito, si stava pentendo di aver provato a proporre ai propri clienti qualcosa di più particolare e ricercato!
Dopo il primo stupore ed essermi convinto che avrei potuto provare con questi nuovi pesci, per me sconosciuti ma che si erano già guadagnati anche la copertina su Aqualog - All Labyrinths, li portai a casa per inserirli nella famosa vasca da 300 litri. La vasca era ancora molto lontana dall’allestimento definitivo anche se ormai avviata e piantumata da vari mesi, la conducibilità era piuttosto bassa ed era presente una filtrazione costante con torba che rendeva l’acqua fortemente ambrata. In tale vasca non mi sarebbe stato facile individuare i pesci una volta inseriti, dargli da mangiare selettivamente o controllarne la crescita, ma sicuramente avrebbero avuto un grande litraggio a loro disposizione, in un acquario avviato da qualche mese, per poter nuotare liberamente e cacciare gli innumerevoli piccoli esseri presenti in una vasca che era stata quasi senza pesci fino a quel momento. Il tentativo andò a buon fine, tanto che gli esemplari crebbero rapidamente nella vasca a loro dedicata e si dimostrarono particolarmente interessanti nei loro comportamenti, visti e goduti con maggiore calma negli anni successivi.
Da bravo acquariofilo, nel tempo in cui erano miei ospiti, mi sono sempre documentato sui Microctenopoma per capire come tenerli e se ci fosse stata qualche possibilità di riprodurli. Ebbene, cosa ho trovato? Come capita tante volte, sul web si diceva tutto ed il contrario di tutto (anche se le fonti trovate si limitavano ad una decina di siti). In tanti casi ho avuto anche la netta sensazione che alcuni articoli fossero stati scritti inventandoli di sana pianta o “derivandoli” comunque da pesci simili. Alcuni consigli sulla riproduzione e sull’allevamento potevano infatti condurre a morte certa almeno uno dei componenti della coppia. Di sicuramente verificato cos’era quindi presente in letteratura? Ecco quanto trovato (informazioni tratte da www.vergari.com [ora acquariofiliaconsapevole.info] e www.fishbase.org):
- Microctenopoma ansorgii (Boulenger, 1912)
- Famiglia Anabantidae - Genere Microctenopoma
- Genere: neutro - Autore: Norris, 1995
- Classe: Actinopterigi (pesci con pinne raggiate)
- Etimologia: dal greco mikros (piccolo) kteis, ktenos (pettine, cresta) poma (copertura, opercolo).
I Microctenopoma sono stati separati dai Ctenopoma (Bushfishes o African Gouramis) nel 1995, e come gli Ctenopoma quindi si trovano soltanto in Africa. Non sono stati osservati lasciare l’acqua, ma hanno un organo labirintico che permette loro di sopravvivere in acque povere di ossigeno.
I mesi intanto passavano, con la vasca che stava prendendo una sua forma ed equilibrio. Negli anni è comunque rimasta sempre molto scura, molto piantumata con piante a crescita lenta su fondo e sfondo, piante galleggianti su tutta la superficie, torbatura dell’acqua a volte forte a volte meno forte, conducibilità fra i 200 e 400 microsiemens. I valori dell’acqua sono variati a seconda dei pesci che ho ospitato nel tempo insieme ai Microctenopoma, che hanno sempre fatto parte dell’acquario come una forma di “arredo”!
Nel tempo si sono avvicendati Cleithracara maronii, Apistogramma panduro, Acantopsis choirorhynchos, Mikrogeophagus ramirezi, Otocinclus affinis, ed altri che probabilmente dimentico.
Microctenopoma ansorgii - Foto © Lorenzo Bardotti
I Microctenopoma erano sempre lì... ormai adulti di 10 cm (contro gli 8 indicati su fishbase.org), mantenevano e difendevano il loro territorio dai conspecifici e dagli estranei, sempre individuato in zone scure della vasca, sotto qualche tronco o immersi nel muro di piante della parte posteriore della vasca. Nonostante la spiccata territorialità non ho mai visto però un danneggiamento delle loro pinne o in quelle di altri pesci, senza considerare il periodo della riproduzione nel quale i maschi si attaccano piuttosto pesantemente, sfrangiandosi notevolmente la pinna caudale.
L’acquario è sempre andato avanti senza particolari cure ed i pesci, allo stesso modo, non erano osservati con mirata attenzione, per cui ero tranquillo semplicemente vedendo che più o meno c’erano sempre tutti e non mi ero reso conto di particolari macro-eventi che si percepiscono immediatamente davanti ad un acquario che non funziona più a dovere o pesci che non sono in salute. Questa approssimazione nel controllo della vasca e dei suoi abitanti non mi aveva fatto rendere conto che negli anni il numero dei Microctenopoma stava costantemente aumentando, passando dai 5 iniziali a più di una dozzina. Non è che mi fossi talmente rimbischerito da non accorgermene, ma semplicemente non mi capitava mai di vederne insieme più di 4-5 durante i pasti e quindi ingenuamente pensavo che fossero più o meno sempre i soliti.
Quindi, spinto dalla curiosità di cercare di capire quando i Microctenopoma si erano riprodotti ed in che modo, senza che me ne fossi fino ad ora accorto, ho iniziato ad osservarli con più attenzione e costanza.
L’avvicinarsi del momento dell’accoppiamento è ben individuabile nei Microctenopoma in quanto i maschi, da un colore tipico marroncino, iniziano a fronteggiarsi e scontrarsi mostrando una colorazione a bande marrone scuro e arancio estremamente forti e ben definite. Lo scontro avviene prevalentemente fra i due/tre maschi dominanti in vasca, in quanto agli altri non è consentito neanche il proporsi al confronto con i veterani. I due rivali cominciano ad inquadrarsi da lontano a pinne spiegate, avvicinandosi lentamente in posizione laterale in modo da mostrarsi il più maestosamente possibile all’altro, fino ad arrivare al contatto fisico in cui si alternano possenti codate sul corpo del rivale ed un girotondo accennato l’uno dietro all’altro. Dopo pochi minuti di scontro, non li ho mai visti superare i 10, uno dei maschi abbandona lo scontro e l’altro lo rincorre per qualche decina di centimetri per farlo allontanare dalla zona centrale e visibile della vasca. Il maschio dominante si scontrerà in questo modo per alcuni giorni con i vari maschi che si proporranno al suo cospetto, arrivando solo raramente a danneggiare la pinna caudale dei concorrenti.
Due maschi di Microctenopoma ansorgii in parata - Foto © Lorenzo Bardotti
In genere il corteggiamento è sempre partito nei minuti successivi ad un cambio d’acqua effettuato con acqua leggermente più fredda e di osmosi o nelle ore successive ad un’alimentazione con larve di chironomus congelate. Questo comportamento era stato fino a questo punto da me osservato molte volte, ma non avevo mai avuto occasione di capire cosa fosse successo nelle ore successive in vasca. Gli unici comportamenti che avevo osservato oltre a quelli dello scontro fra i maschi erano relativi a periodi, successivi agli scontri, in cui un particolare maschio era meno presente al centro della vasca anche al momento dell’alimentazione e sembrava difendere una particolare zona della vasca, senza però che riuscissi a capire cosa in particolare stesse difendendo e dove precisamente.
Fortuna volle che un giorno, iniziando ad osservare più attentamente la zona protetta dal maschio, corrispondente in generale ad un angolo dell’acquario, notai finalmente la ragione di tanta aggressività: un nido di bolle sottostante ad una foglia di anubias semi-emersa!
Il maschio difendeva la zona intorno all’angolo da qualsiasi movimento sospetto per un raggio di circa 20 centimetri. Ad una prima osservazione non sembrava possibile scorgere le uova all’interno del nido di bolle, ma probabilmente sarebbe stato impossibile vederle sia se fossero state presenti sia che fosse stato solo l’inizio dell’accoppiamento.
Per sicurezza montai il treppiede della fotocamera posizionato in modo da avere la macchina puntata leggermente dal basso, ad una distanza di 20 cm, sul nido di bolle, sperando che la deposizione non fosse ancora avvenuta. Il comportamento del maschio sembrava essere al momento solo di guardia e non pareva interessato a richiamare in qualche modo una femmina per la deposizione, ma evidentemente stavo sbagliando nella mia valutazione e poche ore dopo proprio una femmina iniziò ad avvicinarsi ed a girare a pochi centimetri dal maschio.
Preso dall’emozione di poter assistere e soprattutto filmare un evento che non avevo trovato neanche descritto nella letteratura presente sul web, feci partire la fotocamera in modalità video, senza sapere che in realtà la serata sarebbe stata molto lunga. L’accoppiamento dei Microctenopoma è per molti versi simile a quello dei labirintidi che più conosciamo: la femmina si avvicina al luogo dove è stato preparato il nido di bolle, il maschio la avvolge formando una “U” con il suo corpo ed effettuano insieme una semi rivoluzione su sé stessi fino all’emissione delle uova.
Le uova vengono emesse in una quantità di circa una quindicina, venti al massimo, per ogni “incontro” nel processo di accoppiamento, che si ripeterà per molte volte. Al momento dell’emissione delle uova i due esemplari restano come paralizzati mentre le uova scorrono sui loro corpi verso l’alto, una ad una, e solo dopo qualche ulteriore secondo la femmina si allontana tranquillamente per fare un giretto in vasca mentre il maschio controlla che tutte le uova siano arrivate a destinazione e continua a difendere la zona dagli estranei.
L'abbraccio riproduttivo dei Microctenopoma ansorgii sotto al nido di bolle - Foto © Lorenzo Bardotti
La cosa che mi ha particolarmente impressionato è che i vari accoppiamenti si prolungarono dall’ora di cena fino allo spegnimento delle luci, ben due ore dopo. In questo tempo ebbi la possibilità di effettuare tantissime foto e filmati, ed il vero problema era cambiare le card alla macchina fotografica e scaricare nello stesso tempo le foto ed i video nel pc, senza sapere realmente quali erano i risultati delle immagini che stavo registrando e la loro qualità. Al momento potevo solamente privilegiare la quantità sperando che in mezzo ci fosse anche qualche registrazione di qualità.
Il maschio di Microctenopoma ansorgii sistema le uova nel nido di bolle - Foto © Lorenzo Bardotti
Durante le due ore gli accoppiamenti furono quindi più di una dozzina, e considerando una media di 15-20 uova ad accoppiamento, probabilmente furono deposte più di 200 uova.
I giorni successivi il maschio sostava nella zona sottostante al nido di bolle, ma senza stare esattamente sotto al nido stesso, quasi non volesse permettere ad un possibile predatore di individuare con precisione la zona. Le uova, di un millimetro scarso, non erano individuabili ad occhio nudo e neanche con l’ausilio della macchina fotografica, in quanto “affondate” in mezzo alle grosse bolle preparate dal maschio nel nido.
Sempre successivamente il maschio iniziò a spostare il nido di bolle, o più probabilmente le larvette che iniziavano a schiudersi, in una zona più protetta e meno visibile dell’acquario, forse proprio motivato dal fatto che continuavo a fare il “guardone” con troppo interesse dal lato dell’acquario.
Dopo una settimana circa il maschio era nuovamente in giro per la vasca e non vi era traccia delle larve... Considerato che la vasca è sempre stata piena di potenziali predatori per le larve e gli avannotti, ma anche di tantissimi spazi totalmente al buio o in mezzo alla vegetazione non raggiungibili da pesci adulti, qualche avannotto sembra evidentemente essere sopravvissuto ad ogni riproduzione, facendosi vedere in giro per la vasca a partire da una grandezza di 2-3 cm, anche se con una certa circospezione.
Il piccolo pesce, per quanto molto attento nei movimenti e nel non esporsi in zone aperte, non viene comunque cacciato dagli altri esemplari adulti che potrebbero predarlo senza problemi. Non ho mai potuto dare un mangime separato e mirato alla crescita degli avannotti, in quanto semplicemente non sapevo se erano presenti, in quale quantità e neanche dove... quindi probabilmente si sono sempre “attrezzati” da soli per riuscire a mangiare qualche microrganismo o dei resti del cibo degli altri coinquilini più grandi. Questo non ha comportato particolari problemi nella crescita negli esemplari sopravvissuti, anche se chiaramente ne è diminuito notevolmente il numero.
Il prossimo passo, che progetto di fare nei prossimi anni, sarà quello di separare in vasca monospecifica una coppia di Microctenopoma in modo da riuscire a seguire una nidiata di avannotti dall’inizio alla fine, senza la grande dispersione avuta in questi anni nelle varie nidiate.
A differenza di quando indicato nella carente letteratura, sconsiglierei assolutamente di separare una coppia in uno spazio ridotto, come si può fare invece ad esempio con i Betta, in quanto come detto sopra l’aggressività intraspecifica è molto alta e probabilmente in pochi litri la femmina verrebbe uccisa in pochi giorni o fatta saltare fuori dall’acquario. Così ad occhio consiglierei di tenere una coppia in un acquario con un litraggio non inferiore ai 100 litri e comunque molto piantumato o pieno di nascondigli e zone ombrose, in modo che i Microctenopoma possano trovare all’interno sufficienti nascondigli e rifugi e formare un territorio senza sovrapporsi a quello degli altri.
Concludendo... la mia esperienza con i Microctenopoma è stata sicuramente una delle più interessanti che mi siano capitate in acquariofilia, per le sorprese che mi ha dato questo pesce: se all’inizio non sembrava particolarmente “significativo”, si è invece rivelato, per comportamento ed exploit riproduttivi, estremamente interessante e da conquistare nei suoi segreti attraverso un’attenta osservazione e studio.
Microctenopoma ansorgii - Foto © Lorenzo Bardotti
Insomma il Microctenopoma è l’ideale per qualsiasi acquariofilo che intenda dedicare un po’ di tempo e spazio a questo pesce, anche lasciando che la natura faccia un po’ il suo corso in acquario, permettendo che il piccolo ecosistema si stabilizzi e maturi con i suoi tempi e con forme e colori spesso non universalmente graditi in acquariofilia, dove vediamo sempre più acquari illuminati come stadi e pesci colorati come pagliacci!
© Lorenzo Bardotti - GAF
Per approfondire:
Esperienza di riproduzione dei Microctenopoma, con indicazioni utili per far crescere i piccolissimi avannotti - tratto e tradotto da un articolo di Don Zilliox
Consigli e suggerimenti su come alimentare e far crescere con successo i piccoli avannotti di Betta e Gourami - tratto e tradotto da un articolo di Kevin Thurston
Come favorire e ottenere la riproduzione in acquario dei pesci del gruppo dei labirintidi e come far crescere gli avannotti con successo
Racconto di un'esperienza di riproduzione con indicazioni utili per l'allevamento e la deposizione - tratto e tradotto da un articolo di Barry Lynch
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
la scheda su FishBase
la scheda completa su Seriouslyfish.com
Purtroppo non esiste in italiano, ma Labyrinth Fish - The Bubble-Nest-Builders è uno dei libri migliori che riguardano l'identificazione, la cura e la riproduzione dei labirintidi, sia asiatici che africani. Forse le foto sono un po' poche per aiutare nell'identificazione precisa degli esemplari, ma in quanto ai testi a mio parere è quanto di meglio si possa trovare.
Le Guide di Aquarium - Trichogaster & C. - Tutto su trichogaster, colisa e sphaerichthys
di Marco Affronte, Le Guide di Aquarium - Trichogaster & C. è na guida facile e completa sull'allevamento e la riproduzione in acquario di Trichogaster, Colisa e Sphaerichthys, con notizie sulla sistematica, le caratteristiche, i biotopi, l'allestimento dell'acquario
Aqualog All Labyrinths, Bettas, Gouramis, Snakeheads and Nandids
Edizione Inglese - di Frank Schafer
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Taxa principali
E' il più colorato degli Anabantoidei africani, un maschio con la livrea nuziale è veramente uno spettacolo da vedere.
E' un pesce dalla bella colorazione e dai comportamenti interessanti, ed è ancora più difficile da trovare in commercio del cugino Microctenopoma ansorgii.
Una specie difficile da trovare in commercio, ma dai comportamenti molto interessanti
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