Esperienza di allevamento e riproduzione dei medaka, gli Oryzias latipes o pesci del riso giapponesi, le cui femmine hanno l'abitudine di nuotare in giro con un grappolo di uova attaccate alle pinne anali. Alla fine depongono le uova sulle piante.

Tratto e tradotto dall'articolo
"Oryzias latipes - Japanese Rice Fish - Medaka"
di Jacklyn McNaughton
su Aquarticles.com

Medaka, Oryzias latipes, da Hamamatsu, Shizuoka, Giappone - Foto © Seotaro (Wikimedia)

In questo articolo Jacklyn McNaughton descrive gli Oryzias latipes, chiamati in inglese Japanese Rice Fish, pesci del riso giapponesi, o Medaka. Questi pesci si trovano nell'Asia orientale: Giappone, Cina e Corea del Sud. Sono pesci pacifici, adatti a un acquario di comunità ben piantumato, se i compagni di vasca non sono grandi.

Di norma i maschi sono più snelli e la loro pinna anale è più grande e termina più appuntita. La colorazione è più intensa. Cresceranno fino a una dimensione di circa 5,5 cm.

Amano l'acqua da media a dura (10-15 gradi dGH) pH di 7,0 e una temperatura di 18-24°C. Amano l'aerazione e il movimento dell'acqua, che deve essere pulita.

Jacklyn McNaughton ammette che sapeva molto poco dei medaka quando ne ha acquistato un trio di due femmine e un maschio. Li ha messi in un piccolo acquario da 12 litri con la temperatura e i requisiti dell'acqua come menzionato sopra, un piccolo filtro di spugna per avannotti e un mop di lana. Allo stesso tempo ha anche allestito un acquario per la schiusa delle uova.

Dopo aver dato ai pesci qualche giorno per abituarsi alla loro nuova casa, hanno avuto luogo le riproduzioni: Jacklyn ogni 2-3 giorni rimuoveva il mop, da cui raccoglieva sempre da 4 a 10 uova trasparenti come il vetro. Dopo averle raccolte con cura, le posava su un piccolo pezzo di muschio di Giava nell'acquario di crescita degli avannotti. Dopo circa una settimana aveva raccolto in questo modo oltre 80 uova, che si sono schiuse in 10-12 giorni. Ha tenuto traccia di quante uova ha trasferito e delle date. Dopo 10 giorni ha trovato un piccolo avannotto, poi 3 e infine 5. Poi basta. Si è chiesta ovviamente come mai su 80 uova se ne fossero schiuse solo 5.

Poiché come ad ogni buon acquariofilo, anche all'autrice dell'articolo piace sperimentare, ha allestito un altro acquario da 12 litri con acqua RO - pH 7,0, un filtro per avannotti e ha mantenuto la temperatura intorno ai 26 gradi. Ha raccolto di nuovo le uova per un'altra settimana e ne ha recuperate altre 80. Dopo 10 giorni ha iniziato a vedere gli avannotti e dopo un paio di giorni ne ha contati oltre 30. Ora poteva dirsi soddisfatta.

Come detto sopra, Jacklyn McNaughton conosceva molto poco gli Oryzias latipes. Ha notato ad un certo punto che una femmina aveva una fila di uova attaccate alla pinna anale inferiore. Questo l'ha molto sorpresa, si chiedeva se fosse normale o se forse la femmina avesse un problema e non riuscisse a staccare le uova appiccicose. Quindi in due occasioni l'ha catturata delicatamente con un retino e ha rimosso altrettanto delicatamente le uova. La femmina sembrava non risentire di questo trattamento, e le uova venivano messe nella vasca di crescita degli avannotti.

Poi fortunatamente per lei e per i suoi pesci, Jacklyn ha trovato un nuovo libro di consultazione, ed ha scoperto che è del tutto normale che la femmina dei medaka continui a trasportare le uova in un grappolo simile a quello dell'uva, davanti alla pinna anale. Mano a mano che la femmina gira e che il tempo passa, le uova verranno spazzolate via dalle piante, ecc.

Gli avannotti sono sopravvissuti e sono cresciuti ed è stato facile allevarli. A ogni cambio d'acqua è stata aggiunta acqua un po' più dura e sono ancora contenti e in crescita. Sono stati nutriti con cibo secco per avannotti sminuzzato e in seguito con artemie vive.

Jacklyn McNaughton è stata contenta di avere avuto la possibilità di allevare gli Oryzias latipes perché ha imparato qualcosa di nuovo ogni volta. Ora con un po' più di conoscenza ed esperienza può continuare e provare di nuovo qualcosa di nuovo.

testo originale in inglese © Jacklyn McNaughton

Taxa principali

Indian ricefish, pesce di riso indiano

Il 'pesce del riso' indiano è una bella e piccola specie adatta anche agli acquari d'acqua salmastra con molte piante, ma non è facile da trovare in commercio.

Dimensioni max: 3.1 cm SL
Aspettativa di vita: 4 - 5 anni
Temperatura: 23 - 27°C
Medaka, Japanese rice fish

Noto come Medaka, pesce del riso giapponese, è stato il primo pesce modificato geneticamente...

Dimensioni max: 3.2 cm SL
Temperatura: 18 - 24°C
Daisy's Ricefish

Il Daisy's Ricefish, pesce del riso margherita, una bellissima specie quasi introvabile da noi

Dimensioni max: 2.8 cm SL
Temperatura: 23 - 27° C
Riferimenti & Link
Atlante di Aquarium

Atlante di Aquarium

L'Atlante di Aquarium di Rudiger Riehl e Hans A. Baensch, Edizioni Primaris, è uno dei libri fondamentali nella biblioteca di ogni acquariofilo. Ci sono molte indicazioni in generale sull'allestimento ed il mantenimento dell'acquario, ma la parte fondamentale è costituita dalle più di 600 schede illustrative delle specie di pesci più diffuse in commercio, schede che seppure nella loro brevità riescono a dare indicazioni utilissime per il loro allevamento, mantenimento e riproduzione.

Aquarium Atlas v.1 - Aquarium Atlas v.2 - Aquarium Atlas v.3 - Aquarium Atlas v.4

Edizione inglese dell'Atlante di Aquarium di Rudiger Riehl e Hans A. Baensch, Edizioni Primaris. I volumi successivi al primo non mi risulta siano mai stati tradotti in italiano.

Dr. Axelrod's Mini-Atlas

Dr. Axelrod's Mini-Atlas of Freshwater Aquarium Fishes

Identificazione ed elenco delle esigenze di cura principali delle varietà più popolari di pesci d'acquario d'acqua dolce

Aquarium Atlas Photo Index

Aquarium Atlas: Photo Index v. 1-5

L'Aquarium Atlas Photo Index 1-5 di Baensch & Fischer è un libro, come già dice il titolo, "fotografico", che presenta le foto di più di 4000 specie d'acqua dolce e salmastra, con alcune indicazioni molto schematiche dei valori dell'acqua per l'allevamento e la riproduzione. Certamente di non grande aiuto per conoscere meglio le specie che si hanno, ma semmai per avere una panoramica delle specie appartenenti ai vari generi e famiglie e per l'identificazione delle loro caratteristiche.

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