E' uno dei Pangio commercializzati sotto il nome generico di 'serpentelli', anche se generalmente sono disponibile mescolati con spedizioni di altri pesci.
Pangio anguillaris proveniente dalla Thailandia - Foto © Nonn Panitvong (Siamensis.org)
12 cm SL
La specie di Pangio anguillaris è una di quelle del genere Pangio commercializzati sotto il nome generico di "cobitidi anguilla" o "pesci anguilla", anche se generalmente sono disponibile mescolati con spedizioni di altri pesci. Le popolazioni selvatiche tendono a mostrare certe variazioni nel disegno della livrea, per esempio alcune esibiscono una striscia laterale più intensa, mentre altri mostrano un andamento irregolare di sottili macchie scure sul corpo.
Tutti i Pangio sono prevalentemente notturni, e soprattutto possono essere molto timidi ed impauriti, specialmente nelle fasi delicate di adattamento ad un nuovo ambiente per loro sconosciuto.
Spesso dopo averli inseriti in vasca sembrano sparire completamente, ma in genere dopo che ci si è rassegnati alla loro morte, riappaiono misteriosamente tra le piante in cerca di cibo, a volte anche dopo più di un mese dall'inserimento... sono artisti nella ricerca dei più piccoli nascondigli, e arrivano anche ad interrarsi nel substrato di fondo. E' molto meglio quindi, come anche per tutte le specie munite di barbigli per "sfrucugliare" il fondo, che questo sia composto di sabbia fine e non tagliente, in modo che ci si possano muovere senza pericolo, ed è necessario provvedere quanti più nascondigli possibile (cespugli folti di piante, mezze noci di cocco rovesciate, tubi e tubetti di qualsiasi materiale adatto all'acquario, sassi accatastati, ecc.) per dar loro sicurezza: se sanno di aver tanti rifugi vicini, si mostreranno all'aperto molto più volentieri.
Tenere questi pesci in un acquario spoglio, senza ripari, solo per poterli vedere tutto il tempo, è semplicemente CRUDELE.
I pesci vanno allevati rispettando le loro esigenze, non le nostre, e i pesci che girano spaventati da una parte all'altra dell'acquario in cerca di un rifugio sono sì visibili, ma sono pesci enormemente stressati, destinati ad ammalarsi e a morire molto prima del tempo a causa del malessere e dello stress. Con tanti ripari e nascondigli a disposizione invece i pesci si sentiranno tranquilli e al sicuro, e usciranno allo scoperto molto più spesso, perché avranno la sicurezza che in caso di necessità potranno ripararsi dove vogliono.
Tutti i cobitidi possiedono spine suboculari acuminate, mobili, che sono normalmente nascoste all'interno di una piega della pelle e che vengono erette se l'esemplare subisce un forte stress, ad esempio se tolto dall'acqua. È quindi necessaria attenzione in quanto queste spine possono impigliarsi nei retini, e quelle delle specie più grandi possono persino ferire la pelle umana.
Pangio anguillaris è incluso nel complesso di Pangio anguillaris, gruppo di specie strettamente correlate all'interno del genere, ed è facilmente distinguibile dagli altri membri grazie al corpo estremamente allungato con 69-71 vertebre (vs. 54-56 in Pangio lumbriciformis), la mancanza di barbigli nasali (vs. presenza in Pangio bitaimac e Pangio lidi) e la mancanza di squame sulle guance (vs. presenza in Pangio doriae).
Kottelat e Lim (1993) hanno ipotizzato che il gruppo di Pangio anguillaris sia uno dei quattro complessi all'interno del genere Pangio a fianco dei gruppi di Pangio kuhlii, Pangio oblonga e Pangio shelfordii, e questo sistema non ufficiale è stato seguito fino Bohlen et al. (2011) che ha pubblicato un'analisi filogenetica molecolare che comprendeva circa 18 specie riconosciute più un certo numero di quelle non descritte.
I loro risultati suggeriscono l'esistenza di tre, invece di quattro, grandi linee nel genere; il complesso di Pangio anguillaris e di Pangio shelfordii rappresentano due di queste, con i gruppi di Pangio kuhlii e Pangio oblonga descritti da Kottelat e Lim insieme che formano il terzo. All'interno di questo terzo lignaggio si possono distinguere tre sottolignaggi formati da Pangio filinaris, una specie apparentemente non descritta dal fiume Temburong in Brunei denominata Pangio cf. oblonga IV, e tutte le altre specie del gruppo, rispettivamente.
Altre specie nel gruppo di Pangio anguillaris comprendono oltre a Pangio anguillaris, Pangio bitaimac, Pangio lidi, Pangio lumbriciformis e probabilmente Pangio signicauda. Le differenze più evidenti ce li distinguono dalle specie comprese nei gruppi di Pangio shelfordii e Pangio kuhlii-oblonga dal loro alto numero di vertebre e dalla loro livrea vermiforme, di solito senza macchie, dal colore grigiastro.
Due maschi maturi di Pangio anguillaris con la tipica conformazione della testa - Foto © Thomas Frank (Seriouslyfish.com)
Pangio anguillaris (sotto) e Pangio doriae (sopra) - Foto © Graeme Robson (Loaches.com)
Asia: bacini del Mekong e del Chao Phraya, penisola Malese, Sumatra e Borneo
Pangio anguillaris è stato descritto dal bacino del fiume Kapuas, provincia del Kalimantan occidentale (Kalimantan Barat), Indonesia (Borneo) e da allora è stato registrato dal sistema fluviale Batang Hari, Sumatra, Malesia peninsulare, fiume Chao Phraya in Thailandia e Mekong in Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam .
Questa distribuzione irregolare suggerisce che potrebbero esistere ulteriori popolazioni, sebbene le specie attualmente riconosciute sembrino rappresentare un complesso di taxa strettamente correlati (Kottelat e Lim, 1993; Tan e Kottelat, 2009; Bohlen et al., 2011).
Ambiente: demerso; acqua dolce; clima tropicale
Pangio anguillaris vive in fiumi di dimensioni medie e grandi; si trova nelle strozzature dei fiumi con poca corrente, con il fondo sabbioso o ricoperto di foglie. Vive vicino al fondo con substrato sabbioso o melmoso, ricco di detriti e di vegetazione in decomposizione. Trascorre molto del suo tempo sepolto nella sabbia, o cercando tranquillamente e lentamente cibo sulla sua superficie.
Nel Parco Nazionale di Danau Sentarum e nell'area di Kapuas Lakes, in Kalimantan Barat, Pangio anguillaris vive simpatricamente con numerose altre specie, che includono Puntius anchisporus, Puntius kuchingensis, Puntius lineatus, Puntius rhomboocellatus, Puntius trifasciatus, Brevibora dorsiocellata, Rasbora cephalotaenia, Rasbora sarawakensis, Trigonopoma gracile, Trigonopoma pauciperforatum, Barbucca diabolica, Nemacheilus saravacensis, Pangio malayana, Pangio oblonga, Pangio semicincta, Pangio shelfordii, Chaca bankanensis, Hemirhamphodon pogonognathus, Betta dimidiata, Betta pinguis, Luciocephalus pulcher.
Dimensioni minime dell'acquario: 80x40x40h cm: vanno allevati in gruppi di non meno di 8-10 esemplari.
Come tutte le specie di Pangio, anche per i Pangio anguillaris vanno previsti moltissimi rifugi e nascondigli (sassi ammucchiati, rocce, radici, cespugli folti di piante) perchè senza nascondigli diventano timidi: più nascondigli ci sono e più avrete possibilità di vederli allo scoperto.
Il substrato di fondo deve essere assolutamente costituito da sabbia fine non tagliente, per non danneggiarne i barbigli e perchè gli piace "insabbiarsi" sul fondo. Ama scavare e tende a passare un po' del suo tempo completamente sepolto. Quando si utilizza ghiaia più grossolana possono stressarsi o ferirsi e può essere inibito il loro comportamento alimentare. Per aggiungere struttura possono essere utilizzate radici, legni e rami, disposti in modo tale da formare molte zone ombreggiate.
L'aggiunta di un po' di lettiera di foglie secche (sono adatte foglie di faggio, quercia o mandorlo indiano Ketapang, Terminalia catappa; si può usare anche una miscela di tutte e tre) enfatizza ulteriormente la sensazione naturale e, oltre a offrire dei ripari aggiuntivi per i pesci, induce la crescita di benefiche colonie microbiche mano a mano che avviene la decomposizione. Questa microfauna può fornire una preziosa fonte di cibo secondario per gli avannotti, mentre si ritiene che i tannini e altre sostanze chimiche rilasciate dalle foglie in decomposizione siano utili per le specie di pesci d'acqua nera e non.
Le foglie possono essere lasciate nella vasca fino a che non si decompongono completamente o rimosse e sostituite ogni qualche settimana.
Per acidificare e scurire ulteriormente l'acqua si possono usare anche le pignette di ontano, che hanno ulteriori effetti battericidi e antimicotici, non è necessario utilizzare la torba naturale, la cui raccolta è sia insostenibile che dannosa per l'ambiente.
Molto simile alla fibra di torba è la fibra di cocco, che è essenzialmente un sottoprodotto industriale e soprattutto una risorsa rinnovabile; se ne può lasciar cadere qualche manciata nella vasca. Dopo pochi giorni diventerà completamente satura d'acqua e affonderà sul fondo, dove può sembrare davvero efficace. A condizione che venga praticata una buona routine di mantenimento dell'acqua, non dovrebbero verificarsi effetti negativi utilizzando torba o foglie in acquario.
Non sono adatti a vasche appena allestite. E' inoltre preferibile un'illuminazione abbastanza scarsa, con piante acquatiche dei generi come Microsorum, Taxiphyllum e Cryptocoryne.
La filtrazione deve fornire un po' di agitazione in superficie, evitando però troppa corrente. Bisogna fare attenzione perché in particolare gli esemplari più piccoli sono in grado di entrare dentro al filtro, inoltre l'acquario va ben coperto perché come tutti i cobitidi tendono a saltare, soprattutto quando vengono inseriti in un nuovo ambiente.
Comportamento e compatibilità: le specie del genere Pangio sono pacifiche sia tra loro che con gli altri pesci e non vi sono segnalazioni di danni arrecati ai loro compagni di vasca, anche se possono predare uova, avannotti, ma anche piccoli gamberetti e lumache.
I migliori compagni di vasca per i Pangio sono le piccole specie pacifiche che provengono da ambienti simili, come Boraras, Sundadanio, piccole Rasbora, Trichopsis, Sphaerichthys, ecc. Possono essere adatti anche alcuni cobitidi della famiglia Nemacheilidae, ma è essenziale una ricerca adeguata in quanto alcuni possono essere troppo competitivi, territoriali o aggressivi.
In natura sono spesso trovati in grandi aggregazioni e in cattività spesso si stringono insieme in un angolo, fessura o nascondiglio, per cui il minimo numero da acquistare è almeno 8-10 esemplari.
Pangio anguillaris - Video © nitrifizierer
22 – 29°C
Le specie del genere Pangio sono principalmente micropredatrici, che si nutrono di organismi bentonici, spulciando bocconi del materiale di fondo attraverso la bocca e le branchie per estrarre larve di insetti, piccoli crostacei e simili; una proporzione della dieta naturale probabilmente comprende anche detriti organici e materiale vegetale proveniente anche dal contenuto intestinale delle prede.
In acquario accettano in genere senza problemi il mangime secco, ma devono essere offerti anche pasti regolari di daphnia, artemia, chironomus, microworms, grindal, etc. vivi o congelati.
Attenzione anche al fatto che mangiano le lumache, come tutti i cobitidi. per cui è meglio non metterli insieme a neritine o ampullarie, specie se piccole.
L'importante è che il cibo affondi in fretta e arrivi alla loro portata prima che se lo mangino gli altri abitanti dell'acquario: bisogna sempre controllare che tutti i pesci mangino la giusta razione di cibo!
Nonostante questi pesci come quasi tutti i pesci da fondo siano comprati come pesci pulitori, non si nutrono di avanzi, ma hanno bisogno di una dieta varia e abbondante per sopravvivere.
Una delle principali cause di morte dei pesci da fondo nelle vasche degli "acquariofili" è il denutrimento, gli stenti, muoiono letteralmente di fame, perché si pensa erroneamente che possano bastargli quelle poche briciole che avanzano gli altri pesci... o addirittura ci sono persone che pensano si mangino gli escrementi!
In realtà hanno bisogno di mangiare esattamente come tutti gli altri abitanti dell'acquario!
Come acquariofili siamo responsabili della vita degli animali che alleviamo, e dobbiamo assicurarci che ognuno riceva la giusta razione del cibo appropriato.
In nessun caso bisogna aspettarsi che sopravvivano solo grazie agli 'avanzi' degli altri abitanti dell'acquario, o si può fare affidamento su di loro per la 'pulizia' dell'acquario.
Stai pensando di comprarli?
Vai alla pagina con i pro e contro dell'allevamento dei Pangio, serpentelli d'acqua dolce
Le femmine adulte sono in genere più tozze di corpo e un po' più grandi dei maschi, mentre nei maschi adulti il primo raggio della pinna pettorale è ramificato e ispessito e le pinne pettorali stesse sono più lunghe e girate verso l'alto di quelle delle femmine. I maschi maturi di alcune popolazioni sviluppano quella che sembra essere una gobba nucale sulla testa.
In natura si riproduce in acqua molto bassa, ricchissima di vegetazione, più comunemente nelle foreste o nelle praterie alluvionate, vicino al pelo dell'acqua. In acquario non ci sono resoconti di riproduzioni.
Una tra le più piccole specie di Pangio, i cui habitat naturali sono minacciati dall'espandersi delle attività umane
E' uno dei Pangio commercializzati sotto il nome generico di 'serpentelli', anche se generalmente sono disponibile mescolati con spedizioni di altri pesci.
E' uno tra i 'serpentelli d'acqua dolce' più piccoli, e si trova raramente in commercio, il più delle volte si trova mescolato casualmente tra le spedizioni di congeneri simili di aspetto.
Questo serpentello d'acqua dolce è generalmente è disponibile come cattura accessoria tra spedizioni di altri pesci. Alcuni autori hanno ipotizzato che possa essere sinonimo di Pangio anguillaris.
Una specie di Pangio rara da trovare in commercio, arriva in genere senza indicazioni sul nome, mescolata agli stock di altri Pangio.
Sembra ormai quasi assodato che tutte le biscette o serpentelli d'acqua dolce commercializzati come Pangio kuhlii, siano in realtà un'altra specie, probabilmente Pangio semicincta
Questa specie si trova spesso in commercio ma infilata senza volerlo nelle spedizioni di congeneri simili di aspetto, da quali si può distinguere solo con un'attenta osservazione.
E' regolarmente in commercio e si trovano anche forme albine e leucistiche, che non è chiaro se esistano anche in natura o meno.
E' tra i Pangio più disponibili nel commercio acquariofilo, e commercializzato come 'kuhlii nero' o 'kuhlii cioccolato'
E' una tra le tante specie di Pangio che viene esportata solo occasionalmente, spesso involontariamente tra le spedizioni di specie congeneri e simili.
E' una tra le specie erroneamente identificate più frequentemente, essendo quasi sempre commercializzata come Pangio kuhlii. Il rapporto tra le due specie comunque è stato ed è tutt'ora molto confuso.
Questa specie è esportata solo occasionalmente, spesso involontariamente tra le spedizioni di specie congeneri.
Ci sono esemplari di Pangio che non sono classificabili tra le specie conosciute, ma non hanno nemmeno una descrizione scientifica, spesso sono chiamati genericamente 'kuhlii'
la scheda su FishBase
la scheda completa su Seriouslyfish.com
Piccolo compendio di quello che c'è da sapere prima di comprare i Pangio, chiamati anche serpentelli spinosi, per poterli allevare al meglio, o per non comprarli affatto :-)
Una guida indispensabile dedicata ai pangio e ai cobitidi 'anguilla' in generale, che non solo sono diversi, attraenti e sociali, ma anche facili da allevare.
Consideriamo per un secondo il vostro animale preferito non acquatico. Che si tratti di cane, gatto, canarino, criceto o furetto, tollerereste che fosse allevato in un contenitore stretto e sporco, che fosse denutrito o nutrito con una dieta inappropriata, che venisse messo in condizioni da non mostrare un comportamento naturale, che soffrisse di problemi di crescita e di conseguenza fosse destinato a stress, sofferenza e morte precoce?
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