Racconto di un'esperienza personale di allevamento e di riproduzione mancata dei serpentelli spinosi, i Pangio
Un gruppo di Pangio sp. probabilmente Pangio semicincta
La mia esperienza con i serpentelli risale al lontano febbraio del 2000, quando, in due diversi negozi, avevo comprato 3 'Pangio kuhlii', che probabilmente erano invece Pangio semicincta, li avevo immessi in acquario e non li avevo più visti per almeno 3 mesi... erano i primi tempi che avevo l'acquario, ero ancora agli inizi della scoperta di questo mondo, e li avevo dati per morti. Invece un bel giorno vedo un guizzo tra le piante... possibile? Era proprio un Pangio, dopo qualche giorno ho rivisto anche gli altri due, e dopo poco tempo avevano preso così confidenza con l'ambiente circostante, che non avevo più nessun problema a vederli, erano sempre in giro tranquilli per la vasca, tutto il giorno, sempre tutti e tre assieme, che giocavano quasi, arrotolandosi ed attorcigliandosi insieme tra loro.
Era uno spettacolo guardarli, a volte erano così infilati tra le radici delle anubias da farmi temere che fossero rimasti incastrati, invece dopo poco li vedevo strisciare via...
Naturalmente in vasca erano presenti moltissimi nascondigli, tra rocce accatastate, legni sovrapposti ed incrociati, mezze noci di cocco rovesciate... i posti che preferivano erano gli intrichi formati dalle radici delle anubias che avevo legato alle noci di cocco e ai legni per "mimetizzarli" nell'ambiente circostante...
Dopo qualche tempo ho potuto anche assistere ad un evento che, nella beata incoscienza dei neo-acquariofili, ho capito solo più tardi fosse più unico che raro in acquario: una deposizione dei Pangio, anche se purtroppo non andata a buon fine perché poco dopo mi stava andando a scatafascio tutto l'acquario...
Vi racconto come è andata:
Avevo collegata all'acquario tramite un tubicino d'aeratore e pietra porosa una bottiglia con la mistura di acqua, zucchero e lievito per fare la CO2 artigianale; un giorno in mia assenza le mie due bambine nel corso di qualche gioco sono riuscite ad "agganciare" il tubicino e strattonandolo hanno fatto cadere per terra la bottiglia di plastica. Forse per l'effetto "agitazione" circa 1/3 del contenuto della bottiglia, orizzontale per terra, era entrato in vasca, risalendo il tubicino d'aeratore... Quando sono rientrata a casa mi è venuto un mezzo colpo, l'acqua era diventata molto torbida e color marroncino lattiginoso, i pesci boccheggiavano in superficie... vedendo la bottiglia della mistura mezza vuota e interrogando le disg...ehmm, le bimbe, ho capito cosa era successo e ho fatto subito un cambio d'acqua del 50%, ho messo l'uscita del filtro sopra il livello dell'acqua formando una cascatella, per ossigenarla meglio, e la situazione sembrava rientrata: i pesci avevano ripreso il loro comportamento normale e l'acqua era rimasta torbida solo molto leggermente.
Pangio semicincta dentro un cespuglio di Riccia fluitans sulla superficie dell'acqua - 02 febbraio 2004
Pangio semicincta dentro un cespuglio di Riccia fluitans sulla superficie dell'acqua - 02 febbraio 2004
Pangio semicincta dentro un cespuglio di Riccia fluitans sulla superficie dell'acqua - 02 febbraio 2004
(foto scattate qualche anno dopo)
Ed ora inizia il bello: qualche ora dopo, verso sera, con l'acqua ancora leggermente torbida, ho notato dei movimenti insoliti, ed ho visto due dei miei Pangio in superficie, in un cespuglio di riccia... non avendoli mai visti lontani dal fondo, li ho osservati per un po', temendo fossero lì colpiti dagli stessi sintomi d'asfissia che avevano mostrato gli altri pesci. Invece non boccheggiavano ma, dopo qualche secondo di immobilità, hanno iniziato ad attorcigliarsi fra di loro, allontanandosi lievemente per riattorcigliarsi, in una specie di "danza" fatta di lievi sfioramenti e avvitamenti, alternati a momenti di immobilità e a 'scatti' vigorosi che facevano smuovere l'acqua e risalire bollicine verso l'alto...
Dopo parecchi minuti in cui guardavo dubbiosa questo "balletto", sono rimasta a bocca aperta quando è avvenuta la deposizione: piccolissime uova scure (non saprei di che colore, non ero troppo vicina per paura di spaventarli, visto che erano nella parte frontale dell'acquario) hanno iniziato a "fluttuare", una buona parte è rimasta ancorata ai grossi cuscini di riccia che galleggiavano in superficie, altre sono cadute verso il basso, dove i Chromobotia macracanthus si sono subito accorti che c'era da banchettare...
I due Pangio, dopo essere rimasti ancora un po' di tempo nel cespuglio di riccia, immobili, sono quindi scesi di nuovo verso il fondo, senza curarsi delle uova.
Ero basita, presa completamente alla sprovvista, non mi sarei mai aspettata di assistere ad uno spettacolo del genere, era già sera, per di più sabato, e non avevo né vaschette né sale nido in cui ricoverare le uova, che d'altronde erano lì (pensavo al sicuro) sulla riccia, solo quelle cadute in basso erano state mangiate, per cui con l'incoscienza che spesso caratterizza i neo-acquariofili ho lasciato tutto così com'era, frastornata, rimandando ogni decisione all'indomani.
Purtroppo però, quando mi sono svegliata il mattino dopo, la situazione era precipitata: l'acqua era diventata completamente bianco latte, tutti i pesci che potevo intravedere attraverso l'acqua torbida erano a galla, boccheggianti ed esausti, i botia e i pangio erano coricati su un fianco sulle grosse foglie di una echinodorus che arrivavano sulla superficie dell'acqua, in cerca d'aria, mi sembravano più morti che vivi... Ero nel panico più completo, non riuscivo a capacitarmi di quello che stava succedendo... Com'era possibile che ci fosse di nuovo tutto quel lievito sciolto in acqua, se il giorno prima l'acqua dopo i cambi era praticamente pulita? Eppure per intorbidire così l'acqua che cosa poteva essere se non lievito?
Per mia fortuna mi era venuto in aiuto il newsgroup, it.hobby.acquari, ho postato un messaggio d'aiuto e nonostante fosse domenica mattina qualcuno ha subito risposto (Robflat, me lo ricordo ancora, non finirò mai di ringraziarlo :)), mi ha spiegato che l'intorbidimento doveva essere causato dalla forte esplosione batterica causata non solo dal lievito ma soprattutto dallo zucchero entrati in vasca il giorno prima, proliferazione batterica che aveva azzerato il contenuto di ossigeno dell'acqua, provocando quei sintomi di asfissia nei pesci... Capire dalle sue parole quello che stava succedendo mi ha aiutato ad affrontare la situazione: cambi d'acqua piccoli ma ripetuti a distanza di breve tempo, aeratore a manetta e cascatella dal filtro per ossigenare l'acqua, in più carbone attivo nel filtro sostituito dopo due giorni, come mi aveva consigliato Walter Peris, ringrazio anche lui, per avermi seguito nella mia disavventura quasi passo-passo...
Inutile dire che nell'agitazione e nella preoccupazione per la sopravvivenza dei miei pesci (me ne erano morti 3, nonostante tutto) mi sono completamente dimenticata delle uova dei Pangio, quando me ne sono ricordata ormai la riccia era stata sbattacchiata tanto tra aeratore e filtro che di uova non ve ne era più traccia...
Ho sperato che magari qualcuna da qualche parte fosse rimasta nascosta alla voracità dei pesci, ma anche a distanza di tempo e scrutando accuratamente il ghiaino di fondo non ho mai visto piccoli, e mi sono rassegnata... ho visto altre volte i Pangio venire in superficie sulla riccia, ma mai altre deposizioni.
Solo con il passare del tempo ho capito quanto fosse stata per me un'esperienza eccezionale vedere quella deposizione, e naturalmente oggi mi mangio i gomiti pensando che non mi è nemmeno passato per l'anticamera del cervello di prendere la macchina fotografica e fare una cavolo di foto (c'è da dire che a quei tempi andavo di macchina fotografica a rullino, quando dico che il telefonino a quei tempi serviva solo per telefonare, le mie figlie ora ventenni sbarrano gli occhi), o di pensare prima alle uova e poi ai pesci in quel frangente che a me pareva catastrofico... ma come è andata è andata, l'esperienza comunque insegna :)
Posso solo segnalare due cose, emerse nelle discussioni su it.hobby.acquari seguite a questo evento (seguite dopo un po', dopo aver studiato un po' di più i Pangio, non avevo il coraggio di dire che avevo delle uova e non le ho salvate...), e riportate anche nella pagina dedicata alla riproduzione dei Pangio:
- sembra che comprare i pangio in posti diversi e in periodi diversi possa favorire la possibilità di avere due sessi diversi, e quindi di avere una potenziale "coppia"
- la deposizione potrebbe essere stata stimolata proprio dalla presenza di zucchero e lievito nell'acqua, che è sembrata ai futuri genitori una potenziale fonte di cibo per gli avannotti; ovviamente non consiglio a nessuno di riprovare a farlo in vasca, visti i risultati :(
Per approfondire:
Una guida indispensabile dedicata ai pangio e ai cobitidi 'anguilla' in generale, che non solo sono diversi, attraenti e sociali, ma anche facili da allevare.
Racconto con molte foto di un'esperienza di riproduzione dei Pangio oblonga, avvenuta nell'acquario di Richard Bias, New Jersey, USA, e scritta da Martin Thoene - tratto e tradotto da un articolo di Martin Thoene
Modalità e problematiche della riproduzione dei Pangio, della deposizione e della crescita degli avannotti
Femmina di Pangio myersi con il ventre pieno di uova - Foto © Graeme Robson (Loaches.com)
Esperienze di allevamento e riproduzione di questo simpatico serpentello, con descrizione delle altre specie di Pangio, per meglio distinguerli quando si comprano - tratto e tradotto da un articolo di Alfred D. Castro
Descrizione della riproduzione di questo Pangio, con consigli per stimolarne la riproduzione e foto delle uova e della femmina gravida - tratto e tradotto da un articolo di Graeme Robson
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
Edizione Inglese di Mark MacDonald - Un libro purtroppo solo in inglese, co-scritto dal team di Loaches Online, il che vale già come una garanzia di informazioni veritiere, derivate dall'effettiva conoscenza ed esperienza con i cobitidi.
Edizione Inglese di Paul V. Loiselle - Guida in inglese sull'allevamento di molte specie di botia, cobitidi e pesci gatto, con molti articoli che affrontano i temi comuni da tener presenti con queste specie.
Edizione Inglese di Braz Walker
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Taxa principali
Una tra le più piccole specie di Pangio, i cui habitat naturali sono minacciati dall'espandersi delle attività umane
E' uno dei Pangio commercializzati sotto il nome generico di 'serpentelli', anche se generalmente sono disponibile mescolati con spedizioni di altri pesci.
E' uno tra i 'serpentelli d'acqua dolce' più piccoli, e si trova raramente in commercio, il più delle volte si trova mescolato casualmente tra le spedizioni di congeneri simili di aspetto.
Questo serpentello d'acqua dolce è generalmente è disponibile come cattura accessoria tra spedizioni di altri pesci. Alcuni autori hanno ipotizzato che possa essere sinonimo di Pangio anguillaris.
Una specie di Pangio rara da trovare in commercio, arriva in genere senza indicazioni sul nome, mescolata agli stock di altri Pangio.
Sembra ormai quasi assodato che tutte le biscette o serpentelli d'acqua dolce commercializzati come Pangio kuhlii, siano in realtà un'altra specie, probabilmente Pangio semicincta
Questa specie si trova spesso in commercio ma infilata senza volerlo nelle spedizioni di congeneri simili di aspetto, da quali si può distinguere solo con un'attenta osservazione.
E' regolarmente in commercio e si trovano anche forme albine e leucistiche, che non è chiaro se esistano anche in natura o meno.
E' tra i Pangio più disponibili nel commercio acquariofilo, e commercializzato come 'kuhlii nero' o 'kuhlii cioccolato'
E' una tra le tante specie di Pangio che viene esportata solo occasionalmente, spesso involontariamente tra le spedizioni di specie congeneri e simili.
E' una tra le specie erroneamente identificate più frequentemente, essendo quasi sempre commercializzata come Pangio kuhlii. Il rapporto tra le due specie comunque è stato ed è tutt'ora molto confuso.
Questa specie è esportata solo occasionalmente, spesso involontariamente tra le spedizioni di specie congeneri.
Ci sono esemplari di Pangio che non sono classificabili tra le specie conosciute, ma non hanno nemmeno una descrizione scientifica, spesso sono chiamati genericamente 'kuhlii'
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