E' una tra le tante specie di Pangio che viene esportata solo occasionalmente, spesso involontariamente tra le spedizioni di specie congeneri e simili.
Esemplare di Pangio piperata proveniente dalla Thailandia - Foto © Nonn Panitvong (Seriouslyfish.com)
15 - 25 anni
5.2 cm SL
Quella di Pangio piperata è una tra le tante specie che viene esportata solo occasionalmente, spesso involontariamente tra le spedizioni di specie congeneri, per cui può capitare di notarla in negozio o ritrovarsela inconsapevolmente in vasca, tra gli altri Pangio comprati. Le sue esigenze d'allevamento sono comunque similari a quelle degli altri Pangio.
Tutti i Pangio sono prevalentemente notturni, e soprattutto possono essere molto timidi ed impauriti, specialmente nelle fasi delicate di adattamento ad un nuovo ambiente per loro sconosciuto.
Spesso dopo averli inseriti in vasca sembrano sparire completamente, ma in genere dopo che ci si è rassegnati alla loro morte, riappaiono misteriosamente tra le piante in cerca di cibo, a volte anche dopo più di un mese dall'inserimento... sono artisti nella ricerca dei più piccoli nascondigli, e arrivano anche ad interrarsi nel substrato di fondo. E' molto meglio quindi, come anche per tutte le specie munite di barbigli per "sfrucugliare" il fondo, che questo sia composto di sabbia fine e non tagliente, in modo che ci si possano muovere senza pericolo, ed è necessario provvedere quanti più nascondigli possibile (cespugli folti di piante, mezze noci di cocco rovesciate, tubi e tubetti di qualsiasi materiale adatto all'acquario, sassi accatastati, ecc.) per dar loro sicurezza: se sanno di aver tanti rifugi vicini, si mostreranno all'aperto molto più volentieri.
Tenere questi pesci in un acquario spoglio, senza ripari, solo per poterli vedere tutto il tempo, è semplicemente CRUDELE.
I pesci vanno allevati rispettando le loro esigenze, non le nostre, e i pesci che girano spaventati da una parte all'altra dell'acquario in cerca di un rifugio sono sì visibili, ma sono pesci enormemente stressati, destinati ad ammalarsi e a morire molto prima del tempo a causa del malessere e dello stress. Con tanti ripari e nascondigli a disposizione invece i pesci si sentiranno tranquilli e al sicuro, e usciranno allo scoperto molto più spesso, perché avranno la sicurezza che in caso di necessità potranno ripararsi dove vogliono.
Tutti i cobitidi possiedono spine suboculari acuminate, mobili, che sono normalmente nascoste all'interno di una piega della pelle e che vengono erette se l'esemplare subisce un forte stress, ad esempio se tolto dall'acqua. È quindi necessaria attenzione in quanto queste spine possono impigliarsi nei retini, e quelle delle specie più grandi possono persino ferire la pelle umana.
La specie Pangio piperata è inclusa nel gruppo di Pangio shelfordii di specie strettamente correlate nel genere, e si distingue dagli altri membri dalla seguente combinazione di caratteri: profondità corporea relativamente snella (sta 9,0 - 10,6 volte nella SL); mancanza di barbigli nasali; colorazione base del corpo bruno giallastro, punteggiato da piccole macchie scure che formano una striscia ruvida lungo la linea laterale; in alcuni esemplari una serie di segni scuri a forma di sella che corrono lungo la superficie dorsale; 46-49 vertebre; pinna caudale emarginata; macchia nera alla base della pinna caudale.
La livrea di Pangio piperata presenta ampia variabilità: alcune popolazioni di Sumatra e Borneo di Pangio shelfordii assomigliano superficialmente a Pangio piperata, il che può causare problemi di identificazione poiché i due spesso si trovano insieme in natura. In generale, tuttavia, il disegno della livrea di Pangio piperata è più chiaro di quello di Pangio shelfordii e differiscono nei conteggi vertebrali (47 vs 50, rispettivamente). Le pinne pettorali nel maschio di Pangio piperata sono anche proporzionalmente più lunghe, circa il doppio rispetto a quelle delle femmine, mentre in Pangio shelfordii sono solo leggermente più lunghe.
Secondo Kottelat e Lim (1993) i gruppi, o complessi, di Pangio kuhlii e di Pangio oblonga, rappresentavano due dei quattro gruppi di specie simili all'interno del genere, accanto al gruppo di Pangio anguillaris e a quello di Pangio shelfordii. I gruppi sono stati divisi in base al disegno della livrea, oltre ad altri caratteri come il numero di raggi delle pinne pettorali e delle vertebre.
Questo sistema non ufficiale è stato seguito fino a Bohlen et al. (2011) che ha pubblicato un'analisi filogenetica molecolare che includeva 18 specie riconosciute più un certo numero di quelle non descritte. I loro risultati suggeriscono l'esistenza di tre grandi gruppi nel genere, invece di quattro; due gruppi sono rappresentati dal complesso di Pangio anguillaris e dal complesso di Pangio shelfordii, mentre i due complessi di Pangio kuhlii e Pangio oblonga insieme formano il terzo.
I membri del gruppo di Pangio shelfordii sono separati da quelli dei gruppi Pangio kuhlii-oblonga e Pangio anguillaris in quanto sono in possesso di un paio di "barbigli" labiali sul labbro inferiore, una barra scura alla base della pinna caudale, diverse file di macchie sulla caudale e un peduncolo caudale relativamente sottile.
Attualmente includono Pangio atactos, Pangio incognito, Pangio muraeniformis, Pangio piperata, Pangio shelfordii e Pangio superba.
Pangio piperata - Foto © Michael Lo
- Specie che va allevata in gruppo, non meno di 8-10 esemplari
- Bisogna prestare attenzione che mangi regolarmente come gli altri pesci
- Specie non riprodotta in cattività, gli esemplari in commercio provengono dalla cattura in natura. Chiedete sempre al negoziante se i pesci che state per prendere sono di cattura o d'allevamento.
Asia: penisola Malese, Thailandia meridionale, Sumatra, Sarawak, Malesia (Borneo).
Pangio piperata è conosciuto dagli stati di Terengganu, Panang e Johor nella Malesia peninsulare, Thailandia meridionale (peninsulare), provincia di Riau a Sumatra e il drenaggio del fiume Rajang nello stato di Sarawak, Malesia (Borneo).
La località tipo è "Ruscello a circa il chilometro 6 sulla strada da Kuala Brang a Kuala Terengganu, Terengganu, Malesia, 6°04’25″N, 103°03’20″E’.
È stato riscontrato che le popolazioni della Thailandia e della Malesia si differenziano le une dalle altre nelle analisi filogenetiche molecolari e potrebbe esserci più di una singola specie coinvolta nonostante la mancanza di differenze morfologiche (Bohlen et al. 2011).
STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
LEAST CONCERN (minima preoccupazione)
- Pangio piperata: la distribuzione e lo stato della specie in natura, sul sito della IUCN Red List, il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il mondo.
Ambiente: acqua dolce, clima tropicale.
Pangio piperata vive nei piccoli corsi d'acqua nella foresta, solitamente nella spessa coltre di foglie sul fondo. Si trova comunemente nelle sezioni poco profonde e con lento movimento di corsi d'acqua forestali o in altri habitat tranquilli come paludi, fiumi e stagni. Molti di questi ambienti sono associati ad antiche paludi di torba e contengono acqua nera, sebbene si possa trovare anche in acque limpide più o meno colorate dai tannini. Tali habitat sono in genere ombreggiati dal sole sia dalla vegetazione marginale che dalle fitte chiome degli alberi sovrastanti.
L'acqua ha generalmente un contenuto minerale disciolto trascurabile, è scarsamente tamponata e il pH può essere basso, fino a 3,0 o 4,0 a causa del rilascio graduale di tannini e acidi organici dal materiale vegetale in decomposizione.
A seconda della località il substrato può essere composto da torba, fango o sabbia, e tipicamente i pesci abbondano tra i mucchi di lettiera di foglie secche.
Nel bacino del fiume Rajang le specie simpatriche, cioè che convivono assieme, includono: Cyclocheilichthys apogon, Cyclocheilichthys repasson, Garra borneensis, Osteochilus hasseltii, Paracrossochilus vittatus, Rasbora argyrotaenia, Rasbora dusonensis, Rasbora kottelati, Rasbora sarawakensis, Trigonopoma pauciperforatum, Sundadanio margarition, Puntius johorensis, Puntius kuchingensis, Puntius pentazona, Pangio anguillaris, Pangio semicincta, Syncrossus hymenophysa, diversi Gastromyzon, Homaloptera e Nemacheilus, Betta akarensis, Sphaerichthys osphromenoides, Carinotetraodon salivator.
21 - 26°C
Dimensioni minime dell'acquario: 50x30x30h cm: vanno allevati in gruppi di non meno di 8-10 esemplari.
Come tutte le specie di Pangio, anche per i Pangio kuhlii vanno previsti moltissimi rifugi e nascondigli (sassi ammucchiati, rocce, radici, cespugli folti di piante) perchè senza nascondigli diventano timidi: più nascondigli ci sono e più avrete possibilità di vederli allo scoperto.
Il substrato di fondo deve essere assolutamente costituito da sabbia fine non tagliente, per non danneggiarne i barbigli e perchè gli piace "insabbiarsi" sul fondo. Ama scavare e tende a passare un po' del suo tempo completamente sepolto. Quando si utilizza ghiaia più grossolana possono stressarsi o ferirsi e può essere inibito il loro comportamento alimentare. Per aggiungere struttura possono essere utilizzate radici, legni e rami, disposti in modo tale da formare molte zone ombreggiate.
L'aggiunta di un po' di lettiera di foglie secche (sono adatte foglie di faggio, quercia o mandorlo indiano Ketapang, Terminalia catappa; si può usare anche una miscela di tutte e tre) enfatizza ulteriormente la sensazione naturale e, oltre a offrire dei ripari aggiuntivi per i pesci, induce la crescita di benefiche colonie microbiche mano a mano che avviene la decomposizione. Questa microfauna può fornire una preziosa fonte di cibo secondario per gli avannotti, mentre si ritiene che i tannini e altre sostanze chimiche rilasciate dalle foglie in decomposizione siano utili per le specie di pesci d'acqua nera e non.
Le foglie possono essere lasciate nella vasca fino a che non si decompongono completamente o rimosse e sostituite ogni qualche settimana.
Per acidificare e scurire ulteriormente l'acqua si possono usare anche le pignette di ontano, che hanno ulteriori effetti battericidi e antimicotici, non è necessario utilizzare la torba naturale, la cui raccolta è sia insostenibile che dannosa per l'ambiente.
Molto simile alla fibra di torba è la fibra di cocco, che è essenzialmente un sottoprodotto industriale e soprattutto una risorsa rinnovabile; se ne può lasciar cadere qualche manciata nella vasca. Dopo pochi giorni diventerà completamente satura d'acqua e affonderà sul fondo, dove può sembrare davvero efficace. A condizione che venga praticata una buona routine di mantenimento dell'acqua, non dovrebbero verificarsi effetti negativi utilizzando torba o foglie in acquario.
Non sono adatti a vasche appena allestite. E' inoltre preferibile un'illuminazione abbastanza scarsa, con piante acquatiche dei generi come Microsorum, Taxiphyllum e Cryptocoryne.
La filtrazione deve fornire un po' di agitazione in superficie, evitando però troppa corrente. Bisogna fare attenzione perché in particolare gli esemplari più piccoli sono in grado di entrare dentro al filtro, inoltre l'acquario va ben coperto perché come tutti i cobitidi tendono a saltare, soprattutto quando vengono inseriti in un nuovo ambiente.
Comportamento e compatibilità: le specie del genere Pangio sono pacifiche sia tra loro che con gli altri pesci e non vi sono segnalazioni di danni arrecati ai loro compagni di vasca, anche se possono predare uova, avannotti, ma anche piccoli gamberetti e lumache.
I migliori compagni di vasca per i Pangio sono le piccole specie pacifiche che provengono da ambienti simili, come Boraras, Sundadanio, piccole Rasbora, Trichopsis, Sphaerichthys, ecc. Possono essere adatti anche alcune specie della famiglia Nemacheilidae, ma è essenziale una ricerca adeguata in quanto alcuni possono essere troppo competitivi, territoriali o aggressivi.
In natura sono spesso trovati in grandi aggregazioni e in cattività spesso si stringono insieme in un angolo, fessura o nascondiglio, per cui il minimo numero da acquistare è almeno 8-10 esemplari.
Esemplare di Pangio piperata da Johor, Penisola Malese meridionale - Foto © Lim Teow Yeong
Le specie del genere Pangio sono principalmente micropredatrici, che si nutrono di organismi bentonici, spulciando bocconi del materiale di fondo attraverso la bocca e le branchie per estrarre larve di insetti, piccoli crostacei e simili; una proporzione della dieta naturale probabilmente comprende anche detriti organici e materiale vegetale proveniente anche dal contenuto intestinale delle prede.
In acquario accettano in genere senza problemi il mangime secco, ma devono essere offerti anche pasti regolari di daphnia, artemia, chironomus, microworms, grindal, etc. vivi o congelati.
Attenzione anche al fatto che mangiano le lumache, come tutti i cobitidi. per cui è meglio non metterli insieme a neritine o ampullarie, specie se piccole.
L'importante è che il cibo affondi in fretta e arrivi alla loro portata prima che se lo mangino gli altri abitanti dell'acquario: bisogna sempre controllare che tutti i pesci mangino la giusta razione di cibo!
Nonostante questi pesci come quasi tutti i pesci da fondo siano comprati come pesci pulitori, non si nutrono di avanzi, ma hanno bisogno di una dieta varia e abbondante per sopravvivere.
Una delle principali cause di morte dei pesci da fondo nelle vasche degli "acquariofili" è il denutrimento, gli stenti, muoiono letteralmente di fame, perché si pensa erroneamente che possano bastargli quelle poche briciole che avanzano gli altri pesci... o addirittura ci sono persone che pensano si mangino gli escrementi!
In realtà hanno bisogno di mangiare esattamente come tutti gli altri abitanti dell'acquario!
Come acquariofili siamo responsabili della vita degli animali che alleviamo, e dobbiamo assicurarci che ognuno riceva la giusta razione del cibo appropriato.
In nessun caso bisogna aspettarsi che sopravvivano solo grazie agli 'avanzi' degli altri abitanti dell'acquario, o si può fare affidamento su di loro per la 'pulizia' dell'acquario.
Stai pensando di comprarli?
Vai alla pagina con i pro e contro dell'allevamento dei Pangio, serpentelli d'acqua dolce
Le femmine adulte sono in genere più tozze e più grandi dei maschi, mentre nei maschi maturi il primo raggio della pinna pettorale è ramificato e ispessito.
Probabilmente in natura Pangio piperata depone le uova stagionalmente; in acquario non ci sono report di riproduzioni avvenute con successo.
Taxa principali
Una tra le più piccole specie di Pangio, i cui habitat naturali sono minacciati dall'espandersi delle attività umane
E' uno dei Pangio commercializzati sotto il nome generico di 'serpentelli', anche se generalmente sono disponibile mescolati con spedizioni di altri pesci.
E' uno tra i 'serpentelli d'acqua dolce' più piccoli, e si trova raramente in commercio, il più delle volte si trova mescolato casualmente tra le spedizioni di congeneri simili di aspetto.
Questo serpentello d'acqua dolce è generalmente è disponibile come cattura accessoria tra spedizioni di altri pesci. Alcuni autori hanno ipotizzato che possa essere sinonimo di Pangio anguillaris.
Una specie di Pangio rara da trovare in commercio, arriva in genere senza indicazioni sul nome, mescolata agli stock di altri Pangio.
Sembra ormai quasi assodato che tutte le biscette o serpentelli d'acqua dolce commercializzati come Pangio kuhlii, siano in realtà un'altra specie, probabilmente Pangio semicincta
Questa specie si trova spesso in commercio ma infilata senza volerlo nelle spedizioni di congeneri simili di aspetto, da quali si può distinguere solo con un'attenta osservazione.
E' regolarmente in commercio e si trovano anche forme albine e leucistiche, che non è chiaro se esistano anche in natura o meno.
E' tra i Pangio più disponibili nel commercio acquariofilo, e commercializzato come 'kuhlii nero' o 'kuhlii cioccolato'
E' una tra le tante specie di Pangio che viene esportata solo occasionalmente, spesso involontariamente tra le spedizioni di specie congeneri e simili.
E' una tra le specie erroneamente identificate più frequentemente, essendo quasi sempre commercializzata come Pangio kuhlii. Il rapporto tra le due specie comunque è stato ed è tutt'ora molto confuso.
Questa specie è esportata solo occasionalmente, spesso involontariamente tra le spedizioni di specie congeneri.
Ci sono esemplari di Pangio che non sono classificabili tra le specie conosciute, ma non hanno nemmeno una descrizione scientifica, spesso sono chiamati genericamente 'kuhlii'
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
- Pangio piperata
- la scheda su FishBase
- Pangio piperata KOTTELAT & LIM, 1993
- la scheda completa su Seriouslyfish.com
Edizione Inglese di Mark MacDonald - Un libro purtroppo solo in inglese, co-scritto dal team di Loaches Online, il che vale già come una garanzia di informazioni veritiere, derivate dall'effettiva conoscenza ed esperienza con i cobitidi.
Edizione Inglese di Paul V. Loiselle - Guida in inglese sull'allevamento di molte specie di botia, cobitidi e pesci gatto, con molti articoli che affrontano i temi comuni da tener presenti con queste specie.
Edizione Inglese di Braz Walker
Collegamenti & Legenda
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Per saperne di più...
Piccolo compendio di quello che c'è da sapere prima di comprare i Pangio, chiamati anche serpentelli spinosi, per poterli allevare al meglio, o per non comprarli affatto :-)
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