E' uno dei pesci d'acquario più popolari e conosciuti, anche se la riproduzione massiva per il commercio acquariofilo ne ha indebolito molto la linea genetica e la salute.
Neon, Paracheirodon innesi - Foto © Robert Beke (Beke.co.nz)
3.0 cm TL
Uno dei pesci più popolari e immediatamente riconoscibili in acquariofilia, il Paracheirodon innesi, universalmente conosciuto come 'neon', è stato anche riprodotto selettivamente per la produzione di un certo numero di forme aggiuntive, tra cui albino, 'gold' (leucistico), a corpo corto, a pinne lunghe e 'diamante' (in cui la superficie dorsale è ricoperta di squame riflettenti) e anche altre. Purtroppo anni di riproduzioni selettive commerciali hanno impoverito il vigore genetico del ceppo ornamentale, il che significa una sempre maggiore diffusione di difetti morfologici e cattiva salute, per cui è meglio fare molta attenzione quando si scelgono in negozio, e cercare comunque d evitare le forme non naturali, indubbiamente più cagionevoli.
Come succede a tutti i membri del genere, alcuni esemplari selvatici sono in possesso di un maggior numero di squame dorate/metalliche rispetto al normale, e vengono commercializzati come Paracheirodon innesi 'platinum' o 'gold'. Sebbene si presenti in natura, sembra che questa condizione sia causata da un parassita che stimola un aumentato deposito di guanina sulle squame.
E' anche una specie a rischio di una malattia comunemente nota come 'malattia dei neon' (NTD), così chiamata perché è stata diagnosticata nei neon, ma può effettivamente colpire molte altre specie. Si consiglia quindi di dedicare del tempo all'osservazione dei pesci nel negozio prima di comprarli, e se qualcuno mostra segni di irrequietezza, macchie bianche sulla pelle o si isola dal gruppo, tutti segni classici della malattia, è meglio evitare l'acquisto del tutto.
La malattia dei neon è causata da un parassita microsporide, chiamato Pleistophora hyphessobryconis, ed è praticamente incurabile, una volta che ha raggiunto una fase avanzata. Le spore (stadio larvale) del parassita entrano nel pesce attraverso la bocca e scavano attraverso le pareti dell'intestino prima di stabilirsi nei muscoli. Qui producono cisti che provocano la rapida degenerazione del tessuto muscolare e lo sviluppo delle caratteristiche macchie bianche. Una volta che la malattia si diffonde il tasso di mortalità può essere molto alto, e l'unico modo per curare l'acquario è eliminare fisicamente tutti i pesci che presentino segni di infezione.
Sintomi simili possono essere osservati in una malattia comune causata dai batteri patogeni Flavobacterium columnare, spesso definita come 'malattia colonnare' o 'falsa malattia dei neon' e può essere trattata con successo con prodotti antibatterici, il che significa che vale sempre la pena di isolare subito e trattare i pesci che mostrando sintomi di NTD, in quanto si può curare se causata dal batterio.
Paracheirodon innesi può essere distinto dai suoi congeneri Paracheirodon axelrodi e Paracheirodon simulans grazie alla seguente combinazione di caratteri, seguendo Weitzman e Fink (1983): premascella in possesso di una singola riga (i denti anteriori possono talvolta dare l'apparenza di due file) di 5-7, raramente 8, denti aventi non più di 3 cuspidi ciascuno; mascella con 2-3 denti aventi non più di 3 cuspidi ciascuno; dentario con non più di 3 cuspidi ciascuno; rastrelli branchiali ventrali 10-11, di solito 11; squame nella linea laterale 3-6, di solito 4-5; pigmentazione rossa sul corpo che non si estende anteriormente alla base della pinna pettorale.
Per gli acquariofili forse sono più utili le sottili differenze nel disegno della livrea, con Paracheirodon innesi che è diverso da Paracheirodon axelrodi in quanto è in possesso di una pigmentazione relativamente meno rossa sul corpo, una striscia blu laterale più stretta che si estende meno posteriormente, e una linea bianca sulla pinna anale più distinta. Differisce da Paracheirodon simulans in quanto è in possesso di una banda laterale più blu (vs. più tendente al verde) che si estende solo fino alla pinna adiposa (vs. che si estende fino alla base della pinna caudale), una maggiore quantità di pigmentazione rossa sui fianchi e macchie bianche sulla pinna anale più distinte.
Paracheirodon innesi var. 'Brilliant' - Foto © Hristo Hristov
La storia tassonomica di tutte e tre le specie ora comprese nel genere Paracheirodon è complicata, infatti gli autori precedenti, come Géry (1960, 1977) tendevano a includerli in generi separati: rispettivamente Hypessobrycon simulans, Cheirodon axelrodi e Paracheirodon innesi; questa classificazione si basava per lo più sulla morfologia dentale seguendo il sistema proposto da Eigenmann (1915).
Altri, come Madsen (1975) collocavano sia Paracheirodon axelrodi che Paracheirodon simulans nel genere Cheirodon, mentre van Ramshorst (1981) includeva in quest'ultimo genere anche Paracheirodon innesi. Sono stati Weitzman e Fink (1983) a fornire la prima prova per la monofilia di Paracheirodon, contenente tutte e tre le specie, per via di un certo numero di caratteri osteologici più il loro distintivo disegno della livrea, costituito da una intensa striscia laterale blu o blu-verde, densa pigmentazione rossa sul corpo limitatamente alla parte ventrale fino alla striscia laterale, e una striscia di cromatofori marrone scuro o nero alla base ed estesa dorsalmente alla striscia laterale.
All'interno del sistema del Rio Purus sembrava essere stata scoperta una quarta specie di Paracheirodon, ritrovata in un unico luogo, il canale principale che entra nel Rio delle Amazzoni a monte del Rio Negro, ma attualmente non sono disponibili ulteriori informazioni.
I rapporti più stretti del genere Paracheirodon all'interno della famiglia Characidae non sono ancora stati pienamente confermati, con il raggruppamento considerato incertae sedis dalla maggioranza degli autori recenti. In base ai risultati ottenuti nell'analisi filogenetica molecolare da Oliveira et al. (2011) sembra che la specie Paracheirodon axelrodi sia più strettamente legata ad alcune specie del genere Hyphessobrycon (in particolare Hyphessobrycon eques e Hyphessobrycon megalopterus) tra tutte quelle incluse nello studio.
La funzione della striscia laterale blu intenso delle specie di Paracheirodon potrebbe essersi evoluta come strategia per sfuggire ai predatori, secondo l'ipotesi di Ikeda e Kohshima (2009) pubblicata a seguito di uno studio diretto sul campo dei pesci nei torrenti d'acqua nera nei pressi di Requena nell'Amazzonia peruviana, più l'osservazione di esemplari selvatici in acquario in condizioni diverse. I ricercatori hanno scoperto che la colorazione brillante della striscia laterale in Paracheirodon innesi è meno evidente in acqua nera, tranne quando viene osservata da un angolo limitato di circa 30° sopra l'orizzonte, e che questo potrebbe aiutare a confondere i predatori per via delle immagini speculari della banda luminosa proiettate sulla parte inferiore della superficie dell'acqua. Mentre la maggior parte dei caracidi che mostra un disegno della livrea a righe sui fianchi è in possesso di una striscia laterale di colore scuro con una striscia dorsale più chiara, questo disegno è invertito nelle specie del genere Paracheirodon; questo può essere un adattamento per la proiezioni di tali immagini speculari.
I pesci sono anche in grado di cambiare in una certa misura l'intensità della loro colorazione, diventando più chiara in condizioni di elevata luminosità con substrato e/o sfondo chiaro e acqua limpida, e più scuro con una striscia laterale viola di notte, e anche questo può essere una risposta progettata per renderli meno visibili.
Paracheirodon innesi var. 'Albina' - Foto © Hristo Hristov
- Specie che deve vivere in gruppo
- Nonostante sia una specie facilmente riprodotta in cattività, talvolta sono presenti in commercio stock provenienti dalla cattura in natura: Chiedete sempre al negoziante se i pesci che state per comprare sono di cattura o d'allevamento.
Sudamerica: torrenti tributari del fiume Solimões in acque nere o in acque chiare.
La località tipo di Paracheirodon innesi era originariamente indicata come "vicino a Iquitos", in riferimento alla città con quel nome nella foresta pluviale della regione di Loreto, in Perù, sebbene gli esemplari stessi derivassero da un'importazione per gli acquari, e ancora oggi la reale estensione della sua distribuzione rimane poco chiara.
Dati confermati suggeriscono che si trovi in diverse aree geograficamente disparate, la prima delle quali è l'area intorno a Leticia, Colombia e Tabatinga, in Brasile, un'area nota come "Três Fronteiras".
Qui Paracheirodon innesi è conosciuto nel basso rio Putumayo (detto Içá) e in alcuni piccoli ruscelli che sfociano nel rio Solimões a valle di Leticia.
Il secondo gruppo di popolazioni si trova a diverse centinaia di chilometri a est nell'area intorno a Codajás nello stato di Amazonas, in Brasile, più il rio Purus, un affluente dell'Amazzonia con la sua foce situata a valle di Codajás.
Sono state comunque segnalate numerose popolazioni aggiuntive, e la specie può essere diffusa nel Brasile occidentale, nel Perù orientale e nella Colombia sudorientale, come suggerito da Weitzman e Fink (1983).
Questi record includono eventi nel distretto di Jenaro Herrera, provincia di Requena (drenaggio Río Ucayali) e Río Marañon in Perù, rio Japurá (noto come Río Caquetá in Colombia) in Colombia e Brasile, rio Javary (noto anche come Yavarí) in Brasile, più il ríos Curaray e Mazán (entrambi drenaggi affluenti del Río Napo in Ecudaor e Perù, rispettivamente).
STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
NOT EVALUATED (non valutato)
Ambiente: pelagico; acqua dolce; Clima: tropicale
In genere Paracheirodon innesi abita corsi d'acqua forestali e affluenti minori, piuttosto che il corso dei canali principali con acqua bianca e torbida. L'acqua è tipicamente acida, di durezza carbonica e conducibilità trascurabili e di colore brunastro a causa della presenza di sostanze umiche rilasciate dalla decomposizione della materia organica; anche se è stato anche raccolto in habitat contenenti acqua chiara e trasparente. Il substrato tende ad essere coperto di rami caduti, radici di alberi e lettiera di foglie, e in alcuni habitat possono essere presenti anche piante acquatiche.
Dimensioni minime della vasca: 60x30x30h per un gruppo di minimo 8 esemplari, ma l'ideale è allevarne un bel branco di 20 o più esemplari in un acquaio di almeno 100 cm di lunghezza. Chi ha osservato i pesci e il loro comportamento in un allestimento del genere, capisce benissimo perché allevarli in acquari più piccoli non è indicato per loro. Spesso si confuta il fatto che abbiano bisogno di vivere in gruppo e in acquari grandi, sostenendo che i Neon sono 'pesci di gruppo e non di branco', per cui non nuotano sempre in banco con i conspecifici, ma se ne stanno ognuno per conto loro, raggruppandosi insieme solo in caso di pericolo. Ed è vero infatti, che quando sono tranquilli i neon non stanno insieme, ma si sparpagliano per la vasca, stando ognuno per i fatti suoi, ma è vero anche che spesso anche in acquario si verificano situazioni che i pesci percepiscono come pericolo, tipo passaggio di persone davanti alla vasca, rumori forti, pesci più grandi e predatori nelle vicinanze (c'è pure chi li alleva con gli scalari!), ecc, e se ne abbiamo preso solo 3 o 4 per metterli in un piccolo acquario, perché tanto non sono pesci di banco, in caso di pericolo, con chi dovrebbero raggrupparsi? Vivere in pochi esemplari per i pesci di gruppo e per i pesci di banco che dir si voglia, è sempre fonte di grande stress.
Inoltre, quando i Neon sono tranquilli e si sparpagliano per la vasca, devono avere ognuno il suo piccolo territorio, che si contendono con innocue scaramucce, per cui ci devono essere molte piante, sassi, legni che possano fungere da 'divisione', e ci deve essere anche una buona area di base, per permettere ad ognuno di avere il suo spazio vitale. Ne consegue che non sono adatti ad acquari troppo piccoli, dove le scaramucce ovviamente si moltiplicano.
Se tenuti nelle giuste condizioni, l'allevamento dei Paracheirodon innesi generalmente non presenta molti problemi, l'ideale è un allestimento dal look naturale, molto piantumato, comprendente un substrato di sabbia più alcune radici, legni e rami (se non si riesce a trovare legni della forma desiderata, si possono usare tranquillamente pezzi di rami di faggio o di quercia, completamente essiccati e privati della corteccia).
L'aggiunta di un po' di lettiera di foglie secche (sono adatte foglie di faggio, quercia o mandorlo indiano Ketapang, Terminalia catappa; si può usare anche una miscela di tutte e tre) enfatizza ulteriormente la sensazione naturale e, oltre a offrire dei ripari aggiuntivi per i pesci, induce la crescita di benefiche colonie microbiche mano a mano che avviene la decomposizione. Questa microfauna può fornire una preziosa fonte di cibo secondario per gli avannotti, mentre si ritiene che i tannini e altre sostanze chimiche rilasciate dalle foglie in decomposizione siano utili per le specie di pesci d'acqua nera e non.
Le foglie possono essere lasciate nella vasca fino a che non si decompongono completamente o rimosse e sostituite ogni qualche settimana.
Per acidificare e scurire ulteriormente l'acqua si possono usare anche le pignette di ontano, che hanno ulteriori effetti battericidi e antimicotici, non è necessario utilizzare la torba naturale, la cui raccolta è sia insostenibile che dannosa per l'ambiente.
Molto simile alla fibra di torba è la fibra di cocco, che è essenzialmente un sottoprodotto industriale e soprattutto una risorsa rinnovabile; se ne può lasciar cadere qualche manciata nella vasca. Dopo pochi giorni diventerà completamente satura d'acqua e affonderà sul fondo, dove può sembrare davvero efficace. A condizione che venga praticata una buona routine di mantenimento dell'acqua, non dovrebbero verificarsi effetti negativi utilizzando torba o foglie in acquario.
Paracheirodon innesi sembra stare meglio in condizioni di illuminazione piuttosto fioca, ma è possibile aggiungere specie di piante acquatiche che possono sopravvivere in tali condizioni, come Microsorum, Taxiphyllum o Cryptocoryne spp., sono apprezzate anche macchie di vegetazione galleggiante, come Ceratopteris sp. E' anche molto sensibile alle fluttuazioni o al deterioramento delle condizioni dell'acqua, e non dovrebbe mai essere inserito in acquari biologicamente immaturi.
La stragrande maggioranza dei pesci disponibili nel commercio acquariofilo sono riprodotti su base commerciale e sono più adattabili degli esemplari selvatici,con i quali è necessaria un po' di attenzione, in quanto possono essere sensibili alle malattie, specialmente dopo lo stress post-importazione.
Comportamento e compatibilità: generalmente Paracheirodon innesi è pacifico con le altre specie, ed è un pesce di comunità ideale sempre che si scelgano con cura i coinquilini; può essere allevato insieme a caracidi di dimensioni simili, gasteropelecidi, lebiasinidi, i callictidi o loricaridi più piccoli e non predatori, ciclidi di piccole e medie dimensioni.
E' gregario e in natura vive in grandi banchi, il che significa il minimo acquisto consigliato è di 8-10 esemplari, dal momento che i pesci saranno meno timidi e mostreranno un comportamento più interessante.
E' una specie onnivora, che in natura si alimenta con vermi, piccoli insetti, invertebrati, alghe filamentose, resti di frutta caduta in acqua, e simili.
In acquario può sopravvivere bene con una dieta a base di mangime secco, ma come la maggior parte dei pesci sta meglio quando viene offerto un menù vario, che in questo caso dovrebbe anche contenere chironomus vivo e congelato, larve di zanzara, Daphnia, Moina, ecc.
Le femmine sessualmente mature hanno normalmente un corpo notevolmente più rotondo dei maschi, e diventano anche leggermente più grandi
Femmina adulta di Paracheirodon innesi, con la pancia più arrotondata - Foto © Michael Noren
Maschio di Neon, Paracheirodon innesi, è più snello e longilineo della femmina - Foto © Bjarne Saetrang (aquadigital.net)
Coppia di neon, Paracheirodon innesi. La femmina è a sinistra, con la pancia più gonfia e arrotondata - Foto © Hristo Hristov
I Paracheirodon innesi sono pesci che depongono le uova in acque aperte, senza alcuna cura parentale, e in un acquario ben allestito si riproducono regolarmente, è ben più difficile però veder crescere degli avannotti, vista la predazione degli adulti. Se si vuole aumentare il numero di avannotti sopravvissuti, c'è bisogno di allestire un acquario dedicato.
L'acquario per la riproduzione dovrebbe essere molto poco illuminato, e contenere molti ciuffi di piante a foglie fini come muschio di Giava, o anche mop, per dare ai pesci un posto dove deporre le uova. In alternativa si potrebbe coprire la base dell'acquario con un qualche tipo di rete con le maglie abbastanza grandi da far passare le uova, ma abbastanza piccole da non far passare gli adulti. L'acqua deve essere tenera e acida nell'intervallo pH 5.5-6.5, gH 1-5, con una temperatura di circa 24-25°C. Un piccolo filtro in spugna ad aria che vada molto dolcemente è tutto quello che serve in termini di filtrazione.
I Paracheirodon possono essere fatti riprodurre in un gruppo, con una mezza dozzina di esemplari di ciascun sesso. Vanno condizionati con un sacco di piccolo cibo vivo e la deposizione delle uova non dovrebbe presentare troppi problemi. Gli adulti possono essere rimossi una volta che si notano le uova, o in un serbatoio molto fittamente piantumato possono essere lasciati in situ e sifonare via dalla vasca ogni avannotto appena si nota.
Per stimolare il processo riproduttivo, essendo in natura riproduttori stagionali, può essere utile simulare il ciclo delle stagioni secca/delle piogge.
In termini di produttività, è meglio farli riprodurre in coppia. In questo modo i pesci vanno condizionati in gruppi di maschi e femmine in acquari separati, o utilizzando un divisore in una vasca più grande. Quando le femmine sono notevolmente piene di uova ed i maschi mostrano i loro migliori colori, selezionare la femmina più rotonda e il maschio più colorato, e trasferirli nella vasca da deposizione in serata. Dovrebbero deporre durante la notte, spesso intorno a mezzanotte, e sono stati osservati farlo anche se le luci dell'acquario sono accese, esibendo comunque il loro colore notturno per tutto il tempo. Se le uova non compaiono dopo un paio di giorni, è meglio rimuoverli e provare con un'altra coppia.
In entrambi i casi gli adulti mangiano le uova se ne viene data loro la possibilità, e devono essere rimossi al più presto, non appena si notano le uova. Queste si schiudono in 24-36 ore, e gli avannotti raggiungono il nuoto libero circa 3-4 giorni dopo.
Devono essere alimentati con alimenti tipo infusori per i primi giorni, fino a quando sono abbastanza grandi per accettare microworm e naupli d'artemia. Le uova e gli avannotti sono sensibili alla luce nelle prime fasi della vita, e se possibile l'acquario dovrebbe essere tenuto al buio.
Taxa principali
Uno dei pesci d'acquario più popolari e belli; riprodurlo in cattività è possibile ma difficile, la maggior parte degli esemplari in commercio ai fini acquariofili sono catturati in natura
E' uno dei pesci d'acquario più popolari e conosciuti, anche se la riproduzione massiva per il commercio acquariofilo ne ha indebolito molto la linea genetica e la salute.
Non sono facili da trovare in commercio, ed essendo quasi esclusivamente catturati in natura oltre che più costosi sono anche più delicati e non facilissimi da ambientare in acquario rispetto ai congeneri.
Riferimenti & Link
la scheda su Fishbase
la scheda completa su Seriouslyfish.com
Articolo di Rox su Acquariofiliafacile.it in cui l'autore ci fa conoscere meglio i pesci del genere Paracheridon, dalla complessa tassonomia e dalla descrizione dei loro luoghi d'origine, per arrivare ai preziosi consigli per l'allevamento e all'esempio di interessanti allestimenti che li ospitano.
articolo su Acquaportal.it con approfondita analisi delle due specie
Articolo molto lungo ma molto interessante di Maurizio Vendramini, con molte informazioni utili soprattutto sulla loro riproduzione in acquario
scheda con informazioni tecniche e distribuzione in natura su GBIF-Global Biodiversity Information Facility
Edizione italiana - di Maurizio Vendramini - L'autore descrive le sue esperienze con questa famiglia di simpatici ospiti d'acquario. Tutte le foto sono personali (nessuna tratta da web o altri autori) e le informazioni derivano dall'allevamento di ogni singola specie sia a livello amatoriale che professionale. L’intento di questa guida è quello di condurre il lettore nell’intimo della vita di questi pesci che, con qualche trucchetto, non sono difficili da riprodurre
Edizione Inglese - di Mark Phillip Smith, Michele Earle-Bridges - Tutto su storia, allestimento di un acquario, problemi di salute e deposizione delle uova. L'autore identifica molte varietà diverse e consiglia le cure quotidiane, fornendo le informazioni di base su come mantenere gli animali sani, contenti e ben curati.
Edizione Inglese - di Steve Challis - Sono descritti in dettaglio oltre 50 bellissimi tetra, ciascuna specie con foto. Include molti dei tetra più comuni e alcuni insoliti.
Collegamenti & Legenda
Commenti
Per saperne di più...
Piccolo compendio di quello che c'è da sapere prima di comprare questi pesci, per poterli allevare al meglio, o per non comprarli affatto :-)
Come avviene la riproduzione in acquario dei Paracheirodon, neon e cardinali, e come riuscire a far crescere gli avannotti
Descrizione, notizie e immagini degli habitat in cui vivono in natura i neon, i Paracheirodon innesi
Paracheirodon innesi, i Neon, in acquario, nel 2004 - Foto © Massimo Macciò
I Neon, Paracheirodon innesi, in alcune varietà commerciali - Foto © Hristo Hristov
Commenti4
Sò che il neon e'un caracide…
Le caridine fanno la muta,…
Le caridine fanno la muta, periodo in cui sono molto vulnerabili, e i neon sono cugini dei piranha... :)
Ciao e complimenti ma vedo 2…
Ciao, io non li ho mai…
Ciao, io non li ho mai allevati/riprodotti, ma ho preso quelle informazioni dai siti linkati nei riferimenti, e so per certo che quei dati derivano dall'esperienza di molte persone che li hanno sia allevati che riprodotti.
Comunque sono sempre disposta a correggere, come ho fatto molte altre volte: le pagine del sito sono in continuo aggiornamento, anche perché la conoscenza dei pesci diventa con il passare del tempo sempre più approfondita. L'importante è che io trovi dei siti seri e attendibili da citare come riferimento.
Per il resto, c'è anche chi ha la pretesa di allevarli in mini-acquari, ed ha pure la pretesa di dire che ci stanno benissimo, ma io ho sempre sostenuto che i pesci hanno il diritto di nuotare, perché non possono neanche fare una passeggiata fuori casa come i cani, per cui sarò sempre contraria a indicare l'uso di vasche che non consentano ai pesci che ne hanno bisogno di nuotare a piacimento.