Consigli e suggerimenti generali per allevare i Pelvicachromis pulcher nella maniera più adatta, rispettando le loro esigenze
L'acquario piccolo, con guppy, platy e molti Pelvicachromis pulcher in crescita
L'Acqua
La grande adattabilità che hanno i Pelvicachromis in natura corrisponde a quella che hanno in acquario: si adattano con facilità a vari valori dell'acqua, anche dura, qualche acquariofilo è arrivato ad allevarli senza problemi in acqua salmastra, ma è un'esperienza che io non tenterei, anche perché sembra che in natura il fatto che siano trovati in acqua salmastra è stato registrato molti anni fa, ma le molte ricerche successive (basti pensare a tutte quelle fatte da Anton Lamboj) non hanno mai confermato questo fatto, anzi hanno verificato che i Pelvicachromis tendono a stare ben distanti dalle acque salmastre.
Senza arrivare a questi eccessi, si può dire che per il loro allevamento e riproduzione va bene un'acqua di media durezza, come esce dalla maggior parte dei rubinetti italiani, con GH 5>15, KH 5>10, pH 7-7,5, ma si adattano anche ad acque più dure ed alcaline.
Comunque ritengo che siano da preferire valori più prossimi a quelli del biotopo d'origine, GH 1>5, KH 1>5, pH 6>7.
Primo piano di Pelvicachromis pulcher - Foto © Fabio Nicora
Comportamento e Particolarità
Questa grande adattabilità, le piccole dimensioni (il maschio raggiunge i 9-10 cm., la femmina 7-8 cm.) e soprattutto la facilità con cui si riproducono ne hanno fatto degli ospiti molto richiesti per gli acquari di tanti appassionati. In genere tranquilli con i coinquilini, non danneggiano le piante, curano la prole in modo ammirevole, hanno colori stupendi, soprattutto nel periodo riproduttivo.
Tuttavia ci sono alcuni aspetti da non sottovalutare, prima di pensare di introdurli in vasca: innanzitutto può succedere, non troppo spesso ma succede, che la difesa degli avannotti li porti a ferire gravemente o addirittura ad uccidere i compagni di vasca, quindi bisogna sempre tenere sotto controllo la situazione ed avere sempre a portata di mano un altro posto dove ricoverare i malcapitati se gli attacchi dei Pelvicachromis si fanno troppo pressanti.
Inoltre bisogna anche prevedere che riproducendosi facilmente ci si potrà trovare con 10-20-40-80-100 piccoli Pelvicachromis da far crescere, con le dovute cure ed attenzioni, che per la verità non sono molto gravose (si possono nutrire subito con gli appositi mangimi finissimi per avannotti o con il cibo degli adulti finemente triturato) e soprattutto che saranno da regalare o vendere a qualcuno, almeno che non abbiate in casa un numero sufficiente di vasche per farceli vivere tutti... in tal caso beati voi!!! :-)))
Primo piano del musetto di un Pelvicachromis pulcher - Foto © Fabio Nicora
La Vasca
Per l'allevamento di un gruppetto di giovani di questi bellissimi ciclidi, che hanno una spiccata indole territoriale, ci vuole un acquario lungo almeno 90-100 cm, mentre per l'allevamento di una sola coppia, per non aver problemi può bastare un acquario con area di base di almeno 70x40 cm. Dimensioni minori sono consigliabili solo per coppie già affiatate da tempo, ed anche in questo caso non bisogna sottovalutare la loro aggressività intraspecifica.
Non sarebbe male avere anche a disposizione un'altra vasca, in cui ricoverare i compagni dei pelvica nel caso le loro "attenzioni" diventassero troppo stressanti.
Infatti quando la coppia di pelvica avrà deciso che è arrivato il momento di riprodursi, essi scacceranno chiunque dal territorio prescelto, senza nessun timore neanche verso pesci molto più grossi di loro, e se la vasca è piccola e non offre nascondigli ai malcapitati questi possono arrivare anche ad essere uccisi.
Le vasche da 30 litri, che pure sono molto comuni, non vanno assolutamente bene per questi ciclidi, si potrebbero avere dei problemi anche con coppie già affiatate, metterci un maschio e una femmina a caso è da escludere del tutto, pena la morte di uno dei due.
Poi dipende anche dal carattere del singolo Pelvicachromis: ci si può trovare di fronte ad un maschio tranquillo, che si limita a spaventare i coinquilini senza provocare danni (è al maschio che in genere è affidata la difesa del territorio) anche in una vasca molto piccola, come invece si può trovare il maschio bastardissimo che invece in una vasca enorme parte subito in quarta addentando chiunque si presenti a tiro, fino a uccidere tutti i compagni di vasca.
L'Arredamento
L'acquario dev'essere ricco di vegetazione, di nascondigli e di ripari costituiti da legni, radici o sassi, o anche mezze noci di cocco rovesciate, che sono anche un ottimo substrato per la riproduzione.
Consiglierei anche un fondo di sabbia fine, perchè ho notato che amano "setacciare" la sabbia con la bocca, per scovare residui di cibo.
E' preferibile partire con un gruppo di 4 o 5 giovani esemplari, tra i quali si formerà spontaneamente una coppia; quando questa si è formata però è meglio spostare gli altri, specialmente se la vasca non è molto grossa, per evitar loro eccessivi stress.
Non si hanno comunque problemi ad immettere solo un maschio e una femmina, visto che sono facilmente distinguibili, come del resto ho fatto anch'io; l'importante è, come ho già detto :-), che ci sia spazio per la fuga e tantissimi nascondigli per eventuali scaramucce iniziali.
In genere non danneggiano le piante, possono però scavare buche, anche abbastanza profonde, come "rifugio" per gli avannotti, per cui potrebbero provocare danni al fondo fertilizzato, sollevandolo, o alle eventuali piante presenti nel posto dove hanno deciso di scavare; questo accade a quanto ho letto molto raramente, però è sempre meglio metterlo in conto. E' meglio cercare di non mettere comunque il fondo fertilizzato nei punti dove andranno collocate le mezze noci di cocco o quant'altro avrete deciso di mettere come "supporto" per la riproduzione: dentro la noce di cocco la femmina scaverà sicuramente, portando fuori la sabbia con la bocca in un incessante andirivieni, per fare spazio a lei e al maschio.
L'Alimentazione
Per l'alimentazione non c'è nessun problema: fermo restando che il cibo vivo costituisce l'optimum per tutti i pesci, i pelvica si adattano a qualsiasi mangime commerciale; l'importante è comunque variare, cioè non limitarsi a comprare un barattolo di mangime e dare solo quello finché non finisce, ma alternare diversi tipi di mangime ogni giorno, sia in granuli, che in scaglie, che liofilizzato, come dafnie, chironomus, krill e tubifex, facendoli ammollare in un po' d'acqua dell'acquario per una mezz'oretta, in modo che vadano a fondo subito.
Una o due volte la settimana si possono dare anche artemie o chironomus congelati.
Per approfondire:
Cosa si intende per pesci rassicuranti, perché sono di grande beneficio negli acquari dedicati ai ciclidi e differenza tra pesci rassicuranti e pesci bersaglio - tratto e tradotto da un articolo di Paul V. Loiselle
Descrizione di allevamento e riproduzione della forma nigeriana del Pelvicachromis taeniatus, con le principali differenze con Pelvicachromis pulcher - tratto e tradotto da un articolo di Kurt Zadnik
Un quintetto di Pelvicachromis kribensis 'Kienke' (ex Pelvicachromis taeniatus) particolarmente "bastardi dentro" :-) - tratto e tradotto da un articolo di Kathy Knudsen
Articolo su questa varietà dai colori delicati di Pelvicachromis taeniatus, con notizie sul loro allevamento e le modalità di riproduzione - tratto e tradotto da un articolo di Erik Olson
Resoconto di un'esperienza di allevamento e di riproduzione di questi ciclidi nani, che quando entrano nel periodo riproduttivo diventano molto territoriali e aggressivi.
L'allevamento e la riproduzione della varietà di colorazione di Pelvicachromis taeniatus che è stata poi assegnata alla specie Pelvicachromis kribensis - tratto e tradotto da un articolo di Dave Sanford
Descrizione del luogo d'origine e delle varie caratteristiche degli appartenenti al genere Pelvicachromis - tratto e tradotto da un articolo di Grant Gussie
Descrizione molto particolareggiata di un'esperienza d'allevamento e riproduzione del Pelvicachromis pulcher, con notizie utili ed interessanti - tratto e tradotto da un articolo di Grant Gussie
Racconto della visita ad una stanza dedicata agli acquari e ai pesci, dove ci sarà sempre posto per i Pelvicachromis pulcher - Tratto e tradotto da un articolo di Shane Linder
Racconto di una esperienza di allevamento e di riproduzione del Pelvicachromis pulcher, che viene consigliato vivamente ai neofiti dell'acquariofilia che si vogliono "impegnare" un po' di più - tratto e tradotto da un articolo di Lynn McMullen
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere sull'allevamento dei Pelvicachromis pulcher, grazie ai messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
esperienze personali su The Krib
articolo di Giorgio Melandri su Aquagarden.it, sui cilidi adattiagli acquari piantumati, e con la sua esperienza d'allevamento e riproduzione dei Pelvicachromis sacrimontis in un plantacquario
Breeding tanks: Pelvicachromis pulcher albino (Boulenger, 1901)
un articolo di Shane Linder
..."perchè, con tutti i nuovi e splendidi ciclidi disponibili, dedichi ancora vasche al “krib comune”, al Pelvicachromis pulcher?" Shane pensa un attimo prima di rispondere: "Ho allevato tantissimi ciclidi negli anni, ma i pelvicachromis sono sempre i benvenuti, per le loro novità. Se esistono ciclidi perfetti, sono loro. Sono coloratissimi, hanno una grande personalità, si riproducono facilmente, sono grandi genitori, non scavano sotto le piante e non sono così delicati, o aggressivi, da non poter vivere con qualunque altro pesce. Che cosa potrei chiedere di più?"
Lascerai la stanza dei pesci di Shane con un sorriso sul viso e un sacchetto con sei avannotti di pelvicachromis in mano..."In questo numero della rivista acquariofila c'è un articolo di Anton Lamboj su tutte le specie appartenenti al genere Pelvicachromis, con una interessante descrizione del loro habitat naturale e del loro comportamento in natura
di Horst Linke, traduzione in italiano - una preziosa guida sui ciclidi africani, con informazioni su ambiente naturale e allevamento e riproduzione in acquario. molte illustrazioni corredano l'opera
Cichlids from West Africa: A Handbook for Their Identification, Care, and Breeding
Edizione Inglese di Horst Linke e Wolfgand Staeck - Informazioni su habitat, cura dell'acquario, identificazione delle specie, riproduzione. Tratta delle specie dell'Africa occidentale Hemichromis, Pelvicachromis, ecc. Un'aggiunta degna di nota alla collezione di qualsiasi amante dei ciclidi.
Taxa principali
In seguito ad un nuovo studio tassonomico, la forma del Camerun, precedentemente nota come Pelvicachromis taeniatus "Wouri" è ora descritta come Pelvicachromis drachenfelsi.
Splendida specie che è stata riconfermata da una recente revisione tassonomica, anche se l'appellativo 'kribensis' o 'krib' era in passato riservato a Pelvicachromis pulcher.
E' una delle specie di ciclide più comune e popolare in acquariofilia; la stragrande maggioranza di quelli in vendita oggi sono allevati in cattività ed hanno in genere un carattere meno aggressivo (in genere, ci sono sempre le eccezioni)...
Non ha la colorazione vivace dei congeneri, ed è anche difficile da trovare, ma è sempre un ciclide che si riproduce facilmente.
Considerata un sinonimo di Pelvicachromis pulcher, nel 2012 è stata riconosciuta come specie distinta da Anton Lamboj
Specie già molto conosciuta in ambito acquariofilo come Pelvicachromis sp. aff. subocellatus, è stata descritta solo nel 2013 da Anton Lamboj, che l'ha dedicata alla moglie.
E' una delle specie di Pelvicachromis meno diffuse; ne esistono diverse forme di colore, ma la femmina in livrea riproduttiva non è confondibile con nessun'altra femmina di Pelvicachromis.
E' una specie dalla bella colorazione, attualmente molto più facilmente disponibile di un tempo. Dopo una recente revisione tassonomica, appartengono a questa specie solo le forme provenienti dalla Nigeria e dal Benin.
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