Piccoli pesci timidi e pacifici, non adatti ai comuni acquari di comunità proprio per le loro ridotte dimensioni e il carattere schivo.
Esemplare di Pethia gelius catturato in natura - Foto © Beta Mahatvaraj (Seriouslyfish.com)
5.1 cm TL
Secondo Seriouslyfish non superano i 3-4 cm di lunghezza
L'identità della specie Pethia gelius è stata a lungo controversa, ed è stata risolta dalla designazione del neotipo fatta da Knight (2013) che ha anche riconvalidato il congenere Pethia canius (Hamilton, 1822) e descritto il congenere strettamente correlato Pethia aurea. Queste tre specie precedentemente erano considerate come fenotipi di Pethia gelius, anche se su base provvisoria, mentre la validità di Pethia canius era stata messa in discussione già dalla fine del XIX secolo. Pethia gelius e Pethia canius sono stati entrambi descritti da Hamilton (1822) e condividono la località tipo di 'Bengala nord-orientale'. Anche se Hamilton non ha fornito disegni, M'Clelland (1839) ha incluso delle illustrazioni a colori raffiguranti due specie molto diverse dall'aspetto. Tuttavia, le uniche differenze discernibili nelle loro descrizioni originali sono che Pethia gelius è 'giallastro' e possiede 8 raggi nella pinna anale, mentre Pethia canius è 'rossiccio' e ha 7 raggi nella pinna anale, e il secondo era stato considerato un sinonimo del primo da Day (1878), anche se questo era stato ignorato da alcuni autori.
Pethia gelius, Pethia canius e Pethia aurea sono ormai considerati come un gruppo di specie strettamente correlate, che possono essere distinte dagli altri membri del genere Pethia, seguendo Knight (2013), per la seguente combinazione di caratteri: linea laterale incompleta con 3-4 squame porose; 20-26 squame nella linea laterale; ½4-5 / 1 / 2-3½ squame nella linea trasversale sul corpo; 8-9 squame predorsali; barbigli assenti; colorazione comprendente 2-3 macchie nere sul corpo, la prima dietro l'opercolo, la seconda sotto l'origine della pinna dorsale che si estende sul corpo centrale, e la terza sopra l'origine della pinna anale, più uno spot nero posto alla base della pinna dorsale e anale.
Inoltre Pethia gelius si distingue da tutte le altre specie di Pethia dalla seguente combinazione di caratteri: linea laterale incompleta con 3-4 squame porose; 21-22 + 1 squame nella linea laterale, ½4 / 1 / 2½ squame nella linea trasversale sul corpo; 8 squame predorsali; ultimo raggio non ramificato della pinna dorsale spesso, dritto e seghettato; barbigli assenti; una larga fascia nera intorno al peduncolo caudale; 19-21 squame nella linea longitudinale; tre macchie nere sul corpo, la prima dietro l'opercolo, la seconda sotto l'origine della pinna dorsale, la terza sopra l'origine della pinna anale; una macchia nera alla base delle pinne dorsale, anale e pelviche. Il corpo è di colore giallo pallido e le pinne dorsale, pelviche e anale sono giallo brillante, mentre in Pethia canius corpo è rossastro, le pinne dorsale e caudale sono rosse mentre quella anale è giallo-arancio, e in Pethia aurea il corpo è giallo-oro, la pinna dorsale di colore giallo pallido e tutte le altre pinne ialine (trasparenti).
Pethia gelius era precedentemente incluso nel gruppo "Puntius conchonius" di specie strettamente correlate tra loro, a fianco di Puntius ater, Puntius bandula, Puntius conchonius, Puntius cumingii, Puntius didi, Puntius erythromycter, Puntius khugae, Puntius macrogramma , Puntius manipurensis, Puntius meingangbii, Puntius nankyweensis, Puntius nigripinnis, Puntius nigrofasciatus, Puntius padamya, Puntius phutunio, Puntius punctatus, Puntius reval, Puntius shalynius, Puntius stoliczkanus, Puntius thelys, Puntius tiantian, Puntius ticto, ma tutte queste specie sono state spostate nel nuovo genere Pethia da Pethiyagoda et al. (2012), così come Puntius melanomaculata, Puntius pookodensis, Puntius muvattupuzhaensis, Puntius ornatus, Puntius yuensis.
Pethia gelius, Pethia canius e Pethia aurea (è disponibile un poster ad alta risoluzione) - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
Le specie di Pethia sono diagnosticate grazie alla seguente combinazione di caratteri: barbi rostrali assenti; barbi mascellari minuti o assenti; possesso di un ultimo raggio ramificato della pinna dorsale rigido, seghettato; presenza di una macchia nera sul peduncolo caudale, e spesso macchie nere o barre sui fianchi del corpo; terzo infraorbitario profondo e parzialmente sovrapposto al preopercolo.
In passato Pethia, come altri generi, era incluso nel genere Puntius, che per un certo numero di anni è stato trattato come un raccoglitutto polifiletico, ed era arrivato a contenere oltre 100 specie di ciprinidi di piccole e medie dimensioni, fino a che Pethiyagoda et al. (2012) ha pubblicato una revisione parziale, che copriva i membri originari dell'Asia meridionale. La maggior parte delle specie di Puntius sub-himalayani sono stati riclassificati e sono stati eretti nuovi generi per accoglierne alcuni, come Dawkinsia, Dravidia, Pethia, con il resto o rimasto in Puntius o spostato nel genere Systomus già esistente. Successivamente divenne chiaro che il nome Dravidia era già usato per un genere di mosche, quindi è stato messo a disposizione da Pethiyagoda (2013) il nome di Haludaria in sostituzione.
Nessuna specie originaria di Indocina, Cina, o Indonesia è stata inclusa nello studio, il che significa che alcuni ex Puntius sono attualmente classificati come 'sedis incertae', cioè di incerta collocazione tassonomica. Molti di questi problemi sono stati risolti da Kottelat (2013) che ha eretto nuovi generi per un certo numero di specie del sud-est asiatico. In alcuni siti tutti i Puntius vengono etichettati come "Puntius" tra virgolette, proprio per sottolineare l'uso discutibile di questo genere.
Esemplare di Pethia gelius catturato in natura - Foto © Beta Mahatvaraj (Meenkaran)
Asia: Pakistan, India e Bangladesh. E' stato ampiamente distribuito in molte parti del mondo.
Pethia gelius è stato descritto da "Stagni e fossati del Bengala nord-orientale", e generalmente considerato originario dei drenaggi del fiume Gange e Brahmaputra nell'India settentrionale, nel Nepal e nel Bangladesh. In realtà i record di questo secolo suggeriscono una distribuzione molto più ampia, con eventi confermati nello stato del Tamil Nadu, nell'India meridionale e nella regione del delta del fiume Ayeyarwaddy, in Myanmar, sebbene questi ultimi documenti possano giustificare un'indagine.
Alcuni aspetti della livrea e della morfologia variano a seconda della località di raccolta.
STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
LEAST CONCERN (minima preoccupazione)
- Golden Dwarf Barb: la distribuzione e lo stato della specie in natura, sul sito della IUCN Red List, il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il mondo.
Ambiente: bentopelagico, acqua dolce, clima subtropicale.
Pethia gelius tende ad abitare corsi d'acqua lenti, spesso torbidi, con substrati fangosi, così come le zone marginali a corrente più lente di fiumi e affluenti.
Nello stato del Bengala Occidentale, per esempio, si trova in genere in corsi d'acqua dal lento movimento, poco profondi, che passano attraverso terre coltivate, come campi di riso e possono contenere o meno vegetazione acquatica. Molti dei suoi habitat sono soggetti a variazioni stagionali nella profondità dell'acqua, nella portata e nella torbidità.
Dimensioni minime dell'acquario: 60x35x40h cm per un gruppo di almeno 8-10 esemplari.
Pethia gelius sta al meglio se allevato in una vasca fittamente piantumata, ed è una scelta eccellente per gli acquari con aquascape allestiti con cura. Saranno anche apprezzate le aggiunte di qualche pianta galleggiante per schermare la luce e di qualche radice o legno, che contribuiranno anche a dare una sensazione più naturale.
La filtrazione non deve essere particolarmente forte, perché provengono in natura da acque lente, e possono stressarsi in presenza di corrente veloce.
Non vanno inseriti in acquari ancora biologicamente immaturi, in quanto reagiscono negativamente alle oscillazioni nella chimica dell'acqua.
Comportamento e compatibilità: i Pethia gelius sono molto pacifici, ma questo non li rende dei pesce ideali per gli acquari di comunità, a causa delle loro piccole dimensioni e della loro natura piuttosto timida. Stanno decisamente meglio se allevati da soli, o al massimo con altre piccole specie, come Microdevario, le Trigonostigma e i Danio più piccoli, Lepidocephalichthys, e gamberetti d'acqua dolce dei generi Caridina e Neocaridina.
E' una specie di branco per natura e in realtà questi pesci devono essere allevati in gruppi di almeno 8-10 esemplari. Allevarli in numeri decenti non solo li renderà meno timidi e nervosi, ma si tradurrà soprattutto in una esposizione più efficace del loro aspetto e del loro comportamento naturale, in particolare i maschi mostreranno i loro migliori colori e un comportamento interessante, in quanto si trovano a competere l'un l'altro per l'attenzione delle femmine.
Pethia gelius - Video © Utaka Amersfoort
18 – 24°C
Durezza: 18 – 179 ppm
In natura è un micropredatore, che si nutre di piccoli insetti, vermi, crostacei e altro zooplancton. In acquario accetta il mangime secco di dimensioni adeguate, ma non dovrebbe essere la sua alimentazione esclusiva. Si otterrà una migliore colorazione e si incoraggeranno i pesci a riprodursi se si offrono pasti giornalieri di piccolo cibo vivo e/o congelato, come Daphnia, Artemia, ecc, insieme a mangime in fiocchi di buona qualità e granuli. Gli esemplari di Pethia gelius che si trovano in negozio sono spesso molto emaciati e indeboliti, in quanto soffrono molto lo stress di trasporto e stabulazioni varie, per cui per riprendersi richiedono un periodo di acclimatazione durante il quale devono essere messi in grado di alimentarsi in assenza di concorrenti.
Le femmine mature hanno il ventre notevolmente più arrotondato, spesso sono un po' più grandi e meno intensamente colorate rispetto ai maschi.
Come la maggior parte dei piccoli ciprinidi, i Pethia sono riproduttori che disperdono le uova e non praticano cure parentali. Quando sono in buone condizioni si riproducono spesso spontaneamente e in un acquario maturo è possibile che possano iniziare a comparire un piccolo numero di avannotti senza alcun intervento.
Se si vuole massimizzare il numero di avannotti però è necessario un approccio più controllato. Il gruppo adulto può ancora essere condizionato insieme, ma dovrebbe essere allestito un acquario più piccolo, riempito con acqua dell'acquario principale. Questo acquario dovrebbe essere molto poco illuminato e avere la base ricoperta da una sorta di rete con le maglie abbastanza grandi da lasciar passare le uova ma abbastanza piccole da non farle raggiungere dagli adulti. E' stata usata con successo anche una stuoia di plastica tipo erba, così come uno strato di biglie di vetro sul fondo. Alternativamente si può riempire gran parte della vasca con ciuffi di piante a foglie fini, come Taxiphyllum spp. o mop. L'acqua stessa dovrebbe essere da leggermente acida a neutra, con una temperatura verso i 23-24°C, e un filtro a spugna o un aeratore forniranno l'ossigenazione e il movimento dell'acqua.
Quando gli adulti sono ben condizionati e le femmine appaiono gravide, si possono introdurre nell'acquario così allestito una o due coppie di esemplari, e la mattina seguente dovrebbe avvenire la deposizione delle uova. Un'alternativa è quella di far deporre i pesci in gruppo, con una mezza dozzina di esemplari di ciascun sesso, anche se può essere necessario un acquario più grande. In entrambi i casi gli adulti probabilmente si mangeranno le uova se ne viene data la possibilità, per cui devono essere rimosse non appena si scorgono.
Le uova dovrebbero schiudere in 24-36 ore e gli avannotti raggiungere il nuoto libero dopo 3-4 giorni. Devono essere alimentati con cibo molto piccolo, tipo infusori, per i primi giorni fino a quando non sono abbastanza grandi per accettare microworm, naupli di artemia, o simili.
Taxa principali
Considerato uno dei piccoli ciprinidi più resistenti disponibili in acquariofilia, Pethia conchonius è una scelta eccellente per chi è da poco che ha deciso di allestire un acquario
Piccoli pesci timidi e pacifici, non adatti ai comuni acquari di comunità proprio per le loro ridotte dimensioni e il carattere schivo.
Una specie dell'ex genere Barbus dalla livrea nuziale inconfondibile e bellissima, robusta e poco esigente, adatta agli acquari di comunità ben pensati.
Un piccolo barbus dalla livrea stupefacente, talmente definita nella colorazione che quando apparve in commercio si pensava fosse colorato artificialmente...
Riferimenti & Link
la scheda su FishBase
la scheda completa su Seriouslyfish.com
Edizione Inglese - di Randy Carey - Scritta da uno dei maggiori esperti di questi gruppi di pesci, questa guida completa presenta cinque importanti gruppi di pesci che abbracciano centinaia di specie e copre argomenti essenziali per gli acquariofili interessati ai tetra e ai barbus, come alimentazione, fabbisogni, specie, malattie e riproduzione. Foto a colori, barre laterali, grafici e riquadri dei suggerimenti illustrano i punti chiave e completano perfettamente il testo informativo.
Edizione Inglese - di Gary Elson, Oliver Lucanus, Michele Earle-Bridges. Guida sull'allevamento di questi colorati pesci tropicali eccezionalmente attivi e con un appetito altrettanto enorme. Le loro numerose varietà sono originarie dell'Asia meridionale e sud-orientale.
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Per saperne di più...
Indicazioni su come allestire un acquario subtropicale, un tipo di allestimento che sta a metà strada tra acquario tropicale e acquario d'acqua fredda, con indicazione delle specie più adatte e loro caratteristiche - tratto e tradotto da un articolo di Neale Monks
Pethia gelius, Pethia canius e Pethia aurea sono 3 specie strettamente imparentate che per lungo tempo sono state considerate come un'unica specie, vale a dire Pethia gelius - Foto © Beta Mahatvaraj
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