Come avviene la riproduzione in acquario dei Phenacogrammus e come riuscire a far crescere gli avannotti con successo
Coppia di Phenacogrammus interruptus, davanti il maschio e dietro la femmina - Foto © Hristo Hristov
Dimorfismo sessuale
Il dimorfismo sessuale nei Phenacogrammus interruptus è molto evidente: il maschio è più grande della femmina, ed ha la pinna dorsale e quella caudale molto più sviluppate; per semplificare si usa dire che nel maschio la coda ha una forma simile al segno dei fiori sulle carte, mentre la femmina ce l'ha simile ai cuori. Nella foto sopra, il maschio è quello più in basso, in primo piano, mentre la femmina è sopra, un po' più indietro.
Femmina di Phenacogrammus interruptus - Foto © Hristo Hristov
Maschio di Phenacogrammus interruptus - Foto © Hristo Hristov
Riproduzione
Il comportamento riproduttivo dei Phenacogrammus è quello tipico dei caracidi: sono depositori in acque aperte, ossia i due riproduttori, maschio e femmina, rilasciano contemporaneamente uova e sperma nell'acqua, tra vegetazione a foglie fini, dove avviene quindi la fecondazione, dopodichè le uova cadono verso il basso, fermandosi su cio' con cui vengono in contatto (foglie, radici, sassi).
La riproduzione viene favorita se si nutrono abbondantemente per un certo periodo i due riproduttori prescelti, ed avviene dopo un breve corteggiamento, in cui il maschio "rincorre" insistentemente la femmina per tutto l'acquario, a volte "picchiettandola" delicatamente sul ventre con il muso. Dopo un po' di questi inseguimenti, avviene la deposizione e la fecondazione in acqua libera delle uova, le quali cadono subito verso il fondo, fermandosi su ciò che trovano cadendo (foglie, radici, sassi), nel disinteresse della coppia, mentre altri pesci tipo caracidi o danio si mostreranno interessatissimi al pranzo fuori programma. D'altronde, gli stessi genitori, dopo essersi ripresi dalle fatiche della riproduzione, non disdegnano un buon pasto a base di uova, per cui chi è intenzionato a salvare gli avannotti, deve predisporre una vasca apposita, anche non troppo grossa, visto che la coppia riproduttrice dovrà rimanervi solo il tempo necessario per depositarvi le uova, dopodichè verrà rimessa nell'acquario principale; in tal modo le uova potranno schiudere tranquillamente, senza le minacce di nessuno.
A fondo pagina alcuni articoli su come predisporre vasche apposite per la riproduzione, c'è qualcosa anche nella sezione riproduzione nella pagina con i post più interessanti di it.hobby.acquari.
La deposizione avviene in genere alle prime luci del mattino, dico in genere perchè quelli di mio fratello sono stati visti deporre a qualsiasi ora, anzi in genere al pomeriggio, in pieno giorno; tutta la sequenza di deposizione->fecondazione può durare anche parecchi giorni.
La femmina può deporre anche più di 300 uova alla volta, sui tempi di schiusa ho letto cose che dire discordanti è poco: si va da ventiquattr'ore ai sei giorni citati da FishBase e da Mongabay :-) che, detto fra parentesi, mi sembrano i più attendibili, non avendo purtroppo esperienza diretta... forse anche per questo lungo tempo di schiusa nell'acquario di mio fratello non si è mai visto un avannotto... i badis hanno tutto il tempo di trovarle e papparsele!
Crescita degli avannotti
Se si predispone un acquario adatto alla sopravvivenza delle uova e dei piccoli, quando queste schiuderanno, dopo circa sei giorni, le larve saranno molto piccole, per cui avranno bisogno di cibo adatto alle loro dimensioni (rotiferi ed infusori), dopo circa una settimana saranno in grado di mangiare naupli d'artemia appena schiusi e quindi mangime finissimo per avannotti.
Per approfondire:
Lungo articolo dedicato alla riproduzione di caracidi e ciprinidi, da cui traspare l'orgoglio e la soddisfazione che si prova quando si riesce a riprodurre questi pesci con successo, perché non fanno tutto da soli, ma richiedono da parte dell'acquariofilo un impegno attivo, forte e costante - tratto e tradotto da un articolo di Randy Carey
Descrizione dell'allestimento di un acquario che riproduca il biotopo dei fiumi dell'Africa occidentale e centrale, dove vivono tra gli altri anche i Pelvicachromis - tratto e tradotto da un articolo di Rhett A. Butler
Consigli e suggerimenti generali per allevarle i Phenagogrammus, i congo tetra, nella maniera più adatta, rispettando le loro esigenze
Bellissimi esemplari di Congo tetra, Phenacogrammus interruptus - Foto © Hristo Hristov
Descrizione, immagini e notizie sugli habitat in cui vivono in natura i Phenacogrammus, caraciformi di origine africana
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere sull'allevamento e la riproduzione dei Phenacogrammus, grazie ai messaggi più interessanti di it.hobby.acquari
Riferimenti & Link
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i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari

Edizione italiana - di Maurizio Vendramini - L'autore descrive le sue esperienze con questa famiglia di simpatici ospiti d'acquario. Tutte le foto sono personali (nessuna tratta da web o altri autori) e le informazioni derivano dall'allevamento di ogni singola specie sia a livello amatoriale che professionale. L’intento di questa guida è quello di condurre il lettore nell’intimo della vita di questi pesci che, con qualche trucchetto, non sono difficili da riprodurre

Edizione Inglese - di Mark Phillip Smith, Michele Earle-Bridges - Tutto su storia, allestimento di un acquario, problemi di salute e deposizione delle uova. L'autore identifica molte varietà diverse e consiglia le cure quotidiane, fornendo le informazioni di base su come mantenere gli animali sani, contenti e ben curati.

Edizione Inglese - di Steve Challis - Sono descritti in dettaglio oltre 50 bellissimi tetra, ciascuna specie con foto. Include molti dei tetra più comuni e alcuni insoliti.
Taxa principali
Molto meno diffuso in commercio rispetto al cugino Phenacogrammus interruptus, non è assolutamente da meno come splendore della livrea
Splendidi pesci dalla livrea iridescente, se allevati in gruppo offrono uno spettacolo sensazionale, anche se date le dimensioni che raggiungono sono adatti solo ad acquari grandi.
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