Bella specie di mangia-terra, come le altre del genere ha bisogno di un'ottima qualità dell'acqua per non ammalarsi
Satanoperca leucosticta, South American Eartheater - Foto © Hristo-Hristov
8 - 10 anni
15.0 cm SL
La specie Satanoperca leucosticta appartiene alla famiglia Cichlidae, ordine Cichliformes. E' spesso disponibile nel commercio dei pesci ornamentali, e in diversi paesi viene allevata proprio per questo scopo.
Sia nella letteratura acquariofila che sui siti web, Satanoperca leucosticta viene spesso confusa con la specie congenere Satanoperca jurupari, ma è facilmente riconoscibile dalla presenza (rispetto all'assenza) di macchie bianche prominenti o segni vermiformi ai lati della testa.
Anche se la presenza delle macchie bianche sulla testa non lo distingue da tutte le popolazioni conosciute di Satanoperca, può essere distinta da tutti i congeneri nominali dalla seguente combinazione di caratteri: presenza di un ocello scuro relativamente piccolo sulla parte superiore della base della pinna caudale; assenza di macchie scure ben definite sui lati del corpo (sebbene alcune forme mostrino segni scuri sul corpo quando sono stressate o dormono); presenza di piccole o grandi macchie bianche ai lati della testa; assenza di macchie nere alla base della pinna dorsale; assenza di una striscia laterale scura sul corpo.
L'identità precisa di Satanoperca leucosticta è comunque abbastanza confusa, con differenze sia nella livrea (presenza o assenza di una striscia rossastra nella parte dorsale del corpo, colorazione variabile delle pinne, estensione di segni chiari o iridescenti sulla testa, corpo e pinne, ecc.) che nei caratteri morfologici, osservati in tutto il suo areale, e possibili forme conspecifiche con macchie bianche simili e vermicolature sulla testa che abitano i bacini del Rio Branco, del Rio Negro e dell'alto Rio Orinoco.
Tra questi, il congenere Satanoperca mapiritensis (Fernández-Yépez 1950) del Rio Orinoco medio e inferiore è raggruppato più strettamente con Satanoperca jurupari ed è chiaramente distinto da Satanoperca leucosticta nelle recenti analisi genetiche. Non è stata inclusa negli studi però una forma con macchie bianche sulla testa (ma soprattutto non sugli opercoli branchiali) proveniente dai bacini superiori del Rio Negro, Rio Casiquiare e Rio Orinoco superiore in Brasile, Colombia e Venezuela, né una popolazione brasiliana presumibilmente del Rio Branco e basso Rio Negro. Quest'ultima è nota come Satanoperca sp. 'Amazonas red' nel commercio acquariofilo e mostra una strategia riproduttiva ovofila, piuttosto che larvofila.
Su SeriouslyFish tali forme non identificate sono indicate come Satanoperca cfr. leucosticta, almeno fino a quando non sarà possibile stabilirne l'identità precisa, poiché non si può affatto escludere la possibilità che formino un'unica metapopolazione con Satanoperca leucosticta nel sistema Orinoco-Casiquiare-Negro (come può essere il caso per un gruppo comprendente Satanoperca jurupari, Satanoperca mapiritensis e un forma nota agli acquariofili come Satanoperca sp. 'alto-negro').
Satanoperca leucosticta - Foto © Dr. David Midgley (Wikimedia)
Il genere Satanoperca per diversi decenni è stato considerato sinonimo di Geophagus, prima di essere riconvalidato da Kullander (1986). Si può distinguere da tutti gli altri membri della sottofamiglia di ciclidi Geophaginae dalla presenza di una piccola macchia ocellata alla base della pinna caudale superiore, e dai membri del genere Geophagus dai seguenti caratteri morfologici: numero uguale di vertebre addominali e caudali o una vertebra addominale in più (vs. più vertebre caudali che addominali in Geophagus); nessuna costola sulle vertebre caudali e nessuna estensione postaddominale della vescica natatoria (rispetto alla presenza di entrambi nei Geophagus); guancia squamata rostralmente al centro (rispetto a nuda sulla metà anteriore); pinne dorsale e anale nude (rispetto a squamate); rastrelliere branchiali esterne sul ramo inferiore del primo arco branchiale attaccato alla pelle che ricopre i filamenti branchiali (vs. attaccato alla pelle ceratobranchiale); dentatura mandibolare ridotta a una o due brevi serie in ciascuna mascella (vs. pluriseriata con ampia fascia di denti interni); assenza (vs. presenza) delle placche dentali sul 4° ceratobranchiale; presenza (vs. assenza) di un ocello sulla base della pinna caudale; entrambe o solo la piega del labbro superiore continua (vs. entrambe interrotte anteriormente); preopercolo e sopracleitro frequentemente seghettati (vs. interi); assenza (vs. presenza) di cartilagine ipurale mediana, 3 (vs. 4) infraorbitali.
È probabile che il genere contenga specie aggiuntive, ed è stato diviso in tre gruppi con morfologia distintiva:
-
Gruppo Satanoperca jurupari
I membri di questo gruppo sono caratterizzati da una livrea comprendente una striscia laterale scura o una fila di macchie lungo il lato del corpo, normalmente XV.10 (XIV-XVII.8-11) raggi della pinna dorsale, normalmente 27 (26-28) squame E1 (la fila longitudinale immediatamente sopra la linea laterale inferiore, esclusa la cintura pettorale), e 12-18 rastrelli sul primo arco branchiale. -
Gruppo Satanoperca daemon
I membri di questo gruppo diventano più grandi degli altri congeneri, possiedono una o due grandi macchie scure sul lato del corpo e un ocello prominente alla base della pinna caudale superiore, solitamente XIX.13 (XII-XIV.12-14) raggi della pinna dorsale, 29-31 squame E1 e 18-22 rastrelli branchiali. -
Gruppo monotipico Satanoperca acuticeps
L'appartenente al gruppo, Satanoperca acuticeps, è unico in quanto ha una bocca relativamente più terminale rispetto a tutti gli altri membri del genere, normalmente XIII.12 (XIII.11-12) raggi della pinna dorsale, 27-28 squame E1 e 17-20 rastrelli branchiali.
I tre gruppi differiscono anche nella strategia riproduttiva, il primo e il terzo sono riproduttori su substrato, mentre e il secondo gruppo comprende gli incubatori orali. La monofilia sia del gruppo Satanoperca daemon che dello stesso Satanoperca daemon sono ben supportate negli studi filogenetici, sebbene Satanoperca lilith abbia dimostrato di mostrare una maggiore diversità genetica, con un grado di separazione tra le popolazioni del rio Negro e quelle dell'Amazzonia affluenti più a valle.
Quello dei Satanoperca e un certo numero di generi correlati sono spesso inclusi nella presunta sottofamiglia Geophaginae,
La posizione tassonomica attuale della sottofamiglia Geophaginae si basa in gran parte su Kullander (1998), che ha condotto uno studio filogenetico basato sulla morfologia in cui i ciclidi neotropicali sono stati suddivisi in sei sottofamiglie, di cui la sottofamiglia Geophaginae conteneva 16 generi divisi in tre "tribù":
- Acarichthyini – Acarichthys e Guianacara.
- Crenicaratini – Biotoecus, Crenicara, Dicrossus e Mazarunia.
- Geophagini – Geophagus, Mikrogeophagus, gruppo di Geophagus brasiliensis, gruppo di Geophagus steindachneri, Gymnogeophagus, Satanoperca, Biotodoma, Apistogramma, Apistogrammoides e Taeniacara.
Studi molecolari successivi di Farias et al. (1999, 2000, 2001) hanno portato all'aggiunta di Crenicichla e Teleocichla ai Geophaginae, risultato supportato da López-Fernández et al. (2005) che hanno condotto l'analisi molecolare più dettagliata del raggruppamento fino ad oggi, includendo 16 dei 18 generi e 30 specie. Tuttavia le loro conclusioni riguardanti le interrelazioni tra i generi variavano un po' rispetto alle ipotesi precedenti e possono essere riassunte dai seguenti gruppi vagamente definiti:
- una relazione di gruppo gemello debolmente supportata tra Acarichthys e Guianacara.
- un “clade Satanoperca” ben supportato comprendente Satanoperca, Apistogramma, Apistogrammoides e Taeniacara.
- un “grande clade” con Geophagus, Mikrogeophagus, gruppo di Geophagus brasiliensis, gruppo di Geophagus steindachneri, Gymnogeophagus, Biotodoma, Crenicara e Dicrossus.
- un “clade crenicarino” con Biotoecus e Crenicichla.
Nello studio non è stato incluso nessun rappresentante dei generi Teleocichla o Mazarunia, ma il primo è ben noto come gruppo gemello di Crenicichla mentre il secondo è raggruppato strettamente con Crenicara e Dicrossus in lavori precedenti.
Le altre principali conclusioni del documento sono la conferma che quello dei Geophaginae è un gruppo monofiletico che mostra forti segni di aver subito una rapida radiazione adattativa (diversificazione di una specie o di un singolo tipo ancestrale in diverse forme, ciascuna adattativamente specializzata in una specifica nicchia ambientale).
Satanoperca leucosticta - Foto © Enrico Richter
Sud America: fiume Essequibo in Guyana e fiume Nickerie in Suriname.
La specie Satanoperca leucosticta è originaria dello Scudo della Guiana nel Venezuela orientale (fiumi che defluiscono nella Guyana dallo stato di Bolivar), Guyana (in tutto il paese), Suriname nordoccidentale (distretti di Nickerie e Sipaliwini) e Brasile settentrionale (stato di Roraima). È nota con certezza nei sistemi fluviali Essequibo, Demerara, Nickerie e Branco, ma nelle Guiane è probabile che si trovi anche nei bacini idrografici Cuyuni, Mazaruni, Berbice e Courantyne/Corantijn.
Sembra essersi infiltrata nel rio Branco attraverso il rio Takutu, un sistema affluente che si collega idrologicamente al fiume Rupununi, affluente dell'alto bacino dell'Essequibo, durante i due mesi più piovosi dell'anno, quando una vasta area di pianura la savana che si trova tra i due viene allagata ed è conosciuta come Lago Amukú.
La località tipo non è indicata nella descrizione originale, anche se si presume che gli esemplari siano stati raccolti dal fiume Rupununi.

STATO NELLA LISTA ROSSA IUCN:
NOT EVALUATED (non valutato)
Ambiente: bentopelagico, acqua dolce. Clima tropicale.
Satanoperca leucosticta è stata osservata nei corsi principali dei fiumi, negli affluenti minori e nei laghi alluvionali, tipicamente su substrati di sabbia o fango con macchie di lettiera di foglie e rami di alberi sommersi.
27 - 30°C
Dimensioni minime dell'acquario: 180x60x60h cm è il minimo necessario per una coppia di esemplari.
L'elemento essenziale che deve essere presente in un acquario dedicato ai Satanoperca, così come per tutti i mangia-terra, è un substrato soffice e sabbioso in modo che il pesce possa setacciare con la bocca in modo naturale.
Materiali più grossolani come ghiaia o piccoli ciottoli possono inibire l'alimentazione, danneggiare i filamenti branchiali e persino essere ingeriti e causare danni o blocchi interni. Gli altri arredi possono andare a gusto personale, anche se gli allestimenti preferiti tendono a presentare un'illuminazione relativamente fioca, più alcuni pezzi di legni o radici sparsi.
La lettiera di foglie è una caratteristica tipica del loro ambiente naturale, ma in acquario non è raccomandabile, perché mano a mano che le foglie si decompongono il comportamento alimentare delle specie di Satanoperca tende a provocare un eccesso di materiale parzialmente decomposto in sospensione nell'acqua, che non solo ha un aspetto antiestetico ma può bloccare i meccanismi di filtro e pompa.
La qualità dell'acqua è della massima importanza poiché questi ciclidi sono estremamente suscettibili al deterioramento della qualità dell'acqua e alle oscillazioni dei parametri chimici.
Non dovrebbero mai essere introdotti in un acquario non ancora biologicamente maturo. Satanoperca leucosticta richiede acqua tenera e acida, nella maggior parte dei casi non si manterrà in salute in acqua del rubinetto non trattata. Il modo migliore per ottenere la stabilità desiderata è utilizzare un ottimo e sovradimensionato sistema di filtrazione, ed eseguire cambi d'acqua settimanali minimi del 50%. Se il regime di mantenimento è insufficiente, possono verificarsi problemi di salute come la malattia del buco in testa e l'erosione della linea laterale, o una crescita stentata. Inoltre è necessario adattare la filtrazione meccanica in modo che intrappoli le piccole particelle sollevate dai pesci nel loro setacciare la sabbia con la bocca.
Comportamento e compatibilità: quando non sono nel periodo riproduttivo, i Satanoperca leucosticta sono sorprendentemente pacifici e non predano pesci più grandi di pochi millimetri di lunghezza. I compagni di vasca adatti sono numerosi e comprendono la maggior parte delle specie pacifiche che godono di condizioni ambientali simili. È meglio evitare le specie aggressive o territoriali che vivono sul fondo o quelle che richiedono acqua meno acida e tenera. Alcuni acquariofili allevano le specie del genere Satanoperca insieme alle razze d'acqua dolce del genere Potamotrygon, cosa che in molti casi si è rivelata efficace, ma in altri casi ha provocato la scomparsa notturna dei ciclidi, predati di notte dalle razze con il favore delle tenebre.
I Satanoperca leucosticta sono pesci gregari: i giovani in particolare mostrano forti istinti di raggruppamento, e anche gli adulti tendono a vivere in aggregazioni sciolte, a meno che non siano nel periodo riproduttivo, Quindi l'acquisto minimo di esemplari per una vasca è di un gruppo di 5-8 esemplari, che stabiliranno tra loro una notevole gerarchia di dominanza. Se mantenuti in numero minore, gli esemplari più deboli possono diventare il bersaglio di un antagonismo eccessivo da parte degli individui dominanti, o il gruppo potrebbe non riuscire a stabilire una gerarchia e comportarsi in modo nervoso.
Le specie del genere Satanoperca sono bentofaghe per natura, impiegano cioè un metodo di alimentazione in base al quale vengono prelevati bocconi di substrato che vengono setacciati nella bocca per trattenerne gli elementi commestibili, mentre il materiale rimanente viene espulso attraverso le aperture branchiali e la bocca stessa. Per questo motivo sono comunemente chiamati "eartheaters", mangia-terra, ed è essenziale fornire un substrato adatto per il loro benessere a lungo termine.
Il contenuto dello stomaco degli esemplari selvatici comprende principalmente piccoli invertebrati acquatici e terrestri tra cui cladoceri, ostracodi e larve di insetti (in particolare chironomidi), oltre a materiale vegetale (semi), detriti organici e sedimenti. Anche gli individui di grossa taglia sembrano incapaci di ingerire correttamente cibi più grandi, il che significa che la dieta dei Satanoperca dovrebbe contenere vario mangime secco di alta qualità e di piccole dimensioni, più piccolo cibo vivo e/o congelato, come Chironomus, Tubifex, Artemia, ecc. Bisogna fornire anche un'alta percentuale di sostanze vegetali, con ad esempio del mangime secco a base di Spirulina, o simili. Vanno bene anche i pastoni fatti in casa legati con gelatina e contenenti una miscela di mangime secco per pesci, purea di crostacei, frutta e verdura fresca, perché possono essere tagliati in dischi delle dimensioni di un boccone utilizzando l'estremità di una pipetta affilata o un piccolo coltello. Piuttosto che un singolo pasto abbondante, è meglio offrire 3-4 porzioni più piccole al giorno per consentire un comportamento di alimentazione naturale, il che sembra favorire il miglior tasso di crescita e le migliori condizioni di salute.
Ci sono pochissime differenze esterne, sebbene i maschi adulti tendano a diventare leggermente più grandi delle femmine, che hanno un corpo leggermente più profondo.
Satanoperca leucosticta è una specie incubatrice orale materna larvofila (le larve appena schiuse vengono custodite nella bocca della madre), ed è già stata riprodotta in acquario, sebbene almeno una forma selvatica presumibilmente conspecifica si fosse rivelata una riproduttrice orale ovofila (cioè la madre custodisce nella bocca direttamente le uova, ancora da schiudere).
In entrambi i casi non sembra esserci alcun particolare fattore scatenante per il processo di deposizione delle uova, poiché i requisiti principali sono una buona dieta e un rigoroso regime di mantenimento dell'acqua, che comporta cambi settimanali relativamente grandi. Poiché è molto difficile riconoscere i due sessi, è meglio iniziare con l'allevamento di un gruppo di pesci giovani, e consentire che si formino naturalmente delle coppie. E' necessaria un po' di pazienza, perché può passare almeno un anno, spesso due o anche più, prima che diventino sessualmente maturi.
Il corteggiamento è avviato dai maschi, che formano territori tipicamente centrati attorno a un pezzo di legno, una foglia o altro oggetto sommerso. Le femmine piene di uova vengono corteggiate e quando si forma una coppia il territorio viene difeso insieme per qualche giorno prima della deposizione.
Non sono tollerati altri pesci nelle vicinanze, in particolare i conspecifici, e in acquari non abbastanza grandi potrebbe essere necessario rimuovere gli altri pesci per salvare loro la vita.
Le uova vengono deposte in piccoli gruppi dalla femmina, e una volta fecondate dal maschio le forme larvofile tendono a ricoprire la covata con un sottile strato di substrato. La femmina rimane quindi a custodire e ventilare le uova, mentre il maschio difende il territorio circostante. Le uova si schiudono in 36-48 ore e le larve vengono raccolte in bocca dalla femmina, che normalmente le custodisce nella sua cavità boccale per altri 7 o 8 giorni. Nella forma ovofila, invece, le uova vengono raccolte in bocca dalla femmina appena fecondate, e uova e successive larve vengono custodite per circa 9 giorni.
Alcuni maschi perdono interesse per la difesa del territorio una volta che la femmina sta incubando le uova e possono attaccare la loro partner, quindi è necessario osservare attentamente come si evolve la situazione ed essere pronti a spostare uno dei due possibilmente il maschio, per non stressare la femmina con le uova. Una volta che gli avannotti hanno raggiunto il nuoto libero, si possono alimentare facilmente, accettando cibo secco in polvere di buona qualità, naupli di Artemia, microworm, ecc. Se gli avannotti vengono lasciati con la femmina, la cura della covata tende a continuare per altre 3-4 settimane, e se il maschio rimane tranquillo può anche continuare a partecipare. Se si allevano gli adulti in un acquario di comunità, potrebbe essere meglio rimuovere le femmine in cova, perché gli avannotti diventano facili prede per altri pesci, compresi i conspecifici, una volta rilasciati.
Taxa principali
Specie di mangia-terra molto meno legata al fondo dei suoi congeneri, ha simili necessità di acqua pulitissima per non ammalarsi
Specie di mangia-terra non facile da allevare, per le sue necessità di spazio, dieta, parametri dell'acqua
Specie di mangia-terra la cui identità non è ancora del tutto chiara, ma le cui esigenze sono paragonabili a quelle degli altri Satanoperca
Bella specie di mangia-terra, come le altre del genere ha bisogno di un'ottima qualità dell'acqua per non ammalarsi
Riferimenti & Link
la scheda su FishBase
Satanoperca leucosticta (MÜLLER & TROSCHEL, 1849) Whitespot Eartheater
la scheda completa su SeriouslyFish

Edizione italiana - di Staeck & Linke - Grazie ad una selezione rappresentativa delle specie più raccomandabili per l'allevamento in acquario, il volume offre una panoramica sulla varietà di forme, di comportamenti riproduttivi e di abitudini che caratterizzano questi pesci particolarmente interessanti.

Edizione Inglese - di Wayne S. Leibel - Guida per l'allevamento in acquario

Aqualog South American Cichlids I - Aqualog South American Cichlids II - Aqualog South American Cichlids III
Edizione Tedesca - di U. Glaser, W. Glaser
Collegamenti & Legenda
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Per saperne di più...
Quali sono i ciclidi definiti mangia-terra (e no, non si nutrono di terra), quali sono le loro esigenze d'allevamento, e indicazioni su come sceglierli in base alle proprie disponibilità di vasca e tempo da dedicare loro.
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