Articolo con consigli ed accorgimenti per l'acclimatamento e l'allevamento degli Scat, anche se io non sottovaluterei così le loro dimensioni finali e il fatto che in natura da adulti vivano in acqua marina...
Tratto e tradotto dall'articolo:
"Scatophagus argus - How long can you keep them?"
di W. Hering
su Aquarticles (non più online)
Scatophagus argus, bei pesci d'acqua salmastra o marina, che possono tollerare l'acqua dolce solo da giovanissimi, e che arrivano ai 40 cm di lunghezza - Foto © Brian Gratwicke
Appartenete al piccolo gruppo di acquariofili fortunati che riescono ad allevare gli Scatophagus argus senza nessuna difficoltà per anni, o il vostro tasso di mortalità è così alto che siete costretti a comprare nuovi esemplari ogni pochi mesi per fare un'altra prova? Se siete membri di questo secondo gruppo - che, per esperienza di W. Hering, è quello della maggioranza – siete pregati di considerare l'idea di allevarli come spiega direttamente lui in questo articolo.
Gli Scatophagus argus abitano comunemente le acque degli estuari della Malesia, ma si presentano anche popolazioni in baie d’acqua dolce, senza sbocco sul mare ed abbastanza lontane da esso. Secondo le informazioni avute da W. Hering, la maggior parte di questi pesci vengono catturati nelle acque salmastre lungo i litorali, così si risparmia la spesa del lungo trasporto verso i porti o gli aeroporti. Fino al momento della spedizione sono tenuti in acqua salmastra naturale, ma in seguito vengono trasferiti in acqua dolce, a volte con l'aggiunta di sale, a volte senza. Non bisogna quindi meravigliarsi se un buon numero dei pesci siano già in cattive condizioni di salute prima che arrivino nel vostro acquario.
Se siete fortunati, potreste diventare involontari proprietari di Scatophagus argus catturati in acqua dolce. In questo caso probabilmente non avrete nessun problema, e potrete persino esprimere un buon giudizio sui pesci ai vostri colleghi acquariofili sfortunati, purtroppo non aiutandoli molto.
Si dice che gli Scatophagus devono essere allevati in acqua dura, alcalina e leggermente salmastra: per questo motivo si raccomanda comunemente di aggiungere un certo quantitativo di sale da tavola all'acqua. Niente potrebbe essere più sbagliato, perché la maggior parte degli Scatophagus non muore a causa della bassa salinità. Infatti, spesso gli acquariofili si rendono conto che l'aggiunta di sale non ha nessun effetto positivo sui loro pesci.
La mortalità è dovuta principalmente a due fattori:
1. Il rapporto percentuale errato di magnesio e calcio nell'acqua.
- in acqua di mare: Magnesio approx 1.294 p.p.m., calcio 413 p.p.m.
- in acqua di rubinetto locale media (a Città del Capo): Magnesio 2 - 5 p.p.m., Calcio 9 - 15 p.p.m.Di conseguenza W. Hering "aggiusta" l'acqua, aumentando il contenuto di magnesio, aggiungendo due cucchiaini da tè di solfato del magnesio (Epsom Salts) ad ogni 20 litri circa di acqua di rubinetto.
2. Avvelenamento da fenolo.
Il fenolo è un veleno ad azione lenta che agisce sui nervi. I sintomi sono: nervosismo, convulsioni, i pesci guizzano sfrenatamente in giro per la vasca e sono molto spaventati. Possono diventare così agitati da sbattere la testa contro le rocce ed i vetri come montoni, e perfino schizzare a grande velocità verso il basso per seppellire profondamente la testa nella sabbia.
La formazione di fenolo può avvenire anche in vasche ben mantenute, quattro - otto ore dopo l'alimentazione. Gli Scatophagus sono molto più sensibili ad esso di qualunque altro pesce, ed accumulano il veleno nei loro tessuti.
Per impedire l'avvelenamento da fenoli W. Hering utilizza un filtro a carbone attivo. Mezzo litro di carbone attivo in una vasca da 25 litri occupata da due Scatophagus durante l'acclimatamento, rimane attivo per quattro - sei settimane.
"Malattia da pressione"
Inoltre, W. Hering menziona che nelle prime settimane, prima che i pesci siano completamente acclimatati, possono soffrire della cosiddetta malattia da pressione. In queste condizioni il tessuto e il sangue dei pesci sono inondati d'acqua a causa della differenza della pressione osmotica tra l'interno del corpo e il mezzo esterno (l'acqua).
Il processo della regolazione osmotica nei pesci d'acqua salmastra è complicato e W. Hering ammette che si conosce pochissimo sulla natura di questo meccanismo. In parole semplici potrebbe essere spiegato come segue:
I pesci di mare perdono costantemente acqua tramite il processo osmotico. Compensano questa perdita bevendo delle grandi quantità di acqua di mare. I sali dell'acqua di mare vengono assorbiti dall'intestino e l’eccesso viene espulso da cellule speciali presenti nell'epitelio delle branchie, chiamate in inglese “chloride cells”, cellule cloruro.
I pesci d'acqua dolce praticamente non bevono acqua per nulla. Anziché le “cellule cloruro” per espellere il sale in eccesso hanno nelle branchie dei filamenti mucosi che possono assorbire l'acqua ed i sali dal mezzo esterno (l'acqua circostante). L'acqua ed il sale eccessivi sono espulsi attraverso i reni.
Se mettete un pesce marino in acqua dolce non cesserà la sua abitudine di bere l'acqua. I pesci d'acqua salmastra si comportano come i pesci marini, ma quando vengono trasferiti in acqua dolce smettono di berla, e lentamente le loro “cellule cloruro” per l'espulsione del sale degenerano, e compaiono le “cellule d’acqua” per assorbire l'acqua come nei pesci d'acqua dolce.
L'arte di acclimatare i pesci d'acqua salmastra all'acqua dolce, quindi, deve sincronizzare la diluizione dell'acqua salata con la graduale scomparsa delle “cellule cloruro” per l'espulsione del sale e la formazione delle “cellule d’acqua” per l'assorbimento dell'acqua.
Nel loro ambiente naturale gli Scatophagus argus regolano la loro pressione osmotica in un modo molto ingegnoso: mangiano gli escrementi di altri animali, preferibilmente quelli con un abbondante contenuto di urea, come quelli delle anatre e di altri uccelli. Francis Day, nel libro "Fishes of India" (1878), dice: "ho aperto molti esemplari, e quelli presi vicino alle zone abitate avevano in genere gli stomaci pieni di escrementi".
Inoltre raschiano pietre ed altri supporti ricoperti da determinate alghe - in Malesia sono chiamati "lap-lap" - alghe verdi-azzurre (cianobatteri) dall'alto contenuto di azoto. In acquario mangiano le proprie feci e quelle degli altri pesci.
Accade un fenomeno che in un primo momento non siamo in grado di spiegare. Se gli Scatophagus mangiano escrementi di pesci d'acqua dolce muoiono sempre in poco tempo. Una ragione per cui questo accade potrebbe essere che i teleostei d'acqua dolce in pratica non espellono urea ma principalmente ammoniaca, che è tossica.
Di conseguenza, prima che i pesci siano completamente acclimatati, dobbiamo mantenerli separati e non insieme ad altri pesci.
Se gli Scatophagus vengono messi in acqua distillata e alimentati con urea, possono sopravvivere a questo trattamento per circa una settimana, mentre senza urea muoiono in poche ore.
Alimentare gli Scatophagus con urea è un lavoro complesso, perché anche una quantità infinitesimale di troppo li può avvelenare. Cercando un sostituto dell'urea, W. Hering ha sperimentato che il rene di bue è un alimento eccellente. I reni devono essere dapprima congelati, altrimenti sono troppo difficili da digerire. Bisogna anche prestare attenzione ad evitare le parti grasse. W. Hering ha alimentato i suoi Scatophagus per anni senz'altro cibo che rene di bue ed alghe.
Le alghe filamentose vengono raccolte una o due volte all'anno negli stagni d'acqua dolce intorno a Città del Capo. Vengono appese con delle corde in un posto ombreggiato per asciugarle, quindi impacchettate in sacchetti di plastica e immagazzinate in una stanza buia, dove mantengono il loro colore verde per mesi. Le alghe migliori da fornire come alimento sono le specie eurialine denominate Enteromorpha, che dove risiede W. Hering crescono in quantità enorme in un piccolo fiume d'acqua salmastra sulla strada per Strandfontein. Queste alghe hanno un elevato contenuto di vitamina B1. Prima di alimentare i pesci con le alghe secche, vengono fatte impregnare d'acqua dolce (non con acqua dell'acquario) dove si gonfiano immediatamente e non si distinguono più dalle alghe fresche.
Per uno o due Scatophagus giovani appena comprati, W. Hering utilizza una vasca da 18-20 litri nuda, senza materiale sul fondo. Se il fondo è in vetro incollo della carta nera sotto il vetro. Dopo avere riempito la vasca con acqua di rubinetto arricchita di magnesio attacca il filtro a carbone attivo. L'acqua viene aerata fortemente per una notte. Se è disponibile, bisognerebbe aggiungere un po' di acqua vecchia proveniente da un'altra vasca. Quindi vengono messe a dimora molte piante fluttuanti, come Elodea, Ceratophyllum, ecc. L'acqua evaporata viene sostituita con acqua dolce senza magnesio.
Prima di trasferire i pesci in un acquario ordinario di minimo 200 litri, deve essere avvenuta una crescita visibile delle loro dimensioni.
Scatophagus argus, Spotted Scat: lo stesso pesce da giovane e da adulto
Agli Scatophagus argus piace avere un posto scuro dove nascondersi. Una lastra di ardesia nera appoggiata contro una delle pareti di vetro sarà occupata immediatamente come una specie di "garage". I pesci devono potere nuotare dentro e fuori dal nascondiglio da entrambi i lati. Se avete quattro Scatophagus dovete fornire loro quattro posti separati di "parcheggio": ciascuno preferisce avere un "garage" solo suo.
Tutti gli Scatophagus di Hering sono morti dopo circa quattro anni di vita in cattività, a causa di un indurimento delle uova all'interno del corpo, perché erano risultati essere tutte femmine. Ha ancora una enorme femmina rimasta, che sta per entrare nel suo sesto anno. Si dispoace di non essere mai riuscito a venire in possesso di uno Scatophagus maschio, e talvolta ha anche pensato che soltanto le femmine migrino nell'acqua salmastra e vengano quindi catturate per il commercio acquariofilo, come detto sopra.
Questo ha un parallelo con i Monodactylus: Hering non ha mai trovato un maschio in acqua salmastra. Ne ha aperto almeno venti: erano tutte femmine.
In Sudafrica vive una specie della famiglia degli Scatophagidae, lo Scatophagus tetracanthus. W. Hering ne ha catturato due a Richard's Bay, in Natal. Hanno strisce al posto degli spot. Ma non è riuscito ad acclimatarli in acqua dolce - hanno tollerato una densità di 1,008 a 20°C, ma sono morti a 1,004.
Testo originale in inglese © W. Hering
Per approfondire:
Consigli ed avvertenze per allestire un acquario salmastro, consigliato dal team di esperti del ThePufferForum come fondamentale compendio di ciò che occorre sapere per la sua gestione - tratto e tradotto da un articolo di Cody Soup
Articolo che descrive il biotopo dei mangrovieti nel sud est asiatico e come riprodurlo in acquario. L'ambiente delle mangrovie è presente in tutte le zone tropicali del mondo, dove i fiumi d'acqua dolce incontrano l'oceano - tratto e tradotto da un articolo di Rhett A. Butler
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere sull'allevamento degli Scatophagus, grandi pesci d'acqua salmastra, grazie ai messaggi più interessanti di it.hobby.acquari
Un'eccezionale rarità dalla costa pacifica dell'Africa orientale: Scatophagus tetracanthus - Foto © Frank Schäfer
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
la scheda su FishBase.org
su Mongabay descrizione delle specie della famiglia e descrizione dell'ambiente da cui provengono
descrizione delle caratteristiche, della flora e della fauna degli habitat delle foreste di mangrovie indonesiane, habitat di Scatophagus argus, Monodactylus argenteus, Tetraodon nigroviridis, T. biocellatus, Macrognathus aculeatus, Dermogenys pusillus, Toxotes chatareus, T. jaculatrix, Brachygobius xanthozona, Stigmatogobius sadanundio, Boleophthalmus pectinirostris, Periophthalmus barbarus, Coius microlepis, Chanda wollfii
AQUALOG Special, Brackish-Water Fishes: All About Species, Care and Breeding
Edizione inglese di Frank Schäfer, l'Aqualog Special - Brackish-Water Fishes è tutto dedicato alle specie d'acqua salmastra, con foto, allevamento e riproduzione
Edizione Inglese di Neale Monks - Da New York City all'entroterra australiano, l'acqua dolce incontra il mare e crea uno degli ambienti più dinamici della terra: l'acqua salmastra. Anche se la popolarità dei pesci che vivono in queste acque è cresciuta, si sa molto poco di loro. Finora. Questo libro è una guida preziosa in un mondo spesso esotico e in gran parte poco esplorato di pesci unici.
Edizione Inglese di Brian Takeshi - In questa guida completa, si svelano i segreti dei pesci d'acqua salmastra, facendo luce sui loro straordinari adattamenti, sul significato ecologico e sugli ostacoli che incontrano nei loro regni sottomarini. Inoltre, si approfondisce l'incantevole fascino di mantenere i pesci d'acqua salmastra negli acquari domestici.
Commenti
Taxa principali
Spesso vuole allestire una vasca salmastra proprio chi rimane colpito dalla visione di questi pesci, splendidi e dalla colorazione insolita e molto vivace, ma le notevoli dimensioni e la vivacità li rendono adatti solo a vasche molto grandi
Difficili da trovare in commercio, diventano grandi e vanno allevati in gruppo
Commenti