Approfondita rassegna della saga del riconoscimento delle specie e/o sottospecie all'interno del genere Symphysodon, i famosissimi discus

Tratto e tradotto dall'articolo:
"Cichlidophiles: Son of Tarzoo"
di Wayne Leibel
sul sito TFHmagazine.com

Symphysodon aequifasciatus, Discus var. Sanmerah - Foto © Hristo Hristov

Nell'articolo Cichlidophiles: Son of Tarzoo su TFHmagazine.com, Wayne Leibel fa una rapida ma approfondita rassegna della saga dei discus fino ad ora. In un articolo precedente lo stesso autore aveva esaminato il recente lavoro del laboratorio dell'ittiologo svedese Sven O. Kullander sullo stato sistematico dei discus (Ready, J. S., E. J. G. Ferreira, and S. O. Kullander. 2006. “Discus fishes: mitochondrial DNA evidence for a phylogeographic barrier in the Amazonian genus Symphysodon (Teleostei: Cichlidae).” Journal of Fish Biology 69 (Supplement B): 200–211).

Wayne Leibel riassume che in questo articolo Kullander e colleghi suggeriscono che nel genere Symphysodon ci siano (almeno) tre specie:

La prova di questa conclusione include non solo la particolarità morfologica di questi ultimi, i discus amazzonici occidentali (macchie rosse non reticolate sulla pinna anale e talvolta corpo), ma anche l'isolamento genetico di questa popolazione occidentale dalle altre forme, sulla base di dati di sequenziamento del DNA, in contrasto con l'apparente patrimonio genetico condiviso/incrocio dei discus marroni/blu dell'Amazzonia centrale/orientale (e, sorprendentemente, dei discus Heckel).

Un diverso trio di specie

Wayne Leibel prosegue l'articolo ricordando che anche l'esploratore e collezionista di pesci Heiko Bleher ha recentemente sostenuto un modello a tre specie nel suo libro Bleher's Discus, Volume 1 (2006, Aquapress, Italia). Bleher però riconosce:

In parte la confusione deriva dalla descrizione originale di Pellegrin (1904) di Symphysodon aequifasciatus e dal suo fallimento nel designare un olotipo (esemplare ufficiale) per esso: i tre esemplari che aveva incluso erano due discus verdi a macchie rosse del Lago Tefé e un singolo discus marrone di Santerém.

Tarzoo Blu

Nel 1959, Earl Lyons pubblicò nella sua rivista acquariofila Tropicals (Vol. 4, No. 3) una “descrizione” di una nuova varietà di discus di Leticia, Colombia, che chiamò “blue tarzoo”, tarzoo blu, ma che chiaramente dalle foto che accompagnavano l'articolo, erano discus verdi a macchie rosse. Mentre altri ricercatori, in particolare Leonard Schultz (1960), negarono la completezza e la validità della “descrizione” di Lyons, Kullander la accettò come sufficiente, ridescrisse la specie Symphysodon tarzoo Lyons, 1959, e designò un esemplare già conservato nella Collezione INPA (Brasile) come nuovo olotipo, o neotipo (Ready et al., 2006).
Pertanto, Symphysodon aequifasciatus, a suo avviso, si limitava alle popolazioni amazzoniche centro-orientali del discus marrone/blu.

Dati sul DNA

La risoluzione della questione di quante specie ci siano, e come chiamarle, attende ulteriori studi, in particolare il sequenziamento del DNA ora effettuato sul materiale raccolto da Bleher dal biologo molecolare di fama internazionale e sistematista molecolare dei ciclidi Axel Meyer della Germania. Questo lavoro, secondo Bleher (Stolting, K., Salisburgo, W., Bleher, H. e A. Meyer, 2006. “Preliminary Revision of the Genus Symphysodon Heckel.” Aqua, Journal of Ichthyology and Aquatic Biology: Special Publication), dovrebbe essere pubblicato a breve e i risultati sono attesi con impazienza. Inoltre, come Ready et al. (2006), di cui Wayne Leibel parlerà ulteriormente in un suo prossimo articolo, i dati sul DNA presentati nel loro articolo sono limitati e soggetti a qualche dubbio, e necessitano di ulteriori campionamenti, sia per quanto riguarda il numero di individui che di popolazioni analizzati e la scelta dei geni da sequenziare.

Symphysodon tarzoo dalla località di Nanay - Foto © rmmoura (Wikimedia)

Nel resto di questo articolo, Wayne Leibel toccherà alcuni degli aspetti controversi dello studio di Ready et al. (2006).

La descrizione di Lyons

Come accennato in precedenza, la sufficienza e quindi la validità della descrizione nella rivista acquariofila di Lyons del discus verde a macchie rosse è stata messa in dubbio ripetutamente dagli ittiologi, in particolare L. P. Schultz e W. Burgess, che hanno entrambi tentato di revisionare il genere Symphysodon. Scrivendo nel “Holiday Issue—1960” di Tropicals (Vol. 4, No. 3), Lyons racconta la storia dell’importazione di questi pesci da Leticia, Colombia a Chicago, inclusa l’origine del nome “tarzoo”, attribuibile al collezionista/esportatore Mike Tsalickis, comproprietario del Tarpon Zoo a Tarpon Springs, in Florida, con una stazione di raccolta in Colombia.

Lyons scrive che nessuno sa ancora se questi discus siano una nuova varietà o una nuova specie. La loro colorazione è molto diversa da quella dei discus che si trovano vicino a Belém, Paraqua e Santarém, in Brasile: quest'ultima località si trova a oltre 1200 miglia da dove si trova questo discus blu. Il nome usato in questa storia - Symphysodon discus tarzoo - non è ufficiale, ma Lyons non ha dubbi che verrà riconosciuto scientificamente quando le autorità competenti li avranno esaminati completamente.

Lyons continua dicendo che allo Shedd Aquarium di Chicago ne erano stati assegnati sei, ma all'epoca non era stata raggiunta alcuna conclusione sulla loro identità; a quanto pare l'assistente curatore li ha trovati "troppo belli" per essere messi in conservazione. Mentre la "foto" di copertina, una coppia di questi pesci con una vistosa, persino psichedelica colorazione blu-rossa, con lo slogan "Fabulous "Blue Tarzoo!" non è decisamente utile (Wayne Leibel nel suo articolo la paragona ad una stampa di un discus di Andy Warhol), le eccellenti foto in bianco e nero di due pesci vivi che accompagnano l'articolo mostrano chiaramente quelli che gli appassionati dei discus hanno successivamente chiamato discus “verdi di Tefé”, anche se provengono dalla Colombia e non da Brasile.

La trama si infittisce

Un articolo successivo nella rivista Tropicals (Winter Issue—1960, Vol. 4, No. 4) sembra decisamente abbandonare la possibilità di una nuova varietà o status di specie per il “tarzoo blu”. " L’introduzione, intitolata “Riscoperta di una variazione di colore  - ‘Blue Tarzoo’ classificata come varietà del discus Heckel Symphysodon discus” recita che i bellissimi discus “Blue Tarzoo”, fotografati nel numero natalizio del 1960, sono stati esaminati attentamente da Robert D. McCord, un biologo molto competente, dell'Università di Valparaiso, che ha concluso che questi pesci sono una varietà di colorazione della specie conosciuta come discus Heckel Symphysodon discus.

Segue quindi il rapporto inviato dal signor McCord a numerose riviste scientifiche in tutto il paese. Va anche aggiunto che in una conversazione telefonica il signor McCord ha avuto con il dottor Meyers, dell'Università di Stanford, il 9 febbraio 1960, il dottor Meyers aveva concordato con le scoperte di McCord.

Segue il rapporto di McCord, “A Color Variation of Symphysodon Discus Rediscovered”, nel quale si afferma che è stata riscoperta recentemente una variazione di colore di Symphysodon discus nelle sorgenti del Rio delle Amazzoni vicino a Leticia, Columbia, S.A. Un importatore di animali, il signor Mike Tsalickis del Tarpon Zoo, Tarpon Springs, Florida, ha recentemente importato questa varietà. Questi pesci furono inviati a Kyle Swegles e Al Wechsler, distributori di pesci tropicali di Chicago, Illinois. In un primo momento si pensava che questo pesce fosse una nuova specie ed era stato provvisoriamente chiamato Symphysodon discus tarzoo; tuttavia, dopo un'attenta indagine ed esame di 10 esemplari, è stato stabilito senza alcun dubbio che questi pesci sono la stessa specie di Symphysodon discus descritta per la prima volta da Heckel nel 1840.
Esemplari di questa variazione di colore per conferma dell'identificazione sono stati inviati alle note autorità sui pesci sudamericani: George S. Meyers, Ph.D., Museo di Storia Naturale dell'Università di Stanford, Palo Alto, California, e James Boehlke, Ph.D., Philadelphia Academy of Science, Philadelphia, Pennsylvania.

Wayne Leibel ricorda quindi che Kullander (1986, Ready et al. 2006) riportava che solo dettagli della colorazione, e non i dati meristici o morfometrici, che si sovrappongono, separavano nettamente le specie nominali.

Tutte quelle sottospecie

Proseguendo l'articolo, Wayne Leibel ricorda che nel 1960, l’ittiologo Leonard P. Schultz del Museo Nazionale degli Stati Uniti, sulle pagine del numero di giugno 1960 di TFH, accettò la sfida di rivedere la sistematica e la tassonomia dei discus (“A Review of the Pompadour or Discus Fishes, Genus Symphysodon of Sud America"). In sintesi, Schultz riconosce due specie, Symphysodon discus Heckel, 1840 e Symphysodon aequifasciata Pellegrin, 1904, quest'ultima con tre sottospecie distinte che descrive. (Pellegrin, 1904 aveva originariamente descritto aequifasciata come Symphysodon discus var. aequifasciata, successivamente cambiato giustamente in Symphysodon aequifasciatus da Kullander 1986 nella sua monografia sui ciclidi peruviani).
Queste sottospecie includevano Symphysodon aequifasciata aequifasciata (discus verde), Symphysodon aequifasciata haraldi ( discus blu) e Symphysodon aequifasciata axelrodi (discus marrone). Successivamente furono descritte anche sottospecie di Symphysodon discus, tra cui Symphysodon discus willischwartzi Burgess, 1981.

Ci sono alcuni grossi problemi che Wayne Leibel rileva nel lavoro di Schultz, inclusa la sua incapacità o riluttanza a guardare lui stesso gli esemplari olotipici originali depositati (basò le sue diagnosi su conteggi e misurazioni precedentemente pubblicati), il piccolo numero di nuovi esemplari esaminati e la dubbia origine di alcuni di questi.
Kullander (1986, Cichlid Fishes of the Amazon River drain of Peru) esaminò i tipi di Schultz e trovò alcune diagnosi (conteggi) imprecise. Egli cita Burgess (1981) che ha anche recensito la sistematica dei discus inell rivista TFH 29(7) [marzo 1981]: 32–42) in quanto ivi afferma che almeno alcune delle differenze di colore sembrano essere solo negli occhi di chi guarda, e altre sono apparentemente influenzate dalla dieta e/o da fattori ambientali.

Kullander (1986) raggruppa le tre sottospecie di Schultz come un'unica specie, Symphysodon aequifasciatus Pellegrin, 1904 e ne offre una ridescrizione. A suo avviso, fino a quando Ready et al. (2006) non ha dimostrato il contrario, esistono solo due specie.

Tornando al punto dela questione, Wayne Leibel ricorda che Schultz elenca Symphysodon discus tarzoo Lyons come sinonimo del suo nuovo Sympysodon aequifasciata haraldi (discus blu) e prosegue commentando che quando un pesce d'acquario sconosciuto o nuovo viene presentato agli acquariofili con un nome, come ha fatto Lyons per il discus blu, è probabile che si creino confusione e disaccordo tra coloro che sono interessati alla nomenclatura zoologica scientifica, a meno che non siano rispettate le regole della zoologia.
Schultz ha mostrato al dottor Curt Sabrosky l'articolo di Lyons e lui concorda sul fatto che il nome tarzoo non ha valore nomenclatoriale perché non sono state soddisfatte due regole come definite dalle Regole internazionali di nomenclatura zoologica e adottate al Congresso di Budapest del 1927:

  1. Dopo il 1° gennaio 1931 il nome specifico deve essere stato pubblicato con una formulazione in cui l'autore tenta di indicare caratteri differenziativi o con riassunto dei caratteri che distinguono la specie dalle altre specie
  2. La pubblicazione di un'immagine della specie con un nome scientifico non soddisfa questi requisiti.

Pertanto, Schultz deve concludere che l’articolo di Lyons non stabilisce alcun nome scientifico. Per evitare future confusioni nella nomenclatura zoologica, sembra saggio descrivere come una nuova sottospecie il discus blu secondo appunto le regole della nomenclatura zoologica. Schultz prosegue poi descrivendo la nuova sottospecie in modo appropriato e designando un olotipo che ha depositato al Museo Nazionale (sebbene il sito di raccolta elencato, Benjamin Constant, Brasile, raccolto da H. R. Axelrod e Harald Schultz, sia dubbio secondo Bleher e Kullander).

Ready et al. (2006) contestano la conclusione di Schultz riguardo alla disponibilità del nome Symphysodon tarzoo. Concludono che la descrizione del Lyons era adeguata secondo le stesse regole di nomenclatura zoologica citate da Schultz e che il nome tarzoo è quindi disponibile per l'uso e non un sinonimo. Come riportato in precedenza, il gruppo di Kullander offre una nuova e completa ridescrizione del discus verde a macchie rosse dell'Amazzonia occidentale, ha designato un nuovo esemplare tipo (neotipo) in assenza di qualsiasi materiale conservato della iniziale importazione/descrizione di Lyons, e lo ha chiamato Symphysodon tarzoo Lyons, 1959.
Inoltre, poiché Pellegrin (1904) non designò un esemplare tipo per Symphysodon aequifasciatus, ma depositò i suoi tre esemplari - due verdi da Tefé, uno marrone da Santerém - come sintipi (tipi uguali), il gruppo di Kullander ha selezionato l'esemplare Santerém di Pellegrin (marrone) come tipo (lectotipo) di Symphysodon aequifasciatus, restringendo così questo nome alle specie centro-orientali di “aequifasciatus” corrispondenti al discus marrone/blu (rispettivamente Symphysodon aequifasciatus axelrodi e Symphysodon aequifasciatus haraldi di Schultz).

Poiché Schultz (1960), vista la mancata designazione di un esemplare tipo da parte di Pellegrin, scelse il Lago Tefé come località tipo per Symphysodon aequifasciata aequifasciata, e basò la sua descrizione su 104 esemplari ivi raccolti, Bleher (2006) crede e sostiene l'uso del nome della specie Symphysodon aequifasciatus per il discus verde con macchie rosse amazzonico occidentale e non per le specie amazzoniche centro-orientali.
Data la diagnosi specifica di Ready et al. di Symphysodon tarzoo basata sul colore della livrea (che è evidente anche dalle foto monocromatiche di pesci vivi nell'articolo di Lyons), i discus “verdi” del Lago Tefé sono Symphysodon tarzoo e non Symphysodon aequifasciatus.

Cercando di arrivare ad una conclusione

Avendo a portata di mano una copia della rivista Tropicals, Wayne Leibel era curioso di capire come mai la data di attribuzione era il 1959, poiché il numero recava la descrizione "Holiday Issue—1960" sulla copertina e lungo la parte inferiore delle pagine dispari di questa rivista di 34 pagine. Leibel ha esaminato la rivista, gli articoli e la pubblicità, alla ricerca di un riferimento al 1959, ma non è riuscito a trovare nulla (anche se sono chiaramente raccontati alcuni eventi del club acquariofilo di ottobre e novembre).

Un indizio

Un indizio sulla data: nell'articolo su TFH di Schultz (1960) (che, insieme alla maggior parte degli articoli originali sulla sistematica dei discus, sono ristampati integralmente nel libro di Bleher), egli cita correttamente l'articolo di Lyons come "Holiday issue 1960" ma mette, tra parentesi, la data “28 novembre 1959”. Non è menzionato se quella sia l'effettiva data di stampa, o di spedizione, o di ricevimento della rivista, o se avesse saputo da Lyons, l'editore di Tropicals, l'effettiva data di pubblicazione, ma a quanto pare quella è la data. ribadita da Ready et al.: Symphysodon tarzoo Lyons, 1959.

Riassumendo

A conclusione di questo lungo articolo, Wayne Leibel ammette che tutto questo sembra l'argomentazione e il dibattito di un avvocato. A chi importa quante specie di discus ci sono e, soprattutto, a chi importa sapere quali sono i nomi tassonomicamente corretti? Bleher e Kullander, per il momento, sono d'accordo nell'accettare tre specie. Entrambi raggruppano i discus marroni e i discus blu insieme come un'unica specie, e come distinti dal discus Heckel e dal discus verde a macchie rosse.

Il punto in cui non sono d'accordo è su come chiamarli.

Ma questa non è una questione da poco e non può ridursi al solo dibattito sulle regole legali. Inoltre, il numero piuttosto limitato di specie distinte (alcuni hanno sostenuto, e sostengono ancora, che tutti i discus sono una singola specie di popolazioni continue geograficamente/morfologicamente variabili incrociate) segnala qualcosa di importante sulla biologia di questi pesci e sulla natura dei meccanismi di speciazione in atto nel bacino amazzonico. A quanto pare, i dati del sequenziamento del DNA hanno molto da dire su cosa sta e cosa non sta accadendo a questi pesci.

Testo originale in inglese © Wayne Leibel

Taxa principali

Discus

Tra i pochissimi pesci le cui esigenze non sono sottovalutate, ma anzi ben conosciute e difese a spada tratta da ogni acquariofilo: persino i negozianti sanno che diventano grandi e che sono molto delicati se non tenuti nelle condizioni adatte :)

Dimensioni max: 13.7 cm SL
Aspettativa di vita: 15 - 20 anni
Temperatura: 26 - 30°C
Discus

Molto simile al cugino Symphysodon aequifasciatus, è tra i pochissimi pesci le cui esigenze non sono sottovalutate, ma anzi ben conosciute: persino i negozianti sanno che diventano grandi e che sono molto delicati se non tenuti nelle condizioni adatte :)

Dimensioni max: 12.3 cm SL
Aspettativa di vita: 15 - 20 anni
Temperatura: 26 - 30°C

Già descritta in passato ma riconvalidata solo nel 2006, questa specie di discus ha esigenze molto simili alle altre due specie di Symphysodon già conosciute

Dimensioni max: 13.2 cm SL
Riferimenti & Link
Discus

Discus: Allevamento, Selezione, Etologia

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Edizione Inglese - di Herbert R. Axelrod, C.W. Emmens

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Nel progetto Piagaçu Purus le popolazioni locali lavorano con esperti esterni per sviluppare metodi sostenibili di pesca e sviluppare rapporti di commercio equo con gli acquirenti - Tratto e tradotto da un articolo di Annie Cooper

Ancora una volta si fa distinzione tra pesci di serie A e pesci di serie B... i pesci rossi diventano anche più grossi dei discus, eppure mentre per i discus sembra normale allevarli in vasche grandi, per i pesci rossi un acquario da 40 litri sarebbe già una reggia... Ma perchè, io mi chiedo, usare sempre due pesi e due misure???

I Discus (Symphysodon aequifasciatus) nelle loro splendide varietà di colorazione - Foto © Hristo Hristov