Tra i pesci palla più celebri in acquariofilia, il green-spotted puffer Dichotomyctere nigroviridis (ex Tetraodon nigroviridis), per il suo aspetto peculiare ed attraente, cattura spesso l'attenzione dei neofiti; in realtà si tratta di un pesce difficile, riservato agli acquariofili più esperti e motivati. Classificazione e metodo di allevamento sono da lungo tempo, almeno tra semplici appassionati, aspramente dibattuti.

Tratto da un articolo di Andrea Degl'Innocenti
sul sito dell'Associazione naturalistica e divulgativa Neptunalia (non più online dal 2012)

Dichotomyctere nigroviridis (ex Tetraodon nigroviridis) - Foto © Guérin Nicolas (Wikipedia)

Tra i più celebri pesci palla in acquariofilia, il green-spotted puffer Dichotomyctere nigroviridis (ex Tetraodon nigroviridis), per il suo aspetto peculiare ed attraente, cattura spesso l'attenzione dei neofiti; in realtà si tratta di un pesce difficile, riservato agli acquariofili più esperti e motivati. Classificazione e metodo di allevamento sono da lungo tempo, almeno tra semplici appassionati, aspramente dibattuti.

Posizione Sistematica

L'articolo di Andrea Degl'Innocenti inizia con la classificazione sistematica dei Tetraodon nigroviridis che, dopo la revisione di Kottelat del 2013, sono diventati Dichotomyctere nigroviridis.

L’ordine dei Tetraodontiformi, a diffusione cosmopolita, comprende pesci istrice, pesci scatola, pesci luna, pesci palla: conta circa 320 specie prevalentemente marine, perlopiù accomunate dalla potenza della dentatura, dalle forme tozze del corpo, dall’assenza di scaglie della cute che è però provvista di spine dermiche, placche o scudi ossei talora fusi in una corazza. La linea laterale può essere presente o assente, talora è multipla. La vescica natatoria è presente, tranne nei molidi.

I Tetraodontidi rappresentano una delle 10 famiglie dell’ordine, e sono volgarmente noti come pesci palla; si conoscono 121 specie appartenenti a 19 generi diversi. I tetraodontidi differiscono dai diodontidi (pesci istrice) per l’assenza di grosse spine dermiche e per la presenza di 4 denti separati anziché uniti a due a due in placche mascellari.

Per anni Dichotomyctere nigroviridis (ex Tetraodon nigroviridis) De Procè 1822 è stato venduto sotto il nome di Dichotomyctere fluviatilis (exTetraodon fluviatilis) Hamilton 1822, nome in realtà appartenente ad una specie affine, raramente allevata in acquario e nota come Ceylon puffer; Dichotomyctere fluviatilis presenta una livrea più uniforme e più chiara, comunque eventuali confusioni non comportano problemi di gestione inadeguata da parte dell’acquariofilo, in quanto le necessità ambientali delle due specie sono simili.

Un’altra specie congenere, Dichotomyctere biocellatus (ex Tetraodon biocellatus), può essere agevolmente distinta da Dichotomyctere nigroviridis per la presenza nel primo di macchie circolari sul peduncolo caudale che gli hanno valso il nome volgare di figure - eight puffer.

I nomi comuni che identificano Dichotomyctere nigroviridis sono, tra gli altri: pesce palla d’acqua dolce (nome, in verità, poco corretto), green - Ceylon puffer, ed il già citato green-spotted puffer.

Descrizione

Dichotomyctere nigroviridis (ex Tetraodon nigroviridis) è uno dei pesci palla più allevati in acquario. Il corpo è claviforme, con testa grande e occhi sporgenti, distanziati ed indipendenti tra loro nei movimenti; riflettono la luce, assumendo colori che vanno dal verde, al blu, al viola.
Presenta una livrea, peraltro molto variabile a seconda dell'umore e dello stato di salute, costituita dorsalmente da una serie di macchie nere circolari (talora riunite in piccole bande) su fondo ulivaceo, mentre ventralmente il pesce si presenta generalmente bianco; sulla fronte si evidenzia una vistosa macchia giallo/verde di forma romboidale, che gli ha valso il nome volgare di green-spotted puffer, evidente se il pesce è in buona salute. I cambi di colorazione sono controllati dalla pars intermedia dell’ipofisi. Comunque, con la senescenza, tutti i colori della livrea si fanno più opachi.

Negli esemplari sani di green spotted - pufferfish, Dichotomyctere nigroviridis (ex Tetraodon nigroviridis), il ventre appare generalmente bianco - Foto © Andrea Degl'Innocenti (Neptunalia)

Come negli altri pesci palla, sono evidenti quattro denti fusi a costituire una sorta di becco con cui l'animale frantuma le coriacee difese degli organismi di cui si nutre (bivalvi, gasteropodi, crostacei); essendo tali denti in continua crescita, si provveda anche in cattività a fornire alimenti di una certa consistenza: si eviterà così un'eccessiva crescita del "becco", che costringerebbe l'animale ad una sorta di perenne sbadiglio.

Le pinne si presentano incolori, o al più con poco evidenti maculature nere, che, nel crescere, si fanno più evidenti, soprattutto alla base della pinna caudale. A fornire la spinta per la locomozione è un movimento laterale alternato della pinna anale e di quella dorsale (piuttosto arretrata), coadiuvate dall'incessante moto delle pinne pettorali. Il peduncolo caudale, molto mobile, funge da timone assieme alla caudale; tale metodo di spostamento, esclusivo dei pesci palla, permette anche una curiosa "marcia indietro". Mancano le pinne ventrali e gli opercoli branchiali.

La pelle è priva di squame e presenta piccole asperità difficili da notare se il pesce non ha assunto turgore: la particolare anatomia che lo contraddistingue, infatti, permette al pesce di incamerare aria o acqua acquisendo una forma quasi sferica, che ostacola fisicamente la predazione e basisce l'aggressore. In tale atteggiamento, l'animale può galleggiare portato dalla corrente. Possono passare ore prima che il corpo torni rilassato: il gonfiarsi (soprattutto con aria) è infatti una risposta estrema, che danneggia le strutture interne; è quindi vivamente sconsigliato indurre un pesce palla a gonfiarsi. Il rigonfiamento avviene ad opera di un sacco dilatabile, una plica tegumentaria annessa allo stomaco in grado di espandersi rapidamente se il pesce assume aria o acqua per deglutizione; il corpo torna rilassato quando l’animale contrae la muscolatura ventrale.

Nei pesci istrice (famiglia Diodontidae) le spine cutanee sono assai più evidenti rispetto ai pesci palla; nella foto Cyclichthys spilostylus - Foto © Carlo Terreni (Neptunalia)

Altri adattamenti anatomici dovuti a questa singolare risposta difensiva sono la parziale atrofia della muscolatura ventrale, l’assenza di costole e, come già menzionato, di pinne pelviche. Il pesce è anche in grado di “soffiare” acqua sulla sabbia per scoprire le prede sul fondo ed agevolare così la predazione.

La pelle e gli organi interni di Dichotomyctere nigroviridis sono tossici: nei tessuti è infatti presente una potente neurotossina nota come tetrodotossina, o TTX, che alterando la conduttanza per il sodio causa paralisi e arresto cardiaco; ogni anno sono molti i morti tra i popoli del sud-est asiatico (patria di questo pesce), che si cibano di specie affini, definendole generalmente fugu.

Le dimensioni massime raggiunte in acquario si aggirano sui 10 cm, ma pare che in natura questo pesce palla raggiunga e superi i 17 cm.

La tetrodotossina

Modello bidimensionale della tetrodotossina - Andrea Degl'Innocenti (Neptunalia)

La tetrodotossina agisce bloccando il canale per il sodio a controllo di voltaggio (TTX – s Na+ channel): tale canale è un’importante proteina coinvolta nella produzione di segnali bioelettrici da parte del sistema nervoso; la morte avviene per arresto respiratorio, cagionato dalla paralisi del diaframma. Comunque la tossicità dei tessuti viene meno in cattività, perché le tossine sono assunte con la dieta in natura.

I veri produttori della TTX sono infatti varie specie di batteri tra cui Pseudoalteromonas tetraodonis, alcuni ceppi di Vibrio sp. ed alcuni di Pseudomonas sp..

Un pesce dal genoma compatto

Vale la pena ricordare che Dichotomyctere nigroviridis (ex Tetraodon nigroviridis) detiene un primato che lo rende assai importante per gli studi di genetica: esso infatti sembra essere il vertebrato dal genoma (sequenza di basi azotate del DNA) più compatto; basti pensare che un genoma umano misura circa 3.200.000.000 bp (coppie di basi azotate) contro le sole 350.000.000 bp di questo pesce.

Un pesce assai noto agli acquariofili, Danio rerio (danio zebra o juventino), presenta un genoma di 1.600.000.000 bp, dunque assai più vicino all’uomo che a Dichotomyctere nigroviridis. Lo studio di sistemi genetici semplici è importante per indagini comparative con genomi più complessi, come quelli dei mammiferi. Inoltre, i tetraodontidi in genere costituiscono un modello eccellente per studi riguardanti l’evoluzione nel tempo dei genomi.

Habitat

L’areale di distribuzione della specie si estende dalle Filippine all’India, e comprende lo Sri Lanka (ex Ceylon). Ambienti d’elezione sono i mangrovieti e le foci dei fiumi, ove l’acqua dolce incontra quella marina.

Dichotomyctere nigroviridis è infatti un pesce eurialino, capace cioè di tollerare, e persino apprezzare, ampie variazioni di salinità; gli individui giovani tendono a trattenersi in acqua dolce, tuttavia crescendo manifestano la tendenza a spostarsi in zone d’estuario, talora spingendosi fino al mare.

Etologia

La particolare conformazione che lo contraddistingue permette al pesce una serie di comportamenti peculiari, oltre a quello già trattato dell’aumento volumetrico a scopo difensivo; l’ampia mobilità del peduncolo caudale, infatti, consente a Dichotomyctere nigroviridis di ruotare su se stesso prima di adagiarsi sul fondo.

Il corpo riesce anche ad assumere una forma raccolta, con la coda ripiegata di lato; anche tale postura ha significato difensivo. E' un pesce solitario e territoriale, tuttavia in gioventù manifesta comportamenti sociali.

Caratteristica comune a tutti i tetraodontidi è poi la notevole intelligenza: spesso infatti essa si manifesta all’acquariofilo durante la somministrazione del cibo, quando ogni preda è osservata con circospezione, o quando ci si rende conto della curiosità con cui innegabilmente questi pesci osservano ciò che accade all’esterno della vasca.

Allevamento in acquario

Le scuole di pensiero per la gestione di Dichotomyctere nigroviridis (exTetraodon nigroviridis) in acquario sono spesso discordanti. Anche se si rivela spesso capace di sopravvivere per lungo tempo in acqua dolce, è caldamente consigliabile l'acclimatazione degli esemplari appena acquistati (quasi sempre giovani) in acqua moderatamente salmastra (densità pari a 1003 - 1004 Kg/m3), per poi aumentare la concentrazione di sali (sono idonei quelli per gli acquari marini) in misura non superiore a 0001 Kg/m3 a settimana; la densità definitiva dovrebbe variare tra 1012 e 1018 Kg/m3. Salti di concentrazione salina sono da considerarsi addirittura salutari per questo pesce.

E' possibile anche mantenere i propri individui in acquari marini, se lentamente abituati: questi pesci infatti mostrano di tollerare le condizioni di un marino molto meglio di quelle di un acquario completamente dolce.

Il filtraggio dovrebbe essere potente, meglio se per mezzo di un filtro esterno a cestello. In acqua marina è consigliabile l'uso dello schiumatoio: questo animale è infatti sensibile ad alti valori di nitrati in soluzione, ed emette copiose deiezioni; inoltre, nutrendosi prevalentemente di animali vivi, spargerà disordinatamente brandelli di cibo nel mezzo acquoso, che risulterà fortemente inquinato.

Per quel che concerne l'arredamento, è consigliabile un ambiente roccioso e spartano: questo perché Dichotomyctere nigroviridis si presenta come un animale estremamente curioso, che da un lato ama esplorare ogni anfratto dell'acquario, e dall'altro assaggia e attacca qualsiasi cosa attiri la sua attenzione. In particolare, è importante di tanto in tanto variare un po’ la disposizione delle rocce: se annoiati, infatti, questi pesci ondeggiano in alto e in basso col muso contro un vetro dell’acquario, perpetrando questo comportamento per delle ore; in acquari aperti, se a disagio, possono giungere a saltare fuori. Non sono rare nemmeno le forti e sonore testate sulle pareti. Comunque, c’è da dire che tali comportamenti sono fortemente attenuati in vasche adeguatamente capienti.

Almeno in teoria, si possono ospitare delle piante, certamente gradite ai pesci per l’ossigeno che apportano e per i rifugi che offrono; purtroppo però in concreto non esistono in commercio specie erbacee che tollerino densità superiori a 1004 – 1005 Kg/m3. Tra le più adattabili si segnalano Microsorum pteropus (felce di Giava) e Vesicularia dubyana (muschio di Giava). In condizioni marine invece sono tranquillamente ospitabili un po’ tutte le macroalge, come Caulerpa spp. o Halimedia tuna.

La soluzione di gran lunga preferibile, qualora lo spazio lo consenta, è l’allestimento di una grande vasca a mangrovieto, illuminata da potenti lampade HQI e HQL, la cui luce sia smorzata dalle fronde delle mangrovie stesse. Se non si opta per quest’ultima soluzione, i normali tubi fluorescenti T8 sono più che idonei ad illuminare questo tipo di acquario.

Dichotomyctere nigroviridis (ex Tetraodon nigroviridis) intento a nutrirsi di un gremignolo (larva di Zapotes morio) - Foto © Diego Pecori (Neptunalia)

Nel disporre l’arredamento dell’acquario Andrea Degl'Innocenti avvisa che bisognerà tenere in considerazione che i pesci palla tendono a nuotare ad ogni livello della colonna d’acqua. Per quanto riguarda la dieta sono sconsigliabili i cibi secchi in generale, perché spesso snobbati dopo pochi morsi e perché poco idonei alla conformazione della bocca di questi pesci; si può tentare una saltuaria somministrazione di mangimi liofilizzati, soprattutto krill, e surgelati, magari arricchiti con preparati polivitaminici. Ad ogni modo la componente principale dell’alimentazione sarà costituita da cibo vivo o comunque fresco: pezzetti di pesce, strisce di cuore di bue, insetti (ottimi i grilli), mitili sgusciati, gamberetti, ma soprattutto chiocciole; in particolare Planorbis spp., Limnea spp., Melanoides spp., si prestano bene ad essere allevate in gran quantità per la nutrizione dei pesci palla, e devono essere somministrate con ancora la conchiglia perché possano essere triturate dai potenti denti del pesce. Molto spesso si consiglia di fornirle ai propri esemplari in un numero di volte non inferiore alle 2 per settimana, onde prevenire la crescita eccessiva del “becco”.

Altri mangimi vivi, facilmente reperibili nei negozi di caccia e pesca, sono lombrichi, camole e gremignoli: i lombrichi siano somministrati con parsimonia, perché eccessivamente grassi da un punto di vista nutrizionale, e si facciano spurgare bene prima di immetterli nell’acquario; le camole e i gremignoli tendono a sporcare molto l’acqua ma in compenso, potendo essere somministrati anche allo stadio di pupe, svolgo la medesima azione di usura sui denti dei gusci delle chiocciole.

C’è chi consiglia di integrare la dieta con dei vegetali; tale posizione appare però opinabile all'autore dell'articolo, visto che la maggior parte degli individui si limita a qualche sbocconcellata su piante o alghe eventualmente presenti in vasca, motivata dalla già citata curiosità della specie, più che da un reale appetito.

Per quanto riguarda la taglia delle prede offerte, si nota presto che sovente le più piccole vengono ignorate in favore di altre che magari a prima vista sembravano all’acquariofilo eccessivamente grandi: ne consegue che la frequenza dei pasti, rispetto alle 2 – 3 somministrazioni giornaliere necessarie al benessere della maggior parte degli altri pesci tropicali, sarà abbastanza ridotta; da una singola somministrazione al giorno per gli esemplari giovani si giunge a non più di 5 pasti alla settimana per i soggetti completamente sviluppati.

E’ normale, dopo un lauto pasto, osservare nei propri pesci un pronunciato gonfiore nella zona ventrale; spesso, un Dichotomyctere nigroviridis in piena digestione si adagia sul fondo.

Va da sé che un tale regime alimentare obbliga l’appassionato a frequenti e robusti cambi d’acqua.

I parametri ottimali per l'allevamento di questo pesce sono i seguenti: V della vasca = 80 l per individuo, perché questi pesci si muovono quasi senza sosta; il movimento dell'acqua può essere anche intenso, ma senza getti di ritorno in vasca eccessivamente potenti, poiché T. nigroviridis non può certo essere considerato un veloce nuotatore; T = 25 - 26° C; pH ~ 7; NO2- = 0 mg/l; NO3- < 15 mg/l; densità = 1012 - 1018 Kg/m3; tali valori rendono sconsigliabile questo pesce ai neofiti dell'acquariofilia.

Ovviamente, è auspicabile che in vasca non siano presenti altri animali oltre ai pesci palla: troppo spesso si introducono questi pesci in acquari di comunità come divoratori di lumachine infestanti, lavoro che peraltro svolgono egregiamente; tuttavia le doti di predatori, unite alla spiccata territorialità, li rendono decisamente pericolosi per molte specie, le cui pinne sarebbero mordicchiate incessantemente. Del resto, le particolari condizioni ambientali richieste da Dichotomyctere nigroviridis riducono notevolmente lo spettro dei possibili coinquilini.

Riproduzione

In questa specie il dimorfismo sessuale è davvero poco accentuato: soltanto in periodo riproduttivo, la femmina sarebbe riconoscibile dal ventre più gonfio e dalle maggiori dimensioni rispetto al maschio. Riprodurre in cattività Dichotomyctere nigroviridis è un’impresa tutt’altro che facile, riuscita molto raramente in grandi acquari salmastri. Pare che l’evento possa essere favorito da un innalzamento della temperatura accompagnato da una lieve acidificazione dell’acqua.

La femmina depone un massimo di circa 300 uova su substrato liscio; la prole, per i primi giorni di vita, resta immobile sul fondo. Successivamente, riassorbito il sacco vitellino, gli avannotti iniziano a muoversi, ed allora si possono nutrire con naupli d’artemia: l’accrescimento dei giovani nati sembra però essere piuttosto difficoltoso.
Si segnalano cure parentali da parte del padre.

Patologie

Un Dichotomyctere nigroviridis debilitato presenta colorazione molto scura, pinne chiuse, ventre concavo, respirazione accelerata, peduncolo caudale appiattito contro un fianco. In particolare questo animale si mostra suscettibile ad elevate concentrazioni di composti azotati, ed a molti medicinali per pesci, come il blu di metilene.

Inoltre, essendo la totalità dei soggetti provenienti da prelievi in natura, si assiste ad una grave incidenza di ictio o altre parassitosi, imputabili più agli errori di stabulazione che alla vulnerabilità di questo pesce palla: se ben tenuto, infatti, esso può raggiungere e superare la ragguardevole età di dieci anni.

Articolo originale © Andrea Degl'Innocenti (Associazione naturalistica e divulgativa Neptunalia)

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Per approfondire:

Esperienza d'allevamento di una coppia di Tetraodon biocellatus (ora Dichotomyctere ocellatus), da parte di un acquariofilo davvero appassionato, che li ha battezzati 'Titti e Maori' e che ha un'ottima capacità d'osservazione - articolo di Andrea Bottero

"Pallino" è un piccolo Tetraodon, forse un nigrovirdis o forse un fluviatilis, piccolo ma destinato a diventare molto grande - articolo di Andrea Bottero

Esperienze personali di allevamento dei Dichotomyctere nigroviridis, con informazioni molto utili per il loro mantenimento - tratto e tradotto da un articolo di Jeni C. Tyrell

Spesso i pesci palla vengono 'umanizzati' e si pensa che da soli soffrano di solitudine. Nulla di più errato: i pesci palla solitari vivono meglio e molto più a lungo di quelli tenuti in compagnia - tratto e tradotto da un articolo di Damien Wagaman

Le basi di tutto quello che è meglio sapere prima di accingersi ad allevare i pesci palla, sia d'acqua dolce che d'acqua salmastra - tratto e tradotto da un articolo di Robert T. Ricketts

Piccolo manuale che aiuta gli allevatori di pesci palla (e di altri pesci lumachivori) a realizzare un'efficente coltura di lumache da fornire come alimentazione ai pesci, cosa indispensabile per mantenerli in buona salute - traduzione in italiano di un articolo di Robert T. Ricketts

L'Allevamento dei Dichotomyctere ocellatus (ex Tetraodon biocellatus): consigli e suggerimenti per allevarli nella maniera più adatta, in acqua salmastra

Piccolo compendio di quello che c'è da sapere prima di comprare dei pesci palla, per poterli allevare al meglio, o per non comprarli affatto :-)

I pesci palla sono uno dei gruppi di pesci più affascinanti ma più incompresi in acquariofilia, in questo articolo si vuole smentire alcune comuni idee sbagliate su di loro - tratto e tradotto da un articolo di Pufferfish Enthusiasts Worldwide

Divagazione sugli incidenti di gestione che possono capitare agli acquariofili, nella quale si inserisce l'acquisto di un pesce palla, un Tetraodon biocellatus (ora Dichotomyctere ocellatus) - tratto e tradotto da un articolo di Peter McKane

Le informazioni più importanti e i consigli derivati dalla decennale esperienza dell'autore nell'allevamento dei Tetraodon biocellatus (ora Dichotomyctere ocellatus) - tratto e tradotto da un articolo di Robert T. Ricketts

Esperienza personale e consigli generali per l'allevamento dei pesci palla 'con la figura di un otto', i Tetraodon biocellatus (ora Dichotomyctere ocellatus), in acquario d'acqua salmastra - tratto e tradotto da un articolo di Jeni C. Tyrell

Consigli e suggerimenti per l'alimentazione dei pesci palla in acquario

Le carni, le viscere e in alcune specie la pelle dei pesci palla contengono un potente veleno, mortale per l'uomo, ma solo se viene ingerito.

La caratteristica principale dei pesci palla, quella a cui devono il loro nome comune, è quella di "gonfiarsi" come dei palloncini in svariate occasioni

Tutti i pesci palla sono provvisti di un'ottima dentatura, che in natura usano per nutrirsi delle loro prede, ma in acquario può essere usata contro i loro compagni di vasca...

Consigli e suggerimenti generali per allevare i pesci palla della famiglia dei Tetraodontidae nella maniera più adatta, rispettando le loro esigenze

Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere su allevamento e riproduzione dei pesci palla della famiglia dei Tetraodontidae, grazie ai messaggi più interessanti di it.hobby.acquari

Riferimenti & Link

Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari

Bibliografia

http://www.genoscope.cns.fr/spip/

Tetraodon nigroviridis, a fish with a compact genome, Consortium nationale de recherche en genomique (CNRG)

Velenosi, coriacei, ma teneri e curiosi

M. Lodola e M. L. Tani.

The Puffers of fresh and brackish waters

The Puffers of fresh and brackish waters

Edizione Inglese - di Klaus Ebert, l'Aqualog The Puffers of fresh and brackish waters con tutte le informazioni per l'allevamento dei pesci palla sia d'acqua dolce che d'acqua salmastra, con naturalmente tantissime schede e foto per l'identificazione certa degli esemplari.

Freshwater Puffer Fish

Freshwater Puffer Fish: The Complete Care And Breeding Guide

Edizione Inglese - di Victoria Vet - Lo scopo di questi libri è aiutare i proprietari di acquari a tutti i livelli a mantenere più sani i pesci e gli abitanti dell'acquario. Che stiate facendo ricerche per allestire il primo acquario o cercando suggerimenti per la cura e la riproduzione di specie avanzate, l'obiettivo dell'autrice è produrre contenuti utili per tutti.

Aqualog Special - Brackish-Water Fishes

AQUALOG Special, Brackish-Water Fishes: All About Species, Care and Breeding

Edizione inglese di Frank Schäfer, l'Aqualog Special - Brackish-Water Fishes è tutto dedicato alle specie d'acqua salmastra, con foto, allevamento e riproduzione

Brackish-Water Fishes

Brackish-Water Fishes: An Aquarist's Guide to Identification, Care & Husbandry: An Aquarist's Guide to Identification, Care and Husbandry

Edizione Inglese di Neale Monks - Da New York City all'entroterra australiano, l'acqua dolce incontra il mare e crea uno degli ambienti più dinamici della terra: l'acqua salmastra. Anche se la popolarità dei pesci che vivono in queste acque è cresciuta, si sa molto poco di loro. Finora. Questo libro è una guida preziosa in un mondo spesso esotico e in gran parte poco esplorato di pesci unici.

Brackish water fish

Brackish water fish - Brackish Beauty: A Complete Guide to Successful Fish Breeding in Brackish Water

Edizione Inglese di Brian Takeshi - In questa guida completa, si svelano i segreti dei pesci d'acqua salmastra, facendo luce sui loro straordinari adattamenti, sul significato ecologico e sugli ostacoli che incontrano nei loro regni sottomarini. Inoltre, si approfondisce l'incantevole fascino di mantenere i pesci d'acqua salmastra negli acquari domestici.

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Taxa principali

Red-banded puffer

Specie d'acqua salmastra che viene importata molto raramente, ma da quanto si sa in genere gli esemplari sono molto aggressivi, intolleranti e mangiatori di squame e pinne di altri pesci.

Dimensioni max: 8.5 cm TL
Aspettativa di vita: 10-15 anni
Green puffer, Ceylon puffer

Meglio conosciuti con il loro vecchio nome di Tetraodon fluviatilis, nonostante vengano spesso venduti come pesci palla d'acqua dolce, sono in realtà una vera specie salmastra, che diventa grande ed è molto aggressiva e mordace

Dimensioni max: 17 cm TL
Aspettativa di vita: 15 - 20 anni
Temperatura: 24 - 28°C

Specie quasi del tutto sconosciuta in ambito acquariofilo, e introvabile in commercio

Dimensioni max: 4.5 cm SL
Aspettativa di vita: 10 - 20 anni
Green puffer, Pesce palla

Meglio conosciuto con il vecchio nome di Tetraodon nigroviridis, è uno dei pesci palla d'acqua salmastra più diffusi in commercio, grazie alla bella colorazione e all'aspetto simpatico, ma non è certamente un pesce per i comuni acquari di comunità

Dimensioni max: 17.0 cm TL
Aspettativa di vita: 15 - 20 anni
Temperatura: 24 - 28°C
Figure eight puffer

Meglio conosciuto con il vecchio nome di Tetraodon biocellatus, è uno dei pesci palla che si trovano più comunemente in commercio, ma non è decisamente adatto a tutti, per le sue esigenze alimentari e la necessità di acqua salmastra e di altissima qualità

Dimensioni max: 8.0 cm TL
Aspettativa di vita: 15-20 anni
Temperatura: 22 - 26°C

Specie d'acqua salmastra, difficile da trovare in commercio

Dimensioni max: 10.8 cm SL
Aspettativa di vita: 15-20 anni