E' un botia aggressivo, che andrebbe tenuto in gruppo numeroso perché si formi una naturale gerarchia, in un grande acquario monospecifico o in compagnia di botia dal carattere parimenti aggressivo...
Yasuhikotakia eos - Foto © Emma Turner (Loaches.com)
11 cm TL
La specie Yasuhikotakia eos è un botia aggressivo, che andrebbe tenuto in gruppo numeroso (almeno 5 esemplari) perchè si formi una naturale gerarchia, in un grande acquario monospecifico o in compagnia di botia dal carattere parimenti aggressivo, come Yasuhikotakia lecontei, Yasuhikotakia morleti o i Syncrossus detti Botia tigre.
Durante il momento del pasto o quando interagiscono tra di loro emettono gli "schiocchi" caratteristici dei botia molto forti; hanno abitudini preferenzialmente notturne.
False dicerie su una sua presunta forte aggressività intraspecifica ha portato alla credenza che sia meglio allevarne un solo esemplare per vasca, ma questo è assolutamente da evitare: gli Yasuhikotakia eos sono pesci sociali che devono poter interagire con i propri simili, e tenerne un singolo esemplare è semplicemente crudele, perché non possono assumere comportamenti naturali.
Yasuhikotakia eos non è così comunemente in commercio come una volta, ma è ancora disponibile di tanto in tanto. E' difficile da confondere con qualsiasi altro membro del genere, grazie al disegno della sua livrea, che consiste in un colore di base del corpo che va dal giallo al marrone rossastro (può apparire grigiastro in alcuni esemplari, soprattutto dopo l'importazione o quando viene introdotto in un nuovo acquario) con dei riflessi dorati metallici dal verdastro al bluastro e una grande macchia scura su entrambi i lati del peduncolo caudale. Le pinne possono andare dal giallastro al rossastro, e la dorsale e caudale hanno una sottile striscia marginale scura oltre la quale la pinna è biancastra.
Quando ha descritto la specie, Taki ha fornito la seguente combinazione di caratteri come diagnostica: pinna dorsale con base relativamente lunga (22-26% della SL, 66-83% della lunghezza della testa); pinna dorsale di colore arancione scuro con un margine distale trasparente incolore nettamente definito; pinna dorsale con 10-11 raggi ramificati; lobo mentale con un paio di papille coniche e carnose; spina preorbitale "moderatamente curva" e che raggiunge il bordo medio-posteriore della pupilla con un lungo processo dorso-caudale; ampia porzione anteriore della premascella con bordo interno diritto. Delle specie che sembrano più simili, Yasuhikotakia lecontei ha solo 8-9 raggi dorsali ramificati e Yasuhikotakia modesta 7-9.
Morfologia: Ha 10-11 raggi ramificati nella pinna dorsale, una larga macchia nerastra sul peduncolo caudale; le pinne caudale, dorsale, anale e pelviche presentano margini con distali bianchi e un margine con subdistale nero; alcuni esemplari quasi neri in vita. Con papille ben sviluppate in ogni lato del labbro inferiore; grande lobo mentale e grandi spine etmoidi (a forma di crivello) perpendicolari al muso quando vengono osservate dall'alto.
Si trova occasionalmente sul mercato durante la stagione secca. E' una specie estremamente aggressiva vista spesso nel commercio acquariofilo.
Il genere Yasuhikotakia è stato eretto da Nalbant (2002) per includere alcuni ex membri del genere Botia che in precedenza erano stati chiamati il "gruppo" di Botia modesta in seguito a Taki (1972). I membri sono definiti dalla seguente combinazione di caratteri, come indicato da Kottelat (2004): lobo mentale non sviluppato in un barbiglio, con una coppia di papille carnose sul bordo anteriore; fontanella fronto-parietale grande e larga; camera anteriore della vescica natatoria parzialmente coperta da capsula ossea; camera posteriore grande; parte superiore della stretta sopra-etmoide; forame ottico piccolo; processo anteriore della premascella intero, non circostante una cavità; processo rostrale lungo, con una cresta più o meno distinta lungo il bordo interno; spina suborbitale fortemente ricurva all'indietro e bifida; testa nuda.
Yasuhikotakia eos - Foto © Emma Turner (Loaches.com)
Esemplare subadulto di Yasuhikotakia eos (ex Botia eos) - Foto © Nonn Panitvong (Seriouslyfish.com)
Asia: bacino dei fiumi Mekong, Chao Phraya e Maeklong
La specie Yasuhikotakia eos è stata descritta come proveniente dal bacino del fiume Nam Ngum nella provincia di Vientiane, Laos, uno dei maggiori affluenti del fiume Mekong.
Da allora è stata registrata in varie località all'interno del sistema medio e inferiore del Mekong in Laos, Cambogia e Thailandia, oltre ad altri drenaggi come il Dong Nai nel Vietnam meridionale.
Ambiente: demerso; acqua dolce; Clima tropicale
Yasuhikotakia eos abita le zone rocciose e ciottolose delle distese a rapida corrente dei fiumi grandi e medi.
Secondo Rainboth (1996) questa specie abita corsi d'acqua con corrente veloce nei fiumi di dimensioni medio-grandi con substrato costituito da ciottoli e massi; Taki (1972) indica invece che il substrato è per lo più composto da sabbia o fango; questa discordanza è probabilmente dovuta al fatto che i pesci sono trovati in diversi habitat a seconda del periodo dell'anno.
Nel fiume Dong Nai è stato raccolto in un punto d'acqua poco profondo insieme a varie altre specie, come Notopterus notopterus, Barbonymus gonionotus, Barbonymus schwanenfeldii, Barilius koratensis, Danio albolineatus, Laubuca laubuca, Crossocheilus reticulatus, Esomus metallicus, Garra cambodgiensis, Hampala macrolepidota, Puntius rhombeus, Puntius brevis, Rasbora aurotaenia, Rasbora paviana, Gyrinocheilus aymonieri, Nemacheilus platiceps, Nemacheilus pallidus, Yasuhikotakia morleti, Lepidocephalichthys hasselti, Mystus mysticetus, Mystus singaringan, Pseudomystus siamensis, Parambassis siamensis, Trichopodus trichopterus.
Dimensioni minime dell'acquario: 120x40x40h cm per un gruppo di almeno 5-6 esemplari.
Tutti i botia hanno bisogno di un allestimento ben strutturato, anche se la scelta effettiva degli arredi può variare in base al gusto personale. Una disposizione dal look naturale potrebbe includere un substrato di sabbia fine, non tagliente, per non danneggiarne i delicati barbigli; con un sacco di rocce lisce, sassi e ciottoli, più radici, legni e rami a formare più nascondigli e ripari che si può.
L'illuminazione può essere relativamente bassa, per cui si possono aggiungere solo piante che stanno bene in tali condizioni come Microsorum pteropus (felce di Giava), Taxiphyllum barbieri (muschio di Giava) o Anubias. Queste piante hanno l'ulteriore vantaggio di poter essere attaccate agli arredi in modo da fornire utile ombra.
Bisogna assicurarsi di fornire un sacco di rifugi e ripari, in quanto gli Yasuhikotakia come tutti i botia sono curiosi e sembrano godere nell'esplorare ogni anfratto dell'ambiente circostante. Rocce, legno, vasi di fiori rovesciati, pezzi di tubo in pvc o terracotta, gusci di noci di cocco, e altri arredi possono essere utilizzati in qualsiasi combinazione per ottenere l'effetto desiderato.
Ricordate che a loro piace stiparsi in piccoli spazi e fessure, per cui è meglio evitare oggetti con bordi ruvidi o taglienti; eventuali buchi o fori troppo piccoli che rischierebbero di intrappolarli vanno riempiti con silicone per acquari.
E' necessario anche un coperchio ben aderente, in quanto a volte amano saltare.
Sebbene non richiedano particolari condizioni di turbolenza di un vero e proprio fiume-acquario, stanno meglio quando l'acqua è ben ossigenata, con una certa corrente.
Sono intolleranti all'accumulo di rifiuti organici e richiedono acqua pulitissima per vivere in salute. Per questi motivi non devono mai essere introdotti in acquari biologicamente immaturi e si adattano più facilmente ad acquari stabili e maturi. In termini di manutenzione, dovrebbero essere considerati di routine cambi d'acqua settimanali del 30-50% del volume della vasca.
Comportamento e compatibilità: Yasuhikotakia eos ha la reputazione di essere una specie molto aggressiva e territoriale, che comunque è veritiera fino ad un certo punto. Sebbene mostri una serie di comportamenti in gran parte simili alla maggior parte degli altri membri del genere, può essere ferocemente territoriale se lo spazio o il riparo disponibile è limitato e quindi è adatto solo per gli acquari di comunità più grandi e ben strutturati, contenenti altri pesci robusti.
Deve essere evitata la convivenza con pesci dai movimenti lenti e/o con pinne lunghe, come ad esempio Betta, Guppy o molti ciclidi, ma possono essere compagni di vasca più adatti dei ciprinidi pelagici e attivi, come molti Devario, Rasbora, Puntius e alcuni Danio spp.
In termini di altri botia, ha dimostrato di convivere con successo con altre specie di Yasuhikotakia, ma nella maggior parte dei casi solo in presenza di numerosi conspecifici, il che rende più probabile il contenimento dei comportamenti aggressivi all'interno del gruppo.
Stanno bene anche con alcuni cobitidi e nemacheidi, e con le specie di Epalzeorhynchos, Crossocheilus, Garra e molti altri pesci gatto. Come sempre, una ricerca approfondita prima di selezionare una comunità di pesci è il modo migliore per evitare problemi.
Gli Yasuhikotakia sono gregari, formano gerarchie sociali complesse e dovrebbero essere allevati in gruppi di almeno 5 o 6 esemplari, preferibilmente 10 o più. Se allevati singolarmente possono diventare eccessivamente timidi o al contrario aggressivi verso pesci di forma simile; se ne vengono acquistati solo un paio o un trio, l'individuo dominante può sottomettere l'altro/gli altri, fino anche a farli smettere di mangiare.
Detto questo, tendono a formare aggregazioni meno affiatate rispetto ad alcuni congeneri, ma dovrebbero comunque essere allevati in gruppi numerosi, poiché richiedono un contatto regolare con i conspecifici, un fatto esemplificato da una serie di rituali comportamentali che sono stati costantemente registrati negli acquari.
Yasuhikotakia eos - Video © IrinaEk
Alcuni comportamenti ricorrenti mostrati dai botia sono stati osservati tanto spesso da aver meritato un nome non scientifico per facilità di riferimento.
I botia sono soggetti ad una malattia chiamata comunemente "malattia del dimagrimento" (skinny disease) e caratterizzata da perdita di peso e aspetto "scheletrico". Ciò è particolarmente comune negli esemplari appena importati e si pensa sia causata da una specie di flagellati del genere Spironucleus. E' curabile, anche se il farmaco consigliato varia a seconda del paese: gli acquariofili nel Regno Unito tendono ad usare l'antibiotico Levamisolo mentre quelli negli Stati Uniti il Fenbendazolo (aka Panacur).
Yasuhikotakia eos che sta riposando sdraiato su un fianco, come fanno spesso i botia - Foto © Emma Turner (Loaches.com)
Anche se gli Yasuhikotakia sembrano essere prevalentemente carnivori, se disponibili si nutrono volentieri anche di vegetali, spesso anche delle foglie più tenere delle piante acquatiche. La loro dieta in natura consiste in molluschi acquatici, vermi, insetti e altri invertebrati.
In acquario non hanno pretese, ma deve essere offerta una dieta varia, con mangimi secchi di buona qualità e chironomus, tubifex, artemia, ecc. vivi o congelati, oltre a frutta fresca e verdure come cetriolo, melone, spinaci scottati, zucchine. I lombrichi tagliuzzati costituiscono una utile fonte di proteine, ma devono essere usati con parsimonia. Sono invece raccomandati i pastoni casalinghi a base di gelatina preparati con un mix di ingredienti naturali.
Come la maggior parte dei botia predano le lumache acquatiche, anche se non dovrebbero mai essere considerati la risposta ad una infestazione, dato che non sono molluschivori obbligati. Una volta acclimatati in acquario si alimentano con audacia e irruenza, e spesso salgono a mezz'acqua al momento dei pasti.
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Le femmine sessualmente mature sono normalmente più piene di corpo e diventano un po' più grandi dei maschi. Secondo Rainboth (1996) i maschi riproduttori assumono un colore blu navy sul corpo, con un margine rosso sulla pinna dorsale.
Nel bacino del Mekong la deposizione delle uova degli Yasuhikotakia eos avviene al momento dell'arrivo della stagione delle piogge, quando gli adulti migrano nei drenaggi tributari dove i giovani rimangono nelle prime fasi della loro vita, disperdendosi nei canali perenni in novembre e dicembre, quando la corrente negli affluenti comincia ad attenuarsi. I giovani hanno anche una serie di barre verticali scure sui fianchi che scompaiono quando raggiungono la maturità.
Non esistono segnalazioni di riproduzioni in acquari privati, e anche se alcune specie di Yasuhikotakia vengono riprodotte commercialmente per l'hobby acquariofilo attraverso l'uso di ormoni, Yasuhikotakia eos non è una di queste.
Abbastanza difficili da trovare, in genere arriva nei negozi mescolato a grandi gruppi di Yasuhikotakia morleti. Nonostante le dimensioni contenute ha un'indole spiccatamente aggressiva e territoriale...
E' un botia aggressivo, che andrebbe tenuto in gruppo numeroso perché si formi una naturale gerarchia, in un grande acquario monospecifico o in compagnia di botia dal carattere parimenti aggressivo...
Raggiunge ragguardevoli dimensioni per cui, insieme al fatto che deve essere allevato in gruppi di non meno di 5 esemplari, necessita di acquari molto grandi, anche se non è aggressivo come altri congeneri.
Una specie rara da trovare in commercio e poco conosciuta
Ha un carattere aggressivo e turbolento, che unito alle ragguardevoli dimensioni e al fatto che deve vivere in gruppo, lo rende adatto solo a vasche molto grandi
Nonostante le ridotte dimensioni ha un carattere irascibile e rissoso, per cui non è adatto ai comuni acquari di comunità.
Splendido botia molto aggressivo e territoriale, che si trova raramente in commercio
la scheda su Fishbase
l'esauriente scheda su SeriouslyFish.com
la scheda su Loaches Online
Una serie di esperienze personali nell'allevamento degli Yasuhikotakia eos, tratte e tradotte da Loaches Online
Un'analisi delle differenze e delle somigliante tra livree, comportamento, habitat delle specie del genere Yasuhikotakia raggruppate nel 'complesso modesta' - tratto e tradotto da un articolo di Mike Ophir
Articolo completo su questo splendido cobitide, con esperienza ed indicazioni per l'allevamento, descrizione del suo comportamento e dei luoghi d'origine - tratto e tradotto da un articolo di Bogdan Janiczak
Consideriamo per un secondo il vostro animale preferito non acquatico. Che si tratti di cane, gatto, canarino, criceto o furetto, tollerereste che fosse allevato in un contenitore stretto e sporco, che fosse denutrito o nutrito con una dieta inappropriata, che venisse messo in condizioni da non mostrare un comportamento naturale, che soffrisse di problemi di crescita e di conseguenza fosse destinato a stress, sofferenza e morte precoce?
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