Articolo completo su questo splendido botia, con esperienza ed indicazioni per l'allevamento, descrizione del suo comportamento e dei luoghi d'origine.

Tratto e tradotto dall'articolo:
"Sun Loach, Yasuhikotakia (previously Botia) eos"
di Bogdan Janiczak

Yasuhikotakia eos (ex Botia eos) - Foto © Bogdan Janiczak

Qualcuno ricorda chi era Eos? È una creatura proveniente dall'antica mitologia greca, il "tocco roseo", dea dell'alba, sorella di Selene e di Elios, madre dei Venti (Borea, Zefiro, Noto ed Euro) e delle Stelle; chiamata dai Romani Aurora. Il suo nome è stato dato, per Bogdan Janiczak non a caso, a questo botia di medie dimensioni che proviene dalle acque dolci dell'Asia sudorientale e che appartiene al Complesso Modesta.

Ad un primo sguardo Yasuhikotakia eos (ex Botia eos) esternamente non differisce molto dagli altri appartenenti al gruppo quali Yasuhikotakia lecontei, Yasuhikotakia caudipunctata e Yasuhikotakia modesta. Ma se osservate le sue pinne capirete immediatamente l'origine del suo nome scientifico :-)

Nei paesi anglofoni questo botia è solitamente indicato come Sun loach. È un gran peccato, tuttavia, che malgrado il fatto che questa specie sia stata descritta per la prima volta più di trent'anni fa dall'ittiologo Yasuhiko Taki ("Botia eos, a New Spiny Loach from Thailand and Laos, with Notes on Some Related Forms In Asia”, Japanese Journal of Ichthyology, Vol.19, No.2, Sept.20, 1972), arrivi piuttosto raramente negli acquari degli appassionati di cobitidi di tutto il mondo.

Ci sono molti miti e leggende che girano intorno a questo bel pesce, riguardo al suo comportamento territoriale ed alla sua estrema aggressività. In questo articolo Bogdan Janiczak proverà a descrivere il suo personale incontro con gli appartenenti a questa specie e le argomentazioni riguardanti la loro compatibilità con gli acquari di comunità.

Yasuhikotakia eos (ex Botia eos) - Foto © Bogdan Janiczak

Il suo primo e, per un tempo abbastanza lungo, singolo esemplare di Yasuhikotakia eos, l'aveva trovato piuttosto per caso, mescolato ad una coppia di Yasuhikotakia lecontei (Silver loach), allo stesso modo delle poche altre specie rare di botia che è stato così fortunato da raccogliere nel corso degli anni in cui si è dedicato all'acquariofilia.

A gennaio del 2000, quattro anni prima di scrivere questo articolo, in un gelido giorno d'inverno, nel negozio di animali locale, la sua attenzione, mentre controllava i nuovi arrivi (alcune settimane prima nello stesso posto aveva comprato i suoi Yasuhikotakia caudipunctata del fiume Mun sotto l'etichetta di Botia lecontei), è stata attratta da una situazione insolita in una delle vasche in esposizione. Uno dei supposti Yasuhikotakia lecontei aveva oltrepassato la parte centrale della vasca ed i quattro pesci rimanenti si erano sparsi in tutti gli angoli della vasca. Tale comportamento andava in qualche modo contro alle sue, anche se allora non troppo vaste, conoscenze sugli Yasuhikotakia lecontei, così ha cominciato ad osservare pazientemente questo misterioso e un po' litigioso esemplare.

Purtroppo, come solitamente accade con i pesci appena introdotti nelle vasche dei negozi, difficilmente forniti di ripari adatti o addirittura di piante, essendo necessario soltanto mantenere i pesci in vita con la minima spesa fino a che apparirà all'orizzonte un compratore, era abbastanza difficile determinare senza ombra di dubbio l'identità di questo piccolo "combattente". Non c'erano ormai più i segni delle caratteristiche, per i giovani Yasuhikotakia eos, bande nerastre, strette, orientate verticalmente sui fianchi dei pesci (viste anche nel caso di esemplari giovanili di altre specie strettamente collegate di botia) e quello che poteva indicare per certo era che non era un Yasuhikotakia lecontei. In questo caso l'intuizione ha svolto un ruolo decisivo nella scoperta di una nuova, affascinante e favolosa perla.

Yasuhikotakia eos (ex Botia eos) - Foto © Bogdan Janiczak

Il nuovo pesce è stato sistemato da Bogdan Janiczak nel suo acquario già popolato da un certo numero di cobitidi vari, provenienti in parte dalla penisola malese (Yasuhikotakia caudipunctata e Yasuhikotakia lecontei) e in parte dalle acque indiane (Botia dario, Botia striata e Botia rostrata) più un piccolo gruppo di barbi (Puntius nigrofasciatus) che occupavano la parte superiore e centrale della vasca.

L'inizio non era stato troppo ottimistico, si erano aperte violente dispute con l'allora dominante nell'acquario, uno degli Yasuhikotakia caudipunctata, per il territorio, nei gusci di noce di cocco posizionati centralmente nell'acquario. Quest'ultimo, malgrado le dimensioni maggiori aveva dovuto infine abbandonare il campo di battaglia (comunque dopo una forte resistenza) al nuovo abitante. I restanti membri della comunità dell'acquario sembrarono soltanto prenderne atto. Un nuovo ordine era stato stabilito e non c'è stato in seguito nessun altro conflitto. Probabilmente ciò era dovuto al temperamento mite degli altri membri della comunità dell'acquario, forse dovuto anche al numero sufficiente di vari rifugi e nascondigli per i pesci che cercano ripari.

Ci sono state però descrizioni di comportamenti estremamente aggressivi dei Yasuhikotakia eos che, abbastanza frequentemente, con disperazione dei loro proprietari, avevano provocato lo spostamento dei pesci in una vasca separata. L'esemplare di Yasuhikotakia eos di Janiczak invece è apparso molto più tollerante nei riguardi del condividere l'acquario con gli altri membri della comunità.

Yasuhikotakia eos (ex Botia eos) - Foto © Bogdan Janiczak

Gli Yasuhikotakia eos, che si incontrano in natura nei grandi bacini dei fiume dell'Asia Sudorientale (Mekong, Menam Chao Phya), esibiscono notevoli differenze nella colorazione del corpo all'interno della specie. Alcuni degli esemplari hanno una pigmentazione scuro-brunastra uniforme, sfumata in parte con nero.
D'altra parte i punti e le macchie scure possono essere visti come conseguenze di ferite meccaniche, acquisite per esempio durante le lotte tra pesci, così, forse, una colorazione scura, può derivare dallo stress o dall'eccitamento dei pesci e di conseguenza non è necessariamente un carattere normale per questa specie.

Gli esemplari adulti e rilassati hanno le pinne pettorali, pelviche ed anali colorate in modo molto bello con un colore rossastro, con margini distali neri. La parte centrale della pinna caudale ha inoltre la loro particolare, un po’ scura, pigmentazione rossastra, mentre la sua parte esterna, dallo sfondo giallastro-bruno, è ricoperta da piccoli puntini scuri, da marroni a neri. I membri di questa specie possono essere riconosciuti facilmente dalla molto caratteristica pinna dorsale relativamente grande, che contiene 10-11 raggi ramificati. La base della pinna caudale è segnata dalla grande banda/macchia verticale nerastra. Un sottile margine distale bianco è visibile sul bordo della pinna dorsale.

C’è inoltre un segno speciale che si può vedere sul corpo dei pesci, dimenticato frequentemente per motivi sconosciuti nelle descrizioni morfologiche, che, almeno a parere personale di Bogdan Janiczak, può essere utile per esempio nella fase dell'identificazione dei pesci, cioè un piccolo puntino nerastro disposto appena sopra la linea laterale molto vicina all'estremità dell’opercolo (era una delle primissime differenze da lui notate fra i membri di questa specie e gli Yasuhikotakia lecontei

Gli esemplari adulti di Yasuhikotakia eos raggiungono la lunghezza totale di circa 10cm. (4 pollici), ciò significa che sono botia di dimensioni abbastanza medie. La "mancanza di lunghezza" è compensata certamente dal temperamento superiore alla media.

Yasuhikotakia eos (ex Botia eos) - Foto © Bogdan Janiczak

Yasuhikotakia eos è considerato da molti acquariofili (se non dalla maggioranza) come uno dei membri più irascibili ed aggressivi della famiglia Botidae. Bogdan Janiczak, non vuole negare l'obiettività delle drammatiche descrizioni dell’attività di questi pesci in acquari domestici, perché anche lui stesso ha visto i risultati dell’attività di una sola notte di due giovani Yasuhikotakia eos collocati in un acquario relativamente grande (370l), in esposizione in un negozio d’animali, sui loro compagni di vasca molto più grandi ed imponenti (Chromobotia macracanthus). Il proprietario non ha potuto resistere ad una tal situazione ed ha venduto rapidamente i molesti abitanti.

Nel frattempo Janiczak aveva inserito un gruppo di nove nuovi Yasuhikotakia eos della stessa spedizione in un acquario socialmente stabile con una varietà di botia (Botia dario, Botia striata, Botia rostrata, Botia histrionica, Botia almorhae, Yasuhikotakia lecontei, Syncrossus hymenophysa e Chromobotia macracanthus) e un discreto banco di barbus di diverse taglie. Si sono adattati rapidamente senza nessun conflitto serio in un acquario di comunità da 240l forse un po’ sovrappopolato. Più tardi è stato aggiunto un esemplare relativamente grande di Syncrossus beauforti.

Una volta, condividendo con altri acquariofili l'esperienza e le impressioni personali riguardo all’allevamento dei Botiidae (compatibilità tra le specie), aveva sollevato la tesi che il successo finale dipendeva in gran parte dalla sicurezza psicologica dei pesci, qualunque cosa questo possa significare. Il punto principale nell'argomentazione era che, al contrario delle opinioni più largamente diffuse, questa cosiddetta sicurezza psicologica non è in funzione semplicemente del volume dell'acquario o dell'area del fondo.

Naturalmente, questo non dovrebbe essere letto troppo letteralmente, perché il volume dell'acqua e, particolarmente, la superficie dell'area del fondo, devono essere correlati con la taglia dei nostri botia. Essendo creature territoriali per indole innata, tendono a comportarsi come i soldati di sentinella, sempre pronti a scendere in combattimento (purtroppo non sempre difensivo) verso un nemico più o meno reale, che appare nel loro campo visivo.

La soluzione pratica di questo doloroso problema per gli appassionati dei botia è sorprendentemente facile ed evidente:

è necessario modellare adeguatamente l'architettura del fondo dell'acquario in modo da permettere alla vittima potenziale, nel caso di un aumento dell'aggressività degli altri botia, una rapida scomparsa dal campo visivo dell'attaccante.

A questo scopo si possono utilizzare pezzi di gusci di noci di cocco, canne di bambù, e tante piante, e finora, avendo allevato in passato (naturalmente in un paio di acquari) quasi trecento botia, Bogdan Janiczak non ha avuto nessun problema serio di compatibilità, avendo, al contrario, molte ottimistiche conclusioni derivate dal mettere insieme esemplari che vengono ampiamente acclamati come aggressivi.
Ha anche dei seguaci che mantengono con successo acquari di comunità con gli Yasuhikotakia eos.

Yasuhikotakia eos, bellissimo e incontrato relativamente di rado tra gli appartenenti al genere Yasuhikotakia in commercio, certamente merita adeguate ed obiettive descrizioni relative ai suoi meriti.
Le dicerie possono fare molti danni ed ingiustizie a questa specie, dicerie che hanno pochissimo in comune con la realtà, derivanti abbastanza frequentemente semplicemente dalla mancanza di conoscenza e dall'ignoranza umana, così come perdurano nel tempo i pregiudizi mentali e le scorciatoie logiche.

Testo originale in inglese © Bogdan Janiczak

Per approfondire:

Foto ed esperienze d'allevamento di Yasuhikotakia caudipunctata 'Mun River' - tratto e tradotto da un articolo di Bogdan Janiczak

Una serie di esperienze personali nell'allevamento degli Yasuhikotakia eos, tratte e tradotte da Loaches Online

Una serie di esperienze personali nell'allevamento degli Yasuhikotakia morleti, tratte e tradotte da Loaches Online

Articolo molto utile per l'identificazione dei Yasuhikotakia caudipunctata e per quella delle sue varianti regionali - tratto e tradotto da un articolo di Bogdan Janiczak

Piccolo compendio di quello che c'è da sapere prima di comprare i botia, per poterli allevare al meglio, o per non comprarli affatto :-)

Spiegazione particolareggiata del perché questi due tipi molto differenti di pesci non sono adatti ad essere alloggiati insieme - tratto e tradotto da un articolo di Emma Turner

Descrizione dettagliata dell'ambiente da ricreare in una vasca dedicata ai Botia e ai Cobitidi, il più possibile simile al loro habitat naturale - traduzione in italiano di un articolo tratto da Loaches Online

Articolo che affronta in maniera analitica, completa ed esaustiva il modo migliore di alimentare i Botia e i Cobitidi in acquario - traduzione in italiano di un articolo tratto da Loaches Online

Un'Introduzione all'allevamento dei Botia: guida di base per allevare con successo i Botiidae, una delle gioie più grandi nell'acquariofilia dolce tropicale - tratto e tradotto da un articolo di Emma Turner

Riferimenti & Link
oaches Natural History and Aquarium Care

Loaches Natural History and Aquarium Care

Edizione Inglese di Mark MacDonald - Un libro purtroppo solo in inglese, co-scritto dal team di Loaches Online, il che vale già come una garanzia di informazioni veritiere, derivate dall'effettiva conoscenza ed esperienza con i cobitidi.

Hobbyist Guide To Catfish And Loaches

Hobbyist Guide To Catfish And Loaches

Edizione Inglese di Paul V. Loiselle - Guida in inglese sull'allevamento di molte specie di botia, cobitidi e pesci gatto, con molti articoli che affrontano i temi comuni da tener presenti con queste specie.

Sharks and Loaches

Sharks and Loaches

Edizione Inglese di Braz Walker

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Taxa principali

Speckletail loach, Botia coda puntinata

Abbastanza difficili da trovare, in genere arriva nei negozi mescolato a grandi gruppi di Yasuhikotakia morleti. Nonostante le dimensioni contenute ha un'indole spiccatamente aggressiva e territoriale...

Dimensioni max: 9.0 cm SL
Aspettativa di vita: 15 - 25 anni
Temperatura: 26 - 30°C
Sun Loach, Botia sole

E' un botia aggressivo, che andrebbe tenuto in gruppo numeroso perché si formi una naturale gerarchia, in un grande acquario monospecifico o in compagnia di botia dal carattere parimenti aggressivo...

Dimensioni max: 11 cm TL
Aspettativa di vita: 15 - 25 anni
Temperatura: 24 - 28°C
Silver loach

Raggiunge ragguardevoli dimensioni per cui, insieme al fatto che deve essere allevato in gruppi di non meno di 5 esemplari, necessita di acquari molto grandi, anche se non è aggressivo come altri congeneri.

Dimensioni max: 15.0 cm SL
Aspettativa di vita: 15 - 25 anni
Temperatura: 26 - 30°C

Una specie rara da trovare in commercio e poco conosciuta

Dimensioni max: 8.0 cm SL
Redtail loach, Botia codarossa

Ha un carattere aggressivo e turbolento, che unito alle ragguardevoli dimensioni e al fatto che deve vivere in gruppo, lo rende adatto solo a vasche molto grandi

Dimensioni max: 25 cm SL
Aspettativa di vita: 15 - 25 anni
Temperatura: 26 - 30°C
Skunk loach, Botia puzzola

Nonostante le ridotte dimensioni ha un carattere irascibile e rissoso, per cui non è adatto ai comuni acquari di comunità.

Dimensioni max: 10 cm TL
Aspettativa di vita: 15 - 25 anni
Temperatura: 26 - 30°C
Jaguar loach, Botia giaguaro

Splendido botia molto aggressivo e territoriale, che si trova raramente in commercio

Dimensioni max: 10 cm SL
Aspettativa di vita: 15 - 25 anni