Meglio conosciuta con il vecchio nome di Echinodorus uruguayensis o Echinodorus osiris, è una grande e scenografica pianta solitaria, adatta agli acquari più grandi
Aquarius uruguayensis (ex Echinodorus uruguayensis) - Foto tratta da Aquapage.cz
Dal 2018 Christenh. & Byng hanno istituito il nuovo genere Aquarius, nella famiglia Alismataceae, che comprende molte delle piante, acquatiche e non, che appartenevano al genere Echinodorus
La pianta acquatica Aquarius uruguayensis, meglio conosciuta con il vecchio nome di Echinodorus uruguayensis o Echinodorus osiris, è una specie vegetale della famiglia Alismataceae. È originaria del Sud America (Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay, Cile). E' una pianta che si adatta a svariate condizioni, modificando l'aspetto e la colorazione delle foglie in base alle condizioni del fondo e ambientali; per questo i vari adattamenti erano confusi con specie diverse. Può diventare molto grande se trova le condizioni adatte: può raggiungere l'altezza di un metro per altrettanto diametro.
Echinodorus uruguayensis è una specie estremamente variabile e ricca di forme, che è stata coltivata negli acquari per molti anni con numerosi sinonimi e nomi commerciali, ad esempio Echinodorus africanus, Echinodorus horemanii, Echinodorus veronikae, Echinodorus viridis, Echinodorus osiris. La specie è comunemente disponibile in commercio. Le sue numerose forme differenziano principalmente per lunghezza e larghezza oltre che per il colore delle foglie, che possono essere verde medio, verde bottiglia, rosso scuro o nerastre. Le forme più grandi hanno foglie lunghe fino a un metro.
Le forme di Echinodorus uruguayensis svolgono un ruolo importante nella coltivazione di varietà ibride di Echinodorus. Tutte le forme hanno in comune foglie sommerse allungate, da lanceolate a nastriformi, debolmente trasparenti, flessibili, ma relativamente grossolane con una punta smussata. La lamina fogliare si restringe nel picciolo. Le infiorescenze sono non ramificate, da erette a prostrate, i fiori sono relativamente grandi. Il rizoma strisciante nel o sul substrato è lungo e sottile e spesso ramificato. Man mano che il rizoma cresce, la rosetta di foglie "migra" gradualmente attraverso il substrato.
Aquarius uruguayensis 'Osiris' (ex Echinodorus uruguayensis) in acquario
Coltivazione
Echinodorus uruguayensis è originaria del sud-est del Sud America e si trova principalmente in fiumi e torrenti con acqua acida, relativamente freschi e con corrente rapida. La specie cresce tipicamente sommersa in natura, formando spesso grandi popolamenti e ricoprendo il suolo con una rete di rizomi. A volte le foglie galleggianti a gambo lungo si sviluppano con una lama ellittica o obovata. Anche in acquario, a differenza ad esempio di Aquarius cordifolius (ex Echinodorus cordifolius), Echinodorus uruguayensis non cresce fuori dall'acqua.
Una intensità luminosa media e il terreno ricco di sostanze nutritive sono le condizioni di base per una crescita rapida e robusta di questa bellissima pianta a rosetta. Anche l'acqua leggermente acida, la fertilizzazione con CO2 e temperature leggermente basse tra 18 e 24°C sono benefiche per la loro rapida crescita. La durezza dell'acqua sembra avere poca importanza per questa specie, anche se per le forme rosse e nerastre è importante la concimazione con micronutrienti (soprattutto ferro) per mantenere una colorazione gradevole.
La coltivazione emersa è possibile, ma a volte difficile. Le rosette delle foglie emerse sono notevolmente più piccole rispetto alla forma sommersa. In questa pianta si può favorire la formazione di infiorescenze, sia nella forma terrestre che in quella sommersa, riducendo gradualmente il tempo di illuminazione giornaliero. Echinodorus uruguayensis può essere tenuta anche in laghetti all'aperto, almeno durante i mesi più caldi. Ma anche alle nostre latitudini ha avuto successo la coltivazione per tutto l'anno nei laghetti da giardinoi, ad esempio nel vivaio di Julius Hoechstetter (Trostberg, Baviera), dove le piante che svernano all'aperto fioriscono abbondantemente nella successiva primavera/estate.
Piante avventizie sulle infiorescenze e germogli laterali sul rizoma sono i principali metodi di propagazione per questa specie Le giovani piante possono essere separate dal rizoma con una lama di rasoio o simili. Una volta trapiantate, si svilupperanno in esemplari vigorosi entro pochi mesi in condizioni favorevoli. Mentre molte delle forme di Echinodorus uruguayensis spesso diventano troppo grandi per acquari medi, le vasche da 300 litri sono particolarmente adatte per ospitare questa magnifica pianta. Si adatta meglio in acquario come esemplare solitario e/o principale, con il quale contrastano bene piante rossastre o cespugliose.
L'areale nativo di questa specie va dal Brasile al Cile centrale. È una elofita e cresce principalmente nel bioma subtropicale.
Taxa principali
Meglio conosciuto con il vecchio nome di Echinodorus cordifolius, è una pianta acquatica e palustre molto grande, non adatta agli acquari piccoli, e che tende a fare uscire le foglie dall'acqua
Conosciuto ancora come Echinodorus grisebachii 'Amazonicus' o Echinodorus amazonicus, è una delle piante più diffuse e di più facile coltivazione in acquario.
Conosciuto come Echinodorus grisebachii 'Bleherae' o Echinodorus bleheri, diventa molto grande, supera i 60 cm di altezza, per cui non è adatto ad acquari piccoli
Conosciuto come Echinodorus grisebachii 'Parviflorus' o Echinodorus parviflorus, è un echinodorus che rimane leggermente più piccolo degli altri, e non richiede un grande acquario per essere coltivato
Meglio conosciuta con il vecchio nome di Echinodorus uruguayensis o Echinodorus osiris, è una grande e scenografica pianta solitaria, adatta agli acquari più grandi
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
articolo molto dettagliato sulle Echinodorus in acquario di Rox di Acquariofiliafacile.it
scheda su Flowgrow.de
scheda con informazioni tassonomiche e di distribuzione su KEW
Di Christel Kasselmann, Edizioni Primaris, un libro che non dovrebbe mai mancare ad un acquariofilo che coltiva le piante: tantissime le specie descritte sia nel loro habitat naturale, sia nella coltivazione in acquario, con indicazioni pratiche utilissime per farle rendere al meglio.
Ecology of the Planted Aquarium: A Practical Manual and Scientific Treatisex
Di Diana Walstad, Edizioni AquaEdì, è la versione in inglese, in quanto quella in italiano sembra ormai introvabile, di un libro dedicato alla coltivazione delle piante in un acquario dalla conduzione molto particolare, low-cost.
di Hansmartin De Jong, Come coltivare le piante d' acquario, Quattro regole fondamentali per coltivare le piante in acquario, La scelta delle piante giuste, Come evitare la crescita delle alghe, Piante in perfetta armonia con i pesci.
di Gerhard Brunner e Peter Beck, le specie più coltivate e raccomandate per l'acquariofilo
Collegamenti & Legenda
Commenti
Smaltiamo responsabilmente le potature
Spesso sentiamo parlare di pesci e piante che sono sfuggiti in natura e che stanno soffocando le specie autoctone, cambiando le dinamiche e in alcuni casi distruggendo gli ecosistemi naturali. Sono molte purtroppo le piante acquatiche che si sono rivelate infestanti per sistemi che non contemplavano la loro presenza, e fanno danni tali da essere finite nelle liste nere di vari stati, che ne hanno vietato vendita e importazione.
Siamo sicuri come acquariofili di non essere responsabili dell'introduzione di piante in un ambiente che non è il loro? Che fine fanno le potature delle piante nei nostri acquari?
Smaltiamo responsabilmente le potature, cercando di evitare il più possibile che possano contaminare l'ambiente circostante, mettendole ad esempio in un contenitore e aspettare che siano completamente secche prima di buttarle nell'umido, dove dovrebbero poi essere correttamente smaltite. Si possono utilizzare vari altri metodi, l'importante è pensarci, tenere sempre presente che stiamo allevando pesci e coltivando piante che potrebbero provocare gravi danni se riuscissero a propagarsi nel nostro ambiente.
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