Informazioni e notizie sulla tassonomia e sulle specie comprese nel genere
Azolla caroliniana - Foto © Joydeep (Wikimedia)
Il genere Azolla comprende specie di felci acquatiche della famiglia Salviniaceae. Sono estremamente ridotte nella forma e specializzate, non assomigliano per niente ad altre felci tipiche ma assomigliano più alla lenticchia d'acqua o ad alcuni muschi. Azolla filiculoides è una delle sole due specie di felci per le quali è stato pubblicato un genoma di riferimento. Si ritiene che questo genere sia cresciuto in modo così prolifico durante l'Eocene, e quindi abbia assorbito una quantità così grande di carbonio, da innescare un evento di raffreddamento globale che è durato fino ad oggi.
L'azolla è considerata una pianta invasiva nelle zone umide, nei laghi d'acqua dolce e nei fossi. Può alterare sostanzialmente gli ecosistemi acquatici e la biodiversità.
Tassonomia
Secondo Plants Of the World Online, al genere Azolla appartengono attualmente 6 specie valide:
- Azolla caroliniana Willd.
- Azolla filiculoides Lam.
- Azolla japonica (Franch. & Sav.) Franch. & Sav. ex Nakai
- Azolla nilotica Decne.
- Azolla pinnata R.Br.
- Azolla rubra R.Br.
La distribuzione nativa di questo genere va dal Vecchio Mondo tropicale e subtropicale alle Americhe.
Questa felce è stata introdotta in altre parti del mondo, inclusi quasi tutti gli stati europei, dove in alcune zone è diventata una piaga. Pianta nominalmente tropicale, si è adattata al clima più freddo. Può formare stuoie fino a 30 centimetri di spessore e coprire il 100% di una superficie d'acqua, impedendo agli insetti e agli anfibi locali di raggiungere la superficie.
L'Azolla è una pianta altamente produttiva. Può raddoppiare la sua biomassa in appena 1,9 giorni, a seconda delle condizioni di crescita. L'Azolla galleggia sulla superficie dell'acqua per mezzo di numerose piccole foglie squamose strettamente sovrapposte, con le radici sospese nell'acqua. Formano una relazione simbiotica con il cianobatterio Anabaena azollae, un endosimbionte extracellulare (che vive al di fuori delle cellule dell'ospite) che fissa l'azoto atmosferico. Il tipico fattore limitante sulla sua crescita è il fosforo; quindi, l'abbondanza di fosforo - dovuta ad esempio all'eutrofizzazione o al deflusso chimico - porta spesso a fioriture di Azolla. A differenza di tutte le altre piante conosciute, il suo microrganismo simbiotico si trasferisce direttamente da una generazione all'altra.
La capacità di fissare l'azoto di Azolla ha portato a un uso diffuso come biofertilizzante, specialmente in alcune parti del sud-est asiatico. La pianta è utilizzata per sostenere la produttività agricola in Cina da oltre mille anni. Quando le risaie vengono allagate in primavera, possono essere piantate con Azolla, che poi si moltiplica rapidamente per coprire l'acqua, uccidendo le erbacce. Il materiale vegetale in decomposizione derivante dalla moria delle Azolla rilascia azoto nell'acqua per le piante di riso, fornendo fino a nove tonnellate di proteine per ettaro all'anno.
Le specie del genere Azolla sono infestanti in molte parti del mondo, ricoprono interamente gli specchi d'acqua. L'Azolla non può sopravvivere agli inverni con gelate prolungate, quindi viene spesso coltivata come pianta ornamentale alle alte latitudini dove non può stabilirsi abbastanza saldamente da diventare infestante. Inoltre non tollera la salinità; le piante normali non possono sopravvivere in quantità superiori a 1–1,6‰ e anche gli organismi condizionati muoiono se cresciuti in acqua con una salinità superiore a 5,5‰.
Taxa principali
Piccola felce acquatica galleggiante facile e dalle ridotte esigenze, si moltiplica velocemente contribuendo ad ossigenare e depurare l'acqua, in condizioni ideali può essere molto invasiva.
E' una pianta galleggiante da acquario poco impegnativa che necessita di luce moderata per prosperare
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
pagina sulla wikipedia inglese
informazioni su tassonomia e distribuzione su KEW - Plants Of the World Online
Di Christel Kasselmann, Edizioni Primaris, un libro che non dovrebbe mai mancare ad un acquariofilo che coltiva le piante: tantissime le specie descritte sia nel loro habitat naturale, sia nella coltivazione in acquario, con indicazioni pratiche utilissime per farle rendere al meglio.
Ecology of the Planted Aquarium: A Practical Manual and Scientific Treatisex
Di Diana Walstad, Edizioni AquaEdì, è la versione in inglese, in quanto quella in italiano sembra ormai introvabile, di un libro dedicato alla coltivazione delle piante in un acquario dalla conduzione molto particolare, low-cost.
di Hansmartin De Jong, Come coltivare le piante d' acquario, Quattro regole fondamentali per coltivare le piante in acquario, La scelta delle piante giuste, Come evitare la crescita delle alghe, Piante in perfetta armonia con i pesci.
di Gerhard Brunner e Peter Beck, le specie più coltivate e raccomandate per l'acquariofilo
Collegamenti & Legenda
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Per saperne di più...
Gli habitat naturali del misterioso Betta mahachaiensis sono stati visitati di nuovo, e purtroppo i visitatori hanno avuto delle brutte sorprese - tratto e tradotto da un articolo di Arthit Prasartkul
Smaltiamo responsabilmente le potature
Spesso sentiamo parlare di pesci e piante che sono sfuggiti in natura e che stanno soffocando le specie autoctone, cambiando le dinamiche e in alcuni casi distruggendo gli ecosistemi naturali. Sono molte purtroppo le piante acquatiche che si sono rivelate infestanti per sistemi che non contemplavano la loro presenza, e fanno danni tali da essere finite nelle liste nere di vari stati, che ne hanno vietato vendita e importazione.
Siamo sicuri come acquariofili di non essere responsabili dell'introduzione di piante in un ambiente che non è il loro? Che fine fanno le potature delle piante nei nostri acquari?
Smaltiamo responsabilmente le potature, cercando di evitare il più possibile che possano contaminare l'ambiente circostante, mettendole ad esempio in un contenitore e aspettare che siano completamente secche prima di buttarle nell'umido, dove dovrebbero poi essere correttamente smaltite. Si possono utilizzare vari altri metodi, l'importante è pensarci, tenere sempre presente che stiamo allevando pesci e coltivando piante che potrebbero provocare gravi danni se riuscissero a propagarsi nel nostro ambiente.
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