Informazioni e notizie sulla tassonomia e sulle specie comprese nel genere che comprendeva la Felce di Giava, ora diventata Leptochilus pteropus
Una giovane fronda di Leptochilus (ex Microsorum) sp. coltivato nel dipartimento dell'Essonne, in Francia - Foto © Souben (Wikimedia)
Il genere Microsorum comprende felci della famiglia Polypodiaceae, sottofamiglia Microsoroideae, secondo la classificazione Pteridophyte Phylogeny Group del 2016 (PPG I).[3] Le specie sono tropicali. Come la maggior parte delle felci, crescono dai rizomi, piuttosto che dalle radici. Il nome del genere è spesso scritto in modo errato Microsorium o Microsoreum. Comprende alcune specie che sono reofite (amano la corrente nell'acqua) litofite (crescono sulle rocce).
Uno dei cambiamenti tassonomici più notevoli riguarda una delle piante più diffuse in acquariofilia, l'onnipresente Felce di Giava, Microsorum pteropus, una pianta d'acquario di facile coltivazione: nel 2020 Roskov & al. nello studio "World Ferns: Checklist of Ferns and Lycophytes of the World" hanno spostato la specie nel genere Leptochilus, per cui adesso il nome corretto della felce di Giava è Leptochilus pteropus.
Nella classificazione Pteridophyte Phylogeny Group del 2016 (PPG I) nel genere Microsorum era incluso il genere Phymatosorus. A partire da febbraio 2019, sia la Checklist of Ferns and Lycophytes of the World che Plants of the World Online considerano il genere Phymatosorus separato. Uno studio filogenetico molecolare del 2019 sulla sottofamiglia Microsoroideae non ha distinto Phymatosorus da Microsorum e ha suggerito che il genere circoscritto fosse affine a Leptochilus, formando insieme uno dei tre cladi principali nella sottofamiglia.
Secondo KEW -Plants Of the World Online, al genere Microsorum appartengono attualmente 33 specie valide:
L'areale nativo di questo genere va dall'Africa all'Asia tropicali e subtropicali.
scheda su Acquariofiliafacile.it
pagina sulla wikipedia inglese
informazioni su tassonomia e distribuzione su KEW - Plants Of the World Online
Spesso sentiamo parlare di pesci e piante che sono sfuggiti in natura e che stanno soffocando le specie autoctone, cambiando le dinamiche e in alcuni casi distruggendo gli ecosistemi naturali. Sono molte purtroppo le piante acquatiche che si sono rivelate infestanti per sistemi che non contemplavano la loro presenza, e fanno danni tali da essere finite nelle liste nere di vari stati, che ne hanno vietato vendita e importazione.
Siamo sicuri come acquariofili di non essere responsabili dell'introduzione di piante in un ambiente che non è il loro? Che fine fanno le potature delle piante nei nostri acquari?
Smaltiamo responsabilmente le potature, cercando di evitare il più possibile che possano contaminare l'ambiente circostante, mettendole ad esempio in un contenitore e aspettare che siano completamente secche prima di buttarle nell'umido, dove dovrebbero poi essere correttamente smaltite. Si possono utilizzare vari altri metodi, l'importante è pensarci, tenere sempre presente che stiamo allevando pesci e coltivando piante che potrebbero provocare gravi danni se riuscissero a propagarsi nel nostro ambiente.
Consideriamo per un secondo il vostro animale preferito non acquatico. Che si tratti di cane, gatto, canarino, criceto o furetto, tollerereste che fosse allevato in un contenitore stretto e sporco, che fosse denutrito o nutrito con una dieta inappropriata, che venisse messo in condizioni da non mostrare un comportamento naturale, che soffrisse di problemi di crescita e di conseguenza fosse destinato a stress, sofferenza e morte precoce?
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