Pianta che forma bellissimi cuscini se legata in modo che stia a fondo, alla Amano-style, ma che dà il meglio di sé se lasciata crescere come da sua natura, galleggiante.
Riccia fluitans, particolare dei talli che producono bolle d'ossigeno - Foto © Fabio Ghidini
La Riccia fluitans, l'erba epatica galleggiante, è stata descritta come specie da Linné nel 1753 ed è stata utilizzata come pianta galleggiante sin dai primi albori dell'acquariofilia. Le informazioni sulla distribuzione naturale variano, per il fatto che ci sono un gruppo di taxa del genere Riccia difficili da identificare, e che, a seconda dell'autore, sono classificati come specie diverse o combinati in un'unica specie variabile: Riccia fluitans. Riccia rhenana, Riccia stricta, Riccia canaliculata e Riccia duplex appartengono al gruppo di specie Riccia fluitans, distribuito in quasi tutto il mondo.
Tradizionalmente, la Riccia fluitans veniva utilizzata negli acquari come pianta galleggiante. Takashi Amano è stato il primo a rendere popolare l'uso della Riccia come pianta sommersa con i suoi acquari naturali, dove la pianta veniva legata a pietre o legni con un sottile filo di nylon o appoggiata piatta o come un cuscino sul substrato. In questa forma sommersa, la riccia divenne rapidamente molto più popolare tra gli aquascaper.
Ci sono però in commercio diverse varianti di Riccia fluitans, non si sa di preciso se varietà della stessa specie o specie diverse del gruppo Riccia fluitans, e non tutte sono adatte come piante sommerse. Sul sito di Tropica sono presentate quattro diverse forme di Riccia fluitans - provenienti da Giappone, Europa, Singapore e Thailandia - e solo la variante giapponese viene presentata come adatta alla coltivazione sommersa. È probabilmente la specie nota agli acquariofili come Riccia rhenana, anche se questa forma di Riccia probabilmente non appartiene alla specie Riccia rhenana.
Riccia fluitans è una pianta poco esigente. La sua ampia distribuzione può essere attribuita al fatto che può far fronte a un'ampia varietà di condizioni. Ad esempio, tollera una durezza dell'acqua da molto tenera a dura, valori di PH da 5-8 e intervalli di temperatura da 15-30°C. Essendo una pianta galleggiante, necessita solo di poca luce e la fertilizzazione con CO2 non è necessaria. Se viene però legata su pietre o radici, il suo fabbisogno di luce aumenta e avrebbe bisogno anche dell'aggiunta di CO2. La pianta gradisce un regime fertilizzante intensivo, che dovrebbe includere nitrati, fosfati, ferro e potassio.
Se si usa come pianta galleggiante, può crescere rapidamente fino a formare una massa sgradevole, ma può essere modellata abbastanza facilmente semplicemente rimuovendo le parti indesiderate della pianta, anche con le dita. Se viene attaccata agli arredi dell'acquario, come spesso succede, le parti in eccesso possono essere rimosse con le forbici. Oltre al filo di nylon c'è chi trova utile la retina per capelli, per tenerla ferma su pietre o legni, ma anche per creare un tappeto in primo piano, mettendola appiattita nella retina, tenuta ferma sul subsrtato da sassi o rocce. Potare le piante legate sommerse con le forbici è utile anche perché impedisce alle parti inferiori dei ciuffi di Riccia di rimanere senza luce e morire. Takashi Amano ci ha mostrato il grande potenziale della pianta nella progettazione di acquari, essendo stato il primo a piantarla sommersa. Un tappeto di Riccia dal primo piano al centro dell'acquario crea una calda atmosfera.
Un tallo di Monosolenium tenerum a sinistra, a confronto di uno di Riccia fluitans, a destra - Foto © Kjetil L (Akvaforum.no)
Riccia fluitans in un acquario d'acqua salmastra. Notare le bolle d'ossigeno :)
Grosso cespuglio di Riccia fluitans galleggiante visto dall'alto - Foto © Massimo Macciò
La Riccia fluitans ha un colore che va dal verde chiaro al verde-smeraldo; la specie più chiara cresce con una bassa illuminazione. In natura spesso forma uno strato sottile sulla superficie dell'acqua, ma nel fango prende una forma terrestre con corti rizoma, ancorandosi da sola sul fondo.
Il modo migliore e più naturale di coltivarla in acquario è quello di lasciarla galleggiare sulla superficie dell'acqua, dove forma dei grossi cuscinetti verdi, che sono l'ideale rifugio e protezione di piccoli pesci e degli avannotti, ad esempio dei Poecilidi; ma è anche molto apprezzata dagli Anabantoidei, per la costruzione del loro nido di bolle.
Nel caso della coltivazione galleggiante, è una pianta poco esigente sia in termini di nutrienti, CO2 e luce, essendo anche vicinissima ai neon, ed ha una crescita velocissima; per evitare che ricopra tutta la superficie dell'acqua può essere necessario arginarla con appositi recinti (vi sono svariate idee fai-da-te, ad esempio formare un cerchio con un tubicino da aeratore ed attaccarlo ad un vetro dell'acquario tramite una ventosa).
Certo che i cespugli galleggianti di Riccia fluitans sono fondamentali per la sopravvivenza e la sicurezza degli avannotti di platy e guppy...
Il giapponese Takashi Amano ha dato l'ispirazione a molti acquariofili su come coltivare la Riccia fluitans sommersa. Può essere mantenuta sott'acqua legandola a pietre o legni mediante della lenza da pesca o una retina di nylon. Se coltivata sommersa, la Riccia cresce meglio se viene addizionata CO2 all'acqua, ed è molto coreografica, in quanto se in buone condizioni sulla punta delle foglie si formano piccole bollicine d'ossigeno; naturalmente se è sommersa perchè cresca bene è necessaria anche una forte illuminazione.
Oltre alle maggiori esigenze di luce e nutrienti, la coltivazione sommersa richiede anche un certo impegno e costanza, in quanto la Riccia non ha radici, quindi non attecchirà mai alle superfici di pietre o legni, come ad esempio invece fanno il Muschio di Giava (Vesicularia dubyana) o il Microsorum pteropus, ma va sempre mantenuta legata; inoltre con la crescita forma un cespuglio molto bello, omogeneo e compatto, che però deve essere frequentemente potato con le forbici, perchè crescendo troppo oltre che tendere verso la superficie dell'acqua soffoca anche la parte sottostante, e ciò ne provoca il distacco dalla lenza o dalla retina che la teneva attaccata al supporto. Inoltre ogni tanto è necessario staccare la riccia dalla pietra, perchè inevitabilmente la parte sottostante tende a marcire, e riattaccare al supporto solo la parte superiore, ricominciando così da capo.
Riccia fluitans coltivata sommersa - Foto © Tropica.com
Cosmopolita
La Riccia fluitans si trova in acque ferme spesso un po' ombreggiate, dove galleggia in masse sciolte sotto la superficie o sviluppa una morfologia con talli più larghi su fango secco.
Taxa principali
Pianta che forma bellissimi cuscini se legata in modo che stia a fondo, alla Amano-style, ma che dà il meglio di sé se lasciata crescere come da sua natura, galleggiante.
Riferimenti & Link
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere...
i messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
scheda su Flowgrow.de
scheda su Tropica.com con informazioni ed esempi di layout da cui trarre ispirazione
articolo di Matteo Vescovi su Plantacquari.it sulle varie tecniche per moltiplicare le piante d'acquario, con foto esplicative
Di Christel Kasselmann, Edizioni Primaris, un libro che non dovrebbe mai mancare ad un acquariofilo che coltiva le piante: tantissime le specie descritte sia nel loro habitat naturale, sia nella coltivazione in acquario, con indicazioni pratiche utilissime per farle rendere al meglio.
Ecology of the Planted Aquarium: A Practical Manual and Scientific Treatisex
Di Diana Walstad, Edizioni AquaEdì, è la versione in inglese, in quanto quella in italiano sembra ormai introvabile, di un libro dedicato alla coltivazione delle piante in un acquario dalla conduzione molto particolare, low-cost.
di Hansmartin De Jong, Come coltivare le piante d' acquario, Quattro regole fondamentali per coltivare le piante in acquario, La scelta delle piante giuste, Come evitare la crescita delle alghe, Piante in perfetta armonia con i pesci.
di Gerhard Brunner e Peter Beck, le specie più coltivate e raccomandate per l'acquariofilo
Collegamenti & Legenda
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Per saperne di più...
Ci sono molte piante d'acqua dolce, coltivate comunemente in acquario, che si adattano molto bene alla coltivazione in acqua salmastra, grazie alla loro robustezza ed adattabilità.
Questa guida spiega alcuni degli errori che i principianti fanno spesso e offre alcuni suggerimenti sulla scelta delle specie giuste e su come prendersene cura - tratto e tradotto da un articolo di Injaf
Foto di piante così come si sono sviluppate in un acquario d'acqua salmastra
Descrizione delle diverse varietà di Riccia fluitans, a seconda della zona di provenienza, con belle foto - tratto e tradotto da un articolo di Tropica Aquarium Plants
Come utilizzare varie piante per aiutare i giovani ovovivipari a nascondersi dai genitori e a non essere mangiati - tratto e tradotto da un articolo di Bob Berdoulay
Tutto Quello Che Avreste Sempre Voluto Sapere Ma Non Avete Mai Osato Chiedere sulla coltivazione delle piante acquatiche del genere Riccia, grazie ai messaggi più interessanti tratti da it.hobby.acquari
Smaltiamo responsabilmente le potature
Spesso sentiamo parlare di pesci e piante che sono sfuggiti in natura e che stanno soffocando le specie autoctone, cambiando le dinamiche e in alcuni casi distruggendo gli ecosistemi naturali. Sono molte purtroppo le piante acquatiche che si sono rivelate infestanti per sistemi che non contemplavano la loro presenza, e fanno danni tali da essere finite nelle liste nere di vari stati, che ne hanno vietato vendita e importazione.
Siamo sicuri come acquariofili di non essere responsabili dell'introduzione di piante in un ambiente che non è il loro? Che fine fanno le potature delle piante nei nostri acquari?
Smaltiamo responsabilmente le potature, cercando di evitare il più possibile che possano contaminare l'ambiente circostante, mettendole ad esempio in un contenitore e aspettare che siano completamente secche prima di buttarle nell'umido, dove dovrebbero poi essere correttamente smaltite. Si possono utilizzare vari altri metodi, l'importante è pensarci, tenere sempre presente che stiamo allevando pesci e coltivando piante che potrebbero provocare gravi danni se riuscissero a propagarsi nel nostro ambiente.
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