Piccola pianta adatta al primo pianto dell'acquario, non è di facile coltivazione perché teme molto gli sbalzi nei valori dell'acqua.
Samolus valerandi in un acquario d'acqua salmastra - Foto © Emiliano Spada
Il Samolus valerandi è una specie di pianta da fiore della famiglia delle primule Primulaceae. è una piccola pianta di palude diffusa in quasi tutto il mondo. Viene chiamata 'seaside rivuletweed' rivolo di mare, perché preferisce la terra bagnata da acqua dolce ma anche salmastra: in Europa centrale può essere trovata nelle paludi salmastre vicina alla costa. Questo lo rende molto adatto alla coltivazione negli acquari salmastri.
Le foglie sono verde chiaro, lunghe fino a circa 15 cm e disposte a rosetta. Ricordano nell'aspetto dell'insalatina, assomigliano infatti alla Valerianella. Producono numerosi piccoli fiori bianchi poco appariscenti. I frutti sono capsule rotonde che rilasciano molti piccoli semi.
Anche se alcuni studi sulla flora locale riconoscano le popolazioni nordamericane di Samolus valerandi come la specie separata Samolus parviflorus o come sottospecie Samolus valerandi ssp. parviflorus, i dati molecolari e morfologici indicano che Samolus vagans e Samolus parviflorus non devono essere considerate come specie separate ma come parte di un diffuso "complesso di specie di Samolus valerandi".
Samolus valerandi emersa in fiore - Foto © Christian Fischer (Wikimedia)
La pianta può essere coltivata in stagni, giardini paludosi e aree umide del giardino. Samolus valerandi preferisce terreni leggeri (sabbiosi), medi (argillosi) e pesanti (argillosi), preferibilmente neutri o basici (alcalini). Non sopporta l'ombra e gradisce una posizione luminosa e soleggiata. Richiede terreno umido o bagnato e può crescere anche in acqua. La pianta può tollerare l'esposizione ad acuqua marina ed è autofertile.
Samolus valerandi viene coltivata anche in acquario, è abbastanza comne in commercio e piuttosto ricercata per la sua bellezza insolita, anche se sembra che le piante durino solo un tempo limitato quando sono completamente sommerse. Cresce bene in paludari o sui bordi dei laghetti, mentre non sempre appunto si adatta bene alla vita in acquario: richiede in ogni caso un fondo soffice e ben fertilizzato, somministrazione regolare di CO2, acqua di durezza media e leggermente alcalina, forte illuminazione. Come detto sopra, può essere coltivata anche negli acquari d'acqua salmastra.
Samolus valerandi in acquario - Foto © Bomberdo (Jens) (Flowgrow.de)
L'areale nativo di questa specie va dal Vecchio Mondo temperato e subtropicale alle montagne tropicali. È annuale o perenne e cresce principalmente nel bioma temperato.
Samolus valerandi è ampiamente distribuita in Europa occidentale e mediterranea, Nord Africa, Asia e Australia, America centrale e meridionale, tra cui Cuba e Giappone.
Questa specie si trova in una varietà di habitat umidi, tra cui argini di ruscelli, paludi di marea e lanche. Può essere trovata sia in ambienti naturali degradati che intatti.
Le foglie della pianta, se tagliate e agitate in acqua, producono una schiuma, motivo per cui in Palestina è stata utilizzata in passato dalla popolazione araba locale per lavare i panni ed è stata da loro chiamata sabūn 'arab (= sapone arabo) .[
Le infiorescenze mature di Samolus valerandi (ex Samolus parviflorus) sono ampiamente diffuse, con frutti su lunghi steli, nel Rock Island State Park, in Tennessee - Foto Wiimedia
scheda in italiano su catalogopiante.it
pagina sulla wikipedia inglese
scheda su Flowgrow.de
informazioni su tassonomia e distribuzione su KEW - Plants Of the World Online
Ci sono molte piante d'acqua dolce, coltivate comunemente in acquario, che si adattano molto bene alla coltivazione in acqua salmastra, grazie alla loro robustezza ed adattabilità.
Foto di piante così come si sono sviluppate in un acquario d'acqua salmastra
Spesso sentiamo parlare di pesci e piante che sono sfuggiti in natura e che stanno soffocando le specie autoctone, cambiando le dinamiche e in alcuni casi distruggendo gli ecosistemi naturali. Sono molte purtroppo le piante acquatiche che si sono rivelate infestanti per sistemi che non contemplavano la loro presenza, e fanno danni tali da essere finite nelle liste nere di vari stati, che ne hanno vietato vendita e importazione.
Siamo sicuri come acquariofili di non essere responsabili dell'introduzione di piante in un ambiente che non è il loro? Che fine fanno le potature delle piante nei nostri acquari?
Smaltiamo responsabilmente le potature, cercando di evitare il più possibile che possano contaminare l'ambiente circostante, mettendole ad esempio in un contenitore e aspettare che siano completamente secche prima di buttarle nell'umido, dove dovrebbero poi essere correttamente smaltite. Si possono utilizzare vari altri metodi, l'importante è pensarci, tenere sempre presente che stiamo allevando pesci e coltivando piante che potrebbero provocare gravi danni se riuscissero a propagarsi nel nostro ambiente.
Consideriamo per un secondo il vostro animale preferito non acquatico. Che si tratti di cane, gatto, canarino, criceto o furetto, tollerereste che fosse allevato in un contenitore stretto e sporco, che fosse denutrito o nutrito con una dieta inappropriata, che venisse messo in condizioni da non mostrare un comportamento naturale, che soffrisse di problemi di crescita e di conseguenza fosse destinato a stress, sofferenza e morte precoce?
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