Un giorno, guardando un bel cespuglio di riccia galleggiare nel mio acquario, notai che tra le foglioline, i cosiddetti talli, c'erano dei filamenti verdi, sottili come capelli e molto fragili, con distanziati di 1-2 cm. dei "sacchettini" microscopici, alcuni dei quali sembravano contenere un semino. Toh, mi son detta, che sia la riccia che fa i semi?

Guardando però nel libro della Kasselmann non ho trovato nessun cenno di questo strano fenomeno, e nemmeno cercando su internet. Analizzando meglio uno di questi filamenti ho scoperto stupefatta che quel puntino scuro non era un semino ma... mangime! Un granellino di mangime di quello che dò sempre ai pesci... Mi ci è voluto un po' per arrivarci, ma ho scoperto che quella che ho tutt'ora in acquario è una pianta molto diversa dalla riccia, a cui si era mescolata probabilmente in negozio o ancora prima, è una specie di Utricularia, un genere di piante carnivore acquatiche e palustri, che dalle immagini trovate in rete credo di aver identificato come Utricularia gibba.

Qui sotto ci sono le foto che sono riuscita a fare, credo che più brutte di così non potevano venire :) A mia discolpa posso dire che le ho fatte con una macchinetta digitale antica, di quando ancora i telefonini servivano solo per telefonare, e non mi ero resa conto di come rifletteva la luce lo sfondo scelto.

Anche se ho letto che gli otricoli dell'Utricularia sono troppo piccoli per qualsiasi avannotto, avendo in vasca dei Trichopodus e dei Trichogaster, che hanno avannotti piccolissimi, avevo timore che comunque potessero essere catturati dalla pianta carnivora, per cui ho cercato per lungo tempo di liberarmene, senza però riuscirci.

Essendo così sottile e fragile probabilmente ne rimaneva sempre qualche piccolo pezzettino nascosto nella riccia o nel muschio, che la faceva ripartire (tipo la Lemna minor, che anche quando ti sembra di averla tolta tutta riappare misteriosamente... :-)

Riferimenti & Link
Piante d'acquario

Piante d'acquario

Di Christel Kasselmann, Edizioni Primaris, un libro che non dovrebbe mai mancare ad un acquariofilo che coltiva le piante: tantissime le specie descritte sia nel loro habitat naturale, sia nella coltivazione in acquario, con indicazioni pratiche utilissime per farle rendere al meglio.

Ecology of the Planted Aquarium

Ecology of the Planted Aquarium: A Practical Manual and Scientific Treatisex

Di Diana Walstad, Edizioni AquaEdì, è la versione in inglese, in quanto quella in italiano sembra ormai introvabile, di un libro dedicato alla coltivazione delle piante in un acquario dalla conduzione molto particolare, low-cost.

Piante facili

Piante facili

di Hansmartin De Jong, Come coltivare le piante d' acquario, Quattro regole fondamentali per coltivare le piante in acquario, La scelta delle piante giuste, Come evitare la crescita delle alghe, Piante in perfetta armonia con i pesci.

Il nuovo libro delle piante d'acquario

di Gerhard Brunner e Peter Beck, le specie più coltivate e raccomandate per l'acquariofilo

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Taxa principali

Piccola pianta carnivora che spesso arriva in acquario alla chetichella, nascosta tra piante come la riccia o il muschio di giava, a cui spesso vive aggrappata.

Piccola pianta carnivora, le cui foglie possono formare una stuoia simile ad un pratino, ma la cui coltivazione in acquario è abbastanza difficoltosa.


Smaltiamo responsabilmente le potature

Spesso sentiamo parlare di pesci e piante che sono sfuggiti in natura e che stanno soffocando le specie autoctone, cambiando le dinamiche e in alcuni casi distruggendo gli ecosistemi naturali. Sono molte purtroppo le piante acquatiche che si sono rivelate infestanti per sistemi che non contemplavano la loro presenza, e fanno danni tali da essere finite nelle liste nere di vari stati, che ne hanno vietato vendita e importazione.

Siamo sicuri come acquariofili di non essere responsabili dell'introduzione di piante in un ambiente che non è il loro? Che fine fanno le potature delle piante nei nostri acquari?

Smaltiamo responsabilmente le potature, cercando di evitare il più possibile che possano contaminare l'ambiente circostante, mettendole ad esempio in un contenitore e aspettare che siano completamente secche prima di buttarle nell'umido, dove dovrebbero poi essere correttamente smaltite. Si possono utilizzare vari altri metodi, l'importante è pensarci, tenere sempre presente che stiamo allevando pesci e coltivando piante che potrebbero provocare gravi danni se riuscissero a propagarsi nel nostro ambiente.