Consigli su come scegliere ed inserire i pesci in acquario, nel rispetto delleloro esigenze come esseri viventi, e per non avere problemi in futuro
Articolo di Walter Peris
sul sito www.walterperis.it (non più online)
Physa on top of Hydrocotyle vulgaris © Marcus Wallinder
In queste poche righe vorrei chiarire qualche dubbio su uno dei punti "caldi" del nostro hobby. E' intuitivo immaginare che chiunque si avvicini a questa pratica lo faccia, nella maggior parte dei casi, per avere vasche affollate di pesci colorati e guizzanti, che appaghino l'occhio, senza sapere che, in realtà, una simile soluzione lo potrebbe portare, in breve tempo, verso una spirale di problemi che culminerà, nell'altrettanta maggioranza dei casi, nell'abbandono di questo hobby.
Vediamo, quindi, di spiegare in parole semplici e chiare come si deve popolare una vasca dato che, come per tutte le cose, ci sono criteri e regole da seguire; non dimentichiamo, poi, che questa passione coinvolge esseri viventi che hanno tutti i diritti ad essere trattati bene e nel pieno rispetto delle loro caratteristiche evolutive e di specie. Ecco i temi che affronterò:
Quali pesci?
Questa è, sicuramente, una delle due domande più imbarazzanti che ci possano essere rivolte. In realtà, non esiste una risposta certa e fissa a questa domanda, dato che le variabili in gioco sono molte e tutte difficili da valutare.
Innanzitutto, è importante capire che i pesci hanno la malsana abitudine a vivere DENTRO l'acqua e che questo liquido può avere diverse caratteristiche a seconda della zona di provenienza. Quindi, prima di scegliere i pesci dovremmo capire che acqua abbiamo intenzione di usare e regolarci di conseguenza. Esiste, ovviamente, un modo per "forzare" la cosa; basta procurarsi acqua da osmosi inversa e indurirla opportunamente; in questo modo potremo avere ogni tipo di acqua e potremo allevare ogni specie di pesce compatibile con quest'acqua.
Un altro aspetto da non trascurare è l'alimentazione. Esistono in commercio pesci che si nutrono esclusivamente di mangime vivo o, al massimo, surgelato e mal si adattano al cibo industriale in scaglie. Senza contare che esistono pesci che amano cibarsi con calma brucando sul fondo e che soffrono la competizione alimentare con altri più voraci.
ATTENZIONE! Riguardo a questo, vorrei stigmatizzare un comportamento scorretto da parte di alcuni venditori che fanno della deliberata disinformazione. I pesci cosiddetti "pulitori" non sono pesci che si nutrano di escrementi e immondizia. NON ESISTONO PESCI LA CUI ALIMENTAZIONE PREVEDA L'ASSUNZIONE DI RIFIUTI METABOLICI DI QUALUNQUE TIPO. Pesci quali Corydoras, Ancistrus, Plecostomus, Otocinclus eccetera, DEVONO essere nutriti con mangime esattamente come tutti gli altri pesci; certo, se lo scopo per cui li abbiamo scelti è quello di utilizzarli come "terminatori" di alghe, possiamo pensare di "affamarli" leggermente, ma dovremo pur sempre dare del cibo, magari non di frequente come gli altri pesci, anche nell'ottica di impedire loro, spinti dalla fame, di aggredire le nostre piante.
Anche la temperatura dell'acqua in cui alleveremo i nostri ospiti riveste un'importanza non indifferente. Per quanto un pesce sia un animale estremamente adattabile, non dimentichiamo che un pesce può "vivere o sopravvivere" in acquario. Non forziamo pesci tropicali in acque a bassa temperatura e viceversa.
Da tutto questo deriva la:
Regola 1: scegliere i pesci in base alle caratteristiche dell'acqua che intendiamo usare (temperatura, salinità, pH ecc.) e non dimentichiamo gli aspetti legati al tipo di alimentazione.
Quanti pesci?
Ed ecco la seconda "domanda impossibile". Anche in questo caso non è facile rispondere in modo generico. Diciamo che, come linea di principio, un appassionato che si accosti per la prima volta a questo hobby dovrebbe popolare la vasca con il MINOR numero di pesci possibile. So che questo farà storcere il naso a molti, ma la realtà è che all'inizio i rischi di combinare pasticci e uccidere i nostri ospiti sono molto alti, per cui cerchiamo di fare il danno minore. Meno peci abbiamo in vasca meno problemi avremo noi e maggiori garanzie di sopravvivenza avranno loro.
Stabilito questo, mettiamo in chiaro subito una cosa; la regola, che sicuramente vi verrà indicata, che ogni centimetro di pesce ha bisogno di tot litri di acqua (tot varia, a seconda delle fonti, da 1 a 5 litri) è una GROSSA IDIOZIA. Non è assolutamente possibile fare un conto del genere dato che questa regola non tiene conto di una verità indiscutibile: i pesci hanno un carattere. E alcuni pesci, come i Ciclidi, in particolare, hanno un carattere ancora più forte e accentuato di altri, in quanto hanno una territorialità molto spiccata. Vi sono piccoli Ciclidi da 5-6 centimetri in grado di controllare una vasca da 100 litri e più, uccidendo ogni conspecifico capiti loro sotto tiro. Per cui, prima di acquistare un pesce, informatevi accuratamente del suo comportamento e, soprattutto, della sua taglia da adulto. E' facile mettere 10 scalari, ad esempio, in una vasca da 50 litri quando sono piccoli. Ma non appena avranno raggiunto la maturità sessuale (in genere, intorno ai 9-10 mesi) potete stare certi che inizieranno le lotte per il territorio e in una vasca così piccola, alla fine, ne sopravvivranno non più di un paio. Per cui, occhio al carattere e alle dimensioni.
Altri pesci, invece, amano stare in branco coi propri simili e acquistarne un numero ridotto potrebbe provocare atteggiamenti innaturali; al contempo, esistono pesci di cui non si può avere un solo esemplare per vasca, in quanto estremamente aggressivi verso esemplari della stessa specie e sesso. Ve ne sono, invece, altri che si comportano in maniera ostile verso pesci di altre specie, solo per il fatto che questi ultimi possiedano caratteristiche morfologiche che richiamano una competizione intraspecifica (classico esempio il Betta splendens, o pesce combattente, che attacca ogni esemplare che mostri un pinnaggio troppo appariscente).
Quindi, ne deriva la seguente
Regola 2: scegliere il numero di pesci in base alle loro caratteristiche caratteriali (territorialità, aggressività, compagnia) e alle dimensioni che raggiungeranno da adulti.
Quando metterli?
Dopo aver passato le prime due forche caudine (quali e quanti pesci mettere in un acquario) qui, in genere, casca l'asino. Facilmente mi capita di sentire di persone che portano a casa, insieme, acquario e pesci. Nulla di più INAUDITO!
Una vasca, per essere avviata con regolarità, ha bisogno di seguire tutta una serie di procedure fisse che, se venissero disattese, porterebbero alla morte certa di tutti o quasi, i pesci presenti.
Tutti avrete sentito parlare del ciclo dell'azoto, anche se in acquario non sembra molto pertinente. Invece, pur essendo un po' differente, anche in acquario esiste un ciclo dell'azoto. I pesci liberano ammoniaca che, essendo estremamente tossica, deve essere neutralizzata in qualche modo. E qui intervengono i batteri del nostro filtro che trasformeranno l'ammoniaca prima in nitrito e poi, alla fine in nitrato. Purtroppo, prima di avere chi si occupa di questo ciclo in vasca, è necessario attendere un certo periodo di tempo. Da anni sono disponibili, anche in rete, fior di diagrammi che stabiliscono i tempi di sviluppo della flora batterica in un filtro, per cui non vi tedierò oltre. Quello che non tutti dicono è che la flora batterica DIPENDE strettamente dalla popolazione ittica presente in vasca. Questo significa che se noi allestiamo un acquario e inseriamo uno dei mille prodotti adatti allo scopo (in genere si tratta di colture batteriche selezionate che aiutano il filtro a partire con maggior rapidità o, più spesso, di soluzioni nutrienti che servono a favorire una rapida crescita dei batteri già presenti in vasca), instauriamo una flora batterica che si regolerà AUTOMATICAMENTE in base alla quantità di cibo (ammoniaca e nitriti) presente in vasca. Poiché, all'inizio, se siamo stati bravi, pesci non ce ne sono, il cibo scarseggerà di conseguenza. Ciò significa che anche attendere un mese con la vasca vuota che si instaurino i ceppi batterici non è garanzia di sicurezza, dato che nel preciso momento in cui introdurremo i pesci, l'inquinamento sarà tale da non essere contrastato dalla ridotta, seppur presente, flora batterica. Quindi, il popolamento di una vasca può anche essere accelerato, basta fare attenzione a incrementare il numero di pesci molto lentamente. Ad esempio, io suggerisco di allestire una vasca e di mettere subito a dimora tante piante. Dopo qualche giorno, magari una settimana, di funzionamento, si possono introdurre dei pulitori in funzione del volume della vasca, senza nutrirli per un paio di giorni. Dopo un'altra settimana si possono introdurre altri piccoli pesci, magari un branco di piccoli Caracidi e così via, sempre lasciandoli a digiuno per i primi due giorni, inserendo un branco alla volta, evitando di caricare eccessivamente in un colpo solo il filtro. Dato che le piante hanno la capacità di assumere ammoniaca e nitriti più facilmente dei nitrati, possono svolgere un efficacissimo ruolo purificatore; pertanto, se la vasca sarà dotata di TANTE piante, e a crescita rapida, sarà possibile aumentare il numero dei pesci da inserire. Viceversa, se la vasca avrà poche piante, sarà molto più prudente inserire un numero MOLTO più limitato di pesci in ogni occasione. Mi raccomando: usate sempre la testa prima di mettere in vasca dei pesci.
Regola 3: inserire i pesci fin dall'inizio, ma mettetene pochissimi per volta e a distanza di una settimana un gruppo dall'altro, in modo da permettere alla flora batterica di adeguarsi progressivamente al carico inquinante. Investiamo un po' di soldi in piante, all'inizio. Questo ci risparmierà delusioni in futuro.
Come nutrirli?
Capita, spesso, di leggere di somministrare ai pesci una quantità di cibo pari a quella che può essere consumata in pochi minuti. E' un bel parametro, non c'è che dire... salvo il fatto che se siamo in presenza di pesci particolarmente voraci (mai visto gli scalari mangiare?), in pochi minuti possiamo anche svuotare un intero barattolo di mangime.
Come regolarci, quindi?
Impossibile dirlo; quello che posso consigliare è di valutare di volta in volta, in funzione dei pesci allevati. Tenete presente che in un acquario, un pesce può morire per tantissime cause, tranne che di fame.
Senza considerare che una dieta corretta mantiene i pesci in buona salute (un pesce obeso è un pesce che avrà, prima o poi, dei problemi fisici, al fegato in particolare).
Quindi, variate la dieta dei vostri pesci quanto più possibile, alternando mangimi di vario tipo e di differenti marche, inserendo almeno una volta a settimana del surgelato. Ovviamente, dovrete valutare in base alle specie di pesci che allevate come alternare questi mangimi e la loro frequenza.
Date il cibo al mattino, dopo l'accensione delle lampade, in modo che ci sia più tempo per consumare tutto, evitando accumuli sul fondo di cibo avanzato che può decomporsi e inquinare.
Tenete sempre presente il tipo di alimentazione dei vostri pesci, se vegetariani, carnivori o onnivori, notturni (in tal caso, date il cibo a questi pesci alla sera, subito dopo lo spegnimento delle luci) o altro. Per i pulitori vegetariani, come gli Ancistrus, integrate la loro dieta con verdure appena scottate in acqua (ottime le zucchine tagliate a rotelle) senza sale.
Somministrare cibo una volta al giorno è più che sufficiente per la maggior parte dei pesci.
Inserire un giorno alla settimana di digiuno è una prassi comune che, però, non ha alcuna giustificazione pratica, anche se male non fa.
Concludo con una nota che riguarda un argomento delicato; quanto tempo possono restare senza mangiare i pesci? Di certo, un fine settimana lo possono sopportare senza problemi. Sicuramente meglio lasciarli senza cibo che dar loro quelle terribili compresse inquinanti appositamente vendute allo scopo. Se le vasche sono anche molto ricche di piante, possono resistere per diverse settimane senza cibo immesso dall'esterno (i pesci nelle mie vasche, durante le vacanze estive, vengono lasciati senza cibo per tutto il mese di Agosto). Basta avere l'accortezza di aumentare leggermente le dosi di cibo nelle due settimane precedenti la vostra assenza. Ma senza esagerare.
In ogni caso, se proprio vogliamo avere la certezza che i nostri beniamini non abbiano a soffrire la fame, possiamo sempre fare ricorso a una mangiatoia automatica, facendo delle prove di somministrazione nei giorni precedenti la nostra partenza, in modo da essere certi che l'apparecchio sia ben calibrato e non ecceda con la somministrazione. Due avvertimenti: mettete sempre delle batterie nuove prima di partire, evitando sgradevoli sorprese durante la vostra assenza, e usate solo mangimi in granuli, in quanto quelli in scaglie tendono a assorbire umidità e a incollarsi, divenendo ben presto inutilizzabili o, ancor peggio, finendo tutti compattati in vasca.
In ogni caso, evitate, se possibile, di incaricare amici o parenti di dare cibo ai vostri pesci; facilmente si lasceranno intenerire ed eccederanno col cibo, provocando gravi conseguenze. L'unico sistema applicabile è predisporre delle dosi già separate, invitandoli CALDAMENTE a non sgarrare con le quantità.
Ricordate: un eccesso di cibo è sicuramente più dannoso di una carenza, sempre che non sia troppo prolungata.
Regola 4: non esagerate col cibo e rispettate le tendenze alimentari dei vostri pesci. Un digiuno di una o due settimane viene tollerato senza alcun problema dalla quasi totalità dei pesci, se in buona salute.
Come immetterli in vasca?
Per questa, apparentemente, semplice operazione, ci sono diverse metodologie, tutte più o meno valide. In queste righe vi dirò come faccio io ad inserire i pesci nei miei acquari.
Una cosa che mi preme mettere in evidenza è che, spesso, l'acqua in cui vivono i pesci nel loro penultimo periodo di trasferimento, quella del negozio, non è quasi MAI un'acqua ideale. In genere, i pesci sono stivati in piccole vaschette in cui i cambi, vuoi per incuria, vuoi per evidenti difficoltà di gestione, sono, spesso, trascurati. Per questo motivo, l'acqua delle vasche di un negozio può essere ricca di inquinanti o, addirittura, di patologie a volte pericolose. Per cui, come prima cosa, il mio personalissimo e opinabile consiglio è di NON mettere MAI in vasca l'acqua proveniente dalle vasche dei negozi.
Stabilito questo, vediamo come fare l'ambientamento.
In genere, in funzione delle dimensioni dei pesci, io metto, in un contenitore da circa un litro, i pesci con metà dell'acqua del loro sacchetto e aggiungo un uguale volume dell'acqua dell'acquario in cui finiranno alla fine della procedura; in pratica, cerco di avere circa mezzo litro di acqua in totale.
A quest'acqua aggiungo alcune gocce di blu di metilene, a puro scopo precauzionale. Il blu di metilene, oltre ad essere un discreto batteriostatico, aiuta i pesci a respirare in caso di innalzamento del livello di nitriti. Per cui, qualche goccia di blu di metilene non fa mai male (giusto quello che ci vuole per rendere l'acqua blu chiaro); inoltre, mi servirà come indicatore di fine trattamento (vedremo, poi, come). Dopo circa 5-10 minuti, tolgo circa 50 mL dell'acqua dal contenitore e la sostituisco con un uguale volume di acqua dell'acquario. Ripeto questa procedura ogni 5 minuti, fino a quando il colore blu, dovuto al blu di metilene, scompare quasi del tutto. A questo punto sarò certo che tutta, o quasi, l'acqua del sacchetto sarà stata sostituita da acqua dell'acquario e i pesci si saranno ben ambientati. Li lascio ancora a sguazzare per circa 20 minuti e poi, pescandoli CON LE MANI BAGNATE, li tolgo dal contenitore e li immetto in vasca.
Se potete, non prendete MAI i pesci con il retino; è un inutile stress e, spesso, è anche pericoloso per la loro incolumità.
Regola 5: i pesci si devono ambientare LENTAMENTE alle nuove condizioni e l'ambientamento dovrà essere tanto più lungo tanto più diverse saranno le caratteristiche dell'acqua rispetto al loro precedente habitat in negozio.
© Walter Peris
Riferimenti & Link
Di Christel Kasselmann, Edizioni Primaris, un libro che non dovrebbe mai mancare ad un acquariofilo che coltiva le piante: tantissime le specie descritte sia nel loro habitat naturale, sia nella coltivazione in acquario, con indicazioni pratiche utilissime per farle rendere al meglio.
Ecology of the Planted Aquarium: A Practical Manual and Scientific Treatisex
Di Diana Walstad, Edizioni AquaEdì, è la versione in inglese, in quanto quella in italiano sembra ormai introvabile, di un libro dedicato alla coltivazione delle piante in un acquario dalla conduzione molto particolare, low-cost.
di Hansmartin De Jong, Come coltivare le piante d' acquario, Quattro regole fondamentali per coltivare le piante in acquario, La scelta delle piante giuste, Come evitare la crescita delle alghe, Piante in perfetta armonia con i pesci.
di Gerhard Brunner e Peter Beck, le specie più coltivate e raccomandate per l'acquariofilo
Per approfondire:
Consigli su come allestire una vasca che sia dedicata particolarmente alle piante, nel caso in cui si vuole allestire una vasca di tipo olandese e, quindi, con una limitata popolazione di pesci - articolo di Walter Peris
Una serie di informazioni sulla coltivazione delle piante in acquario, come renderlo adatto alla loro coltivazione, con alcune curiosità - articolo di Walter Peris
Come i pesci, anche le piante richiedono ambienti idonei alla loro natura e non tutte si adattano bene a condizioni diverse da quelle a cui sono state abituate - articolo di Walter Peris
Che luce serve per coltivare le piante? Considerazioni a partire da un punto di vista sperimentale - articolo di Walter Peris
Questa guida spiega alcuni degli errori che i principianti fanno spesso e offre alcuni suggerimenti sulla scelta delle specie giuste e su come prendersene cura - tratto e tradotto da un articolo di Injaf
Come coltivare in acquario l'affascinante pianta Lagenandra meeboldii nella sua variante con foglie a colorazione rossa - tratto e tradotto da un articolo di Tropica Aquarium Plants
Raccolta di link ad articoli che spiegano chiaramente, anche con foto passo, le principali tecniche per la coltivazione delle piante in acquario
Questo articolo introduce l'idea del bonsai-pond, il mini-laghetto, che abbisogna di un minimo spazio ma può essere più attraente di un acquario - tratto e tradotto da un articolo di Tropica Aquarium Plants
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