La linea laterale, il sistema sensoriale che corre lungo il fianco dei pesci, serve come una sorta di sesto senso, e può insegnarci come rendere la vita in vasca più confortevole e felice, non solo più sana
Tratto e tradotto dall'articolo
"Captive fish have feelings we’re just beginning to understand"
di Brandon Keim
sul sito PopSci+
Femmina di Betta splendens - Foto © Hristo Hristov
Nell'articolo "Captive fish have feelings we’re just beginning to understand" Brandon Keim chiede ai lettori una cosa particolare: la prossima volta che andate a fare una nuotata, provate a chiudere gli occhi, rimanere immobili e immaginate di usare la sensazione dell'acqua sulla pelle per mappare la forma di tutto ciò che è vicino, dai contorni della piscina alla posizione di un sfortunato insetto caduto sulla superficie dell'acqua. E rivela che è così che ci si sente ad essere un pesce, con quel meraviglioso apparato sensoriale noto come sistema della linea laterale.
Composta da cellule della pelle squisitamente sensibili e terminazioni nervose, la linea laterale è parte integrante della percezione di un pesce quanto la vista o l'udito.
Significa fondamentalmente che il loro intero corpo esterno è sensibile alle vibrazioni nell'acqua.
Un essere umano semplicemente non ha niente del genere. È molto difficile da descrivere, e cercare di capire cosa significhi averne una è un esercizio che trascende dai confini del nostro "ümwelt", la nozione del nostro posto nel mondo, per passare a vedere il mondo come è vissuto da un particolare organismo.
Questo potrebbe aiutarci a capire meglio come sono le vite delle nostre controparti con le branchie e come prenderci cura di loro, in particolare in cattività. Le onde che si riflettono sulle pareti dell'acquario potrebbero essere fonte di angoscia per gli animali con un sistema sensoriale così acuto, mentre le malattie che degradano la linea laterale potrebbero privarli di una parte importante delle loro esperienze quotidiane.
Brandon Keim racconta che le prime osservazioni scientifiche della linea laterale dei pesci furono fatte nel XVII secolo, dal naturalista olandese Nicolas Steno, che credeva che aiutassero a produrre il muco che tipicamente ricopre le squame dei pesci. Questa errata convinzione perdurò fino al 1800, quando alcuni scienziati iniziarono a sospettare che la linea laterale costituisse un cosiddetto "sesto senso". A quel tempo, lo zoologo tedesco Franz Eilhard Schulze descrisse l'anatomia del sistema. Il corpo dei pesci è ricoperto da minuscole strutture chiamate neuromasti, ciascuna contenente un gruppo di cellule sensoriali simili a capelli all'interno di una cupola dall'aspetto gelatinoso. I neuromasti sono incorporati sulla superficie del corpo dei pesci in canali distinti e pieni di muco che corrono lungo i fianchi degli animali, prendendo il nome di linea laterale. Le cellule rispondono ai cambiamenti di pressione e movimento e, quando stimolate, inviano segnali attraverso nervi specializzati direttamente al cervello del pesce.
Anche se i ricercatori dell'epoca comprendevano la fisiologia di base del sistema, la maggior parte di loro pensava che fosse coinvolto l'udito, una sorta di accessorio dell'orecchio interno che coinvolgeva tutto il corpo. Una serie di esperimenti nel 1910 dimostrò che i lucci potevano evitare i muri se ciechi, ma non se la loro linea laterale era danneggiata.
Ricerche successive hanno chiarito come i pesci usano la linea laterale.
- Ad esempio, i pesci delle caverne ciechi producono onde con la bocca mentre nuotano; quando la turbolenza colpisce gli ostacoli, crea schemi di corrente e pressione che li aiutano a navigare.
- Pesci che si alimentano in superficie individuano la preda nella completa oscurità puntando sulle onde superficiali generate dagli insetti caduti.
- Ancora, molto al di sotto della superficie, alcuni pesci marini individuano il movimento delle pulci acquatiche sospese nella colonna d'acqua.
- La reotassi - i movimenti che consentono a un pesce di intercettare gli odori e il cibo in una corrente senza spendere troppa energia o essere trascinato a valle è regolata dalla linea laterale.
- Sempre la linea laterale permette quel comportamento straordinario dei banchi di pesci che si muovono all'unisono come controllati da un'unica mente.
- Attraverso le loro linee laterali, i pesci possono percepire le scie della preda passata di lì pochi minuti prima, aiutandoli a cacciare
- A seconda del loro ambiente, alcune specie potrebbero persino adattare le loro linee laterali per inviare e ricevere comunicazioni.
- I Betta maschi emettono onde per avvisare la prole dei predatori in avvicinamento;
- la trota iridea esegue una danza di corteggiamento simile a una carezza sincronizzata in modo elaborato.
Tetra cieco delle caverne (Astyanax fasciatus mexicanus) - Foto © Visuals Unlimited (Naturepl.com)
Mettere un pesce in una casa che ne stimoli la linea laterale equivale alla differenza per noi tra vivere in una stanza con vista, per così dire, e vivere al buio
Queste sono solo alcune delle funzioni della linea laterale. Ma come si sente il “sesto senso”? È quasi impossibile sapere cosa percepiscono effettivamente i pesci attraverso la loro linea laterale. Qualche studioso ha descritto il fenomeno come se la pelle fosse "tridimensionale", consentisse cioè di sentire gli oggetti vicini senza entrare in contatto diretto. L'analogia più vicina potrebbe essere quella di esaminare le sensazioni sulla pelle quando si mette la mano vicinissima ad un altoparlante woofer, indossando cuffie per smorzano il rumore. La differenza principale è che ovviamente gli esseri umani non sono progettati per rispondere a quel tipo di informazioni, a differenza dei pesci.
Ci sono ancora meno informazioni su come la linea laterale sia collegata con il benessere psicologico degli animali, una lacuna che può essere attribuita alla credenza che i pesci siano meno cognitivamente sofisticati dei mammiferi o degli uccelli, insieme a un disprezzo per il loro benessere in generale.
Con i loro volti apparentemente inespressivi e le menti sottovalutate, le creature con le branchie non ottengono molta attenzione alla loro vita interiore.
In effetti, non è passato molto tempo da quando la maggior parte degli scienziati pensava di che i pesci fossero incapaci di provare dolore. Oggi li conosciamo meglio, e questo porta a considerazioni preoccupanti, in particolare per quegli animali che nuotano dietro le pareti di vetro dei nostri acquari. Infatti Brandon Keim per esempio fa notare che le onde che rimbalzano sui vetri potrebbero produrre un effetto eco, colpendo i pesci con infiniti riverberi. Ci si chiede persino se alcuni dei comportamenti anormali che osservati in cattività, come l'estrema aggressività di pesci tipicamente tranquilli o le abitudini di pulizia anormalmente ripetitive, siano sintomi di disagio dovuto alla linea laterale sovrastimolata.
Si consiglia quindi chi ha un acquario di aggiungere strutture che arricchiscono l'habitat, come tronchi e piante, per aiutare a interrompere i flussi delle onde. Qualche studioso ritiene che se i riflessi delle pareti dell'acquario fossero davvero un problema, il sistema della linea laterale di un pesce potrebbe semplicemente degradarsi, proprio come il rumore costante porta alla sordità nelle persone.
Gruppo di Danio rerio in acquario - Foto © Jean Michel Labat (ARKive.org)
Un problema più evidente è quello dell'erosione della linea laterale, un insieme di condizioni meglio conosciute come malattia del buco. Causata da parassiti, scarsa qualità dell'acqua e carenze nutritive, e forse esacerbata dallo stress della cattività stessa, questa malattia si presenta sia nei pesci d'acquario che in quelli d'acquacoltura. I pesci afflitti finiscono con l'avere la linea laterale letteralmente marcia.
La perdita di funzionalità della linea laterale non sembra causare dolore fisico immediato, ma solleva la questione se vi sia un disagio psicologico a lungo termine.
Fa emergere anche l'idea di fornire ai pesci in cattività una vita più felice, non solo più sana.
Becca Franks, una psicologa cognitiva specializzata in comportamento animale e benessere dei pesci presso la New York University, porta come esempio uno studio del 2019 su come il pesce zebra Danio rerio negli acquari preferisca le zone con acqua corrente. Forse è perché in condizioni dinamiche possono usare la loro linea laterale, proprio come noi rispondiamo al coinvolgimento dei nostri sensi. E' come per noi la differenza tra vivere in una stanza con vista, per così dire, e vivere al buio. Naturalmente, le preferenze del pesce zebra potrebbero non essere condivise da tutti gli altri pesci. Dopotutto, ci sono almeno 30.000 specie di pesci che nuotano nei corpi idrici del mondo, ciascuna con sistemi di linea laterale adatti agli ambienti in cui si sono evolute.
Resta ancora molto da studiare e da imparare su come i pesci percepiscono l'ambiente circostante e dove si sentono a casa.
testo originale in inglese © Brandon Keim
Riferimenti & Link
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Per approfondire:
Studio che vuole rispondere ad una domanda in sospeso nella biologia animale: se i pesci siano capaci di comportamenti complessi, come il gioco - tratto e tradotto da un articolo di Eisenbeiser, Serbe-Kamp, Gage, Marzullo
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Sembra una cosa ovvia, ma per tanti non lo è: i pesci allevati in ambienti spogli e noiosi sono meno intelligenti di quelli allevati in ambienti più stimolanti.
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